FREEDOM TOWER
(CURIOSA AGGIUNTA IN CODA)
04.07.04 - In una ridondanza quasi nauseante di nazionalismo da
confezione, è stata posata oggi la prima pietra (un sassolino di
granito di oltre 20 tonnellate) che marca l’inizio della ricostruzione
delle Twin Towers di New York. Data non scelta a caso, ovviamente,
essendo il 4 di Luglio la festa nazionale americana dell’ indipendenza.
Il sindaco Bloomberg – una specie di ectoplasma che ogni tanto si
materializza davanti ai suoi concittadini - ha voluto comunque
ricordare al mondo quello che nessuno sospettava, e cioè che “la
causa della libertà non verrà mai sconfitta da nessuno”,
mentre la stessa dicitura nel granito diceva “per onorare e ricordare
tutti coloro che hanno perso la vita l’undici settembre 2001, e come
tributo all’inestinguibile spirito della libertà”. E proprio
perchè il significato dell’operazione non sfuggisse nemmeno agli
scoiattoli di Battery Park, la torre principale, la cui forma
stilizzata è quella della Statua della Libertà, si
chiamerà - ebbene sì - Freedom Tower, Torre della
Libertà.
L’unico però che di libertà ne ha avuto molto poca, in
tutto questo, è stato David Libeskind, l’architetto che due anni
fa ...... ...vinse con tutti gli onori la commessa per il progetto di
ricostruzione. Eh sì, perchè laddove inizia il dollaro,
anche le più belle parole si trasformano subito in ricordi evanescenti. Chi già avesse letto la nostra
pagina sul crollo delle Torri (link in coda), conosce bene il nome di Larry Silverstein, il
fortunato imprenditore che riuscì a strappare alla City la gestione
delle torri, proprio
un mese prima che venissero giù come biscottoni di cioccolata,
“in seguito al calore sprigionato dagli incendi".
Quel giorno infatti, vista la gravità della situazione, furono
sospesi non solo tutti i voli nazionali, ma anche le più
elementari leggi della fisica, per cui i piloni d’acciaio delle Torri –
l'acciaio fonde a 1535 C° e non uno di meno – si ritrovarono
improvvisamente a sciogliersi di fronte al fuoco generato da semplice
kerosene. Mentre tutti i costruttori del mondo, come degli imbecilli
patentati, si ostinano a voler usare la fiamma ossidrica per saldarlo. (Spiegazioni dettagliate sempre nel link in coda)
Ma torniamo a Libeskind. Sarà sempre un caso, ma quello che
doveva essere un iter relativamente semplice per la ricostruzione (la
proprietà delle Torri rimane alla Port Authorithy di NY,
Silverstein le ha solo affittate per 99 anni, e quindi sta a loro
decidere il progetto finale), si è trasformato in un’epico
scontro legale, che ha visto il locatario opporsi ad ogni passo del
progetto Libeskind con una schiera di avvocati di prim’ordine.
Voleva più spazio uffici, voleva una torre in più, ma
soprattutto voleva utilizzare il massimo dell’area disponibile per la
ricostruzione. Non aveva però fatto i conti con la solita
associazione dei familiari delle vittime, che invece non vorrebbero
che un solo centimetro di Ground Zero – il perimetro effettivo su cui
sorgevano le Torri – venisse ricostruito. E’ “sacred ground”, dicono, e
così dovrà restare per sempre.
Risultato
della zuffa: un progetto impossibile da decifrare, e che pare
comunque destinato ancora a mutare nel tempo. La Freedomn Tower
sarà – se per caso qualcuno l’avesse dubitato – “il più
alto edificio del mondo”, visto che la sua cima disterà
più di mezzo chilometro dal livello stradale. Stranamente però di questa torre – come di tutte
le altre – circolano solo disegnini da prima elementare, al punto che
il fatto che sarà “come un cattedrale fatta a spirale” lo si
deve dedurre dalle parole di chi ce lo racconta, più che dalle immagini che si vedono in giro. Il resto dell’
“appezzamento” (nell’ordine dei miliardi di dollari il suo valore)
vedrà invece quattro strane torri secondarie affacciarsi tutte
in maniera ridicola ed improbabile sul Ground Zero, che resterà
quasi completamente rispettato. (Eccetto naturalmente per la nuova
viabilità interna, elemento ormai indispensabile per
quell’angolo di Manhattan, che restava regolarmente congestionato dal
mattino alla sera a causa della sua mancanza).
Ma per quel che riguarda la maggior parte dell’ambito terreno, sorry –
hanno detto i parenti delle vittime - ma solo tanta erbetta fresca con
le sue belle candeline sopra, per pregare quando ci pare. Così
imparate a fare gli esosi sulla pelle della gente che lavora.
Perchè se c’è un gruppo al mondo che di sicuro ha
mangiato la foglia fino in fondo, sono proprio i parenti delle vittime.
E se si pensa che di fronte ad interessi miliardari come questi, una
qualunque altra associazione sarebbe stata spazzata via senza
nemmeno chiedere scusa, bisogna dire che per questa le attenzioni sembrano davvero non bastare mai. Curioso, non
trovate?
Sembrerà paradossale ma, in un certo senso, alla fine a Ground Zero hanno vinto i morti.
Massimo Mazzucco
AGGIUNTA:
Scusate, ma non vi sembra curioso che la posizione e le altezze
relative del progetto lo farebbero risultare, visto da Sud-Ovest, una
cosa del genere?
VEDI ANCHE:
TORRI GEMELLE: CROLLO, O DEMOLIZIONE CONTROLLATA? (Vai direttamente al paragrafo "Larry Silverstein, l'uomo delle Torri").