Molto spesso certi episodi di cronaca diventano interessanti non tanto per il fatto in sè, ma per le reazioni che questi fatti scatenano a livello popolare, politico e mediatico.
E’ certamente il caso dell’infelice battuta di Paolo Villaggio sui “sardi che si accoppiano con le pecore”, pronunciata dal comico genovese durante una trasmissione di Rai3.
Come riporta l’
ANSA, “i pastori isolani sono sul piede di guerra e hanno già dato mandato all'avvocato cagliaritano Anna Maria Busia di querelare Villaggio per le sue dichiarazioni”. Il governatore Cappellaccì ha detto: “Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza. Se il livello culturale offerto da certe trasmissioni scende così in basso, lo Stato farebbe bene a considerarle tra le voci soggette a tagli". Simone Spiga dell’associazione Arcipelago (Fli) dice che "affermazioni di questo tipo sono abominevoli, e dimostrano la volgarità di questa pseudo televisione pubblica, ormai decaduta nel più becero qualunquismo" e sostiene addirittura che “i vertici Rai dovrebbero dimettersi".
E’ davvero curioso vedere tutte queste persone che si lanciano in una crociata per difendere il “livello culturale” del servizio pubblico di fronte ad una semplice battuta (infelice come poche, lo abbiamo già detto, ma è pur sempre una battuta), ... ... mentre sembrano digerire senza alcun problema l’abominio sistematico che viene fatto dei veri valori culturali, attraverso l’uso indiscriminato e distorto della televisione – chiaramente intenzionale - da trent’anni a questa parte.
Dove sono queste persone quando i telegiornali del servizio pubblico ci raccontano con assoluta certezza che Osama bin Laden ha fatto distruggere le Torri Gemelle, pur sapendo che non esiste uno straccio di prova contro di lui?
Dove sono queste persone quando Piero Angela afferma con disinvoltura dal servizio pubblico che “il nucleare è sicuro”, e nessuno osa porgli un minimo di contraddittorio? Oppure quando suo figlio ci racconta, dallo stesso servizio pubblico, che le Torri Gemelle “erano dei parallelepipedi vuoti” (e che quindi sarebbero crollate "perchè troppo fragili") senza che nessuno intervenga per correggere questa clamorosa falsità (debitamente segnalata)?
Dove sono queste persone quando i TG del servizio pubblico ci dicono che “un nuovo studio scientifico conferma la pericolosità della marijuana”, senza nemmeno verificare la validità – inesistente, infatti - di questo fantomatico “studio”?
Dove sono queste persone quando gli stessi TG ci danno la notizia di cui sopra, ma si “dimenticano” di dirci che nel frattempo la marijuana si sta rivelando un ottimo alleato nella cura contro il cancro?
In altre parole, dove sono queste persone quando il servizio pubblico evita sistematicamente di fare il proprio dovere – che è sia di informarci che di intrattenere, ma sempre in modo intelligente - mentre rimpiazza il vuoto che ha creato con programmi sempre più imbecilli e decerebranti, che sono i veri responsabili del crollo inarrestabile del “livello culturale”?
Perchè puntare il dito su una singola battuta, quando questa battuta è chiaramente figlia della stessa volgarità che queste persone hanno tranquillamente accettato che dilagasse sul servizio pubblico senza mai protestare?
Gli stessi crociati che si premurano di sottolineare che si tratti di “un servizio pagato dai contribuenti”, infatti, dimenticano di dire che i nostri soldi dovrebbero permettere proprio alla TV pubblica di sopravvivere senza dover necessariamente inseguire i privati nella vertiginosa corsa verso il basso.
Invece si accetta che i nostri soldi finiscano nelle casse di una TV che poi compete comunque con i privati – dovendo quindi abbassare all’infinito il livello culturale, pur di fare audience e garantirsi gli stessi introiti pubblicitari – e poi ci si lamenta delle conseguenze inevitabili che questo abbassamento culturale ha provocato.
Gentili signori, quando dite che “il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza” avete ragione da vendere. Domandatevi però dove stiano - e soprattutto da dove provengano - le vere “stupidità”, “volgarità” e “ignoranza”, prima di tornare anche solo ad aprir bocca.
Massimo Mazzucco