DUE DOMANDE SEMPLICI SEMPLICI
L'uscita "giustiziera" del Ministro Caldaroli non ha ottenuto solo lo sdegno da parte di chi rispetta i più basilari principi morali, ma anche - come lui stesso probabilmente sperava - numerose espressioni di chiaro entusiasmo per questo tipo di giustizia "fai da te". Di fronte a questa spaccatura evidente, un iscritto si pone delle domande molto semplici. Sono le risposte che mancano.
di Ivan
Com'è che in questo paese, in tema di giustizia, ci sono tanti pesi e tante misure?
Com'è che quando sotto processo finiscono dei "signori", dei ministri o dei capi di governo, sono tutti super-garantisti, e gridano fino alla paranoia al "complotto del comunismo mondiale, materializzatosi nelle toghe rosse"?
Com'è che quando gli imputati sono "parenti di", finiscono ospiti d'onore nei talk-show televisivi, mentre i giudici e le forze dell'ordine ... ...che hanno osato indagare su un "lei non sa chi sono io", finiscono dritti nella lista nera del ministro Castelli?
Perchè nessuno offre uno solo euro bucato di taglia, per la caccia agli assassini della ragazzina di Manfredonia lapidata con ferocia? Cos'era quella ragazzina? Per caso una persona di razza inferiore, perché meridionale? Caldaroli per lei non aveva o non ha denari? Castelli preme davvero perchè si faccia giustizia?
E' facile mostrare il cappio, come facevano certi galantuomini in parlamento una decina di anni fa. Un pochino più difficile è capire cosa stia avvenendo in questo nostro sventurato paese.
C'è davvero qualcuno che pensa che con la legge del taglione progrediremo? Non mi pare che nel basso medioevo la situazione sia migliorata, quando l' hanno applicata. E l'unica ad applicarla ancora oggi, guarda caso, è proprio la criminalità.
La legge del taglione, ovvero una giustizia che distrugga ciecamente un individuo appena sgarra, è una realtà ultradecennale che persiste solo nelle zone del Belpaese ancora controllate dalla delinquenza organizzata.
E questo che si vuole, per caso? Uno stato criminale?
Ivan