Questo è l'articolo apparso su Maariv qualche giorno fa, soltanto sulla versione in ebraico. La traduzione è stata fatta da un amico al volo, al cellulare, e non è stata ancora verificata nel dettaglio. Ma il senso generale è abbastanza chiaro anche così.
"Mentre il mondo occidentale è alla ricerca del leader di Al-Quaeda, Osama bin Laden, c'è n'è un secondo che stiamo cercando. Ufficiali governativi dicono che un cittadino afgano di nome bin Laden è entrato in Israele il 14 dicembre 2002, attraverso il confine sul fiume Giordano. È entrato come turista, un anno e tre mesi dopo l'11 Settembre, e prima dell'invasione americana dell'Iraq.
Per quanto fosse previsto che lasciasse Israele entro 3 mesi, la sua uscita non appare registrata da nessuna parte. Secondo i vari personaggi governativi, è ancora dalle nostre parti, e lo stiamo ancora cercando, ma senza successo. Se questo non bastasse, nel gennaio del 2002 c'è stato un altro Osama bin Laden, cittadino iracheno, che ha cercato di entrare in Israele, lungo confine sud fra Israele e Giordania, ma le autorità governative gli hanno rifiutato l'ingresso. Ufficiali governativi dicono che 45 cittadini sauditi, un paese che noi consideriamo nemico, ... ... entrarono in Israele come turisti, ma solo due di loro sono riusciti ad entrare nei territori occupati. Altri 78 cittadini iracheni sono entrati nel paese, ma nessuno è entrato nei territori occupati. Il ministro dell'interno ha permesso a decine di cittadini iracheni di venire in Israele per operazioni al cuore, ma altre persone che sono entrate dall'Iraq e da altri paesi nemici sono in qualche modo coinvolte con faccenda di sicurezza nazionale".
Fine della traduzione
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Bisogna dire che rimane impressa, l'immagine di tutti questi bin Laden che si accalcano alla frontiera di Israele come tonni che accorrono dritti verso la rete del pescatore. E ancora più sorprendente è l'idea che la autorità israeliane ne lascino entrare uno, per poi perderne le tracce (forse perchè lui, furbo com'è, alla frontiera ha detto "turista", e non "terrorista"), mentre ne respingano un altro, senza nemmeno arrestarlo. Scusa, o è lui, e allora lo acchiappi, o è un altro, e allora perchè respingerlo? Solo perchè il cognome evoca brutti ricordi? Sarebbe come se noi mandassimo indietro tutti gli irlandesi che si chiamano Cap o'Retto, o i francesi che si chiamano Vajont.
A parte la facile ironia, la prima idea che viene in mente è che questo articolo sia il classico "asso calato in silenzio", e cioè quel pezzo di infornazione che non si vuole necessariamente reclamizzare, ma al quale si può sempre ricorrere, in caso d'emergenza, facendolo apparire come pubblicato in tempi non sospetti.
Immaginiamo che davvero bin Laden si sia rifugiato in Israele, un anno dopo gli attentati: in fondo, non ci sarebbe niente di più logico, se solo si accetta la tesi bin Laden+Cia+Mossad=11 Settembre. Chi ha voglia, a quel punto di restare davvero in Afghanistan, passando il resto della vita a barbellare fra una grotta e l'altra, col rischio continuo che il primo che passa denunci la tua presenza, attratto dalla taglia miliardaria? Invece in Israele, dove fra l'altro nessuno ti cerca, te ne stai tranquillo in qualche villa con piscina, ad aspettare che ti guariscano le cicatrici della plastica facciale che ti sei fatto nel frattempo.
Supponiamo però che invece, per qualche motivo, la notizia cominci a trapelare pure lì. La voce ormai gira, e rischia da un giorno all'altro di mettere tutti in grande imbarazzo. Ecco che allora "prepari" il tuo asso silenzioso, e lo cali senza far troppo baccano, su Maariv, ma solo nella versione in ebraico. E così, metti che un giorno esplode il bubbone, tu puoi dire "ma noi l'avevamo già detto. Solo che pare non fosse lui, però non siamo sicuri, anzi era un altro, che però si chiamava come lui, cioè forse sono due, ma uno c'è e l'altro no…. "
Sale così la classica cortina fumogena, i media si azzuffano, la gente non ci capisce più niente, e il fetentone tira un altro sospiro di sollievo.
Finchè tutti ce ne saremo dimenticati.
Massimo Mazzucco
QUI l'intervento di questa sera su RSA, a commento dell'articolo di Maariv.
Un ringraziamento a
Limes Blog, che ha messo in rete il
link all'articolo originale