Ieri mattina molti abitanti della California sono stati risvegliati dall’allarme-tsunami: mentre alcune località costiere venivano evacuate, i più temerari si avventuravano verso le spiagge, per vedere di persona l’arrivo dell’onda distruttrice. (I più imbecilli fra loro decidevano addirittura di affrontarla con le tavole da surf, anche se alla fine sono stati “travolti” soltanto da una indecorosa spruzzatina di melma). Per fortuna non vi sono stati danni gravi, anche se la marea ha risalito le bocche dei fiumi, trascinando con sè dozzine e dozzine di barche e pescherecci.
Non vi sarebbe nulla di straordinario in tutto questo, se quell’onda anomala non fosse partita dal Giappone. La sera prima.
In altre parole, l’onda scatenata dal terremoto giapponese ha attraversato l’intero Oceano Pacifico in pochissime ore, viaggiando alla velocità media di un aereo passeggeri: 800 Km. all’ora.
Naturalmente molti si sono subito accorti che stiamo parlando dei due estremi del cosiddetto “Ring of Fire”, ... ...l’ ”anello di fuoco” che circonda idealmente tutto il Pacifico, collegando fra loro le faglie tettoniche e le zone vulcaniche più pericolose in assoluto del pianeta. Dalla Nuova Zelanda il Ring of Fire risale verso le Filippine, corre lungo il Giappone, e tramite le Aleutine raggiunge la costa nord dell’America, proseguendo lungo la faglia di S. Andrea (California) fino a raggiungere il Cile, all’estremo meridionale del Sud America.
E’ lungo il Ring of Fire che si verifica il 90% dei terremoti nel mondo, di cui l’80% sono fra i più devastanti in assoluto. E siccome gli ultimi due terremoti hanno colpito proprio il Cile e la Nuova Zelanda, ormai molti sono convinti che nel Ring of Fire stia per scatenarsi una reazione a catena che avrebbe delle conseguenze inimmaginabili per tutto il pianeta.
Già alla CNN gli esperti parlano di “spostamento dell’asse terrestre di dieci centimetri”, e di “accelerazione di qualche millisecondo della rotazione terrestre”, anche se nessuno sa bene come abbiano fatto a misurare questi fenomeni con tale precisione, nell’arco di pochissime ore.
A tutto ciò si aggiunga la questione dei reattori nucleari di Fukushima, che è tutt’altro che simpatica: l’ondata dello tsunami non solo ha interrotto la fornitura di elettricità alla centrale, ma pare che abbia anche reso inservibili i generatori di emergenza. (Ma benedetti ragazzi, proprio in riva al mare dovete farle, queste centrali?) Per ora le operazioni di raffreddamento - necessarie dopo lo spegnimento dei reattori - vengono condotte con le batterie di riserva, ma queste stanno ormai per esaurire la loro carica. Se non arriverà al più presto energia fresca a Fukushima, i reattori rischiano di andare in meltdown. Nel frattempo la radioattività nella zona è già salita di 8 volte rispetto alla norma, e la popolazione è stata completamente evacuata nell’arco di 10 Km. dalla centrale.
Gli elementi per un potenziale “panico globale” ci sono quindi tutti, e naturalmente i soliti “esperti sismologi” della TV hanno scelto di tranquillizzare la popolazione della California dicendo “i prossimi siamo noi”. Su questo peraltro è arrivata una notizia davvero rassicurante, quando Piers Morgan (il conduttore della CNN che ha rimpiazzato Larry King) ha intervistato l’inappuntabile sindaco di Los Angeles, Antonio Villaraigosa: quando Morgan gli ha chiesto “Secondo lei la sua città è preparata ad un evento come questo?”, il sindaco ha risposto sereno: “Abbiamo installato i sistemi di sicurezza, di preavviso e di comunicazione più moderni ed efficaci che esistano al mondo. Ad esempio, io questa mattina mi trovavo a Washington, ed ho potuto seguire gli eventi del Giappone in tempo reale, sin dall’inizio, grazie al mio Blackberry”.
Speriamo davvero che non abbiamo ragione i catastrofisti del 2012, perchè darebbe davvero fastidio a molte persone morire annegati “in diretta sullo schermo del sindaco Villaraigosa”.
Massimo Mazzucco