La testimonianza dell'ex Ministro dei Trasporti Norman Mineta, davanti alla 9/11 Commission, rappresenta, per ricerca gli eventi dell'11 Settembre 2001, una delle indicazioni più lampanti della complicità dell'amministrazione, e nello specifico di Richard Cheney, negli attentati terroristici di quel giorno.
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La 9/11 Commission, conscia di ciò, si è limitata ad ignorare questa testimonianza ma altri... negli Stati Uniti ed anche qui in Italia, hanno invece utilizzato altre tecniche per cercare di invalidare il racconto dell'ex ministro americano.
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Secondo questa “interpretazione” l'evacuazione della Casa Bianca avrebbe avuto inizio solo alle 9:40 e Norman Mineta non avrebbe potuto raggiungere il centro operativo (PEOC) se non dopo l'esplosione al Pentagono. L'ex Ministro dei Trasporti, inoltre, sebbene si riferisca chiaramente all'aereo “that came into the Pentagon”, in realtà farebbe riferimento a United 93, o meglio la proiezione della sua traiettoria, visto che Shanksville dista 126 miglia dalla capitale.
Questa distorsione di fatti e parole, degna delle peggiori teorie complottiste, vuol far intendere che Mineta si sia sbagliato, confondendo praticamente tutto, dall'orario agli aerei coinvolti. Nel portare avanti questa tesi, però, vengono utilizzati dei “miti” che, parafrasando Popular Mechanics, non reggono alla prova dei fatti.
Mito 1: La Casa Bianca è stata evacuata alle 9:40
L'affermazione per cui la Casa Bianca sarebbe stata evacuata solo alle 9:45, infatti, è presente nella timeline pubblicata dalla CNN ma un attento scrutinio della diretta video dell'11 Settembre 2001, trasmessa dalle principali tv americane, rivela una realtà un po' diversa.
Ecco ad esempio che cosa trasmetteva la CNN alle 9:54
John King riporta che “hanno iniziato ad evacuare lentamente la Casa Bianca circa mezz'ora fa”, ovvero intorno alle 9:20, proprio l'ora in cui Norman Mineta, scortato dal Secret Service, afferma di essere entrato nel bunker.
Perché questa disparità negli orari di evacuazione? Rivedendo le immagini di quel giorno si può notare come l'evacuazione della Casa Bianca sia avvenuta in due tempi; dapprima era stata evacuata solo l'ala ovest, il “West Wing” dove si trovava Cheney, mentre poi, dopo lo schianto al Pentagono, il provvedimento venne esteso a tutto l'edificio ed agli altri complessi governativi.
Il fatto che Mineta sia arrivato intorno alle 9:20 al PEOC e che abbia ascoltato il dialogo di Cheney “cinque o sei minuti dopo” è corroborato anche dalla testimonianza di Richard Clarke.
Nel suo libro Against all enemies Clarke descrive l'evacuazione della Casa Bianca ed i minuti che hanno preceduto lo schianto al Pentagono:
“Cheney inizio a raccogliere le sue carte. All'esterno del suo ufficio normalmente c'erano due agenti del Secret Service. Mentre me ne stavo andando via ne contai otto, pronti a trasferirsi al PEOC...”
[..]
Poco dopo. Mineta mi chiamò dalla sua macchina e gli chiesi di venire direttamente alla Situation Room. Ha due figli che erano piloti per la United. Non sapeva dove fossero quel giorno, così gli ho suggerito di raggiungere il vice Presidente.
[..]
Erano ora le 9:28
Lo schermo televisivo in alto a sinistra era sintonizzato sulla CNN e l'audio era spento. Vedendo che il Presidente stava per parlare, Lisa accese il volume e la conferenza di crisi si interruppe per ascoltarlo.
Stafford mi passò una nota. “Il Radar mostra un aereo diretto in questa direzione”. Il Secret Service aveva un sistema che permetteva loro di vedere ciò che i radar della FAA stavano vedendo.
[..]
Ralph Seigler fece capolino nella stanza, “c'è stata un'esplosione al Pentagono, forse un'autobomba!”
Come mostrano questi estratti Clarke afferma che Cheney si stesse recando nel bunker ben prima dell'esplosione al Pentagono e così pure Mineta. Inoltre Clarke conferma indirettamente che l'aereo diretto verso Washington D.C. era effettivamente seguito sul radar, proprio come affermato da Mineta.
Mito 2: Cheney giunse nel bunker solo dopo lo schianto al Pentagono
I debunker spesso citano questo articolo del Washington Post per affermare che Cheney non sia arrivato al PEOC prima delle 9:38.
“Nel tunnel al di sotto della Casa Bianca, Cheney si fermò a guardare una televisione che mostrava le torri del World Trade Center fumanti, ascoltò un report riguardo al fatto che un aereo aveva colpito il Pentagono e chiamò di nuovo Bush”
L'articolo però continua così...
”Il Ministro dei Trasporti Norman Mineta, fatto accorrere dalla Casa Bianca al bunker, era su una linea aperta con il centro operativo della FAA, monitorando il volo 77 mentre si dirigeva verso Washington, con la traccia radar che veniva aggiornata ogni sette secondi. Fu notificato che l'aereo era a 50 miglia di distanza, poi a 30 miglia, quindi a 10 miglia ed infine giunse notizia nel bunker che vi era stata un'esplosione al Pentagono”
La 9/11 Commission invece concluse che:
“Il Vice Presidente entrò nel tunnel sotterraneo che portava al rifugio alle 9:37.[..]
[Cheney] seppe nel tunnel che il Pentagono era stato colpito, e vide in televisione il fumo provenire dall'edificio”
Peccato che, come affermato nelle note del rapporto...
Il personale del Secret Service ci ha riferito che l'orario 9:37 nella loro timeline era basato su dati di un sistema di allarme, che però non sono più disponibili.
In un'intervista alla CBC lo stesso Hamilton, co-presidente della 9/11 Commission afferma che:
”Beh, pensiamo che il Vice Presidente Cheney sia entrato nel bunker poco prima delle 10, e c'è un gap di molti minuti in cui non sappiamo che cosa il Vice Presidente abbia fatto realmente. C'è la famosa telefonata tra lui ed il Presidente ma non abbiamo potuto trovare nessuna traccia documentaria che quella telefonata sia stata fatta.”
Infine c'è l'incontro con la stampa del 16 Settembre 2001 in cui Cheney raccontò che cosa aveva fatto l'11 Settembre:
VICE PRES CHENEY: “..e mi hanno letteralmente trascinato attraverso delle porte, e poi delle scale, giù ad un'installazione sotto la Casa Bianca, [..] e lo hanno fatto perché avevano ricevuto notizia di un aereo diretto verso la Casa Bianca.
[..]
quando [l'aereo] è entrato in zona di pericolo ed è sembrato che si dirigesse verso la Casa Bianca, allora mi hanno preso ed evacuato nel bunker sotterraneo.
[..]
Sono andato giù in quello che si chiama PEOC, centro di comando presidenziale d'emergenza, e lì, c'era Norman Mineta, che aveva il contatto con la FAA.
[..]
Quando sono arrivato lì, dopo pochi minuti, è giunta notizia che il Pentagono era stato colpito”Mito 3: l'aereo a 50 miglia non poteva essere il volo 77 ma era United 93
Abbiamo visto che l'evacuazione dell'ala ovest della Casa Bianca è iniziata intorno alle 9:20, come confermato dalla CNN e che quindi, qualche minuto prima delle 9:30, sia Cheney che Mineta si potevano trovare già all'interno del PEOC.
Dalla testimonianza di Mineta alla Commissione
Romer: “Quindi da quando è arrivato alle 9:20, quanto tempo passò prima che lei ascoltasse la conversazione tra quel giovane ed il vice Presidente in cui domandava, “Gli ordini sono ancora validi?”
Mineta: “Probabilmente cinque o sei minuti”
Roemer: “Quindi sarebbero circa le 9:25 o le 9:26.”
.. si può evincere che intorno alle 9:26 l'aereo che stava approcciando il Pentagono si doveva trovare a circa 50 miglia da Washington D.C.
Lo studio del volo 77 effettuato dall'NTSB sembra confermare l'ipotesi.
”..Intorno alle 9:29 A.M. quando l'aereo era approssimativamente a 35 miglia a ovest del Pentagono, fu disinserito il pilota automatico..”
Quindi due minuti prima l'aereo si sarebbe trovato proprio a 50 miglia dalla Casa Bianca, con una buona approssimazione rispetto agli orari forniti da Mineta.
Mito 4: la FAA non stava monitorando sul radar il volo 77
In parte ha già risposto Richard Clarke alla questione, parlando della nota ricevuta da Stafford e del fatto che il Secret Service stesse vedendo in tempo reale ciò che era sui radar della FAA, ma è utile anche proporre le altre testimonianze rilasciate alla 9/11 Commission, sotto giuramento, dai generali del Norad (e poi rinnegate l'anno seguente)
Link direttoLink direttoConclusione
La testimonianza di Norman Mineta trova pieno riscontro sia nei resoconti trasmessi in diretta il 9/11, sia nelle testimonianze dei protagonisti coinvolti. Il voler “posticipare” di mezz'ora l'ingresso dell'ex Ministro dei Trasporti nel PEOC e lasciar intendere che si riferisse al volo United 93 è una forzatura ed una distorsione dei fatti che non trova nessun riscontro nella realtà.
Questo stesso documentario della ABC, trasmesso nel settembre 2002, mostra la sequenza naturale degli eventi così come poi Mineta la racconterà l'anno seguente alla 9/11 Commission.
Perché allora la 9/11 Commission ha ignorato Mineta ed ha cambiato la timeline? Una risposta ci viene offerta, implicitamente, proprio dal video della ABC:
”Alla base di Langley, Virginia, i piloti di F-16 Brad Derrig e Dean Eckmann decollano. Sono a 105 miglia, 12 minuti, a sud di Washington. Sono le 9:30 a.m.”
Percorrere 105 miglia in 12 minuti significa, per i piloti, tenere una media di circa 525 miglia orarie, ovvero poco più di un terzo della velocità massima dell'F-16 e procedere addirittura più lentamente di quanto fatto dal “presunto” Boeing 757 negli ultimi istanti prima dell'impatto.
In realtà accettare la versione di Mineta (e delle timeline ufficiali di Norad ed FAA) significava ammettere che il velivolo che si stava dirigendo verso il Pentagono veniva monitorato in tempo reale, che i caccia erano in volo, avevano un bersaglio ed erano in grado di intercettarlo.
Così non è stato ed anzi il velivolo sconosciuto ha avuto addirittura il tempo di compiere una virata di 330 gradi nei cieli di Arlington, della durata di due minuti, prima di approcciare il Pentagono.
“L'aereo è a 10 miglia. Gli ordini sono ancora validi Vicepresidente?”
“Certo che sono ancora validi”
Ashoka
Per approfondire:
Norman Mineta and Richard Clarke Contradict the 9/11 Commission Report Le incredibili storie della Commissione 911: I voli 11,175,77,93I nastri del NORAD: 11 Settembre Live, o falsificazione ?
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