IDENTIFICATI GLI ATTENTATORI DELLE BOMBE LONDINESI
Bush e Blair continuano ad andare a braccetto, nel bene e nel male. Dopo la curiosa analogia delle esercitazioni-fotocopia, in corso proprio durante gli attentati sia di Londra che di Manhattan, tocca ora alle indagini rispecchiarsi fedelmente una nell'altra.
La stessa fortuna che aveva arriso agli investigatori dell'11 Settembre, regalando loro la valigia di Mohamend Attà (che "perse la coincidenza" a Boston, e che conteneva addirittura il suo passaporto ed il suo testamento), ieri ha voluto aiutare gli inglesi, facendogli trovare i documenti personali di tutti e quattro i presunti "kamikaze", vicino al punto in cui erano avvenute le rispettive esplosioni. Non contenta, la fortuna ha pure pensato di far rinvenire alla polizia ... ... una carta di credito intestata a uno dei quattro, apparentemente dimenticata in una cabina telefonica. Ma il miracolo vero è arrivato dalle telecamere a circuito chiuso dei trasporti londinesi, che dopo una accurata visione di tutto il materiale registrato quella mattina, hanno permesso di riconoscere i quattro attentatori, e di ricostruire fin nel minimo dettaglio i movimenti che li hanno condotto agli attentati.
Talmente alte erano le probabilità di scoprire qualcosa, spulciando quelle ore infinite di registrazione - quante telecamere ci saranno, anche soltanto nelle tre stazioni interessate alle esplosioni? Ma poi soprattutto, che cosa cerchi, in quel flusso ininterrotto di gente tutta uguale, visto che non sai ancora chi è stato? Qualcuno che va al lavoro "con l'aria sospetta", magari "con lo zainetto particolarmente pesante"?) che la ricerca sulle immagini registrate era stata addirittura annunciata con gran fanfara dai telegiornali della sera prima. Si vede che Scotland Yard si sentiva in giornata di buona.
(Messaggio subliminale: non credere, piccolo fratello, dovunque tu vada, qualunque cosa faccia, il nostro occhio ti segue, e la traccia rimane per sempre).
Sarebbero quindi quattro pakistani "di nazionalità inglese" i quattro esseri astuti che hanno ritenuto necessario morire insieme alle vittime, nonostante potessero tranqullamente "dimenticarsi" lo zainetto sotto il sedile di quello davanti, e scendere con grande eleganza alla fermata precedente.
Il messagio subliminale che ci giunge invece dalla tipologia degli attentatori è addirittura spudorato nella sua trasparenza: attenti, uomini di tutto l'occidente, "loro", il male, i cattivi, sono fra noi. Si aggirano fra di noi, vestono come noi, e parlano esattamente come noi. Ma fortunatamente c'è un modo di distinguerli da noi: la religione.
In conclusione, bisogna ammettere che se l'occidente è sfortunato, in quanto bersaglio preferito della "jihad islamica", ha dalla sua un sistema di indagini preciso ed efficiente, che ci permette sempre di ritrovare il colpevole ento 48 ore al massimo. Era successo con i dicciannove assi del cielo quattro anni fa, è successo ieri con i 4 pakistani delle bombe londinesi.
48 ore sembrano infatti un tempo ideale per permettere alla gente di riprendersi dallo shock, impedendo però che cominci a domandarsi davvero chi è stato, non appena ritorni a ragionare.
Ora invece, con la risposta già servita a colazione, potranno tranquillamente dedicarsi ad organizzare la caccia al primo pakistano che avvistano per strada.
Tutto previsto, tutto secondo copione.
Massimo Mazzucco