Succedono cose curiose, a furia di mescolare impunemente sacro e profano, religione e politica, chiesa e spiritualità.
Oltre che al trucco delle macchinette elettorali, gentilmente fornite dagli amici di sempre, nel 2004 Bush era riuscito a farsi rieleggere grazie al supporto compatto degli Evangelisti e dei cristiano-fondamentalisti, cattolici compresi, di tutta America.
Ma proprio oggi, è lo stesso gruppo su base religiosa che rischia di togliergli la base politica di cui avrà bisogno, nell'autunno di quest'anno, per contenere il ritorno dei democratici, e non perdere così quella maggioranza in Senato che oggi gli permette di fare tutto quello che vuole, senza dover venire a patti con nessuno.
Una potente lobby formata da 85 leader evangelisti - che comprende presidenti universitari, personalità della radio,... ... scrittori, predicatori superstar - ha lanciato ieri una massiccia campagna per mobilitare le masse dei loro fedeli contro il global warming, o riscaldamento globale. Come è noto, Bush si oppone a qualunque "legislazione coercitiva" contro le emissioni tossiche, e professa una fede incrollabile nelle "limitazioni volontarie" che secondo lui le industrie più inquinanti dovrebbero autoimporsi.
La settimana prossima il gruppo di leader evangelici uscirà con una pubblicità a tutta pagina sul New York Times, accompagnata da un vero e proprio spot pubblicitario a livello nazionale, che conclude con queste parole: "Con l'aiuto di Dio possiamo fermare il global warming. Facciamolo per i nostri figli, per il nostro mondo, per il nostro Dio".
In una curiosa coincidenza, proprio due giorni fa il "Pew Center for Global Climate Change", un'autorevole think tank americano, aveva lanciato un appello perché si inizi immediatamente a prendere misure efficaci contro la mutazione climatica in corso.
Dai loro dati infatti risultava che negli Stati Uniti la percentuale di emissioni inquinanti fosse salita, nel solo 2004, di oltre il 2%. E gli Stati Uniti, con il 5% della popolazione mondiale, contribuiscono alle emissioni nocive per quasi un quarto del totale. Secondo gli stessi dati, l'anno 2005 è risultato l'anno più caldo in assoluto nella storia americana, mentre il Gennaio appena trascorso ha battuto di 8 gradi Fahrenheit (quasi 3° centigradi) ogni record conosciuto.
Sempre nell'ambito di queste curiose coincidenze, la settimana scorsa uno scienziato della NASA aveva trovato una potente cassa di risonanza nel New York Times, per lamentare pubblicamente come i suoi boss gli impedissero di rivelare al mondo i veri danni che stiamo apportando all'ecosistema.
Naturalmente, solo i bambini credono che il New York Times sia un giornale "indipendente".
In altre parole, sembra proprio di capire che sarà l'ambiente il terreno di scontro per la prossima "campagna d'autunno", che in qualche modo vedrà una nuova alleanza dei moderati repubblicani con i democratici centristi (ovvero le stesse identiche persone, con una maglietta diversa), nel tentativo di indebolire l'ala estremista dei guerrafondai-neocons, e arrestare in qualche modo la spirale suicida che sta prosciugando le riserve nazionali oltre ogni più cupa previsione.
Forse lo stesso Eisenhower, nel suo profetico discorso di addio, del 1959, non aveva immaginato le dimensioni che può assumere l'ingordigia di quello che egli definì, per la prima volta, il "complesso militare-industriale" americano.
La cosa triste è che, all'interno di tutto questo, la questione ambientale verrà semplicemente usata come grimaldello per le elezioni d'autunno, mentre pare che il problema sia davvero reale e incombente, e la sua soluzione ormai improrogabile.
A questo punto, non ci resta che dire "speriamo che Dio ce la mandi buona".
Massimo Mazzucco
Vedi anche:
Il famoso discorso di Eisenhower sul "complesso militare-industriale"
(purtroppo, è ancora da tradurre).