L'altra sera ho visto l'intervista del primo ministro Letta a Ballarò. E' stata una esperienza simile a quegli strani incubi dove tutto è reale, ma c'è qualcosa di angosciante che non torna, che non combacia con la realtà, e tu non riesci a capire che cos'è.
Sembrava quasi di assistere alla messinscena di un libro di Kafka. Vedevo le labbra di Letta che si muovevano, ma da quella bocca non usciva nulla che avesse senso. Di fronte a lui persino Floris, solitamente pavido e ambiguo, sembrava un leone nella jungla.
Lui faceva domande precise, ma dalla bocca di Letta uscivano soltanto parole vuote.
- Toglierete l'IMU?
- Dipende.
- Da cosa?
- Da tante cose.
- Ad esempio?
- Vediamo intanto se riusciamo a coprire l'IVA.
- E l'IVA, con cosa pensate di coprirla?
- Dipende.
- Da che cosa?
- Ad esempio, dai fondi che riusciremo a recuperare con la modifica dell'IMU.
Era un circolo vizioso, assolutamente insensato, ... ... dove l'unica cosa che traspariva era il terrore di Letta di doversi assumere un impegno di qualunque tipo.
- Cosa pensa della possibile condanna di Berlusconi?
- Non sta bene che il primo ministro esprima opinioni su sentenze della magistratura.
- Allora cambio la domanda: secondo lei, cosa succede se Berlusconi viene condannato?
- Intanto vediamo se viene condannato.
- D'accordo, ma io le ho chiesto cosa succede "se" viene condannato.
- Non lo so, vedremo.
Era una specie di "zero-sum game" applicato alla dialettica: più la domanda era precisa, più la risposta diventava evasiva, per cui il risultato era comunque zero.
Ad un certo punto ho capito la ragione del mio disagio. Quello che stava facendo Letta, con le parole, non era altro che rispecchiare fedelmente la nostra realtà economica. Anche l'Italia infatti si trova in un "zero-sum game": siamo in un vicolo cieco dove per coprire l'IMU bisogna aumentare l'IVA, oppure viceversa. Ma la somma dei fattori sarà comunque zero, nel senso che il nostro debito estero non cambia, e quindi da una parte o dall'altra quei soldi andranno trovati.
Enrico Letta, con la sua dialettica circolare, non ha fatto altro che rappresentare in termini simbolici la situazione reale del paese: una gabbia senza via d'uscita.
Con un debito pubblico che supera il PIL nessuna nazione al mondo potrà mai riprendersi. E' matematicamente impossibile. Questo ovviamente lo sanno tutti i nostri politicanti, di destra, centro o sinistra che siano. E quindi, invece di affrontare il problema alla radice, continuano a cambiare il volto della persona che ha il compito di nasconderci questa cruda verità.
Oggi la figura educata, colta, e sensibile del seminarista Letta ha sostituito quella spiccia e tecnocratica di Monti, il quale a sua volta aveva sostituito la figura del piazzista di elettrodomestici Silvio Berlusconi.
Ma la nostra realtà non cambia di una virgola: l'intera nazione è stata messa in schiavitù, all'interno di una spirale da cui è matematicamente impossibile uscire.
A meno che...
Massimo Mazzucco