Oggi Kate e William si sposano. Ci saranno 2.000 invitati d’onore all’interno della cattedrale di Westminster, mentre saranno più di 8.000 gli inviati di giornali e televisioni appostati all’esterno della chiesa, ammassati fra le decine di migliaia di “persone normali” che hanno voluto assistere da vicino a questo evento.
Ripetiamo le cifre, per comprendere meglio le dimensioni di questa follia: o-t-t-o-m-i-l-a giornalisti di giornali radio e TV, venuti da ogni parte del mondo, racconteranno a circa due miliardi di persone la stessa identica cosa: “Ecco i novelli sposi che salgono sulla carrozza, guardate la carrozza che si allontana da Westminster, ecco gli sposi che salutano la folla, guardate la carrozza che costeggia St. James Park, ecco nuovamente gli sposi che sorridono felici, vedete la carrozza che giunge a Buckingham Palace e scompare fra le mura del palazzo. Fine delle trasmissioni”.
Eppure, se chiedete ad un qualunque giornalista come si possa pensare di mettere in piedi un tale circo mediatico per un semplice matrimonio, con certezza il 99% di loro vi risponderà che “la gente ha bisogno di sognare”.
Noi diamo alla gente ciò che vuole la gente. Da sempre questo è stato il mantra – l’alibi, in realtà - per i media mainstream, quando scelgono di lanciarsi come avvoltoi sui fatti di cronaca più futili ed insignificanti, come appunto un matrimonio reale, solo perchè secondo loro “fanno audience”.
Naturalmente, nessuno riflette sul fatto che gli eventi di questo tipo “fanno audience” solo perchè lo hanno deciso i media stessi: se nessun paparazzo avesse mai fotografato i due fidanzati negli scorsi anni, se nessun tabloid avesse mai pubblicato “indiscrezioni” su di loro, se nessun programma televisivo avesse mai montato l’attesa esasperante per la risoluzione di questo “giallo romantico” (stanno insieme? Si sono lasciati? Sono tornati insieme? Perchè vanno a sciare nello stesso posto?), oggi del matrimonio di Kate e William non si accorgerebbe nessuno.
Ma è l’idea del “reale”, del “superiore”, dell’ ”eletto da Dio”, che in qualche modo continua a sopravvivere nella nostra cultura, … … e continua ad essere riproposta da questi tristissimi servi del potere – i cosiddetti “giornalisti” - in tutte le salse possibili. Saranno oltre 50 i membri della famiglia reale presenti nella cattedrale, ed accanto a loro assisteranno alla cerimonia, seduti nelle primissime file, ben 44 “regnanti” – fra quelli in carica e quelli detronizzati – venuti da ogni paese del mondo. Ma nessun giornalista si ricorderà di farci notare che fra di loro ci sarà anche, ad esempio, il re dello Swaziland, che proprio di recente ha soffocato nel sangue le rivendicazioni del suo popolo per la democrazia.
Un re è un re, e questo non si tocca.
E così, con la scusa della “gente che vuole sognare” si ripropongono i vecchi paradigmi del potere, che oggi si travestono da “Kate e Willam felici e sorridenti”, domani chissà da che cos’altro, ma che non faranno mai comunque nulla per favorire il progresso dell’umanità. Anzi.
E’ vero, signori giornalisti, che “ la gente vuole sognare “, ma la gente non vuole necessariamente sognare di William e Kate. La gente vuole sognare di governanti che smettono di rubare i nostri soldi. La gente vuole sognare di un sistema sanitario che ci aiuti davvero a stare meglio e a guarire, invece di arricchire i proprietari delle case farmaceutiche. La gente vuole sognare di mangiare cibo sano e nutriente, invece delle porcherie geneticamente modificate che ci obbligano ad ingoiare i signori della Monsanto. La gente vuole sognare di un mondo in cui tutti possano avere accesso ad una energia pulita ed a basso costo, invece di continuare ad arricchire i petrolieri che ci tengono in schiavitù ormai da oltre un secolo. La gente vuole sognare di poter godere in santa pace del frutto del proprio lavoro, invece di dover riversare tutto ciò che le avanza in tasse che vanno a colmare le tasche di coloro che ci hanno prestato i soldi in primo luogo, creandoli dal nulla. Ecco, signori giornalisti, che cosa vuole sognare la gente.
Provate quindi, per una volta tanto, a fare il vostro dovere, e compiere davvero la vostra missione di informare seriamente i vostri concittadini, invece di continuare a riproporci all’infinito queste stucchevoli ridicolaggini da circo equestre.
Vedrete che alla fine vi sentirete meglio pure voi.
Massimo Mazzucco