di Enrico Voccia
Cavallo che vince non si cambia... eppure, dopo un'edizione di Sanremo andata alla grande, con un vincitore che ha riscosso contemporaneamente il primo premio della Giuria dei dieci, della critica e del pubblico, con un livello di ascolti notevole, la sola idea che il Baudo nazionale possa condurne la prossima edizione mette in moto un mare di critiche “autorevoli” che lo stesso conduttore denuncia come provenienti da non meglio specificati “poteri forti” che “magari non parlano ma agiscono”.
Torniamo alla morte del poliziotto Filippo Raciti a Catania, per opera, sembra, di gruppi ultras di estrema destra. Nonostante la portata mediatica e non solo dell'evento, il Papa non sente il bisogno di dire sull'accaduto nemmeno una parola durante il consueto Angelus domenicale (preferendo invece parlare contro i Pacs), né le autorità ecclesiastiche locali di interrompere i festeggiamenti legati ai riti religiosi della Santa Patrona della città. Le cose provocano un senso di indignazione in Pippo Baudo, che le critica.
Apriti cielo. L'Osservatore Romano attacca Baudo con estrema violenza: ... ... “Boria (...) sicumera (..,) arroganza (...) eccessivo protagonismo (...) ha perso il senso del limite (...) toni sopra le righe”. Il giornale vaticano, sconvolto dall'idea che sia lecito criticare il Papa, invita il presentatore a “prendersi un anno sabbatico” (modo eufemistico per invitare RAI e Mediaset al licenziamento di questi) e, nel frattempo, a leggersi i discorsi di Benedetto XVI. Che qualcuno, sia pure il cattolicissimo Baudo, possa criticareil pontefice è per l'Osservatore Romano “incredibile e irriguardoso”. Guai a chi si “arroga il diritto di insegnare come si dovrebbe fare il Papa, quali temi trattare, che cosa dire”.
Non basta. Dopo l'Osservatore Romano, anche Avvenire si lancia all'attacco di Pippo Baudo addirittura con un editoriale (“La caduta di Pippo Baudo polemista indecente”) e sette delle nove lettere dei lettori. Francesco Giro, responsabile nazionale di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico e componente della Vigilanza Rai, dichiara che non guarderà il festival di Sanremo in segno di protesta contro la presa di posizione del conduttore: “Il Festival di Sanremo non è soltanto un'esibizione canora di livello e profilo nazionale ma ha rappresentato nei decenni un punto di aggregazione popolare e di forte identità.
Per questo penso che Pippo Baudo dopo la sua incredibile sortita contro Papa Benedetto XVI, della quale finora non si è scusato, non mi sembra la persona più adeguata a condurre questa importante manifestazione trasmessa in diretta sul canale di maggiore diffusione della televisione pubblica italiana e per questo ho deciso di spegnere la tv e di non guardare quest'anno neppure un minuto del Festival di Sanremo condotto da Pippo Baudo, personaggio che gia' in passato ha dimostrato di considerare la televisione come uno strumento da utilizzare in modo ostentato e a tratti troppo disinvolto”.
Ma Pippo Baudo riceve da subito solidarietà dal mondo dello spettacolo, compresi molti personaggi non certo sospettabili (come lui stesso, d'altronde) di essere feroci anticlericali di estrema sinistra. Inizia Leo Gullotta, anche lui di Catania: “La processione non si doveva fare e il Papa sarebbe dovuto intervenire durante l'Angelus. Come può aver parlato di un fatto politico (i Pacs) e aver taciuto di una cosa cosi terribile?” ed è solo l'inizio: tutti d'accordo gli artisti catanesi, dallo scrittore Buttafuoco all'attrice Finocchiaro, dal cantautore Bella ad un nuovo intervento di Gullotta. “Poteva succedere dappertutto, comunque la processione di Sant'Agata non andava fatta” dice Finocchiaro.
“D'accordo con Baudo, la Chiesa è mancata all' appuntamento: la processione non si doveva fare, la bara di Filippo Raciti andava messa davanti alla statua di sant'Agata e si doveva sospendere la festa” dice ancora Gullotta, che torna anche sul Papa che all'Angelus “ha taciuto di una cosa così terribile, di una città ferita che festeggia la propria patrona”. Gianni Bella: “Posso capire il fatto religioso, ma perché farla girare [la statua] dopo un lutto cosi' grave di cui si parla in tutto il mondo? La Santa poteva affacciarsi dal Duomo, essere applaudita dai fedeli e poi rientrare. Ma la gente non era in festa. I catanesi erano tristi”. Buttafuco parla di “festa infangata”, di “sfregio a Sant'Agata che è quanto di più blasfemo e aberrante si possa immaginare”.
L'alfiere del Nazional-Popolare conduce così l'edizione di Sanremo con notevole successo personale. A festa finita, però, a quanto pare, con la memoria della gente lontana dagli eventi che abbiamo appena descritto, il Vaticano gli vuol far pagare il conto. Per lui, forse, sta arrivando l'“anno sabbatico”.
Enrico Voccia (Shevek)