Il Corriere della Sera
ha pubblicato questa notizia, che riportiamo integralmente, corredata da alcuni commenti.
L’Italia si ritira da Durban
ROMA - Anche l'Italia, seguendo l’esempio degli Stati Uniti e del Canada, boicotterà la conferenza Onu «Durban II» sul razzismo prevista a Ginevra dal 20 al 25 aprile, contestando le «frasi aggressive e antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione finale. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini dopo un incontro bilaterale con la collega israeliana Tzipi Livni a margine del Consiglio Esteri Nato a Bruxelles.
Perchè lo ha annunciato dopo un incontro con Tzipi Livni? Forse Frattini non conosce l’inglese, e si è fatto tradurre da lei la “bozza di dichiarazione”?
«La delegazione italiana non parteciperà al seguito dei lavori di Durban II» ha detto Frattini, spiegando che la decisione potrà essere revocata se il testo - che attualmente contiene «almeno due parti inaccettabili» - verrà modificato. Secondo il titolare della Farnesina, anche Danimarca, Francia, Olanda e Belgio sono pronti a ritirare le proprie delegazioni.
Chiunque deve essere pronto a ritirare le proprie delegazioni, in qualunque momento e in qualunque situazione: si chiama diplomazia internazionale. Ma perchè annunciarlo in anticipo, se il fatto non è avvenuto? E infatti:
Il premier Francois Fillon ha detto che la Francia «non accetterà che lo Stato d'Israele sia stigmatizzato, che la sua politica venga calunniata, e se necessario si ritirerà».
Se necessario, quindi, lo annunceremo.
PLAUSO DI ISRAELE - Un portavoce del ministero degli esteri a Gerusalemme, Andy David, ha detto che Israele «si rallegra di questa decisione dell'Italia che si è resa conto che da questa conferenza nulla di positivo potrà emergere».
Questo Frattini non lo ha detto. Come mai il nostro Ministro degli Esteri permette che gli vengano messe in bocca frasi arbitrarie, ... ... da parte di sconosciuti? D’accordo che questo David di mestiere fa il portavoce, ma dovrebbe limitarsi a “portare” la voce di chi lo paga, non dei governi altrui.
Soddisfatta Margherita Boniver, deputata del Pdl e presidente del Comitato parlamentare Schengen, Europol e Immigrazione: «Dall'esperienza deleteria della prima sessione di Durban si era capito che l'intenzione di Paesi come la Libia e l'Iran era ed è di trasformare la conferenza in un grande palcoscenico, teatro di un'orgia di antisemitismo ed anti-occidentalismo, capace di rivoltare platealmente la realtà».
Ohibò! E da quando in qua le restanti 150 nazioni dell’ONU non sarebbero capaci di impedire a due paesi come Libia e Iran di trasformare la conferenza in un'orgia capace di rivoltare platealmente la realtà? Non esistono forse regole, in queste conferenze? Non hanno forse tutti diritto di parola, grazie al quale confutare eventuali corbellerie pronunciate da questi disturbatori?
Siamo così dialetticamente impreparati, noi che lottiamo “contro l’antisemitismo e l’anti-occidentalismo”, da farci spaventare da quattro riottosi qualunque?
Il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti ha detto che la conferenza di Durban «costituisce un'occasione unica di fare il punto sui nostri sforzi nella lotta al razzismo e alla discriminazione e di rinnovare il nostro impegno in materia. È fondamentale che i negoziati non deviino da questo obiettivo. Se tale sarà il caso l'Italia è pronta a continuare a impegnarsi in questo processo. Non possiamo permettere che questa occasione cada preda di altre priorità politiche o ideologiche».
A maggior ragione quindi si partecipi, si eviti che la cosa diventi una baracconata, e si combattano a volto aperto l’antisemitismo e l’antioccidentalismo che costoro vorrebbero propagandare. Da quando in qua ritirarsi equivale ad affermare le proprie idee?
L’ONU inoltre non è qualcosa di esterno a noi. Non è una specia di organizzazione privata, che “invita” a suo piacimento i paesi che vuole lei. Siamo tutti membri dell’ONU, e siamo noi, collettivamente, ad organizzare questo tipo di eventi. Le possibilità quindi sono solo due: se i termini della “bozza di dichiarazione” travalicano i parametri, i criteri e le finalità dell’ONU, bisogna semplicemente annullare la conferenza. Non possiamo permettere che della gentaglia qualunque porti avanti una baracconata ideologica in nome di tutti noi.
Se invece i termini della bozza rientrano nei parametri, criteri e finalità dell’ONU, si partecipi e si difenda a dovere ciò che si dice di voler difendere.
Mica li paghiamo per scappare, i nostri politici.
APPELLO DEL COMMISSARIO - Giorni fa l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo Navi Pillay aveva lanciato un appello ai governi a partecipare al summit di Ginevra, dicendo che «offre la piattaforma e il quadro più ampio per combattere l'intolleranza e il razzismo nelle loro numerose forme». Pillay si è detta «pienamente consapevole del fatto che l'eredità della conferenza di Durban I è stata rovinata dal comportamento antisemita di alcune organizzazioni non governative ai margini della conferenza. E adesso anche la conferenza di revisione è presa di mira da una campagna sprezzante di coloro che temono una ripetizione delle manifestazioni di antisemitismo. Ma questo è ingiustificato».
Perchè si ha così tanta paura di eventuali manifestazioni di antisemitismo? Sono “manifestazioni”, appunto, di tipo ideologico. Non sono affermazioni di un dato di fatto, nè tantomeno imposizioni di una qualsivoglia realtà.
Cosa avrebbero dovuto fare i giudici che hanno messo in galera le Brigate Rosse, se avessero ragionato nello stesso modo? Non presentarsi al processo, per non sentirsi dire dagli imputati che loro “sono schiavi delle multinazionali”?
Per l'ex giudice sudafricana, un fallimento della conferenza di revisione avrebbe un impatto negativo sull'insieme dei meccanismi e il lavoro per i diritti umani.
LE FRASI INCRIMINATE - La bozza del testo finale della conferenza Onu sul razzismo contiene accuse durissime contro Israele. La politica nei territori palestinesi, si legge nel testo anticipato sul sito di Haaretz, costituisce «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». La conferenza è un seguito di quella che si svolse nel 2001 a Durban, in Sudafrica, in un crescendo di polemiche fra la richiesta di un risarcimento per la schiavitù negli Stati Uniti e quella di equiparare razzismo e sionismo. Allora Stati Uniti e Israele abbandonarono i lavori. Questa volta hanno annunciato preventivamente che diserteranno l'appuntamento.
Veramente sono le stesse Nazioni Unite, con una serie ormai leggendaria di risoluzioni ignorate da Israele, ad averli accusati di violazione dei diritti umani.
Fonti Onu, citate da Haaretz, riferivano che Iran e Siria hanno preso la guida della stesura della bozza e c'è la diffusa impressione che diversi Paesi arabi e musulmani vogliano usare la conferenza per attaccare Israele. In altri stralci del testo si esprime «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Israele viene accusato di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza».
A questo punto resta solo da capire quali sarebbero le frasi inaccettabili di cui parlava Frattini. A noi risulta tutto molto preciso e accurato.
Massimo Mazzucco