L'OLOCAUSTO DEGLI ALTRI
di Nadine Boulanger
Senza voler nulla togliere all'importanza che riveste la Giornata della Memoria, e ribadendo la condanna per gli orrori dell'Olocausto, bisogna dire che lo stucchevole eccesso di retorica a cui abbiamo assistito non è stata l'unica nota stonata di questa celebrazione mondiale appena conclusa.
Nell'impostazione della ricorrenza, così come è stata rappresentata, manca ciò che le avrebbe dato un vero senso universale, e cioè un riconoscimento di tutti gli altri massacri e deportazioni, avvenuti in un passato magari più remoto, ma non per questo meno tragici o significativi.
Ci riferiamo soprattutto alla tratta dei Neri d'Africa, di cui si è sempre parlato pochissimo nonostante il numero di persone coinvolte... ... fosse terrificante: si parla di 60/80 milioni di persone che sono state strappate alle proprie vite, alle case, ai parenti, al loro continente. Donne violentate, uomini carne da macello, trasportati come bestie nelle stive delle navi, tenuti in condizioni disumane, destinati, se non crepavano prima, a diventare schiavi, a lavorare come animali in terre straniere anche per 20 ore al giorno consecutive.
Questo massacro infame, di cui si sono macchiati praticamente tutti gli stati europei, è durato ben tre secoli, ha procurato sofferenze indicibili a quelle popolazioni, ha sottratto ad un intero continente le sue energie migliori - sapevano ben scegliere i negrieri, al mercato degli schiavi, prendendo i più forti e lasciando i più deboli - scompaginando un tessuto sociale che fino ad allora non aveva mai conosciuto una ferocia umana di quel genere. (Nelle zone costiere dell'est gli arabi avevano fatto qualcosa di simile, ma in proporzioni molto ridotte).
La deportazione sistematica ha finito per produrre un impoverimento genetico delle popolazioni, che sommato al successivo sfruttamento coloniale ha contribuito in maniera determinante al degrado progressivo e all'impoverimento socio-materiale dell'Africa di oggi. Non contento, l'Occidente continua a fomentare guerre e divisioni, al fine di sfruttare le risorse naturali di cui gli africani abbondano ma di cui non possono minimamente giovare.
A tutt'oggi viene negato ad un intero continente il diritto di sopravvivere, gli si negano cibo, pace, farmaci e soprattutto dignità.
Non è mai avvenuto un riconoscimento collettivo di tutto ciò, nè tanto meno si pensa ad un risarcimento materiale, che è forse la cosa più temuta da tutti i paesi occidentali, i quali hanno scelto l'oblio pur di non dover riparare.
Se è vero che gli individui sono tutti uguali, e se violenza e genocidio non hanno connotati razziali, anche la tragedia dei Neri avrebbe dovuto apparire in questa santa giornata come parte integrante della condanna.
Mentre il silenzio discriminante che ha coperto questo ricordo rende ancora più ipocrita e razzista una scelta commemorativa che ipocrisia e razzismo vorrebbe così tanto condannare.
Nadine Boulanger
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