LA NONNA ALLA MARIJUANA
La chiamano "Cannabis Gran", la nonna alla marijuana, e sta diventando la leader più popolare del movimento inglese per la legalizzazione della cannabis per uso medico.
Patricia Tabram, 66 anni, era salita alle cronache qualche mese fa, quando fu arrestata nella sua cittadina di Humshaugh, nel Northumberland, perchè trovata in possesso di 800 grammi di cannabis che lei stessa coltivava nel suo orticello.
La donna non ha mai fatto mistero della propria attività, che ovviamente ha istituito per motivi di salute, e non certo per lucro. Afflitta dall'artrite, da continui dolori alla schiena, da svariati problemi auricolari e da conseguenti stati di depressione, da quando ha preso l'abitudine di includere cinque biscotti alla marijuana, ... ..., che si cucina lei stessa, nella dieta quotidiana, i suoi tormenti sono diventati un ricordo lontano.
"Mi fanno molto più male le medicine normali - sostiene candida la signora - e non vedo perchè quello che è una semplice erba, pari al timo, alla salvia o al rosmarino debba essere proibita, specialmente di fronte agli evidenti vantaggi che porta a chi soffre di malattie come le mie". (Beh, insomma, per "farsi" di salvia pare che ce ne vogliano almeno due chili per volta, ma di sicuro il sollievo al dolore dato dalla cannabis non è in discussione).
Il peccato più grande di Patricia Tabram, forse, era stato quello di fornire regolarmente dei suoi magici "biscotti" anche tutti quelli del vicinato che ne avessero bisogno. Ed infatti il suo club di "marijuana tea-ladies", fino a poco prima ristretto a mezza dozzina di persone, conta oggi circa 170 vecchietti entusiasti del ritrovato, che ricorrono regolarmente all'erba per motivi simili ai suoi.
Tornata in libertà dopo il breve arresto, la Tambram si è rimboccata le maniche, decisa a portare la sua causa a livello nazionale. Ha firmato il contratto per un libro, che sarà intitolato "Grandma Eats Cannabis" (La nonna mangia la marijuana), e l'altro giorno si è presentata spavalda al 10 di Downing Street, chiedendo di incontrare Tony Blair in persona. Non è stata ricevuta, dice il comunicato ufficiale, "perchè non aveva preso appuntamento col primo ministro".
La signora ha allora consegnato una lettera per Blair, e poi si è fatta fuori un bel biscottone alla marijuana sotto l'occhio divertito dei fotografi.
Colpisce, al di là della vicenda, questo generale atteggiamento, leggero e sdrammatizzante, col quale gli inglesi hanno mostrato di saper dare il giusto peso ad un problema che in realtà ha tutt'altre radici, e che non sussiste certo nei termini in cui lo si vorrebbe. Provate a immaginare invece in Italia cosa sarebbe successo, in una situazione simile: tragedie, pianti, anatemi, dibattiti, scomuniche, coprifuoco da Trento a Messina, Fini che scatena le sue "forze dell'ordine" contro tutti quelli che masticano la cicca, Calderoli che si dà fuoco in piazza a Legnano per protesta, tutti che ne hanno da dire una di più degli altri…. ma poi magicamente, alle 5 in punto del Venerdì pomeriggio - come quando a scuola suona la campanella - si sente l'urlo del bidello "tutti a Capalbio!", e di questa storia non se ne ricorda più nessuno.
Ogni paese si trascina alla meta come può.
Massimo Mazzucco
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LA VERA STORIA: PERCHE' LA MARIJUANA FU PROIBITA
La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, ...