Come ti sentiresti, ad essere uno dei sette astronauti in orbita in questo momento attorno alla Terra, sapendo che da ieri tutti i futuri lanci dello Shuttle sono stati sospesi a tempo indeterminato, poichè lo stesso tipo di incidente che causò il disastro del Columbia, due anni fa, si è appena verificato durante il tuo lancio, mentre raggiungevi la quota prestabilita?
Se tu fossi un astronauta poi, sapresti anche molte altre cose che noi comuni mortali non sappiamo. Sapresti ad esempio quali debbano essere state le tensioni, le lotte e le pressioni, in questi due anni, per rimettere in piedi a tutti i costi un programma spaziale che già urlava per essere chiuso definitivamente, dopo l'ultimo disastro in diretta mondiale.
Ma sapresti soprattutto che ai sette astronauti che furono condannati a morire ... ... fin dal momento in cui il maledetto pezzo di "schiuma" (rigida) colpì le piastrelle di protezione dello Shuttle, non fu mai detto con esattezza quale fosse la condizione di rischio in cui andavano ad affrontare il rientro nell'atmosfera. Mentre emersero più tardi alcune e-mail, girate all'interno della Nasa, in cui si mettevano i capoccioni chiaramente al corrente del problema, e li si invitava a intervenire drasticamente per cercare di salvare l'equipaggio in pericolo.
Invece si finse di ignorare il problema, sperando che Dio gliela mandasse buona, in modo da non dover ammettere pubblicamente il grave deficit tecnologico con cui versava la NASA già da anni. Basti pensare che poco dopo il disastro del Columbia, si era scoperto che lo shuttle Atlantis aveva viaggiato, avanti e indietro nello spazio, per oltre vent'anni con i freni montati al contrario!
A quei sette invece, purtroppo andò male, e il bubbone scoppiò impietoso. Morti inceneriti sotto gli occhi del mondo, per un paio di piastrelle di ceramica colpite da un pezzo di schiuma da venti dollari di valore effettivo.
(Strano, fra l'altro, questo dover soccombere sempre a cause minime, come se si volesse giustificare, con l'imprevedibilità delle stesse, il fatto di non aver saputo garantire la sicurezza a chi rischia la vita nel nome del progresso scientifico. Anche la tragica fine del primo Shuttle, stranamente, fu attribuita al "semplice cedimento di un o-ring", una "stupida" guarnizione di gomma da cinque dollari, che avrebbe causato la perdita di carburante che portò il razzo ad esplodere in volo. E volendo, anche i "semplici tagliacarte" dei 19 assi del cielo, dell'11 Settembre, fanno in qualche modo parte di questa filosofia, che tende a giustificare la debacle inspiegabile con l'imprevidibilità di un dettaglio uscito di controllo).
Il lancio dell'altro giorno era stato annunciato da una fanfara poderosa, quasi sospetta, in cui si parlava addirittura di "nuova era" nelle esplorazioni spaziali, dopo "almeno quaranta modifiche sostanziali allo Shuttle, che avevano portato il livello di sicurezza a livelli invidiabili".
Evidentemente, mentre si accaparravano veloci la nuova trance di finanziamento governativa, avevano dimenticato di apportare la quarantunesima, la più importante.
Il paradosso si fa ancora più grottesco, se si pensa che all'alba di 37 anni fa si "partì per la Luna", fischiettando allegramente, a bordo di quello che era più o meno un tappo di champagne, governato da un computer che oggi non verrebbe nemmeno utilizzato come pallottoliere dai pigmei del Burundi, con gli astronauti che andavano e venivano a piacimento, del tutto incuranti delle radiazioni micidiali che li attendevano ogni volta ai confini della ionosfera.Una passatina di burro di cacao sulle labbra, la scorta di birrette, e sulla Luna si andò addirittura sei volte nell'arco di tre anni, come una gita fuori porta. Con l'unico "brivido" - risolto peraltro in modo "eroico", e senza una sbucciatura per nessuno - di Apollo 13, che aveva seguito casualmente il crollo dell'interesse popolare registratosi con Apollo 12. Saranno anche lunari, ma le pietre sono sempre pietre.
Sembra quindi che il progresso scientifico abbia invertito da tempo la sua polarità, esattamente come fanno ogni tanto le fasce di Van Allen, che ci proteggono delle suddette radiazioni ionizzanti, che ci arrivano dal cosmo.
Avanti di questo passo, fra un pò non riusciremo nemmeno più a costruire una semplice bicicletta, una fionda, o uno spazzolino da denti. Se non altro, una volta regrediti allo stadio del "Pianeta delle Scimmie", riusciremo finalmente a capire perchè il volto del presidente americano ci era risultato da sempre così familiare.
Massimo Mazzucco
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Lo Shuttle viaggiava da vent’anni coi freni montati al contrario!
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