All'euforia cieca dei più ottimisti, di fronte ai chiari segni di cedimento che sta mostrando l'argine della bugia sull'11 settembre, i più saggi hanno voluto giustamente contappore un sano dubbio, chiedendosi quale possa essere l'eventuale strategia che sta dietro a questi eventi incoraggianti.
Che cosa può significare, in altre parole, il fatto che di colpo venga permesso ad un "attore qualunque" di andare in TV nazionale, in prima serata, a parlare apertamente della possibilità che dietro agli attentati dell'undici settembre ci sia lo stesso governo americano? Perchè di sicuro di un incidente, sfuggito alle maglie del sistema, non si è trattato: se anche Charlie Sheen avesse spiazzato tutti, con l'intervista iniziale, il fatto che ad Alex Jones sia stato permesso di replicare, due giorni dopo, raddoppiando addirittura la dose delle accuse, vuole dire che dopo il primo intervento non c'era stata nessuna particolare protesta da parte governativa.
Sarebba bastata una telefonatina discreta, da parte dell'ultimo degli assistenti della Casa Bianca, per far passare la voglia di replicare ai conduttori dell'intero palinsesto della CNN. Invece ciò non è accaduto. Legittimo quindi sospettare una mossa preventiva - la classica "funzione vaccino" - intesa al rilascio progressivo … … di informazioni scottanti, con lo scopo di attutire l'impatto di un'eventuale rivelazione clamorosa, che potrebbe arrivare in qualunque momento.
Pensandoci meglio, però, viene da porsi questa domanda. Una mossa preventiva… da parte di chi, esattamente?
Rumsfeld? Cheney? I Lubavitch? La Skull and Bones? Laciaeleffebiai? Chi sono, "loro", esattamente?
Chi ha visto il film "The Conspiracy Theory" ricorderà di sicuro la scena in cui Mel Gibson parla ossessivamente di "loro", finchè Julia Roberts gli pone proprio quella domanda: "Ma 'loro' chi, scusa? Chi sono, 'loro'"? Lui rimane un attimo interdetto, rotea gli occhi invasati, e poi risponde "Loro sono… loro, no?"
Noi infatti, nel fare i nostri ragionamenti, partiamo dal presupposto che esista un gruppo preciso di persone, con nome e cognome, che passano il tempo asserragliate nel loro bunker, a pianificare quotidianamente le perfide strategie con cui prenderci continuamente di sorpresa.
Ma se solo la natura umana è uguale a tutte le latitudini, e in tutti i ceti sociali, è anche possibile che la realtà oggi sia molto diversa da quella che ci immaginiamo. Una banda di ladri, quando è ben organizata, rimane unita e compatta non solo nella preparazione e nell'attuazione del colpo, ma anche per tutto quel periodo di tempo che è necessario, in seguito, a cancellare le loro tracce.
Ma una volta arrivati a quel punto, "recuerdos a todos", e chi s'è visto s'è visto. Mica si rimane insieme a far bisboccia. Anzi, la tendenza istintiva è proprio quella di allontanarsi dai compagni, dissociandosene anche psicologicamente, e di andare a godersi in santa pace la propria quota di bottino sotto una bella palma tropicale.
E visto che il bottino incamerato finora dai nostri eroi di Washington è qualcosa di semplicemente inimmaginabile, per le nostre misere menti umane, c'è anche la possibilità che ciascuno dei "pezzi grossi" dell'operazione, soddisfatto e satollo oltre ogni previsione, a questo punto sia più preoccupato a pararsi personalmente i chiapponi, piuttosto che a difendere in eterno il "segreto comune" dell'operazione.
Tanto, a loro che gliene frega? La triste verità infatti è che costoro vivono perennemente al di sopra della legge, si sentono intoccabili, e non stanno certo a preoccuparsi di "finire in galera" come farebbe uno qualunque di noi nei loro panni.
Ve lo vedete, un Cheney che dice tremebondo "oddio, speriamo che non venga mai fuori che sono stato io a deviare i caccia su Baltimora, se no dopo al giudice cosa racconto?" Oppure un Rumsfeld ammanettato, con la tuta arancione, che deve elencare di fronte al giudice tutte le commesse militari su cui ha fatto la cresta da quando sono iniziate le operazioni in Medio Oriente?
Quando tieni in mano con tale eleganza la Corte Suprema, ti stai forse a preoccupare di un qualunque giudice di provincia? (Non a caso, se ben ricordate, nel momento cruciale delle elezioni in Florida, con il cronometro che correva veloce, la squadra di Bush rinunciò all'appello alla Corte Distrettuale di Atlanta, e si rivolse direttamente alla Corte Suprema di Washington. Li attendeva a braccia aperte il giudice Scalia, che si lasciò addirittura scappare coi giornalisti di aver già deciso il verdetto, prima ancora che il caso venisse presentato ufficialmente).
Nella loro mentalità quindi il problema di trovarsi un giorno a dover dire la verità di fronte al mondo non si pone nemmeno. L'unico vero motivo per cui hanno voluto proteggere la bugia, con la forza con cui lo hanno fatto fino ad oggi, era per poter mettere in atto fino in fondo la loro strategia militare.
Ma ora che il governo ha già sganciato tutti i soldi che c'erano a disposizione, e che i soldati americani sono già tutti impegnati - allo stremo delle forze, fra le altre cose - sui vari fronti di guerra, difendere la bugia non serve più a nulla.
"Loro" sanno inoltre una cosa molto importante: anche se il bubbone dovesse scoppiare, in realtà non succederebbe nulla di grave, anzi. Si è già visto per il caso Kennedy, in America, come lo si è visto da noi per le varie stragi di stato: partono le accuse, la folla si incendia, arrivano le contro accuse, piove la disinformazione, tutti dicono tutto e il contrario di tutto, i media girano abili il loro mestolone, e dopo un pò ti ritrovi in un tale polverone che la verità, in realtà, diventa ancora più difficile da afferrare.
E così probabilmente succederebbe - e prima o poi succederà - che una volta tolto il tappo al dibattito a tutto campo sull'undici settembre, i primi a guadagnarci saranno proprio i responsabili di quegli attentati, i quali si ritroveranno a quel punto con tanti elementi a loro difesa quanti già ne hanno ora a loro carico. Certo, non passeranno alla storia come dei puri a cui ispirarsi ciecamente, ma, come dicevamo prima, a loro che gliene frega?
Mica sono dei parametri morali, quelli a cui si ispirano.
A conferma di questa ipotesi, i segnali sembrano essere molti. Il vuoto di potere attorno a Bush sembra ormai definito in ogni direzione, e si attendono quasi le elezioni autunnali come la mannaia che porrà ufficialmente fine a questa abbuffata interminabile di potere. Quando hai fame, anche un tozzo di pane ti sembra il bene più prezioso del mondo, ma quando hai il grasso che ti cola persino dalle orecchie, anche la cena più sontuosa ti può apparire senza alcun valore.
Se quindi, a furia di spingere, sentiremo prima o poi la porta che cede sotto le nostre mani, dovremo cercare di tener presente che l'obbiettivo della lotta condotta finora non è tanto la "punizione" dei responsabili, quanto la diffusione dell'informazione su ciò che è accaduto, sul come è accaduto, e soprattutto sul perchè è accaduto, in modo da rendere sempre più difficile che in futuro fatti del genere si possano ripetere.
In ogni caso quindi, il lavoro per noi "operai della vita" resta immutato.
Massimo Mazzucco