Non tutto il mondo sta correndo ciecamente verso l'illusione globale. C'è anzi chi addirittura non ha nessun pudore nel tornare indietro di oltre un secolo, pur di adeguare le proprie leggi allo stato effettivo delle cose, invece di continuare a cercare di modificare lo stato delle cose tramite sterili leggi completamemnte avulse dalla realtà effettiva.
Lo stato è lo Zimbawe, e la legge che ha appena abolito, risalente ancora all'era coloniale, è quella che proibisce le pratiche magiche. Sin da allora, con la scusa di "proteggere gli individui da eventuali accuse di stregoneria", si era in realtà voluto soffocare una pratica di medicina tradizionale che durava fino dalle origini stesse di quei popoli.
Ma tradizioni popolari come quella sono di solito cosi profondamente radicate nella cultura locale, che non vengono certo abbandonate perchè una qualunque legge coloniale lo impone. Anzi, fioriscono all'ombra della stessa, e diventano un poderoso collante popolare … … contro coloro che l'hanno voluta imporre. Ed infatti oggi, proprio per adeguarsi ad uno stato delle cose in cui la stregoneria sussiste in maniera massiccia in ogni zona del paese, lo stato ha deciso di togliere la proibizione alle pratiche, "purché non si arrechi danno a nessuno nel metterle in atto".
Attenzione però, perchè questa piccola clausola, ufficialmente voluta per proteggere il cittadino da eventuali abusi, comporta implicitamente l'ammissione che queste pratiche "funzionino" davvero: sarebbe quindi divertente, a questo punto, assistere ad un processo in cui una moglie cerca di dimostrare, ad esempio, che il marito le ha fatto una fattura per cui lei, a furia di incontrarsi segretamente con il lattaio del quartiere, ha finito per perdere tutti i capelli.
Ma la realtà che si nasconde dietro alla notizia potrebbe anche essere molto meno folcloristica e molto più attuale di quanto possa sembrare. La quintessenza della medicina tradizionale africana, infatti, non è certo basata su danze di invasati, tamburi assordanti, e spilloni piantati a destra e a manca contro il maligno di turno, ma si avvale della profonda conoscenza, tramandata di generazione in generazione, delle grandi qualità curative di moltissime fra le più note erbe al mondo.
Se non come un diretto rifiuto all'imperante medicina occidentale, quindi, l'autorizzazione a "praticare la magia" dello Zimbawe si può tranquillamente leggere come un'apertura alla cosiddetta "medicina alternativa", che poi appunto da quelle parti è stata da sempre quella ufficiale, fino all'avvento della scienza vera e propria.
Deboli e poco convinte le voci dei medici occidentali che lavorano nel paese, e che naturalmente vedono nell'abolizione del veto alla magia un tragico ritorno al passato, ma che non sanno opporre alla medicina tradizionale nulla che non sia il solito, scontato ritornello "non è scientificamente provato che funzioni".
Finchè invece la medicina occidentale non inizierà a prendere in seria considerazione quell'intero universo di saggezza e conoscenza antica, che ha preteso di soppiantare alla radice con un metodo tanto "scientifico" quanto arido e inumano, la frattura fra società e benessere resterà immutata, con la prima che continuerà a soffrire, mentre il secondo resterà soltanto un sogno mai realizzato.
Massimo Mazzucco