La RAI TV (Radio Televisione Italiana) è, per definizione, la nostra "televisione di stato". Questo significa che è finanziata dallo stato, e che ad esso deve rispondere sia rispetto ai contenuti che alla sua gestione.
Siamo quindi noi cittadini, e noi soltanto, a pagare questo pubblico servizio di informazione. Paghiamo lo stipendio ai suoi dipendenti, paghiamo i suoi costi di gestione, e paghiamo soprattutto il costo di produzione di ogni singolo minuto che la RAI produca e metta in onda, dal telegiornale al documentario sulle farfalle canadesi.
Man mano che passano le ore, i giorni, i mesi, e gli anni, tutto ciò che viene trasmesso viene a sua volta archiviato in quella che si può ormai considerare a tutti gli effetti la "memoria storica" del nostro paese.
Tutto questo noi lo paghiamo in almeno tre modi diversi: tramite il canone, ... tramite le tasse (parte delle quali va a costituire l'annuale finanziamento governativo RAI), e lo paghiamo soprattutto - anche se di questo raramente teniamo conto - nel sorbirci infinite ore di pubblicità, per la quale i vari inserzionisti sborsano cifre tutt'altro che insignificanti alla rete di stato. (Siamo sempre noi a pagare queste cifre, nel momento in cui acquistiamo i prodotti pubblicizzati, che altimenti non lo sarebbero).
Nonostante tutto questo, e nonostante il fatto che l'archivio RAI stia venendo progressivamente digitalizzato - e sia quindi teoricamente disponibile via Internet - noi non abbiamo alcun diritto di libero accesso ad un singolo minuto mai trasmesso dalla RAI fin dal giorno in cui è nata.
Per farne un qualunque uso, seppure a scopo non commerciale, il cittadino deve mettere nuovamente mano al portafoglio in maniera sostanziale, e deve preparasi ad affrontare una trafila burocratica sufficientemente intricata da scoraggiare la maggior parte delle persone a perseguire questo obiettivo.
Di fronte a questa palese ingiustizia, sembra legittimo richiedere ufficialmente che l'archivio RAI diventi accessibile via Internet gratuitamente per tutti.
Questa la richiesta della petizione aperta da Arcoiris TV che trovate su
questa pagina, e che invitiamo tutti caldamente a considerare di sottoscrivere.
Massimo Mazzucco