AH, NON POSSO? E CHISSENEFREGA!
09.06.04 - Quello che è accaduto ieri era tanto prevedibile
quanto è imperdonabile. La corte internazionale dell’ONU ha stabilito che
il muro di confine israeliano è illegale (e ci ha messo pure 5
mesi per farlo), e Israele ha già appoggiato la mano sul gomito,
dicendo apertamente al mondo che se ne fotte della sentenza, e che non
solo il muro rimarrà, ma che la sua costruzione
continuerà come previsto.
Mentre i signori Berlusconi, Blair, Bush & company devono essere
così impegnati a portare nei paesi arabici la loro versione
personale della democrazia, che non si sono nemmeno accorti che quella
vera, quella internazionale – l’unica che è ancora in grado di
dare al mondo una vivibilità accettabile – è stata
definitivamente calpestata.
Eppure il verdetto dell’Aja non è certo di quelli difficli da interpretare:
The construction and its associated regime is contrary to international law;
La costruzione [del muro] ed il regime [di controllo] che la accompagna sono contrari alle leggi internazionali.
Israel is under obligation to cease construction and dismantle the wall;
Israele ha l’obbligo di fermare la costruzione e di smantellare ciò che è già stato costruito. (...) Israel should compensate owners of land seized to construct the barrier and those harmed by the barrier;
Israele dovrebbe ricompensare i proprietari delle terre confiscate per
la costruzione del muro e di quelle danneggiate dal muro stesso.
All states are under obligation not to recognise the situation and ensure Israel's compliance with international law;
Tutte le nazioni hanno l’obbligo di non riconoscere la situazione [di
fatto] e di adoperarsi affinchè Israele si adegui alla leggi
internazionali.
The UN should consider what further action to take.
Le nazioni Unite dovrebbero prendere in considerazione eventuali passi futuri [per far implementare le leggi, si suppone].
Di fronte a questo, ecco la risposta di Sharon, comunicata ai media da uno dei suoi portavoce:
"I believe that after all the rancour dies, this resolution will find its place in the garbage can of history”
Sono convinto che quando tutta questa rabbia sarà passata
[leggi, quando vi sarete messi il cuore in pace], questa risoluzione
troverà il suo posto fra la spazzatura della storia.
E se per caso qualche paese arabo pensasse di appellarsi all’ONU, per
far implementare la sentenza, è già stato fatto sapere
che gli Stati uniti, o l’inghilterra, porrebbero comunque il veto ad
una qualunque risoluzione in quel senso.
Quello che è agghiacciante non è la rapacità cieca
ed illimitata del neo-sionismo colonizzatore, ma il silenzio totale da
parte di una qualunque altra voce autorevole nel mondo.
La più grossa responsabilità storica che i signori
succitati – Berlusconi, Blair, Bush, con tutto coloro che hanno
partecipato consapevolmente all’assassinio premeditato della
comunità internazionale – non sarà tanto quella dei morti
per le nuove guerre di conquista a cui abbiamo assistito impotenti,
quanto quella di tutto ciò che accadrà nel mondo da oggi
in poi a causa dell’assenza di un organo internazionale in gradi di
redimere, o almeno di tenere sotto controllo, le varie dispute di
cortile. E siccome per cortile qui si intendono nazioni intere,
potrebbero essere anche conseguenza di una gravità tale che
oggi non riusciamo nemmeno ad immaginarle.
Massimo Mazzucco
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cemento marca sempre più visibilmente la separazione fra i privilegiati
e le moltitudini affamate del pianeta.