La difficoltà nel seguire da vicino la politica italiana sta non soltanto nell’insensatezza del discorso in generale, ma anche nell’uso ormai depravato della lingua italiana che fanno sempre più spesso i nostri giornalisti, o cosiddetti tali.
Quando leggi, nello stesso
articolo, “tutti si aspettavano che il presidente del Consiglio avrebbe parlato di giustizia”, oppure “sembra difficile che la riforma potrà mai vedere la luce”, oppure ancora “la misura prevederà che l'allungamento della vita lavorativa delle donne sarà volontario”, ti viene letteralmente il mal di pancia. Se all’orrore di queste storpiature aggiungi il nonsense che pervade le notizie stesse, ti rendi conto che il cittadino medio oggi nuota in un ridicolo vaso di vetro, mentre è convinto di trovarsi in mare aperto.
Il problema ha una radice comune, ed è l’assoluta sciatteria mentale del nostro giornalismo - sia nella forma che nel contenuto - che è ormai abituato a passarci le informazioni senza più applicarvi il minimo filtro razionale.
Prendiamo ad esempio questa frase: “Nel primo Consiglio dei ministri di gennaio, il governo approverà un disegno di legge di riforma del sistema giudiziario. Due i punti salienti: separazione di giudici e pm da una parte, indagini affidate alla polizia giudiziaria, senza più la direzione del pm, dall'altra”.
Dove starebbero, i “due” punti salienti? Per me, che di giustizia ne so poco, se “affidi le indagini alla polizia giudiziaria, senza più la direzione dei PM”, hai effettuato proprio una “separazione di giudici e pm”, no? A me pare un punto solo, non due.
Sarebbe come dire: “Due le innovazioni nel regolamento calcistico: sarà aumentato il numero degli arbitri, e verrà introdotto il quarto uomo”. (A quel punto manca solo di aggiungere “e non verranno aboliti i guardialinee” ... ... , e hai tre innovazioni al posto di una.)
Poco più sotto si legge: “I contenuti della riforma, sottolinea [Berlusconi], sono aperti "ai suggerimenti e ai consigli di tutti, comprese le forze dell'opposizione".
Ma come? Non hai appena detto che “nel primo Consiglio dei ministri di gennaio, il governo approverà un disegno di legge di riforma del sistema giudiziario”? E quando li ascolterebbe, Berlusconi, questi “consigli di tutti, comprese le forze di opposizione”? Durante le feste natalizie, per caso?
Non ti rendi conto, caro giornalista, che sei di fronte ad una presa per il culo colossale, e tu la presenti come se fosse la cosa più normale del mondo? Se non le fai notare tu, queste cose, speri forse che il lettore se ne accorga da solo?
Più sotto leggiamo: “La crisi economica è l'altro tema che tiene banco nelle domande e nelle risposte del presidente del Consiglio“.
Fa tutto da solo, adesso? Convoca la conferenza stampa, si fa le domande, e poi si risponde pure? D’accordo che il nostro premier è un grande maverick, ma stiamo attenti alle parole, perfavore.
“Berlusconi rilancia la sua visione ottimistica, dice che serve "un'iniezione di fiducia e speranza"”.
Se “serve un’iniezione di speranza”, vuole dire che la visione è tutt’altro che ottimistica, no? L’ottimista è convinto che tutto vada bene, mentre il paraculo cerca di illuderti che tutto vada bene – praticandoti “iniezioni” in diverse parti del corpo, appunto – ma sa benissimo che le cose non stanno così.
“Berlusconi sceglie un approccio pragmatico sulla bufera giudiziaria in Campania. Il governo, spiega, avrebbe potuto commissariare il comune del capoluogo campano, ma non lo ha fatto "per evitare un ritorno al clima di Tangentopoli".”
E questo sarebbe un “approccio pragmatico”? Non sarà piuttosto opportunismo della peggior specie, coperto di ipocrisia fino al collo? Se fingersi leali e onorevoli, mentre si distruggono i principi stessi che si finge di proteggere, è pragmatismo, allora bestemmiare è una forma di cortesia, e mandare affanculo è una preghiera mistica.
“Il governo dovrà decidere "entro il 13 gennaio"[sulla proposta Brunetta], e comunque la misura prevederà che l'allungamento della vita lavorativa delle donne sarà volontario”.
A parte l’orrido linguistico già segnalato, qualcuno è in grado di spiegare questa frase a chi, come me, manca dall’Italia da molti anni?
Cosa vuol dire che “l'allungamento della vita lavorativa delle donne sarà volontario?” Che decidono loro se continuare a lavorare, invece di morire di colpo sotto la pressa? O che la vita gliela allunga il datore di lavoro, ma solo se gli sono simpatiche? Oppure, forse, che le donne possono scegliere di continuare a lavorare oltre l’età pensionabile? Perchè a me risulta che questo già prima non fosse proibito. Persino gli uomini potevano farlo.
Infine, leggiamo che Berlusconi lamenta “la direttiva [del ministro Sacconi] sul caso Eluana”, dicendo “che lui, su questi temi, preferirebbe che il governo non intervenisse. Poi però precisa: il ministro "ha parlato a nome del governo".”
Come sarebbe, “però”? Se Berlusconi “lamenta”, e “preferisce che il governo non intervenga”, vuol dire che questo Sacconi ha già parlato a nome del governo, no? Altrimenti il buon Silvio non si sarebbe lamentato, oppure avrebbe detto “per fortuna non ha parlato a nome del governo”. Da dove esce quel “però”?
Forse il nostro giornalista voleva dire “infatti”, ed evidentemente per lui è la stessa cosa.
Non stupiamioci quindi se un giorno ci dovessimo ritrovare con un “presidente della repubblica” che in realtà è, a tutti gli effetti, un vero e proprio dittatore. Tanto, per noi che nuotiamo nel bicchiere, fa ben poca differenza.
Massimo Mazzucco