L'altro giorno, durante l'Angelus, Papa Bergoglio ha denunciato la guerra che gli estremisti musulmani stanno conducendo nel nord dell'Iraq. Il Papa ha parlato di innocenti, donne e bambini uccisi e massacrati, ed ha ammonito con tono severo: "Non si fa la guerra in nome di Dio".
E' un ammonimento perlomeno curioso, da parte del capo di una organizzazione che si è resa responsabile, nel corso dei secoli, per la morte di decine di milioni di innocenti, donne e bambini, che venivano massacrati dai soldati cristiani proprio "in nome di Dio".
La cosiddetta "civiltà cristiana occidentale" - quella in cui viviamo oggi - nacque nel giorno in cui i leader di una nascente religione si resero conto di avere un potente dio, ma non una spada con cui portare il suo verbo per il mondo, mentre l'imperatore di Roma si rese conto di avere un'altrettanto potente spada, ma non un ideale superiore al quale legarla. Fu così che una notte Costantino "sognò" un angelo, il quale gli mostrò una croce e gli disse "In hoc signo vinces". E il Sacro Impero Romano fu nato.
Mentre i primi 300 anni del nostro calendario avevano visto i cristiani nascondersi nelle catacombe, di colpo la storia del cristianesimo divenne anche la storia di infinite persecuzioni da parte loro, ai danni delle altre religioni.
Nei secoli che seguirono furono innanzitutto perseguitati tutti i culti pagani che erano sopravvissuti, i loro seguaci furono sterminati e i loro templi furono completamente distrutti dalle armate romane, spesso guidate dagli stessi vescovi locali.
Vescovi come Marco di Aretusa, o Cirillo di Eliopoli, passarono alla storia come "distruttori di templi", ... ... mentre l'imperatore Teodosio arrivò addirittura a far uccidere i propri figli perchè sorpresi a giocare con delle statuette pagane. Entro il sesto secolo i pochi pagani rimasti al mondo avevano completamente perso ogni diritto civile.
Procedendo a balzi nella storia troviamo anche, ad esempio, che:
Carlomagno, durante il secondo Sacro Romano Impero, fece decapitare circa 5000 Sassoni che non volevano convertirsi al cristianesimo.
La prima crociata in "terrasanta" causò la morte di circa un milione di persone.
Durante la seconda crociata, 40 città e 200 castelli furono messi a ferro e fuoco dalle armate cristiane. La sola conquista di Antiochia causò 60.000 vittime, alle quali se ne aggiunsero altre 100.000 prima della fine della crociata stessa.
Ad Acri, durante la III crociata, furono decapitati 2.700 uomini, donne e bambini di religione musulmana (immagine a sx).
Nella battaglia di Askalon furono uccisi circa 200.000 non-cristiani.
L'arcivescovo di Tiro descrisse così la conquista di Gerusalemme, nel 1099: "Nel tempio i cavalieri avanzavano con il sangue fino alle ginocchia. Vi erano montagne di resti umani dappertutto, ma non era solo la vista dei corpi fatti a pezzi ad incutere terrore nella popolazione, era lo sguardo stesso dei vincitori, grondanti di sangue dalla testa ai piedi, che si aggiravano fra i cadaveri piangendo di gioia e ringraziando il signore per ciò che avevano fatto".
Solamente all'interno del Tempio si dice vi fossero ammassati più di diecimila cadaveri, e fino all'estate seguente l'aria intorno alla Città Santa rimase intrisa dell'olezzo dei cadaveri in decomposizione.
La cifra globale delle vittime delle crociate, secondo le stesse cronache cristiane del tempo, si può collocare comodamente fra i quindici e i venti milioni.
Vi fu poi lo sterminio sistematico di tutte le opposizioni ed eresie nel corso dei secoli: si parte dallo sterminio dei Manichei (alcune migliaia), verso la fine dell'Impero Romano, si passa per mille piccole sette ed eresie un pò dappertutto, e si arriva al milione circa di Albigesi (Catari) sterminati nel 13° secolo, dopo vent'anni di terrore che lasciarono mezza Languedòc completamente spopolata.
A quel punto subentrò l'Inquisizione, la cui attività fu talmente vasta e sistematica che ancora oggi non è possibile calcolarne con precisione il numero delle vittime (ufficialmente, inoltre, il Tribunale non è mai stato chiuso. Ha solo cambiato nome). Il solo frate dominicano Torquemada, al tempo, vantava pubblicamente un carniere di 10.220 vittime mandate personalmente al rogo.
All'Inquisizione in tutta Europa si vennero poi a sommare le cosiddette "guerre di religione", avvenute fra cattolici e protestanti, in seguito alla Riforma Luterana. Eccone alcuni episodi significativi.
Nel 1538 6000 protestanti furono affogati vivi dai cristiani nella città olandese di Emden.
Nel 1572 20.000 ugonotti morirono per ordine del papa Pio V.
Nello storico sacco di Magdeburgo, durante la guerra dei 30 anni, circa 30.000 cittadini - uomini donne vecchi e bambini - furono uccisi a sangue freddo dai cristiani conquistatori. Friedrich Schiller scrisse che "in una sola chiesa più di 50 donne furono decapitate, e fra i cadaveri furono trovati anche dei bambini ancora attaccati al seno della madre".
Alla fine della guerra dei 30 anni più del 40 per cento dell'intera popolazione del centro-europa era stato sterminato. La guerra finì, semplicemente, perchè non c'era più nessuno in grado di combatterla.
Nel 16° secolo l'Irlanda fu "cattolicizzata" grazie allo sterminio sistematico degli abitanti locali: man mano che l'esercito di Sir Raleigh avanzava nel paese - raccontano le cronache - ai bordi delle strade venivano collocate, a mò di ammonimento, le decine di migliaia di teste delle vittime che avevano rifiutato di convertirsi.
La stessa logica dell'"extra ecclesiam nulla salvatio" ("fuori dalla chiesa non c'è salvezza") fu applicata da Colombo e da tutti coloro che lo seguirono nella colonizzazione del Centro e Sud America. Per quel che riguarda il Nord America, avrebbero pensato in seguito i protestanti a fare una cosa simile. Stiamo parlando di decine di milioni di vittime nei due continenti, che significarono al tempo la scomparsa effettiva del 90% delle popolazioni indigene.
Per quel che riguarda gli ebrei, che possono vantare una storia tutta loro rispetto alle persecuzioni da parte dei cristiani, ricordiamo solo due episodi particolarmente significativi. Nel solo 1492, anno in cui Colombo veleggiava per le Americhe, più di 150.000 ebrei furono bruciati al rogo, convertiti con la forza o espulsi dalla Spagna dei cattolicissimi Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castilla.
Nel 1648 200.000 ebrei morirono, per mano cristiana, nel massacro di Chmielnitzki, in Polonia. Si era a meno di trecento anni, e a circa trenta chilometri, dai futuri forni di Auschwitz.
Si potrebbe andare avanti a snocciolare cifre e casi storici per molto tempo ancora, passando per il terrorismo sistematico contro i buddisti in Vietnam (il vescovo di Saigon era il fratello del dittatore Diem), per arrivare ai più recenti massacri nel Ruwanda, per i quali ultimamente sono anche stati condannati a morte due sacerdoti ed una suora cattolici, ma il senso generale della storia della cristianizzazione dovrebbe a questo punto risultare abbastanza chiaro: stiamo parlando di una cifra globale approssimativa - sicuramente errata per difetto - di ottanta milioni di vittime.
Riserviamo un'informazione, in chiusura, ai molti che probabilmente non ne avranno mai sentito parlare, e che di sicuro faticheranno non poco a crederci: i campi di concentramento, durante la seconda guerra mondiale, non furono solo quelli nazisti, ma vi furono veri e propri campi di concentramento, sotto gli Ustasha di Ante Pavelic (Croazia), dove oltre ad ebrei, zingari ed omosessuali, si sterminavano anche gli stessi cristiani ortodossi della vicina Serbia. Alcuni di questi campi venivano gestiti direttamente dalla chiesa cattolica.
Il più noto fra tutti è il campo di
Jasenovac, che rimase attivo per più di tre anni, e che fu gestito direttamente dai frati francescani (si trattava in realtà di un complesso di 5 unità collegate, nelle quali morirono dalle 300.000 alle 700.000 persone). Le cronache riportano un giorno del 1943 in cui l'intero corso del fiume Sava, che attraversa la Croazia, era intasato e ricoperto dai cadaveri galleggianti in arrivo da Jasenovac.
Oggi naturalmente la Chiesa "non fa più queste cose". Prima però che un Papa torni a sciaquarsi la bocca con parole come "non si fanno le guerre nel nome di Dio", sarebbe apprezzabile che facesse un piccolo mea culpa di tipo storico, visto che l'organizzazione di cui è capo si porta sulla coscienza parecche decine di milioni di vittime innocenti.
Massimo Mazzucco
(Articolo originale:
"In Hoc Signo Vinces").