Anche in Argentina crolla il muro dell’omertà sull’undici settembre. Su
Pagina 12 Juan Gelman, una ”firma pesante” del giornalismo argentino, riassume i dubbi e i retroscena più noti sugli attacchi terroristici di sei anni fa.
Prohibido disentir - di Jual Gelman
Povera Marion Cotillard. Ha vinto l’Oscar nel 2008 come migliore attrice per la sua interpretazione di Edith Piaf nel film “La vie en rose”, ma la rivista Marianne ha messo in circolazione delle dichiarazioni che l’attrice francese aveva fatto un anno prima, quando aveva messo in dubbio la versione ufficiale della Casa Bianca sugli attentati dell’11 settembre. La vecchia notizia è stata ripescata dai media britannici e statunitensi, e si prevede che questo costerà all’attrice francese la carriera a Hollywood, e forse nella Francia stessa, dato che la questione esplode proprio nel momento in cui il presidente francese Nicolas Sarkozy sta cercando un avvicinamento personale con la Casa Bianca.
Gli Oscar molto spesso provocano scandali che la stampa statunitense getta volentieri in pasto ai suoi lettori, ma questa è la prima volta che a una star viene presentato il conto in forma retroattiva.
Bisogna riassumere alcuni particolari. Il 25% della promotrice della campagna contro Marion Cotillard appartiene al gruppo Carlyle, un mega consorzio presieduto da un ex-capo del Pentagono, Frank Carducci, e specializzato nel controllo dei mezzi di informazione e di società dedite alla compravendita di armi.
È curioso: il gruppo Carlyle è stato per molti anni un’entità in cui convergevano gli investimenti di Bush padre e della famiglia bin Laden, oltre a quelli di George Soros, dell’ex-primo ministro britannico John Major, ... ... del multimilionario russo condannato per frode, Mijail Jodorkovsky, e di altri personaggi di simile natura.
Gli attacchi contro la Cotillard non sono casuali. Un cineasta che va letto con la figlia adottiva è una bolla di sapone che si disperde immediatamente nell’aria. Un regista che mette in discussione il pensiero unico che Washington pretende di imporre al mondo è imperdonabile. Lo sa bene Jean-Luc Godard.
Lo scetticismo riguardo ai veri autori dell’attentato alle Torri Gemelle non è cosa nuova. E’ stato dimostrato che vi furono movimenti lucrosi e insoliti nella borsa americana la settimana precedente, come se qualcuno sapesse. Le immagini del presunto impatto di un aereo contro l’edificio del Pentagono lasciano non pochi dubbi sulla sua reale esistenza. Per esempio, il senatore giapponese Yukihisa Fujita, nella seduta parlamentare dell’11 gennaio di quest’anno, ha ricordato al primo ministro Yasuo Fukuda e ai Ministri della Difesa, dell’Economia e degli Esteri giapponesi che ancora non era stato confermato, a 6 anni dai fatti, che l’11 di settembre sia stato orchestrato da Osama bin Laden.
Il giornalista e scrittore Thierry Meissan aveva dichiarato molto precocemente che si trattasse di una azione terroristica costruita dai servizi segreti di USA e Israele.
Caddero a fagiolo per W. Bush, che potè mettere in atto un piano che i “falchi-gallina” avevano preparato già da molti anni, con lo scopo di mettere sotto controllo il petrolio del Medio Oriente, una risorsa indispensabile per imporre il loro dominio al mondo intero.
Lo scetticismo rispetto alla versione di Washington è diventato una smentita vera e propria in molti circoli politici europei. L’ex-presidente italiano Francesco Cossiga, un uomo la cui onestà è riconosciuta persino dagli avversari, è stato categorico: “Ci hanno fatto credere che bin Laden abbia confessato di essere l’autore dell’attacco dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York, mentre in realtà i servizi statunitensi ed europei sapevano perfettamente che quell’attentato devastatore è stato pianificato e messo in atto dalla CIA e dal Mossad, con lo scopo di accusare i terroristi dei paesi arabi e giustificare così gli attacchi contro Iraq e Afghanistan (Corriere della sera, 30-11-07 ). E’ noto che Cossiga sia cattolico e tutt’altro che terrorista.
Giulietto Chiesa, giornalista e deputato al Parlamento Europeo, ha definito una “fantasia ridicola e insostenibile” la versione della Casa Bianca sull’11 di settembre, non ha esitato a definire Bush e Cheney dei “bugiardi patentati” (www.zerofilm.info, 10-07-07), nè a sottolineare che coloro che esprimevano obiezioni sulla versione ufficiale, persino le più timide, venivano trattati da folli, dementi, o alleati pericolosi di quei terroristi islamici.
Alla Cotillard manca poco per arrivare a tutto questo.
E’ noto come i 16 servizi di spionaggio europei abbiano approvato all’unanimità la più recente “Stima Nazionale di Intelligence”, che dice chiaramente che l’Iran ha sospeso il suo programma nucleare per fini militari nel 2003. Questo non impedisce a Bush e ai suoi accoliti di insistere sul pericolo nucleare iraniano, nè impedisce al Pentagono di proseguire la messa a punto di un attacco nucleare contro il governo di Teheran.
Il “Centro per la Pubblica Integrità” di Washington ha affermato in un recente studio che W. Bush, Dick Cheney, Condolezza Rice, Donald Rumsfeld, Colin Powell e altri alti funzionari della Casa Bianca hanno mentito sull’Iraq almeno 935 volte, nei due anni che hanno seguito l’11 settembre (www.publicintegrity.org).
In testa alla classifica è risultato George W. Bush, con 232 affermazioni false sulle armi di distruzione di massa possedute da Saddam Hussein, e 28 sui presunti collegamenti fra Baghdad e Al-Queda. A questo punto, che differenza volete che faccia per la tigre una bugia in più?
Juan Gelman
L’
articolo originale
(Traduzione di luogocomune.net)