Rompendo una tradizione consolidata, che ha sempre visto i quotidiani più “seri” astenersi dal fare “pesci d’Aprile” ai propri lettori, ieri il New York Times ha pubblicato la notizia (solo nella versione on-line) del sorprendente passaggio di John McCain alle fila del partito democratico. Ecco la
“cattura” della homepage del New York Times alle 5 del pomeriggio. (Qui
la pagina originale in cache).
Sotto la scritta “BREAKING NEWS” (“Edizione straordinaria”) campeggia il titolo
:“McCain passa ai Democratici”. Il testo dice:
Un terremoto politico sta scuotendo la capitale dopo che John McCain ha annunciato ufficialmente il suo passaggio al partito democratico. In un breve comunicato stampa rilasciato oggi il senatore dell’Arizona dichiara: “Sono giunto a questa importante decisione dopo che i miei sforzi per raggiungere un consenso politico all’interno del mio partito sono ripetutamente falliti. Ritengo peraltro che molte delle posizioni che hanno caratterizzato la mia intera carriera politica sino riflesse anche dall’ala moderata del partito democratico. Voglio esprimere la mia profonda gratitudine ai leader repubblicani che mi hanno offerto un sopporto incondizionato durante gli eventi che hanno portato alla mia decisione finale” .
Sembra però che ci siano cascati in pochi (anchè perchè la data del 1° aprile sta in bella vista proprio sopra il titolo), mentre molti lettori si sarebbero lamentati per una caduta di stile così infantile e fuori luogo. Sta di fatto che entro le sette di sera il New York Times aveva già ritirato l’articolo, come se nulla fosse successo.
Quando ho chiamato per avere chiarimenti, ... ... mi è stato risposto che la homepage elettronica muta in continuazione. Dell’articolo originale però non si riesce a trovar traccia su tutto il NYT.
Forse la direzione del quotidiano più prestigioso del mondo non si è resa conto che siamo entrati nel terzo millennio, dove Internet ha innalzato la soglia critica del lettore al punto da rendere ridicolo un gesto che vent’anni fa avrebbe fatto magari sorridere.
Massimo Mazzucco