La crescita rapida e "visibile" di un sito come il nostro, richiede l'anche un frequente aggiornamento riguardo alle sue finalità, per una conferma dello spirito stesso del sito. Fra tutte le variabili in gioco, quella del rapporto fra mondo virtuale e mondo reale è certamente stata una delle più sentite, da moltissimi utenti, sin dall'inizio. Arrivati a duemila iscritti, qualcuno disse " facciamo qualcosa", arrivati a quattromila qualcuno disse "ora il momento di fare qualcosa" e ora che stiamo avvicinandoci ai seimila qualcuno dice "adesso è davvero il momento di fare qualcosa ".
In realtà quel qualcosa lo stiamo già facendo tutti, incessantemente, sin dall'inizio: diffondere informazione. Il nostro compito non è quello di affrontare le istituzioni in maniera diretta, "in quanto sito", né tantomeno come movimento, o ancor meno come "partito".
C'è infatti una differenza di fondo fra luogocomune e una qualunque istituzione organizzata, e sta nel fatto che la nostra comunità cresce dal basso, e non dall'alto. Non esiste cioè una struttura gerarchica che, rafforzando la propria base, rafforzi anche il proprio potenziale … … sul terreno "politico". Luogocomune "è" la sua base, e nient'altro. Qui esiste soltanto un numero, sempre crescente fino ad oggi, di individui che non fanno che replicare all'infinito le caratteristiche dei primi che si aggregarono attorno al sito stesso, definendone le caratteristiche di fondo: il nostro è uno spazio di libero pensiero, e sarà eventualmente la forza di quel pensiero a incidere in qualche modo sulle sorti del nostro futuro, non la forza dello spazio in sè, che non ne è che un vuoto contenitore.
In altre parole Luogocomune non esiste come entità separata dai singoli individui che lo compongono. Luogocomune è, e sempre rimarrà, un insieme di individui, il cui totale non sarà mai superiore alla somma degli elementi che lo compongono.
Se luogocomune dovesse diventare una qualunque entità che cerca di influire direttamente, "in quanto tale", sugli eventi in corso, avrebbe necessariamente bisogno di una struttura organizzativa (leggi: gerarchia) che ne distruggerebbe automaticamente la qualità essenziale: la libertà del pensiero proprio dal condizionamento delle strutture.
A sua volta, forse l'articolo di Faremondo non è stato interpretato del tutto correttamente, ma posso garantire, dopo aver parlato personalmente con l'autore, che non esiste nemmeno in loro una tendenza di tipo pratico che vada oltre il semplice moltiplicarsi di quel movimento spontaneo che ci ha caratterizzato tutti fin dall'inizio.
In ogni caso, questo rimane uno spazio per le idee, e se queste idee potranno cambiare qualcuno, sarà poi questo qualcuno - agendo singolarmente, nel suo quotidiano, insieme a un numero sempre crescente di persone come lui - a "cambiare il mondo".
Anche se quasi nessuno se ne è accorto, io sono profondamente convinto che questo stia già succedendo, e non da poco.
Massimo Mazzucco
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