IL MONDO E' PROPRIO PICCOLO
1979, Iran. Sullo sfondo dell'elezione presidenziale americana, si svolge a Tehran il dramma degli ostaggi all'ambasciata americana, che vengono liberati, dopo 444 giorni di prigionia, proprio il 20 di gennaio, mezz'ora dopo l'insediamento di Reagan alla Casa Bianca. Il tempismo fu tale, ed alcuni aspetti della vicenda così curiosi, che molti sospettarono il rapimento fosse stato in realtà orchestrato dalla CIA, per affondare di fronte all'opinione pubblica il "debole" Carter (vedi link a fine articolo), e rimettere in sella un "forte" repubblicano alla Casa Bianca.
2005. L' Iran elegge il nuovo suo presidente, tale Mahmoud Ahmadinejad, ex-sindaco di Tehran. Ma quel volto, ad alcuni americani un pò particolari, non risulta affatto nuovo. Più di uno degli ex-ostaggi dell'ambasciata ha riconosciuto in lui uno dei carcerieri di quel lontano 1979. Altri ostaggi dicono di non ricordarlo, altri ancora... ... di non esserne sicuri. Ad aggiungere peso all'accusa, ci si mette addirittura John Simpson, il numero uno dei reporter della BBC, che dice di ricordarsi chiaramente di aver visto Ahmadinejad nei corridoi dell'ambasciata, in quei giorni cruciali.
Naturalmente dall'entuorage di Ahmadinejad si nega tutto. Anzi, si specifica che il nuovo presidente faceva sì parte dell'organizzazione studentesca che prese l'ambasciata, ma che lui era proprio uno di quelli che si opposero all'azione stessa. Un'altra curiosa "coincidenza nella coincidenza"?
Tentiamo un'interpretazione: che l'uomo non c'entri nulla, sembra a questo punto improbabile. Se invece era davvero uno dei sequestratori, Washington si trova davanti un bel problema: questo è infatti l'uomo con cui dovrebbe trattare sul minacciato sviluppo nucleare iraniano, che sarà la chiave del contendere della prossima "stagione" teatrale, sul palcoscenico di tutti i media occidentali.
Ma c'è una terza ipotesi, che azzardiamo a livello puramemte intuitivo, non avendo alcun elemento tangibile con cui supportarla.
Se partiamo dal presupposto che fu in realtà la CIA, infiltrata fra gli studenti ribelli, ad orchestrare il rapimento (le motivazioni, come potete leggere nell'articolo a parte, non mancavano di certo), allora bisogna supporre che il buon Ahmadinejad sia da tempo sul libro paga di Washington. Questo spiegherebbe molto meglio il fatto che la presidenza sia finita "pacificamente" ad un laico, che ha sconfitto sul filo di lana il grande ayatollah di turno. Difficile pernsare infatti che la CIA, dopo aver ficcato le mani in tutte le più recenti elezioni nel mondo, compreso quelle delle isole di Calimero, non l'abbia fatto proprio con quella che più le sta a cuore in questo momento. Ed è altrettanto difficile pensare che non avrebbe in qualche modo cercato di sobillare le masse iraniane, se il neo-eletto non fosse stato in realtà di suo gradimento.
Avremmo allora il nuovo presidente in mano americana, che è stato però sbugiardato pubblicamente dalla memoria tutt'altro che labile di alcuni degli ostaggi.
Staremo a vedere. Se la Casa Bianca tenderà a minimizzare la testimonianza degli ex-ostaggi, e vorrà invece cavallerescamente "dare una chance" al neo-eletto, vorrà dire che ce l'ha in tasca sin dall'inizio. Se invece useranno le testimonianze per alzare il volume dell' "ostilità" verso l'Iran, vorrà dire che o ne hanno perso il controllo, o che davvero non l'hanno mai avuto.
Per ora il portavoce di Bush, Scott McLellan, ha fatto sapere che "la Casa Bianca prenderà in seria considerazione le accuse degli ex-ostaggi".
A giudicare dal tono, e dalla scelta delle parole, sembra quasi che abbia detto che se non lo scoprivano era molto meglio.
Massimo Mazzucco
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