Sta per esplodere in America – e quindi nel mondo, si presume – il dibattito sugli UFO.
A sbloccare l’eterno stallo fra i convinti assertori della presenza di altri esseri nell’Universo, e i denigratori più scettici, pare sarà l’uscita – o meglio, il rilancio - del documentario “Out of the blue”, titolo che gioca sul doppio significato di “sbucati dal nulla” e “usciti dal cielo”.
Lo studio dell’ “ufologia”, intendiamoci, non è cosa di oggi, ed è fin dallo storico “incidente di Rosewell”, del 1947, che moltissime persone hanno dedicato una vita intera allo studio di questo fenomeno. Ma fino ad oggi la questione è rimasta relegata ai margini del discorso mainstream, e nessuna “persona seria” – intesa come “pubblicamente presentabile” - se ne è mai occupata ufficialmente.
Ora invece abbiamo addirittura un ex-presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, che sostiene di aver visto personalmente degli UFO, e accanto a lui è subito comparsa un’altra figura di tutto rispetto, l’astronauta Gordon Cooper (progetto Mercury), che dice di aver fatto la stessa esperienza.
Il documentario “Out of the blue”, che è stato girato nel 2006, inizia con alcune testimonianze ... .. del noto episodio delle “Phoenix lights” (“le luci di Phoenix”), registratosi in Arizona nel 1997. Mentre osservavano il passaggio della cometa Hale-Bopp, migliaia di persone hanno raccontato di aver visto un enorme oggetto passare sulle loro teste, a qualche centinaio di metri al massimo di distanza. “Era a forma di Delta – raccontano i testimoni – era circondato da una serie di luci, e potevi capire che era un oggetto solido perchè oscurava completamente le stelle al suo passaggio”.
Quel giorno la polizia dell’Arizona raccolse sufficienti testimonianze da poter tracciare un percorso di almeno venti miglia compiuto dall’oggetto non identificato, fra Phoenix e la cittadina di Tampa. Alcuni sostengono che l’astronave fosse larga più di un chilometro. Ma il governatore dello stato, Fife Symington, si presentò il giorno seguente alla conferenza stampa accompagnato da un finto “alieno”, coprendo così subito di ridicolo l’intero evento.
Solo in una seconda intervista, molto più tardi, Symington avrebbe ammesso di aver visto anche lui lo strano oggetto volante.
Come molti sanno, la storia recente è piena di avvistamenti collettivi ben difficili da spiegare con le noste attuali conoscenze, e non stupisce che il ramo più scettico degli scienziati tenda a spiegare il tutto come frutto dell’instabilità della psiche umana, e della sua facile suggestionabilità.
Ma c’è anche un ramo della scienza che sta provando a sbilanciarsi verso la possibile esistenza di altri esseri, riagganciandosi a quanto loro stessi sostengono a livello teorico: vista la quantità praticamente illimitata di pianeti, galassie e sistemi solari – dice il loro ragionamento – le probabilità che in qualche remoto angolo dell’Universo esistano le condizioni sufficienti a dare inizio alla vita sono tutt’altro che inesistenti.
Va da sè che lo scienziato serio non si accontenta del fatto che “esista l’acqua” su qualche altro pianeta, per poter sostenere che lì è possibile la vita, ma come sappiamo quando la scienza scova una remota possibilità statistica che le può tornare utile, ci si aggrappa con una forza incommensurabile.
Dopo la nascita del cosiddetto “Intelligent Design”, assisteremo quindi a una nuova spaccatura, nel mondo scientifico, fra possibilisti e negazionisti anche sulla questione degli alieni?
Massimo Mazzucco
Fonte
ABC News