Per chi non fosse riuscito a vederla, è
disponibile in rete la puntata di ieri di Report intitolata "I Fazisti". Quella che segue è la trascrizione completa della trasmissione.
I FAZISTI di Paolo Mondani - REPORT - 16.10.05 ore 21:00 - Rai 3 -
MILENA GABANELLI IN STUDIO Sappiamo che l'Italia fa gola, perché è un paese dove le banche fanno cartello sui prezzi. E così nel mese di aprile gli olandesi di Abnamro si interessano ad Antonveneta e gli spagnoli del Bilbao a Bnl. Le autorizzazioni devono arrivare dalla Bankitalia, ma Fazio, non ha mai amato l'arrivo di stranieri. Nel frattempo qualcuno sta rastrellando azioni Bnl e Antonveneta. Sono 3 affaristi entrati da poco nel mercato immobiliare. Arrivati però nel momento giusto, quando lo Stato dismette il suo patrimonio e quando i crack finanziari ... ... mandano i prezzi del mattone alle stelle. Fra questi c'è Stefano Ricucci che oltre alle azioni delle banche tenta anche di scalare il Corriere della Sera. Di soldi ce ne vogliono molti, e lui dice di averli. Al nostro Paolo Mondani il compito di districare questi intrecci cominciando proprio da Ricucci.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Tutto parte con un articolo de Il sole 24 ore di venerdì 15 aprile 2005. Lo firma il direttore Ferruccio de Bortoli, titolo: il mercato e il teatro delle ombre.
Alcuni immobiliaristi, dai Ricucci ai Coppola agli Statuto, che potremmo definire con tutto rispetto nouveaux entrepreneurs, mostrano in pubblico più se stessi che i loro bilanci. In maggioranza non sono quotati. Da dove arrivano tutti quei soldi? Stefano Ricucci è indagato a Milano per la scalata Antonveneta, a Roma per aggiotaggio nella scalata RCS e per evasione fiscale è sotto osservazione la sua Magiste International. Lui dice di avere 25 anni di esperienza, ma in realtà è diventato qualcuno da poco, pochissimo tempo. Partendo da Zagarolo. ABITANTE DI ZAGAROLO Noi siamo stati un sacco amici in precedenza perché nel comune di Zagarolo ha realizzato delle costruzioni e abbiamo avuto dei rapporti finalizzati al rilascio delle costruzioni che doveva realizzare.
AUTORE Ha un buon ricordo lei?
ABITANTE DI ZAGAROLO Sì, sì. Simpatico.
MARCO PACIFICI – Vice Sindaco DS Zagarolo Stefano Ricucci l'ho conosciuto tanti anni fa quando ancora non era famoso. I rapporti erano rapporti tra professionisti: un odontotecnico, io sono un fisioterapista e soprattutto lui era dirigente della squadra di Zagarolo.
AUTORE Mi dicono che il padre era autista dell'Atac.
MARCO PACIFICI – Vice Sindaco DS Zagarolo Sì. Adesso penso che sia un pensionato autista dell'Atac.
AUTORE La mamma che faceva?
MARCO PACIFICI – Vice Sindaco DS Zagarolo Mah, la donna di casa.
AUTORE Come ha cominciato?
MARCO PACIFICI – Vice Sindaco DS Zagarolo I soldi, i soldi già da professionista aveva una capacità abbastanza forte di attrarre. Gli odontotecnici e i dentisti sono una fetta professionale della sanità che sa attirare soldi vicino a loro.
AUTORE Ma lei che è di Zagarolo ha un'idea di come abbia fatto i soldi Ricucci?
MARCO PACIFICI – Vice Sindaco DS Zagarolo Ma non credo li abbia fatti a Zagarolo.
PIO PAGLIA - Ristoratore Stefano Ricucci negli anni `82-`83-'84 ha fatto parte della dirigenza dello Zagarolo con ottimi risultati, andando in promozione e poi magari sa, per diverse vicissitudini, lavori o cose del genere ha abbandonato lo Zagarolo per darsi all'alta finanza.
AUTORE Lo sponsor fino a quando l'ha fatto?
PIO PAGLIA - Ristoratore Ma anche nel duemila penso…nel novantanove duemila, sì.
AUTORE E come si firmava?
PIO PAGLIA - Ristoratore La società Magiste.
AUTORE Qui al ristorante si è mai fatto vedere con la Falchi?
PIO PAGLIA - Ristoratore Qui no però al centro di Zagarolo sì.
AUTORE Qui come ha fatto a diventare così ricco insomma, questa è la questione, tutto il paese se lo chiede.
PIO PAGLIA - Ristoratore Forse l'intelligenza.
GIANNI PAGLIA – Presidente U.S. Zagarolo Ce lo siamo chiesti in tanti ma nessuno l'ha saputo, se lo sapevamo facevamo la stessa cosa.
AUTORE Non è spaventato dal fatto che gli stanno capitando tutti questi guai?
PIO PAGLIA - Ristoratore Ma lui è una talmente intelligente che sa sicuramente districarsi in tutto. È bravo, è forte, poi ha un carisma particolare. Penso che ce la farà.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Ecco l'ex sindaco diessino di Zagarolo che ha rilasciato a Ricucci le prime licenze edilizie.
SANDRO VALLEROTONDA - Ex sindaco DS Zagarolo La cosa che mi colpiva di Stefano Ricucci è la capacità mentre parlava con me e seguiva il senso logico del discorso, guardava il terminale, credo che ci fossero delle quotazioni, liquidazioni, e quindi capii che lui faceva delle cose che io non sarei mai stato capace di fare.
AUTORE Ma lei cosa pensa di Ricucci imprenditore?
SANDRO VALLEROTONDA - Ex sindaco DS Zagarolo Diciamo che comunque rispetto a tante persone, anche oggi se posso dire, leggendo sui giornali, l'odontotecnico, l'immobiliarista di Zagarolo, trovo in queste frasi quasi un senso di razzismo, come se il capitalista vero dovesse avere la erre moscia o i capelli brizzolati.
AUTORE Il segretario del suo partito, Fassino, dice che non bisogna avere la puzza sotto il naso con quelli come Ricucci, è d'accordo?
SANDRO VALLEROTONDA - Ex sindaco DS Zagarolo Credo di sì, ma non perché lo dice il mio segretario.
AUTORE Insomma chi fa l'immobiliarista specula sul prezzo delle case.
SANDRO VALLEROTONDA - Ex sindaco DS Zagarolo Il termine speculazione è un termine quasi più moralistico. Credo che chi fa operazioni di tipo immobiliare si assume dei rischi e se lui è stato bravo fino a prova contraria bisogna dargliene atto.
DARIO DI VICO – Vice direttore Corriere della Sera Quello che mi ha sorpreso per una lunga fase è stato un po' il consenso che Ricucci ha avuto presso settori delle elite anche tradizionali, e il consenso che ha goduto anche presso settori della sinistra. Un consenso indiretto per carità in entrambi i casi, però è avanzata pericolosamente l'idea che di fronte al declino dello storico capitalismo italiano dell'industria italiana, simboleggiata dalle contraddittorie vicende della Fiat, fosse possibile una trasfusione di sangue ad opera di Ricucci, degli Statuto e dei Fiorani.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Questi sono i due palazzi realizzati da Ricucci a Zagarolo di fine anni 90, resta il dubbio: è possibile diventare così ricchi partendo da qui?
San Cesareo è un comune di 9500 abitanti in provincia di Roma a due passi da Zagarolo. La famiglia di Ricucci è originaria di qui. E qui il giovane imprenditore ha aperto uno studio odontotecnico nel centro commerciale all'ingresso del paese. Ponti, dentiere, estrazioni fino al 1999 poi Ricucci vende a Vittorio Miglio.
VITTORIO MIGLIO al telefono Il rapporto mio con Ricucci che io ho comprato lo studio del signor Ricucci. Ora Ricucci da brava persona, quello che si dice a noi non deve interessare. Perché sono cose che lasciano sempre degli strascichi.
AUTORE Perché è così preoccupato dell'accostamento di Ricucci?
VITTORIO MIGLIO al telefono No perché la cosa non è tanto per la quale, insomma troppo rumore, troppa polvere, poi mi creda quando ci stanno politici, eccetera ti possono dar fastidio.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Nel 1995 Ricucci dichiara meno di 5 milioni di lire di reddito. Eppure, da Zagarolo va a Mantova dove la banca Agricola si espone con lui per 8,5 miliardi di lire. Senza ottenere garanzie. Mistero. Si sa solo che i prestiti vengono per i buoni uffici di uomini vicini a Emilio Gnutti, quello della scalata Telecom del 1998. Nel `98 appunto, la banca Nazionale dell'Agricoltura finanzia Ricucci per 15 miliardi di lire. Ma questa volta con un mandato esplicito: comprare azioni Olivetti e Tecnost (quando valgono poco) per rivenderle realizzando un grande guadagno, in gergo plusvalenza. Come sapeva Ricucci che quelle azioni sarebbero lievitate? Forse è la banca a usarlo come prestanome per un'operazione speculativa? Forse. Speculatori sostenuti dalle banche, un'anomalia, cosa l'ha resa possibile?
BRUNO TABACCI – Commissione parlamentare Attività Produttive La profonda trasformazione che è intervenuta nel sistema bancario, che ha fatto scattare delle autoreferenzialità nei nuovi banchieri. Di questo hanno approfittato alcuni giovani molto intraprendenti, che hanno abbinato un'abilità nel cavalcare una forte crescita dell'immobiliare ad uno spregiudicato rapporto con taluni banchieri e quindi si son fatti usare e li hanno al contempo usati.
FERRUCCIO DE BORTOLI – Direttore Sole 24 Ore A me colpisce moltissimo che questi nuovi immobiliaristi abbiano un grado di trasparenza molto relativo, che non si conoscano bene i loro bilanci, scambiandosi gli immobili come le figurine un paese non cresce, probabilmente si gonfiano alcuni portafogli personali, ma probabilmente il paese non può poggiare su una classe dirigente fatta solo da questi personaggi.
GIOVANNI BRAGANTINI – Economista Cda Unicredit Immobiliare A volte sono patrimoni che hanno semplicemente eluso il fisco, in altri casi evaso il fisco e in altri casi magari ci possono essere compromissioni con ambienti che fanno i soldi in maniera non lecita. Ha esercitato un grande effetto il famoso scudo fiscale, provvedimento sciagurato che ben pochi all'epoca ebbero il coraggio di contestare, io immodestamente sono uno dei pochi che lo ha fatto. Questo scudo fiscale ha consentito a persone che avevano diciamo esportato all'estero dei soldi per lo più frutto di evasione fiscale, di affrancarli fiscalmente pagando somme ridicole.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Pagando solo il 2,5 per cento di tasse. Così sono arrivati in Italia milioni di euro senza nome. Nel frattempo, Ricucci vola: nel 2002 entra in Capitalia con il 3,6 per cento, ne esce un anno dopo vendendo le azioni tre giorni prima che crollino per l'avviso di garanzia al presidente Geronzi sul caso Cirio, guadagnando così una plusvalenza di 48 milioni di euro. A questo punto Ricucci ha bisogno del titolo di dottore e prende la laurea alla Clayton di San Marino, costo 7640 euro, esami via internet. Poi. Milano, Via Silvio Pellico 4. Ricucci compra il palazzo per 36 milioni di euro con un leasing finanziato dalla popolare di Lodi. E lo iscrive a bilancio per un valore di 60 milioni. Roma. Via Ferdinando di Savoia 1 e Via Lima 51-53. Ricucci li compra dalla Bipielle investimenti di Fiorani per 68 milioni con altri 7 immobili. Ma solo questi due li iscrive a bilancio per un valore di 100 milioni. Milano. Via Borromei 5. Meliorbanca proprietaria del palazzo vende a Ricucci, suo azionista, per 84 milioni. Ricucci paga in parte con un prestito della stessa Meliorbanca, in parte con un leasing che gli costa meno dell'affitto che incassa. L'immobiliarista ringrazia Meliorbanca e iscrive il palazzo a bilancio per 120 milioni. Milano, piazza durante 11. Valore 118 milioni. Ricucci ha comprato l'immobile dal costruttore Mauro Ardesi, indagato insieme agli amministratori della Bipop, Banca Bresciana, per una gigantesca truffa con al centro proprio l'immobile di piazza Durante.
AUTORE Come fanno gli immobiliaristi ad avere infinite linee di credito presso certe banche mentre un normale lavoratore, un normale italiano deve sputare sangue per avere un mutuo?
GIOVANNI BRAGANTINI – Economista Cda Unicredit Immobiliare La domanda mi fa un po' ridere perché è abbastanza di buon senso, però lei sa che questo è un lato normale della vita. Che sia giusto, no, ha ragione lei. Che succeda normalmente, sì, è vero. Il fatto è che comunque queste grandi operazioni comportano spesso grosse commissioni per le banche. Sulle grosse commissioni che la banca percepisce, spesso, non sempre, ma spesso, ci sono fortissime interessenze, bonus, stock-option per la persona che decide quell'operazione. A questo punto l'incentivo… è abbastanza forte se sono abbastanza spregiudicati.
ARTURO OSIO La mia proprietà inizia da punta Cacciarella, prende, arriva fino a metà della cala e poi una volta proseguiva a comprendere anche l'altra parte della cala fino a punta Cala Grande su cui, sulla cima della quale si è insediato Previti. Io sto tra Ricucci e Previti: sono ben accompagnato!
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO E quella è la Cacciarella, una villa piena di storia comprata da Stefano Ricucci lo scorso aprile.
ARTURO OSIO Noi eravamo insediati qui fin da 1932. Nel 1939-40 arrivarono, arrivò Giannalisa Feltrinelli. Si stabilirono subito degli ottimi rapporti di vicinato, cosa che poi successivamente non si è più verificata. Quando morì Giannalisa ci fu una successione piuttosto difficile e alla fine decisero di vendere di comune accordo.
AUTORE In che anno?
ARTURO OSIO Mi sembra nel `99- '00. E comprò, e ci fu questo acquisto abbastanza misterioso, almeno ufficialmente di questo La Starza, parlamentare di AN, di Frosinone, che si comprò questa villa nel duemila, pagandola dai 6 agli 8 miliardi. Fu sicuramente un ottimo affare.
AUTORE Ha fatto mai venire qualche dirigente di AN? Ha visto mai qualcuno?
ARTURO OSIO Io non visto nessuno, però sì dalle voci raccolte in paese si diceva che ci fossero stati Fini, Matteoli.
AUTORE Ad un certo punto La Starza vende.
ARTURO OSIO A un certo punto, La Starza vende e si raccolgono subito le voci, che acquistò (voci paesane), parlarono di questo Ricucci.
AUTORE 35 milioni di euro!
ARTURO OSIO Sì. Sono cifre assolutamente fuori dalla realtà perché…che d'altra parte mi arricchiscono anche personalmente perché posso immaginare allora quanto vale la mia proprietà, ma che sono fuori dalla realtà, per cui evidentemente qualcuno pensa che ci siano giri, degli strani giri di fondi.
AUTORE Insomma questa proprietà non vale 35 milioni di euro.
ARTURO OSIO Non vale 35 milioni di euro! Questa proprietà vale 10 milioni di euro.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Non vale 35 milioni perché sono tutti terreni vincolati. Tuttavia Ricucci compra per quella cifra ma iscrive a bilancio la villa per 70 milioni. La compra dalla Portfolio Finànz Anstaldt, una società di Vaduz nel Liechtenstein. Il procuratore italiano è socio d'affari del senatore di AN Giulio La Starza, mentre il rappresentante a Vaduz è Engelbert Schreiber jr, il cui studio è famoso per essere al centro di inchieste internazionali sul terrorismo e il riciclaggio di capitali mafiosi. Alla Cacciarella Ricucci sposa Anna Falchi e il 26 luglio, Santa Anna protettrice della maremma, gli sposi novelli danno una festa a Porto Santo Stefano. Anche se, il giorno prima, la magistratura aveva sequestrato a Ricucci 40 milioni di euro di azioni Antonveneta. Giorni duri per Ricucci. A giugno salta il suo più importante affare: le case dell'Enasarco che l'ente intende dare in gestione a privati perché non sa più come pagare le pensioni degli agenti di commercio. Una gara per 14 mila appartamenti, valore 3,25 miliardi di euro.
FULVIO DE GREGORIO – Segretario Federagenti A questa gara in effetti hanno partecipato poi i gruppi più importanti quindi da Pirelli a Morley Fund, la Iix Italia, alla Romeo Gestioni, la Generali e Gabetti, e doveva partecipare, almeno stando praticamente alle notizie di stampa, anche Ricucci con la Deutch BanK. Quest'ultimo matrimonio non s'è fatto e quindi in realtà alla gara non ha partecipato Ricucci. Per quanto riguarda invece le altre partecipanti, si è creata una situazione strana, cioè in sostanza alcune offerte non sono state presentate e di quelle presentate due sono pervenute, almeno così si dice, in ritardo: un minuto per quanto riguarda la Pirelli, nove minuti per quanto riguarda la Morley Fund.
INQUILINO ENASARCO 1 Ho l'impressione che a un certo momento vogliano solo guadagnarci dei soldi sopra a scapito dell'inquilinato. L'inquilino si ritroverà improvvisamente a dover comperare un appartamento che se oggi come oggi vale cento, domani con gli immobiliaristi varrà trecento, cinquecento. Certamente cose che non si potranno acquistare, assolutamente, il problema sarà questo qua.
INQUILINO ENASARCO 2 Francamente il fatto che all'interno dell'Enasarco il ruolo egemonico lo abbia la Confcommercio e sapere che un Ricucci ha un ruolo molto importante e dei rapporti molto importanti con Sergio Billè, che è il presidente della Confcommercio.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO La gara è stata annullata perché l'offerta di Pirelli è arrivata con un minuto di ritardo e quella della Morley Found per nove minuti. Qualcuno voleva favorire il ritorno di Ricucci che all'ultimo momento si era dovuto ritirare? Comunque la gara si rifarà e un fatto è certo: la Confcommercio di Billè che guida Enasarco, nel 2004 ha fondato un'associazione di immobiliaristi: la Confimmobiliare. Presidente onorario Francesco Gaetano Caltagirone, presidente Stefano Ricucci.
INQUILINO ENASARCO Se lei mi chiede di scommettere su un nome nel caso in cui si rifacesse la gara, io come sensazione spenderei il nome di Ricucci.
AUTORE Chi può, seriamente pensare di scalare banche, comprare giornali, chi ha tanto liquido da poterlo fare?
BANCHIERE ANONIMO Beh, le persone che hanno più liquidi in Italia sono in gran parte conosciute, non sono molte. Il grosso della liquidità ce l'ha Berlusconi con Fininvest, c'è De Benedetti che in questo ha grande liquidità e c'è Caltagirone. Calcolando però sempre che siamo in un paese come l'Italia, per cui c'è sempre un quarto commensale a tavola che sono le organizzazioni criminali, quelle c'hanno probabilmente più liquidità di tutti e tre questi personaggi messi insieme.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Siamo nella casa di un banchiere che vuole rimanere anonimo. Gli chiediamo se dietro Ricucci c'è qualcun altro nel tentativo di scalata del Corriere della Sera.
BANCHIERE ANONIMO Secondo me la mente della varie operazioni è Caltagirone. Non a caso Ricucci in qualche maniera è stato l'uomo da mandare allo sbaraglio su cui sono cadute le polemiche mentre lui sta in seconda battuta e nessuno lo attacca tra l'altro. Certamente Caltagirone ha una grande capacità: è riuscito ad evitare di essere un personaggio pubblico, ha mantenuto un grande riserbo sulle sue attività ed è arrivato però a costruire una rete di interesse di cui lui sta sempre al centro ma senza quasi mai apparire troppo.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Ma Caltagirone sente subito puzza di bruciato e lascia solo Ricucci che si mette nelle mani di Ubaldo Livolsi. Luigi Crespi, già sondaggista di Silvio Berlusconi, è agli arresti domiciliari per la bancarotta della sua società, l'Hdc Datamedia. Ubaldo Livolsi è stato suo collaboratore perché uomo di fiducia della Fininvest. Gli chiedo: Ricucci e Livolsi avrebbero mai potuto tentare la scalata Rcs senza aver avuto l'assenso di Berlusconi?
LUIGI CRESPI – Ex presidente HDC Datamedia Improbabile. Soprattutto se l'operazione la fa Livolsi. Quando Livolsi si muove sul mercato, nell'immaginario di chi viene mosso, mobilita l'idea di Berlusconi. Io lo chiamai anche per questo.
FERRUCCIO DE BORTOLI – Direttore Sole 24 ore Ritengo difficile che una scalata di questa portata possa avere a totale insaputa del mondo politico.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Chi è Ubaldo Livolsi? È un imprenditore che si occupa attraverso la sua Merchant Bank, di intermediazioni fra un cliente che deve fare una grande operazione finanziaria e una banca estera. Si è occupato del rientro di capitali dai paradisi fiscali. Sappiamo che è uomo di fiducia di Berlusconi, che opera con la Deutch Bank di Londra, sappiamo anche che a Ricucci la Deutsche Bank di Londra ha aperto una linea di credito per un miliardo di euro. Livolsi ha detto di essere in affari con Ricucci. Ha detto anche però che con noi non parla. Per mesi stampa e analisti finanziari sono tutti concentrati sulla questione che riguarda la scalata al Corriere, che ad un certo punto però prende un'altra piega.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO A maggio Ricucci compra il 2 per cento delle azioni RCS, a fine agosto è al 20,9. I soldi glieli presta la Deutsche Bank di Londra: 1 miliardo di euro, e a garanzia Ricucci mette le stesse azioni RCS che ad agosto volano raggiungendo i 6,77 euro l'una, ma a settembre scendono paurosamente. Ricucci prova a chiedere aiuto al banchiere d'affari Agag il genero di Aznar, all'editore francese Lagardére e a Rupert Murdoch. Ma rimane isolato: questa scalata non sembra una vera scalata e allora cos'è?
GIULIO SAPELLI - Economista Generalmente chi tenta una scalata in borsa cosa fa? Rastrella azioni e non dice niente a nessuno, qui invece siamo davanti ad una scalata annunciata, cioè qualcosa di assolutamente originale nel capitalismo mondiale, che dimostra che l'Italia non è un paese normale. È incredibile che lo scalatore si annunci come tale, e allora lì cominciamo a venire dei dubbi: chissà se questo scalatore vuole condizionare l'attuale proprietà, vuol far passare dei messaggi, vuol dire "guardate che se non vi comportate tra virgolette bene vi possiamo scalare", ecco, è questa la cosa paradossale, veramente inquietante di questa vicenda. È che qui si scala a suon di trombe, mentre in tutto il mondo si scala nei salotti, adesso non so se sono buoni o non buoni, ma nei salotti dove si sta zitti.
DARIO DI VICO – Vice direttore Corriere della Sera Non è l'assalto di un editore italiano o straniero al principale giornale italiano, ma è l'assalto di una galassia, di una rete di personaggi che sicuramente con l'editoria non hanno niente a che fare e che tentano di assaltare il Corriere della Sera come episodio complementare del loro attacco al sistema bancario e ad alcune raccaforti del capitalismo italiano.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il granducato del Lussemburgo è lungo 82 chilometri e largo 57. Su tutti vegliano la granduchessa Maria Teresa, di origine cubana, e il granduca Enrico, sposati nell'81 hanno 5 figli. Banche e società italiane hanno sede qua, per motivi fiscali si dice, e perché è più facile emettere bond, tanto siamo tutti europei. E per motivi fiscali hanno qui le loro società gli immobiliaristi Ricucci e Coppola e Statuto. Alla camera di commercio ottengo le carte dei loro bilanci. La Stefano Ricucci Trust, ha sede nell'isola di Guersney, ma i conti sono tutti qui e fanno capo alla Magiste International. Domiciliata presso la fiduciaria Finsev controllata a sua volta dalla fiduciaria Mazars.
PHILIPPE SLENDZAK – Esperto contabile Mazars Penso che la Finsev sia in procinto di cancellare la sede sociale di Magiste. Perché io credo che la Finsev e lo studio Severgnini sono persone molto serie che non amano che si parli di loro e questo è un dossier che puzza. Quando ti capitano clienti come questo.. nel nostro mestiere non siamo al riparo dall'incappare in persone che sono al limite…
AUTORE Se la Mazars dovesse prendere oggi la Magiste lei lo farebbe?
PHILIPPE SLENDZAK – Esperto contabile Mazars No, no, no… per la stessa ragione. io vi ricevo perché penso che bisogna almeno spiegare le cose ma meno si parla di me, nel mio mestiere e meglio è
AUTORE Ha qualche sospetto sulla Magiste?
PHILIPPE SLENDZAK – Esperto contabile Mazars Si, penso, si.
AUTORE Si o no?
PHILIPPE SLENDZAK – Esperto contabile Mazars Non lo so, non vi dirò né sì né no ma si dice sempre che non c'è fumo senza arrosto.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il contabile della Mazars ci ha appena detto che la Magiste è domiciliata qui, in rue emile bian 5, alla sede della Posta.
DONNA DELLE POSTE Non è più qui, no, non è qui.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Se la Magiste è qui, perché nega? Allora siamo andati alla Finsev dove la signora Francesca D'Occhio amministratore di Magiste fino al 2003 ci ha risposto così.
FRANCESCA D'OCCHIO – Ex amministratore Magiste Io purtroppo non sono autorizzata a rilasciare nessun genere di informazione
AUTORE Lei ha conosciuto Ricucci almeno….. Ha conosciuto qualcuno della Magiste?
FRANCESCA D'OCCHIO – Ex amministratore Magiste No, no. Io personalmente no.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Queste sono le tre paginette dei conti che la magiste rende pubbliche in italia. Possiamo solo dire che ha un giro di affari di 2,5 miliardi di euro. Se guardiamo invece il bilancio lussemburghese del 2004 scopriamo che tutte le azioni di Ricucci nella Hopa di Gnutti, in Bnl e Bipielle investimenti sono depositate a garanzia dei prestiti bancari. Ma andiamo alle origini. La magiste international nasce il 10 agosto del 2001 dalla società lussemburghese red investment nella quale confluiscono azioni della compagnia italiana investimenti srl. La red investment nasce dalla realest finance sa e dalla alpine strategic marketing. La realest ha sede in rue prince henry 9b.
AMMINISTRATORE SOCIETÀ REALEST Sono un esperto contabile, sono tenuto al segreto professionale se ho dei clienti, no, questo nome non mi dice niente. Stefano Ricucci? A me personalmente non dice niente, non dice niente. Quello che vi posso dire è che noi lavoriamo per la Realest. E io sono stato personalmente firmatario della Alpine.
VOCE DELL'AUTRORE FUORI CAMPO Scopriamo che la Realest Finance nasce dalla Allwood Investment e dalla Vallon Associates, entrambe con sede a panama e lì ne perdiamo le tracce. Mentre la Alpine Strategic ha sede a Washington. Alla suite 920 del 1030 sulla quindicesima strada, presso la società fiduciaria Federal Research. Gente svelta, 3 anni fa fu trovata in questo stesso ufficio la società Rodeos che portava illecitamente armi dalla Bulgaria all'Iraq. Infine, Un nuovo documento ci spiega che dietro la alpine ci sono due società delle Bahamas. Le origini della Magiste sono lontane, ma Ricucci ha un professionista molto vicino, il signor Fransoni.
Al telefono AUTORE Una domanda almeno a lei gliela posso fare al telefono, riguarda la sua vicenda giudiziaria che è in corso a Roma: io so che lei ha un procedimento in corso insomma, siamo al processo.
GUGLIELMO FRANSONI Direi che non voglio commentare nulla.
AUTORE Fransoni Guglielmo è il rappresentante legale in Italia di una società liberiana, la Snowgouse Investment che qui a Taormina compra questa villa in via Nazionale 194 dalla società Elisabetta s.r.l.; in realtà la compravendita è simulata.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Su questi passaggi vorticosi di immobili ha indagato nel 1997 la procura di Messina. Guglielmo Fransoni e altri furono accusati di reati quali le false fatturazioni, la frode fiscale, il falso in bilancio, l'intestazione fittizia di beni, tutti finalizzati all'indebita creazione, appropriazione e occultamento di disponibilità finanziarie. L'indagine è poi finita a Roma e oggi Gugliemo Fransoni, il braccio destro di Ricucci, è sotto processo per associazione a delinquere.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Il 6 agosto Ricucci in una intervista dichiara: in america qualcuno si è mai chiesto chi c'è dietro a Bill Gates? Perché in Italia tutti si chiedono chi c'è dietro a Ricucci? Il paragone è ambizioso, ma la risposta potrebbe essere che dietro a Bill Gates ci sono 60 mila posti di lavoro, dietro a Ricucci c'è un giro di soldi da mal di testa, poi c'è lui, il suo braccio destro, e qualche portavoce. E sappiamo che conosce bene l'altro immobiliarista, Danilo Coppola. Lo vediamo dopo la pubblicità.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Danilo Coppola ha 37 anni, 10 anni fa eredita dal padre, costruttore, un paio di miliardi di lire. Per qualche anno costruisce palazzine alla periferia di Roma e oggi è l'ottavo uomo più ricco d'Italia.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Da Zagarolo, patria di Ricucci, basta fare qualche chilometro sulla via Casilina e alle porte di Roma si incontra la borgata finocchio, luogo d'origine di Danilo Coppola, giovane e rampante immobiliarista.
DONNA DEL COMITATO DI QUARTIERE CASILINO 18 La volontà delle persone che in qualche modo dovrebbero governare Finocchio era quella di cementare e cementare e cementare.
AUTORE Chi sono i grandi costruttori che hanno costruito e chi gliel'ha permesso?
UOMO 1 DEL COMITATO DI QUARTIERE CASILINO 18 Beh qui grandi, piccoli o medi costruttori sono un'infinità, cioè sono quelli che leggo dai giornali.
AUTORE E quali sono?
UOMO 1 DEL COMITATO DI QUARTIERE CASILINO 18 E sarà Coppola, sarà Caltagirone…
AUTORE Hanno chiesto dei permessi per costruire immagino, gli sono sempre stati dati?
UOMO 2 DEL COMITATO DI QUARTIERE CASILINO 18 A quanto pare sembra di sì perché sono tutti cantieri in regola che espongono tanto di licenza edilizia all'esterno, sulle inferriate, quindi si capisce che sono tutte concesse legalmente dal municipio.
AUTORE Leggo su un documento del comitato di quartiere che a borgata Finocchio c'era un unico cinema. Ora scrivono loro "un palazzinaro se l'è preso per fare un centro commerciale". Il palazzinaro è Danilo Coppola.
GIUSEPPE CELLI – Presidente VIII Municipio Roma Credo che sia un'edificazione costruita regolarmente, io credo, l'edificazione precedente, o comunque sanata da vecchi condoni e il cinema è stato trasformato in supermercato. Ha fatto con i permessi, ha fatto il condono edilizio, ha fatto quello che la legge gli consentiva.
AUTORE Lui però ha fatto un abuso, diciamo così, la trasformazione era un abuso.
GIUSEPPE CELLI – Presidente VIII Municipio Roma L'abuso non deve dirlo a me, dobbiamo fare la verifica all'ufficio condono edilizio se è stato un abuso.
AUTORE Beh, se ha dovuto condonare…
GIUSEPPE CELLI – Presidente VIII Municipio Roma Ha dovuto modificare.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il presidente Celli non riesce proprio a digerire la parola abuso.
DONNA 1 E questa è una sorta di ecomagnificienza ufficializzata. È da notare che non ci sono i marciapiedi. È da notare che sì, è vero siamo nella legalità più completa, però è anche vero che essendo questa una strada a senso unico e ovviamente dando la possibilità di parcheggiare alla sinistra della strada, questo è quello che rimane e per i pedoni e per comunque le persone che devono trafficare con le macchine.
AUTORE Quanto costerà un appartamento di quelli lì?
DONNA 1 Un appartamento di settanta metri quadri costa intorno ai trecento mila, trecentoventi mila euro.
DONNA 2 È un mostro. Ci ha levato l'aria, non si vede più neanche la televisione, hanno fatto un piano più del dovuto di quelle che sono normalmente e potevano almeno dividerlo a metà.
UOMO L'ha costruito Coppola, dicono che è il grande costruttore che ha fatto altre palazzine qua dicono. Hanno levato l'ecomostro a via Casilina, quello di Nicoletti, quello che dicevano faceva parte della banda della Magliana e ne hanno costruito uno qua.
(Continua alla pagina 2)
[pagebreak]
(Continua dalla pagina 1)
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il nuovo piano regolatore di Roma prevede a Finocchio altre aree edificabili, piani di zona, case ovunque. I costruttori sono felici, gli abitanti meno, visto che da sei anni è bloccato l'unico trenino che li portava in città e la nuova metro sarà pronta forse nel 2008. Nel cuore di Finocchio, andiamo a cercare la casa della famiglia Coppola.
DONNA 1 Non è qui e per quello che ne so io è fuori.
AUTORE La signora?
DONNA No.
AUTORE Il dottor Coppola?
DONNA Sì, il dottor Coppola non è qui.
AUTORE Sì appunto lo so, ma qui c'è la signora.
DONNA Sì c'è la mamma ma non sono io.
UOMO Che vuole devo chiamare i carabinieri?
AUTORE No.
UOMO E che cosa andate a riprendere là?
AUTORE È la casa di un importante imprenditore.
UOMO Lei non è autorizzato a fare riprese, ha capito? Chiama la polizia che devono distruggere le riprese che hanno fatto. Ma lei ha ripreso una casa, chi cazzo l'ha autorizzata a riprendere? Fermati un poco qua che a questo figlio devo rompergli la faccia.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO L'amico di Coppola non è abituato alla stampa. Del resto l'immobiliarista fa il salto solo un anno fa. Quando compra dal costruttore Zunino l'immobiliare Ipi quotata in borsa pagandola 185 milioni di euro. Inizia lì il valzer di palazzi e aree. Zunino compra l'area di porta Vittoria a Milano per 40 milioni e la passa a Coppola per 118 e ora ci costruirà 2400 appartamenti. L'Enel vende a Zunino 9 palazzi per 170 milioni tra cui quello romano affittato all'autorità Antitrust. Passa solo qualche mese e Zunino vende a Coppola per 253. Questi rialzi pazzeschi servono agli immobiliaristi per ottenere mutui più alti dalle banche che chiedono l'immobile a garanzia. Il palazzo della Finpaco di Danilo Coppola venne comprato nel 2002 per 5 milioni di euro oggi, lui dice, vale 20 milioni.
DANILO COPPOLA–Immobiliarista Le mie imprese innanzitutto fanno lavorare circa mille e cinquecento persone, questo non l'ha detto mai nessuno. Noi siamo attivi nel campo delle costruzioni da oltre vent'anni, abbiamo una ventina di cantieri in tutta Italia. Io ho un asset mobiliare – immobiliare per circa tre miliardi e mezzo di euro.
AUTORE Quindi settemila miliardi di vecchie lire, tranne l'immobiliare. Cioè avete comprato a cinque e avete rivenduto a sette.
DANILO COPPOLA - Immobiliarista No. Abbiamo comprato a cinque e abbiamo rivenduto a trenta, perché noi abbiamo comprato dei palazzi nel '97 a cinque…
AUTORE Una speculazione, diciamo. Questa è speculazione o no?
DANILO COPPOLA - Immobiliarista Be!.. speculazione.. Questo è, voglio dire, anticipare i tempi, perché nel momento in cui io ho acquisito questi palazzi nel `97- 98 a 5 miliardi, 6 miliardi, questi immobili erano in vendita sul mercato quindi nessuno credeva che questi immobili potessero rivalutarsi in così breve tempo e in maniera così vertiginosa.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Coppola ha acquisto il 4,7 per cento di Mediobanca, l'1,4 di Antonveneta e ha fatto plusvalenze sul titolo bnl. In Lussemburgo ha la sua cassaforte, si chiama Tikal e ha sede in questo palazzo, al piano Italia della più grande banca lussemburghese, la Dexia.
GUARDIA GIURATA DELLA BANCA DEXIA In Lussemburgo c'è una legge sulle banche che non dà diritto di avere informazioni, non potete neanche accedere ai piani.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Della Tikal c'è poco da dire. È la somma di due altre società, Valon e Lannage. La prima è formata da Nexis, Kouffur e Lannage. Nexis ha sede a Niue, in pieno oceano pacifico, le altre a Tortola, isole Vergini. Lannage è formata da Kouffour e Alazee, anche queste con sede alle Isole Vergini britanniche.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Coppola, come Ricucci e molte aziende italiane ha tante società a Lussemburgo. Perché lì è più semplice fare alcune operazioni perché hanno i loro trust: cioè la cassaforte. E fin qui siamo nella legalità. Se però vuoi far perdere traccia ai tuoi soldi, perché vuoi evadere il fisco o non vuoi spiegare come li hai fatti, la piazza di Lussemburgo ti offre anche i professionisti della finanza, che attraverso le fiduciarie fanno emigrare il denaro in isolette lontane dove per un magistrato è più complicato mettere il naso. Con soldi di provenienza non accertata Ricucci sta scalando il Corriere, con Coppola e Statuto rastrella azioni Bnl, Fiorani sta scalando Antonveneta. Sembrano operazioni distinte, che però hanno un baricentro comune: il signor Gnutti e la sua società, Hopa. Loro non lo sanno ma tempo la guardia di finanza li sta intercettando.
Conversazione telefonica tra Gnutti e Fiorani EMILIO GNUTTI Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano.
GIAMPIERO FIORANI Digli di chiamare il number one.
EMILIO GNUTTI A Berlusconi ho detto che se non ci dà una mano la sinistra prende tutto.
GIAMPIERO FIORANI La sinistra in questo momento ci ha appoggiati più di quanto abbia fatto il Governatore.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Era l'Intercettazione del 12 luglio, Fiorani telefona a Gnutti che è a cena con Berlusconi. Gnutti parla con il cavaliere della scalata a Rcs e ha in mente qualcos'altro. Sentiamo questa telefonata del 23 luglio.
Conversazione telefonica tra Ricucci e Gnutti STEFANO RICUCCI ma tu l'hai letta stamattina l'intervista di quel deficiente di Tronchetti Provera su La Repubblica?
EMILIO GNUTTI No.
STEFANO RICUCCI E leggitela va! Che parla de me e de te. C'è tutta l'intervista del dottor Tronchetti Provera, che loro sono il salotto sano…Cià quarantacinque miliardi di euro di debiti…il salotto sano lui cià.
EMILIO GNUTTI Eh sì, ma viene, viene a miti consigli anche lui, eh.
STEFANO RICUCCI Ah si? E quando però?
EMILIO GNUTTI Eh, l'anno prossimo.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Fermiamoci su Gnutti: l'uomo che ha scalato Telecom nel 1998 con Colaninno e l'ha poi venduta a Tronchetti Provera ma sta ancora con lui nella società Olimpia che controlla Telecom. Quella scalata del '98 l'ha fatta con i soldi delle banche.
BANCHIERE ANONIMO Per la prima volta in Italia si è vista all'opera quello che sui mercati stranieri era conosciuto da tanto tempo, soprattutto in America, che si chiama il sistema dell'acquisition finance: la finanza per acquistare aziende. Come funziona? Un imprenditore, che può anche non disporre tutto il capitale dell'azienda che vuole comprarsi, si rivolge a banche, normalmente grandi banche d'affari estere come nel caso Telecom e come adesso nel caso Corriere della Sera, che gli forniscono i capitali per provare a comprare una società. Presenta un progetto industriale, cioè un progetto in cui lui dice "io voglio comprarmi la Telecom, voi mi prestate i soldi, quando ho comprato la Telecom i soldi ve li restituisce la Telecom": questo è lo schema dell'operazione. In cui ovviamente l'acquisizione, in questo caso una privatizzazione, non crea capitale nuovo per un'azienda importante come quella della telefonia italiana, ma anzi l'azienda importante verrà indebitata per restituire i soldi di chi l'ha comprata. È un sistema per cui tra due soggetti – chi vende e chi compra – si scambiano i ruoli: alla fine paga chi è comprato, e questo è successo con tutte le privatizzazioni italiane. Chi ha guadagnato dalle privatizzazioni italiane sono le grandi banche d'affari straniere. Facevano da advisor al Ministero del Tesoro quando si trattava di vendere e da finanziatori agli imprenditori quando si trattava di comprare. Come dire, se si gioca dalle due parti del tavolo è difficile perdere.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO I tavoli su cui gioca Gnutti sono almeno tre: Antonveneta, Bnl, Rcs. La sua holding, l'Hopa è nei fatti l'anticamera degli affari e delle scalate. Nel consiglio di amministrazione ci sono Giovanni Consorte dell'Unipol legato ai Ds, Giampiero Fiorani, Stefano Ricucci e Ubaldo Livolsi, già amministratore Fininvest e uomo di fiducia di Berlusconi. Tutti quanti insieme.
È la notte del 12 luglio, pochi minuti dopo la mezzanotte. Il governatore Antonio Fazio chiama Giampiero Fiorani, il numero uno della Banca Popolare Italiana, già Popolare di Lodi. Conversazione telefonica tra Fazio e Fiorani ANTONIO FAZIO Ti ho svegliato?
GIAMPIERO FIORANI No, No.
ANTONIO FAZIO Va beh va beh, allora…ho appena messo la firma eh.
GIAMPIERO FIORANI Ah… Tonino, io sono commosso, con la pelle d'oca… io ti ringrazio, ti ringrazio. Tonino io guarda ti darei un bacio in questo momento in fronte ma non posso farlo. So quanto hai sofferto, credimi, ho sofferto anche io.
NERIO NESI – Deputato SDI ex Presidente BNL Che il direttore della Banca d'Italia telefoni a un banchiere, se posso fare una questione di…proprio neanche un grandissimo banchiere, insomma una banca medio – piccola insomma.
AUTORE E dice ho firmato.
NERIO NESI – Deputato SDI ex Presidente BNL E dice ho firmato e si sente rispondere Tonino, già quel tu. È un'altra concezione che dà un'idea non di un grande Paese.
ANGELO MARANESI – Segretario sindacato Fabi Banca d'Italia In un'altra parte di un'altra intercettazione leggere che la moglie del Governatore tranquillizzava Fiorani "adesso basta, è tutto a posto stai tranquillo". Fazio era il Governatore, era il controllore del sistema bancario e c'era di mezzo un'Opa da decidere, un'operazione da decidere, Fiorani, un controllato, che gli dice "ti bacerei in fronte, sei straordinario, grazie della notizia".
GIULIO SAPELLI – Economista Prima il governatore parlava una sola volta all'anno e le sue parole erano sacre. Fazio parlava ogni settimana e parlava di tutto, di etica, di filosofia, tutti discorsi che gli scrivono altri naturalmente. Se avessero chiesto a uno "il Governatore Carri o il Governatore Baffi è sposato? – Boh, mah, chi lo sa" non lo sapevamo, no? Invece per anni di questo Governatore abbiamo saputo tutto, come passa le domeniche, dove va, chi sono i suoi amici.
AUTORE Ma qual è il disegno di Fazio però?
BRUNO TABACCI – Commissione Attività Produttive Mah, è delirio di onnipotenza.
AUTORE Potere.
BRUNO TABACCI – Commissione Attività Produttive Potere. Non è che c'è.. Delirio di onnipotenza. L'essere ancora più importante di un governo di un paese. Questi hanno in mano l'Italia perché poi le aziende private sono tutte indebitate per cui loro.. Basti pensare al convertendo Fiat. Quando la Fiat avrà completato l'operazione di conversione delle azioni, le banche avranno il 30 per cento della Fiat. Tronchetti Provera è in mano alle banche. Autostrade è in mano alla banche. Io non do giudizi morali. Devo solo dire che in questi anni quando ho fatto la battaglia sulle regole, in particolare sul ruolo del governatore centrale, io ho sempre sostenuto dovesse essere l'arbitro vero e non quello che partecipava a pieno titolo alla partita, fin dall'inizio mi sono trovato molto solo.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Fazio consente a Fiorani di scalare Antonveneta il 12 luglio, nonostante la procura di Milano stia indagando da due mesi Fiorani, Gnutti e Ricucci per presunte irregolarità proprio in questa scalata, nonostante che la Consob, la commissione per le società e la Borsa già il 10 maggio abbia scoperto un patto occulto fra Popolare di lodi, Emilio Gnutti, Danilo Coppola e i fratelli Lonati per l'acquisto di azioni antonveneta, e nonostante che due alti dirigenti della della Vigilanza della Banca d'Italia, Claudio Clemente e Giovanni Castaldi, incaricati da Fazio di dare un parere abbiano detto al governatore: No, la banca di Fiorani non dà garanzie sufficienti, non bisogna consentirle di scalare Antonveneta. Fazio invece prova a indagare Clemente e Castaldi.
ANGELO MARANESI – Segretario sindacato Fabi Banca d'Italia Non siamo alle prove di questa ispezione perché poi la banca stessa ha negato completamente di aver disposto l'ispezione. Certo è che sembrava fosse una ritorsione sul problema proprio nei confronti di chi aveva espresso parere contrario. Io dico che la Banca, e chi ha consigliato il governatore ha ben fatto, ha ritirato questa iniziativa per poter evitare di essere accusata di vendette trasversali.
AUTORE Mi vuole spiegare un po' più nel dettaglio quali sono stati gli errori di sorveglianza che avrebbe commesso Fazio e la Banca d'Italia nei confronti della Popolare di Lodi?
GIOVANNI BRAGANTINI – Economista Cda Unicredit Immobiliare C'è un problema, diciamo, di possibili insider trading, se io le dico che sto per fare un'offerta pubblica su una società, quindi il prezzo salirà, io le sto passando un'informazione sensibile, e quindi passibile di rientrare nel campo della sorveglianza sugli abusi di mercato.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Secondo il testo unico della finanza che è legge dello stato, l'insider trading è un reato e lo compie chi fa abuso di informazioni privilegiate in campo finanziario, ad esempio sfruttando in anticipo la conoscenza sull'andamento di un titolo. E che cosa è l'Opa? È un'offerta pubblica di acquisto che è costretto a promuovere chiunque acquisti fino al 30 per cento di azioni di una società quotata. La Consob ha denunciato Gnutti, Ricucci, Coppola, Fiorani per aver rastrellato segretamente, e in accordo, azioni Antonveneta. Si chiama concerto ed è contro la legge, perché?
GIOVANNI BRAGANTINI – Economista CdA Unicredit Immobiliare L'Opa però è dovuta quando un soggetto singolo passi la soglia del trenta per cento. È troppo facile eludere quest'obbligo se io compro il ventinove e lei compra il ventinove: nessuno di noi due ha superato i trenta ma insieme abbiamo il cinquantotto. A questo punto questo è il concerto ed è per questa ragione che il concerto è, tra virgolette, male.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Fazio non si dimette. Eppure ha un esempio su cui riflettere in Germania. Il 16 aprile del 2004 il presidente della Bundesbank Ernst Welteke, il corrispondente del nostro governatore, è costretto a dimettersi perché una banca controllata dalla Bundesbank, la Dresdner bank lo ospita con la famiglia 4 giorni nel più esclusivo hotel di Berlino, l'Adlon. Costo del soggiorno 8 mila euro. Welteke ha poi restituito i soldi ma un capo della Bundesbank non può mai apparire come un uomo influenzabile da una banca. Ma torniamo indietro, a Fazio stanno a cuore da tempo le sorti di Fiorani e un giorno chiede un favore a Cesare Geronzi, presidente di Capitalia.
BANCHIERE ANONIMO Geronzi si è in questo caso sfilato dal gioco, cioè dal gioco italiano sul sistema delle banche rompendo un sodalizio con Fazio che aveva accompagnato quasi tutta la sua carriera di banchiere. Fazio gli aveva fatto non pochi favori nella costruzione del gruppo Capitalia, nel mantenere il gruppo Capitalia autonomo, nel non farlo comprare da altre banche. Questa volta invece ha rotto, proprio in una riunione di dirigenti lui raccontò, senza far nomi ovviamente, di una strana riunione avvenuta a casa sua nella villa di Marino in cui praticamente Fazio e Fiorani volevano convincerlo di fare un'operazione finanziariamente assurda, cioè una fusione fra Popolare di Lodi e Capitalia per rilevare Antonveneta. Ovviamente assurda perché la Popolare di Lodi è una banca popolare, Capitalia il quarto gruppo nazionale quotato in borsa, con ormai un numero di dipendenti notevolissimo per cui una fusione del genere aveva pochissimo senso da un punto di vista economico, avrebbe portato un crollo del titolo di Capitalia in borsa e quindi questa volta Geronzi ha evitato di invischiarsi nella questione.
AUTORE Ma perché secondo lei Fazio, pur sapendo tutto questo, addirittura la possibilità che il titolo crollasse, ha tentato di convincere Geronzi a fare quell'operazione così rischiosa pur di avere Antonveneta?
BANCHIERE ANONIMO Perché per Fazio il problema è davvero impedire agli stranieri che entrino in Italia. Sarebbe una perdita di potere, cioè alcuni poteri in Italia oggi non avrebbero più lo stesso potere perché a un a banca straniera è difficile dire "finanzia Tizio piuttosto che Caio" soprattutto in alcuni affari tipo un'immobiliare appunto, dove è il finanziamento quello che mette in moto la leva della ricchezza, cioè la possibilità di fare affari.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il 17 maggio la procura di Milano indaga i concertisti attorno a Fiorani. I reati più importanti sono l'insider trading e l'aggiotaggio che punisce chi manipola informazioni sul mercato finanziario.
DANILO COPPOLA - Immobiliarista Guardi, io sorrido quando sento dire questa parola concerto perché io sono stato messo in un concerto con alcune persone che non ho mai conosciuto e mai sentito telefonicamente, quindi non capisco come possano farsi concerti con persone sconosciute.
AUTORE Cioè lei non ha mai conosciuto Fiorani prima?
DANILO COPPOLA – Immobiliarista No io ho conosciuto Fiorani prima, qualche mese prima per alcuni finanziamenti e per altre vicende. Non ho mai conosciuto il dottor Gnutti.
AUTORE La procura dice che lei ha ricevuto finanziamenti da Fiorani per intervenire in Antonveneta.
DANILO COPPOLA – Immobiliarista Guardi io ho ricevuto finanziamenti da Fiorani per tutt'altri scopi, che poi parte di questi finanziamenti io li abbia utilizzati in maniera autonoma per comprare Antonveneta, questo è un fatto che non implica niente insomma.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO L'inchiesta nasce il 21 febbraio quando a Chiasso, al confine italo svizzero, un'auto con a bordo due collaboratori di Stefano Ricucci viene fermata dalla polizia di frontiera che trova documenti riguardanti una società di nome Garlsson, nata nelle isole vergini e con sede a Lugano. Una società senza padroni evidenti che compra milioni di euro di azioni Antonveneta ed Rcs. Poi si scopre che il padrone è Ricucci ma i soldi non sono i suoi: ce li mette la popolare di Fiorani. Il Giampiero, come lo chiamano qui, da giovane era il pupillo di notabili democristiani e sacerdoti. Basta vedere la stazione per capire che aria tira in città. La sua villa sta a due passi dal circolo Noi dell'oratorio di San Bernardo dove il Giampiero va a messa.
UOMO 1 Secondo me è un po' un lazzaroncello diciamo.
DONNA 1 Noi partiamo dal presupposto comunque che quello che stava facendo e quello che ha fatto lo ha fatto per il bene. Per il bene di tutti chiaramente, anche per Lodi ma anche per la Lombardia e comunque anche per il Nord.
DONNA 2 Io penso che sia una brava persona, che sia capitato dentro, poi è la sua coscienza, non la voglio giudicare.
DONNA 3 A me non verrebbe da difenderlo, da quello che si dice.
UOMO 1 Guardi io di economia e di politica non mi interesso, il mio unico riferimento è il Signore, quindi…
UOMO 2 Certo che quando ho iniziato a sentire che le cose andavano male ho tirato via un po' di soldi, li ho investiti in altre cose quindi.
UOMO 3 C'è stato un attacco della sinistra. Le sinistre continuano a dire Lodi è una città piccola, cosa crede che una banca così piccolina, che basta cambiare il nome per diventare grandi. Questa è una presa in giro, perché la città di Lodi non può avere una banca a livello nazionale?
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Più dei parrocchiani potè il tassista.
TAXISTA Secondo me è un povero disgraziato che si è trovato lì in mezzo ed è bravo, è una frase sua che ho letto l'altro giorno sul Giorno, che ho detto questo qui è veramente in gamba, che ha detto "ma voi cosa pensavate che se avessi avuto i soldi sarei stato anche bravo?" e allora le cose stanno così: o mangi o vieni mangiato, giusto? Secondo me se mangiava che cosa faceva di male?
AUTORE I giornali di questi giorni dicono che lui non ce li aveva mica tutti i soldi che dichiarava.
TAXISTA Ma li trovano Cristo, ce li hanno, saltano fuori da qualche parte.
AUTORE Ma lei non ha il dubbio che lui possa aver fatto delle cose…
TAXISTA No, non ce l'ho assolutamente il dubbio, non può aver fatto niente, lui per Lodi ha fatto bene.
AUTORE Ma solo perché è di Lodi?
TAXISTA A Lodi ha portato bene, ha portato benessere. Quello che a Lodi non c'è più.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Fiorani sa di godere dell'appoggio che conta e ricambia. Nel gennaio scorso in parlamento si discute della legge sulla tutela del risparmio e di un articolo che prevede il mandato a termine del governatore. La Lega di Bossi è favorevole ma poi salta fuori la Credieuronord, la banca padana che in tre anni si è mangiata tutto il capitale. Fiorani la salva e la ingloba nella Bpl con l'autorizzazione del governatore. In cambio però la Lega deve pagare dazio.
BRUNO TABACCI – Commissione Attività Produttive Lui pensò che con l'operazione sugli sportelli di Credito Euronord che è una banca sostanzialmente fallita per l'incapacità dei banchieri padani, era la banca della Lega, con cinque operazioni si sono mangiati il capitale. C'erano degli amministratori, anche di primo piano e Fiorani intervenne facendosi carico anche delle perdite pregresse e poi andò all'incasso di questa operazione contribuendo a spostare in parlamento il voto della Lega. Ecco questo io l'ho trovata una cosa che era esorbitante. Sul problema del mandato a termine del Governatore, la Lega che aveva votato a favore in commissione ha cambiato parere in aula contribuendo in maniera decisiva ad affossare quel progetto, che poi viene recuperato solo adesso dal governo e lo fa a seguito dello specifico intervento di Fiorani sulla banca Credito Euronord come ebbi occasione di anticipare al ministro Maroni quando disse che la Lega avrebbe difeso Fazio e che in fondo la banca Popolare di Lodi acquisendo la Credito Euronord aveva fatto un affare perché in quei giorni il titolo era addirittura balzato in alto. Sarebbe un po' da sorridere sentendo queste spiegazioni.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Anche sulle dimissioni di Fazio la Lega ha cambiato parere. Da dottore in teologia mortale diventa "vittima dei poteri forti". Il fatto è che il salvataggio della Credieuronord non è ancora terminato, e la procura di Milano ha aperto un fascicolo in cui si sospetta il riciclaggio. Perché? La guardia di finanza scopre questi capannoni nell'oltrepò pavese, pieni di reperti bellici e non, inclusi dei mig. Appartengono ad Angiolino Borra ex proprietario di radio 101, e a suo tempo era stato proposto dalla Lega come consigliere Rai. Borra è fidanzato con il curatore fallimentare del tribunale di Milano, Carmen Gocini, che fa sparire dalle casse del tribunale 34 milioni di euro, in parte finiti sul conto di Borra proprio alla Credieuronord attraverso operazioni mascherate. E adesso la procura si chiede se questo arsenale sia stato acquistato con i soldi sottratti al tribunale e riciclati dalla banca in questione. La risposta potrebbe annullare la vendita di Credieuronrd, e questo non piace alla Lega, per il Giampiero invece i guai continuano.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Fiorani è anche indagato nel crack della HDC Datamedia, l'ex ditta di sondaggi di fiducia di Berlusconi, che è oggi nelle mani di una società legata ad Emilio Gnutti. Il vecchio proprietario, Luigi Crespi, agli arresti domiciliari, scarica le colpe.
LUIGI CRESPI – Ex presidente HDC Datamedia Io e la banca Popolare di Lodi, attraverso una sua consociata, eravamo i padroni di HDC, Datamedia e tutto quello che ne consegue. A un certo punto questa banca si è defilata. Io ho denunciato Fiorani per estorsione, lui e altre otto persone, per estorsione contrattuale e truffa. Questo è un fatto, è avvenuto non oggi perché sarebbe pretestuoso e carognoso: è avvenuto il 10 marzo del 2003, del 2004 scusi. Io sono pronto a pagare ma non sono il capro espiatorio di nessuno e non intendo sottacere le responsabilità di nessuno.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Tutti lo amano Giampiero, eppure qui lo sanno che in passato è stato indagato per il crack della Cirio e per il crack Parmalat. A fine agosto siamo stati alla direzione della banca in questo bel palazzo ristrutturato da Renzo Piano, quando tutte le azioni Antonveneta erano state sequestrate dai magistrati e Fiorani era stato sospeso dalle cariche sociali.
DIPENDENTE BPL 1 Difficile che lei oggi trovi qualcuno che parli male della Popolare, che le dica qualcosa, perché è l'unica azienda che è rimasta a Lodi.
AUTORE Non è preoccupato di quello che si legge sulla Popolare?
DIPENDENTE BPL 2 Assolutamente no.
DIPENDENTE BPL 3 No, assolutamente.
DIPENDENTE BPL 4 No, per niente.
DIPENDENTE BPL 5 Qua si sta benissimo.
AUTORE Tutto tranquillo?
DIPENDENTE BPL 5 Tranquillissimo.
DIPENDENTE BPL 6 Non sono autorizzata a parlarne.
AUTORE Non è preoccupato di quello che si dice sulla Popolare?
DIPENDENTE BPL 7 Io proseguo a fare il mio lavoro come al solito.
DIPENDENTE BPL 8 Non credo che sia una persona così spregiudicata da andare contro la legge.
DIPENDENTE BPL 9 Fiorani è un grand'uomo, onesto e riuscirà a dimostrare tutto quello che ha fatto di bene per Lodi e per l'Italia.
DIPENDENTE BPL 10 Che ne so guardi, cominciamo questa giornata poi vedremo.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Beati loro. Comunque, il 16 settembre Fiorani si dimette dalla Popolare di Lodi perché i magistrati svelano un fatto nuovo: l'ultimo aumento di capitale della banca è stato realizzato tramite false cessioni di proprietà della Popolare, poi contabilizzate come vere. Ma Fazio non si era accorto di quei trucchi? La procura di Roma che indaga su Bankitalia se lo chiede perché scopre i documenti di due ispezioni dove gli uomini di Fazio segnalavano la fragilità patrimoniale della Lodi. Quindi sapevano, e probabilmente sapevano anche che Fiorani voleva l'Antonveneta anche per aggiustare i suoi conti zoppicanti.
Andrew Sentance è uno dei testimoni dei magistrati di Milano. È un giovane analista finanziario. Quotatissimo negli ambienti della borsa. Talmente bravo che nel febbraio scorso si accorge che la situazione patrimoniale della Popolare di Lodi è critica. Quando lo scopre il suo datore di lavoro, la banca Sella, lo licenzia.
ANDREW SENTANCE – Analista finanziario C'è qualcosa che non quadra esattamente su tutta questa roba. Che mi fa pensare che la ristrutturazione che hanno fatto non ha aiutato abbastanza per mettere la banca a posto e che da qualche parte sta perdendo ancora tanti soldi.
AUTORE Secondo lei i bilanci della banca Popolare di Lodi, banca Popolare Italiana sono bilanci veri?
ANDREW SENTANCE – Analista finanziario Io ho ogni sospetto che non sono.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO La procura di Milano ha anche una gola profonda: Egidio Menclossi, che dirigeva la filiale svizzera della popolare di Lodi, considerata la tesoreria occulta usata da Fiorani per finanziare i 38 imprenditori-prestanome che comperavano per lui azioni Antonveneta. Quando Fiorani ha poi dovuto presentare a Fazio i conti in ordine ha inventato la falsa cessione di una serie di proprietà e il corrispondente finto incasso: a chi le ha vendute? Alla società Earchimede del solito Emilio Gnutti. In Earchimede c'è anche l'Unipol di Giovanni Consorte.
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL Non so dirle esattamente qual è il livello di eventuale reato che può essere dentro questa operazione; ho letto i giornali come lei e le intercettazioni che ha letto lei immagino.
AUTORE Le è venuto qualche dubbio?
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL No perché ad esempio in quel caso il rappresentante di Unipol in Earchimede non ha partecipato alle riunioni del consiglio d'amministrazione, quindi il problema di fatto non si pone.
AUTORE Vabbè ma l'ha saputo poco dopo che cosa era successo in quel precedente consiglio d'amministrazione.
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL Certo ma non avendo partecipato e non avendo deliberato quella decisione quindi non c'è nessuna partecipazione e coinvolgimento diretto da parte di Unipol.
MILENA GABANELLI IN STUDIO Fiorani per acquisire Antonveneta deve dimostrare che ha i conti in ordine e che i soldi ci sono, come fa? Fa finta di vendere delle proprietà alla società Earchimede, dentro al c.d.a. di Earchimede c'è Unipol, ma l'uomo Unipol quando si è fatta questa operazione non si è presentato. Un fatto che parla da solo. Comunque la compagnia di assicurazione della lega delle cooperative , in concorrenza con gli spagnoli del Bilbao, sta per scalare una delle più grandi banche italiane. Da una parte alcuni soci di Unipol si chiedono ma che senso ha questa operazione, dall'altra l'arbitro, Fazio, che dovrebbe essere il garante di un gioco pulito.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO L'Unipol è stata per mesi contrapposta al banco di Bilbao per la conquista della banca Nazionale del Lavoro. La più grossa cooperativa che partecipa ad Unipol è la Unicoop di Firenze e non ha voluto aderire al progetto di Consorte.
UOMO 1 Unicoop Firenze ha circa un milione di soci e tutti i suoi sforzi sono indirizzati verso questo fine, quello di mantenere i prezzi più bassi. E questo è quello che determina il non aderire all'iniziativa dell'Unipol.
UOMO 2 Avrei preferito come usufruitore di servizi Unipol, che forse avesse fatto una scelta di investire questo denaro in modo diverso: più sul lavoro e meno sulla rendita.
UOMO 1 Se riuscirà a fare sì che i mutui siano più accessibili per le giovani coppie, per i giovani che vogliono studiare, cioè un segno nei confronti di un mondo, quello cooperativo, a cui si chiede di più perché rappresenta qualcosa di più rispetto agli altri. Questo io credo sia l'elemento di novità. Se questa è la sfida di Unipol sì, se fosse solo una mera operazione di carattere finanziario, in una situazione di grande recessione come questa qui, diventa poco spiegabile e poco giustificabile per il mondo cooperativo.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO 7 luglio. Il gruppo di imprenditori guidato da Francesco Gaetano Caltagirone che possiede un bel pacchetto di azioni Bnl si riunisce per capire a chi vendere. In quelle ore Gianni Consorte parla con D'Alema, Fassino, Follini.
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL Immagino che Consorte abbia voluto fornire informazioni su come stava andando avanti questo progetto e che legittimamente autorevoli rappresentanti del mio partito abbiano ritenuto opportuno avere informazioni su come procedeva questa vicenda.
AUTORE Parlo di un problema di opportunità, proprio nel mentre si sta facendo una cosa di questo tipo con tutte le autorità che stanno decidendo se stai facendo bene o male, che il politico si occupi di sapere come fanno le cose, insomma, è un problema di opportunità, lei invece crede che va benissimo.
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL Io penso che sia non solo opportuno ma anche doveroso.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Passano alcuni giorni e gli uomini del cosiddetto contropatto vendono a Unipol. Caltagirone, Coppola Ricucci, Statuto, Bonsignore, Lonati e Grazioli incassano 2,25 miliardi di euro per il 27,5 per cento di Bnl. Oltre la metà, 1,23 miliardi sono plusvalenze.
NERIO NESI – Deputato SDI ex Presidente BNL Penso che sono le persone che si sono trovate con scarsi meriti ad avere dei patrimoni immensi che hanno avuto dei plusvalori immensi e questi plusvalori sono netti, netti e che questi valori netti gridano vendetta davanti a Dio, perché quando si guadagnano in 8-9 mesi, sette persone insieme guadagnano il corrispettivo in euro di 2500 miliardi di vecchie lire senza pagare una lira di imposta perché il signor Tremonti ha tolto le tasse sulle plusvalenze, c'è proprio da indignarsi. Debbo anche dire che una cosa che sul piano sociale mi preoccupa molto è che non ci sia stata indignazione. Cioè io credo che all'indignazione di classe si sia passati all'emulazione di classe e la gente dice: se l'ha fatto lui, lo posso fare anch'io.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Il 21 luglio Consorte chiama il commercialista di Gnutti per fissare con lui un appuntamento da Tremonti a Milano. Negli stessi giorni Consorte parla spessissimo con Francesco Maria Frasca, capo della vigilanza di Bankitalia, che dispensa consigli a lui e rifiuta di parlare con gli spagnoli del banco di Bilbao. Anche il presidente della Bnl Abete pensa che Bankitalia abbia fatto favori a Unipol.
LUIGI ABETE – Presidente BNL Il Bilbao nel mese di maggio viene autorizzata da Bankitalia ad acquisire il 100 per cento di Bnl dopo una serie di indagini, lunghe, approfondite molto complesse. Nel mese di giugno il Bilbao chiede nel frattempo di poter acquisire
fino al 30 per cento dell'azienda partendo dall'attuale 15 per cento. Banca d'Italia per dare un'autorizzazione che era automatica ed evitabile perché se un'autorità autorizza un'azionista a salire dal 15 al 30 per cento e ovvio che non deve fare un'analisi più specifica per autorizzarlo a salire dal 15 al 30 per cento essendo questo un minus rispetto al plus del cento per cento. Banca d'Italia per dare l'autorizzazione ci mette un mese, il massimo consentito dalla legge, trenta giorni. Nel frattempo Unipol chiede delle autorizzazioni per salire dal 5 al 10 per cento, dal 10 al 15 per cento. Nel frattempo Unipol organizza una serie di compratori che comprano le azioni dei così detti immobiliaristi e quindi di fatto allocano queste partecipazioni in soggetti i quali improvvisamente tutti quanti insieme il 18 luglio fanno 6, 7 accordi tutti distinti
ma tutti connessi per cui di fatto il 51 per cento di BNL viene bloccato nel senso che questi azionisti prendono l'impegno di non apportare le azioni all'opa, l'ops di Bbva . Tutto questo se l'autorizzazione non fosse stata di 30 giorni, ma fosse stata in tre giorni, come ad esempio è stata il tempo del quale la stessa autorizzazione è stata concessa alla Popolare di Lodi in altra pratica, evidentemente sarebbe accaduto molto più difficilmente, usiamo questo eufemismo
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO Ripetiamo. Al Banco di Bilbao la Banca d'Italia consente di salire dal 15 al 30 per cento di azioni Bnl solo dopo un vaglio di 30 giorni. Nello stesso periodo di tempo Bankitalia autorizza Unipol a incrementare le proprie azioni BNl e non vuole accorgersi del patto stipulato coi Caltagirone e i Ricucci che aveva portato Unipol a rastrellare già il 51 per cento. Ma a caro prezzo.
LUIGI ABETE – Presidente BNL La proposta di Bilbao oggi vale 2 e 80, la proposta che farà l'Unipol fra qualche mese vale sempre 2 e 70. I diritti dei piccoli azionisti sono stati tutelati o non sono stati tutelati?
AUTORE Così avete pagato un prezzo più alto a Caltagirone e Ricucci a discapito degli azionisti minori, questa è la sua, in estrema sintesi…
PIERLUIGI STEFANINI – CDA UNIPOL No anzi Unipol nell'offerta che ha fatto sia gli immobiliaristi che gli altri azionisti ciò che sarà la base dell'offerta che farà per completare l'opa, se verrà autorizzata dalle autorità nelle prossime settimane, ha qualificato il titolo a 2 euro e 70, quindi è andata oltre l'offerta degli spagnoli da una parte ma soprattutto ha determinato un atteggiamento di pari condizioni per tutti gli azionisti, quindi in realtà la cosa che sostiene Abete non è vera.
VOCE DELL'AUTORE FUORI CAMPO E' ancora presto per dire chi ha ragione. Comunque si spera che possano dire la loro i piccoli azionisti di Bnl. Nel frattempo Fazio resta stretto alla sua sedia. Noi siamo andati a trovarlo ad agosto, quando tutti lo cercavano e siamo finiti nel suo paese, ad Alvito, 3000 anime, in piena ciociaria, dalle parti di Frosinone. Fazio esce di casa solo per andare a messa la mattina presto nella chiesa di San Francesco, dove si sussurra lo abbiano incontrato esponenti del governo. Ma oggi il governatore non prega qui…e nemmeno alla chiesa nuova.
(l'ultimo pezzo sta nei commenti qui sotto - scusate ma il testo eccede la lunghezza massima consentita dal sistema)