di Claudio Negrioli
La guerra globale al terrorismo intrapresa dalla coalizione dei volonterosi, Usa e Gb in testa, è palesemente e irrimediabilmente persa sui campi di battaglia Irakeni e Afghani... checchè ne dica la propaganda.
La questione vera che ora si pongono i vertici politico-militari della Coalizione, è trovare una "exit strategy" dignitosa che permetta di salvare la faccia e quel che resta della macchina bellica, uomini compresi.
Orecchie che sanno intendere odono però un tam-tam sempre più insistente che corre sulle basse vibrazioni effuse dai tamburi di guerra che solcano l'etere e non fanno presagire nulla di buono per l'immediato futuro.
Notizie come le esercitazioni appena terminate (Noble Resolve, 23-27 aprile 2007) dove si simulava uno scenario che prevedeva l'uso di un ordigno atomico fatto deflagrare da fantomatici terroristi addestrati da Al-Qaeda (La Base) nel porto di una grande città della Virginia, sono già state rincalzate da fresche nuove dove si parla di un ordigno sempre atomico, … … sempre targato Jihad, sempre sponsorizzato Al Qaeda e/o Iran, ma che stavolta dovrebbe esplodere su Washington e - nelle intenzioni degli attentatori - causare la decapitazione dei centri nevralgici del potere nemico, gettando così nel caos la nazione americana.
Re George II non perde però tempo e con due editti, la National Security Presidential Directive n° 51 e la Homeland Security Presidential Directive n° 20, ordina alle agenzie preposte di mobilitarsi per mettere in scena una simulazione di "Governement of Survival" - un "governo di sopravvivenza" - che garantisca la continuità della macchina governativa anche in questa catastrofica evenienza.
Esistono, preparati all'uopo, bunker segreti sparsi un pò dappertutto sopra o sotto il suolo americano, che sono sempre più freguentati dopo l'11 settembre 2001 - data che ha segnato la data di inizio della "guerra globale e infinita al terrorismo" - da centinaia di "pezzi umani pregiati" necessari per il funzionamento dell'apparato militare-amministrativo, che dopo aver salutato parenti e amici si chiudono a turno nelle strutture per circa un mese a fare prove pratiche di "trasmissione".
Al momento attuale, consci della mal parata sui teatri del medio ed estremo Oriente, Re George e la sua corte, come consumati giocatori d'azzardo, si accingono ad aumentare la posta puntando sulla guerra globale estesa, cercando rissa con la Russia circondandola di missili Minuteman collocati in prossimità dei suoi confini o ancora tentando di implicare l'Iran come lunga mano del terrorismo anti-occidentale per poterlo finalmente aggredire.
Del resto, lo stesso Z. Brzezinski, autorevolissimo esperto in politica estera e già Segretario alla Sicurezza con J. Carter da qualche tempo va mettendo in guardia che circoli interni alla Casa Bianca stanno valutando la possibilità di "avere un grosso attentato" che permetta di allargare e dare nuova linfa alla guerra in corso aggredendo i cosidetti "stati canaglia", Iran in primis.
Non trascurano però i nostri, di prepararsi una difesa estrema che permetta loro di salvarsi se le cose dovessero mettersi davvero male, incuranti se questo comporterà la perdita di un grande numero di Americani coinvolti in una ipotetica ma non troppo "false flag" che porterebbe, col pretesto di rispondere al colpo terrorista, ad un tipo di stato inedito dove un Presidente con pieni, totali e insindacabili poteri dirigerebbe la nazione in guerra da un bunker super protetto e segreto.
Sembra inoltre che coloro che soffiano, ascoltati, nelle orecchie presidenziali non siano propriamente figure istituzionali statunitensi ma bensì facciano parte della organizzazione Neo-con-sion denominata American Enterprise Institute, legata a filo doppio con Israele e già responsabile dello studio di fattibilità e pianificazione per l'aggressione del 2003 alla Nazione Irakena.
Il Presidente è altresì informato della sua perdita di popolarità tra i connazionali, che è scesa sotto il 28% negli ultimi tempi. Pessima notizia, aggravata dal fatto che sempre più membri del Congresso di entrambi gli schieramenti gli si muovono contro cercando di avviare la procedura di impeachment, che secondo le parole di L. Wilkerson, un congressista già capo dello staff di supporto del Gen. Colin Powell quando costui era Segretario di Stato, porterebbe direttamente ad una imputazione per alto tradimento, con tutte le conseguenze che ciò comporta per Bush & C.
Ha detto Wilkerson che i metodi illegali usati e gli enormi crimini commessi dall'attuale inquilino della White House faranno sembrare marachelle infantili i "peccadillos" commessi da quello precedente, Billy Clinton.
Starebbe prendendo corpo, negli ambienti del potere Imperiale U.S.A, una sordida lotta tra due fazioni rivali e trasversali: da una parte la posizione (minoritaria) di chi vorrebbe chiudere dignitosamente e diplomaticamente le guerre in corso cercando così di limitare il disastro che si intravede all'orrizzonte, mentre sul versante opposto troviamo i potenti neo-con-sion che forti della impunità che li ha accompagnati fin'ora, puntano ad un livello più alto dei conflitti che da bassa intensità dovrebbero sfociare in una vera e propria guerra globale generalizzata.
Tutti i segnali fanno capire che sarà il secondo gruppo a prevalere, motivato dalla consapevolezza che se non si dà una brusca sterzata al timone degli eventi, la verità sulle bugie sparse a piene mani a partire dall'11 settembre per trascinare la nazione in guerra verrà a galla, e questo non potrà restare senza conseguenze per i mandanti e gli esecutori veri che provocarono il giorno più buio nella storia degli States.
Insomma, con realismo pessimista si può prevedere che Re George e i cavalieri della "tavola ovale", al sentire troppo da vicino il fruscio delle corde con cappio, non esiteranno un momento a sacrificare innumerevoli pedine umane in questo gioco della morte, e pur di salvarsi prendendo tempo, daranno il via ad una ancora più grande "false flag" che farà impallidire l'auto-attentato dell'11 settembre.
Claudio Negrioli (clausneghe)
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