Nel dicembre 2004 scrissi a Paolo Attivissimo una lettera, invitandolo ad un aperto confronto sulle nostre diverse posizioni sull'11 Settembre. Non ricevetti risposta. Nel febbraio 2005, avendo scritto un articolo che lo riguardava da vicino (sulla vicenda della portaerei Lincoln), lo avvisai sempre via email. Mi rispose in tempi rapidi, scusandosi anche per la mancata risposta precedente, e da lì nacque il "carteggio" sull'11 Settembre che di seguito pubblichiamo.
Il testo è riprodotto integralmente. Ho lasciato anche le interruzioni di riga, così come compaiono nelle email originali, ... ... perchè Paolo usa il sistema di riportare le mie lettere per intero, per poi rispondere a blocchi separati. Ogni riga che inizia quindi con un segno ">" è una mia riga, da lui riportata nella sua risposta.
Tre segni "+" separano invece ciascuna lettera da quella precedente. Avrei potuto anche tentare un'impaginazione più elegante, ma mi è sembrato più corretto così.
In alcuni punti ho aggiunto, fra parentesi quadre, brevi note indicative. Mi sono astenuto invece da qualunque commento sui contenuti (anche se nel rileggere lo scambio, lo confesso, la mano spesso mi prudeva), per non influenzarne in nessun modo la lettura. Mi riservo ovviamente quei commenti per una seconda fase, che mi auguro possa avvenire presto, ed in maniera civile e costruttiva.
Durante la lettura noterete come l'ipotesi di una eventuale pubblicazione dello scambio si fosse posta già allora, e come Paolo mi avesse autorizzato già a quel tempo a procedere. Essendo però passato un anno, ho ritenuto di chiedergli conferma, nel caso avesse "cambiato idea" su qualche aspetto della vicenda. Lo ha fatto, e mi prega di farlo sapere, sulla "stupidaggine degli aerei che bruciano perchè sono di alluminio", e sono ben lieto di comunicarlo. Se non altro, andiamo in pari con la storia del "gasolio".
Paolo chiede anche di tenere sempre presente che questo carteggio è scritto nel tono colloquiale di uno scambio privato, e che non va quindi letto in nessun modo come un suo "trattato" ufficiale. Quello dei toni difficili da interpretare, peraltro, è un problema che in rete conosciamo tutti bene, e quindi rassicuriamo Paolo anche in questo senso.
Un'ultima preghiera è rivolta a chi interverrà nei commenti: l'argomento è già vasto di per sè, e come noterete io stesso, nel corso del dibattito, ho commesso l'errore di voler allargare la discussione oltre il seminato. Almeno nella fase iniziale dei commenti,
sarà quindi importante limitarsi agli argomenti già trattati nello scambio, senza espandere ulteriormente (non che la materia manchi, come potrete notare). Paolo inoltre si è impegnato ad un "passaggio" o due di replica, sul nostro sito, ma non potrà partecipare attivamente (ogni riferimento ironico è puramente casuale), rispondendo colpo su colpo.
Bisogna comunque riconoscere che il suo gesto di presentarsi "a mani nude", in un ambiente non certo favorevole, gli rende un grande onore. Inutile dire che si pregano gli utenti di evitare commenti in tono sarcastico, aggressivo, o comunque offensivo nei confronti suoi o di chiunque altro (intanto però l'abbiamo detto).
Vai al "
carteggio Mazzucco-Attivissimo", datato febbraio 2005. (Il testo era troppo lungo per i limiti di un articolo). Un link a fine pagina vi riporterà qui per i commenti.
Il testo che segue conclude la presentazione, ma è da leggere solo dopo il carteggio.
Come gia detto all'inizio, non ho voluto fare commenti sulle risposte di Paolo. Voglio però sottolineare una questione di metodo, che lui pone ripetutamente verso la fine del dibattito, e con cui io non concordo: non sta scritto da nessuna parte che il complottista debba fornire una versione alternativa, credibile e dettagliata, a quella ufficiale dei fatti. Troppo comodo.
Noi di lavoro non facciamo gli agenti federali o i detective privati, ma gli imbianchini, gli impiegati o i tassinari. Possiamo quindi limitarci a mostrare, dati ufficiali alla mano, come sia improbabile che un Boeing abbia colpito il Pentagono, ma a quel punto sta a chi l'ha fatto sparire dirci dove l'ha messo. Io quel mattino ero al lavoro, come tutti gli altri, e non nell'ufficio di Cheney o di Rumsfeld.
Se tu mi mostri un buco nel muro di venti centimetri, e sostieni che lì dentro si è appena infilato un TIR con rimorchio, sta a me dirti dov'è invece finito?
Più in generale, non c'è nessun bisogno di dimostrare alcun "complotto", qui come in tanti altri casi famosi. Basta dimostrare che la versione ufficiale è fondamentalmente una bugia, e il complotto si dimostra da solo (visto che la bugia ce la stanno raccontando le stesse autorità che sospettiamo del complotto).
Massimo Mazzucco
Vedi anche:
INTERNET E I SITI ANTIBUFALA, l'articolo sulla portaerei Lincoln che riguardava Attivissimo.