Oggi mi ha chiamato un amico da S. Francisco, è uno dei membri di Architects & Engineers che mi hanno aiutato a fare il film sul 9/11. Aveva sentito in televisione di Berlusconi, e voleva saperne qualcosa di più.
- Avrò letto dozzine di articoli su di lui - mi ha detto - ma c'è una cosa che non riesco a capire: da dove è venuto fuori quest'uomo? Da dove è spuntato?
- Berlusconi è un self-made man - gli ho spiegato - uno venuto fuori dal nulla, che inizialmente faceva l'imprenditore edile. Molto presto nella sua carriera si è trovato a dover fare delle scelte poco pulite, perché quello in Italia è l'unico modo di arrivare veramente in alto.
- In che senso, scelte poco pulite?
- Calcola che in Italia almeno la metà dei soldi che girano nell'edilizia sono soldi che provengono dal riciclaggio. E' quindi necessario avere buoni rapporti con la mafia, per poter gestire queste grosse quantità di denaro senza avere prolemi.
- Ma allora non è un politico...
- Non era un politico - gli ha spiegato io - Lo è diventato in seguito, quando ho capito che l'unico modo per mettersi al riparo dai nemici era quello di saltare il fosso, e di cercare di controllare lui stesso la politica del paese.
- Ma la gente perché l'ha votato? [...] - Se te lo dico, non ci credi. Inizialmente lo hanno votato perché lui ha raccontato agli italiani che una nazione va gestita esattamente come se fosse una fabbrica di formaggini. E siccome lui aveva avuto un successo enorme nel settore privato, gli italiani hanno pensato che votandolo avrebbero risolto tutti i propri problemi.
- Ma questo quando avveniva esattamente?
- Una ventina di anni fa.
- Ma lui è stato al governo per vent'anni?
- No, ma è stato rieletto almeno tre volte.
- Quindi era stato bravo, come primo ministro...
- No, niente affatto. Si è fatto semplicemente gli affari suoi, premurandosi prima di tutto di cambiare le leggi a proprio favore, per mettersi al riparo dalla giustizia. Nel frattempo la nostra nazione andava sempre peggio. Ma lui era furbo, e alla fine di ogni mandato riusciva sempre a far sembrare che la colpa non fosse sua, e quindi veniva rieletto di nuovo.
A questo punto c'è stato un significativo silenzio dall'altra parte del filo.
- Almeno qui, su un presidente funziona male, noi lo cambiamo. Non è che ci sia una grande differenza fra i due partiti, ma almeno abbiamo una alternativa.
- Anche noi abbiamo una alternativa. Quando la gente era stufa di Berlusconi votava per il partito di sinistra. Poi si stufava del partito di sinistra, e tornava a votare per Berlusconi.
- Ma avete solo quei due da votare?
- Fino a ieri sì. Ultimamente è venuto fuori un nuovo partito, anzi un movimento, guidato da un comico famoso, che è riuscito a prendere il 25% dei voti la prima volta che si è presentato alle elezioni.
- In che senso, un comico?
A quel punto ho capito che sarebbe stato difficile spiegargli Beppe Grillo in poche frasi.
- Diciamo che è un movimento nato con Internet. Immagina una specie di "Occupy Wall Street" che si presenta alle elezioni e di colpo prende il 25% dei voti.
- Ma allora è splendido! Vuol dire che siete vicini alla soluzione!
- Niente affatto. Non appena gli altri due partiti hanno capito il rischio che stavano correndo, hanno scelto di mettersi a governare insieme pur di non lasciare spazio a questo nuovo movimento. Dopodiché hanno iniziato una campagna mediatica a tutto campo, e ora il consenso di questo movimento è già sceso sensibilmente.
- Ma quindi adesso cosa succederà con Berlusconi? Andrà in prigione?
- Non credo proprio. Finirà probabilmente per scontare la pena casa sua, perché è troppo anziano per andare in prigione.
- Come sarebbe, troppo anziano per andare in prigione? - ha sbottato lui - Se uno è un criminale è un criminale e basta! Cos'è 'sta storia?
- Vedi, la differenza fra l'America e l'Italia è questa: in America ci sono delle leggi molto severe e rigorose, che - almeno all'apparenza - nessuno è in grado di eludere. Questo significa che quando un potente finisce nei pasticci, il giudice deve fare delle acrobazie da saltimbanco per riuscire in qualche modo a non mandarlo in prigione.
In Italia invece siamo più intelligenti. Noi ci facciamo direttamente le leggi ad hoc, prevedendo in anticipo i problemi che si possono presentare, e ci premuriamo di includere sempre una scappatoia di emergenza, nel caso queste leggi si ritorcessero contro chi le ha fatte.
In questo modo il potente sarà sempre in grado di scapolare un problema imprevisto, il giorno in cui diventasse necessario. Basta avere tonnellate di soldi per pagarti dei buoni avvocati, e questi troveranno sempre la soluzione che ti permette di rimandare il tuo problema all'infinito, giocando anche sul fatto che abbiamo una delle ingiustizie più lente del mondo.
Accade così con uno Berlusconi, che è finito in tribunale almeno una ventina di volte per motivi diversi, non ha ancora fatto un giorno di prigione, e molto probabilmente non ne farà mai uno da oggi in poi.
- A questo punto scommetto che ci sarà della gente in Italia che è ancora disposta a votarlo - ha detto il mio amico - dopo quello che mi hai raccontato.
- Esattamente così. Hai capito il nostro problema. Persino uno che è stato condannato per aver rubato i soldi dei cittadini viene tranquillamente rieletto dagli stessi cittadini. Gli italiani non riescono a fare il collegamento mentale fra chi ci governa e la situazione in cui ci troviamo. Per loro sono due cose diverse, e non c'entrano niente una con l'altra.
- Ora ho capito Berlusconi - ha detto il mio amico - Anzi, mi correggo, ho capito qualcosa di più dell'Italia. I politici alla fine sono solo la faccia visibile di un'intera nazione.
Massimo Mazzucco
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