SILVERSTEIN HA FATTO TOMBOLA
Quattro miliardi e seicento milioni di dollari, e dieci anni di tempo per ricostruire il World Trade Center, sono il premio per la tenacia che Larry Silverstein ha saputo mostrare nel perseguire il massimo pagamento possibile da parte dell'assicurazione sulle Torri cadute.
Lo ha stabilito ieri un tribunale di New York, lasciando ormai poche speranze per la compagnia di assicurazione in appello. La lotta è stata furibonda, ed è durata quasi due anni, perchè Silverstein voleva a tutti i costi che i due attacchi alle Torri venissero considerati due eventi separati, avendo la sua polizza un massimale di 3 miliardi e mezzo di dollari "per ogni evento". E ce l'ha fatta. Non porterà a casa i 7 miliardi che forse all'inizio aveva sognato (quando è stato questo inizio, per Silverstein? Il 12 Settembre, o già in Agosto, quando stipulò in fretta e furia … …la nuova polizza miliardaria?), ma oltre un miliardo di dollari in più è già una bella differenza.
Per riuscire ad averla vinta, gli avvocati di Silverstein si sono avvalsi di un precedente penale avvenuto in California, dove un incendiario aveva dato fuoco in una notte a quattro terreni diversi, e le assicurazioni avevano finito per pagare quattro volte i massimali per un singolo evento.
Che cosa debba esser successo dietro le quinte di questo estenuante braccio di ferro, fra l'uomo delle Torri, la municipalità di Rudy Giuliani e l'assicurazione (che poi sono in realtà una mezza dozzina di compagnie associate), non credo lo si possa nemmeno immaginare. Basti pensare che ad un certo punto, pur di sbloccare il processo, fu raggiunto un accordo fra le parti in cui si rinunciava ufficialmente ad integrare i referti specialistici sulla dinamica del crollo delle Torri nella documentazione processuale.
Avete letto bene. E' come se per l'incidente di Imola in cui morì Senna, le parti - PM, autodromo e Williams - avessero deciso di accordarsi nell'escludere dalla documentazione processuale il referto sul piantone dello sterzo (che fu la probabile causa dell'uscita di Senna).
Se colleghiamo questo fatto con la inspiegabile e frettolosa scomparsa di tutto l'acciaio rimasto dei piloni portanti, che avvenne entro un mese dai crolli, e di cui non si è mai più saputo nulla, non possiamo che dedurre che le autorità americane non vogliano in alcun modo che si sappia quale è stato il vero motivo del crollo delle Torri.
Chissà perchè?
Massimo Mazzucco
Ecco un articolo (fra i mille) che annuncia l'arrivo in Cina di 50.000 tonnellate di acciaio recuperato dalle macerie delle Torri, che è stato venduto ad una società cinese, per essere riciclato, senza mai essere stato esaminato.
Il tutto per 120 dollari a tonnellata. Allo stesso prezzo, dice sempre l'artricolo, sono state vendute altre 10.000 tonnellate di quell'acciaio all'India, per fonderle e farne pentolini da cucina.
Notiamo la data dell'articolo, Gennaio 2002, a soli tre mesi dai crolli delle Torri. In fondo all'articolo (per chi sa l'inglese) c'è una graziosa spiegazione data dal governatore dello stato di New York Pataki sul perchè non sarebbe necessario conservare quell'acciao. (Appena posso traduco l'articolo)
VEDI ANCHE:
LARRY SILVERSTEIN, L'UOMO DELLE TORRI