Ho seguito poco la faccenda del calcio, e non ne conosco i dettagli, che non mi interessano affatto. Ho smesso di essere tifoso molti anni fa, anche se con dolore, nel giorno in cui mi resi conto che le mie passioni venivano sapientemente manipolate con scopi ben diversi da quelli puramente sportivi. Da allora i mille scandali societari, i contratti miliardari ai giocatori, e le cifre spropositate che normalmente girano attorno al mondo del pallone, non hanno fatto che confermare quella mia triste presa di coscienza.
Mi ha però colpito in modo particolare, del caso attuale, una frase di Moggi riportata ieri dall'Ansa: "Non sono stato io a inventare questo calcio, e' il sistema che funziona cosi' da sempre."
E' infatti una frase che va ben oltre il mondo del calcio, e arriva a lambire le vite di tutti noi, poichè rappresenta un atteggiamento di fondo che prima o poi, ... ... in misura minore o maggiore, tutti ci ritroviamo a condividere.
Proviamo solo a pensare a quante volte, ad esempio, ci siamo trovati nel traffico, bloccati a metà di un incrocio intasato, con uno di fianco a te che ti guarda in cagnesco, e uno di fronte a te che finge che tu non esista, e magari abbiamo pensato: certo, basterebbe che nessuno attraversasse l'incrocio, anche se ha il verde, finchè questo non è libero, e di sicuro arriveremmo tutti a casa prima. Poi però provi ad immaginare cosa succederebbe, se solo tu volessi aspettare ad attraversare, con il verde a tuo favore, finchè l'incrocio non si sia liberato da chi ora ha già il rosso, ma è ancora bloccato a metà, e già ti senti strombazzare nel sedere da chi ti sta dietro, mentre qualcuno ti urla "E cammina, testadicazzo, se no qui facciamo Natale!"
Accetti quindi "il sistema", e anche tu ti butti subito nella mischia, verde o rosso che sia, perchè tanto non puoi fare altrimenti.
Ma dove inizia, la reponsabilità del singolo, di fronte al fatto di compiere volontariamente un'azione che sai essere sbagliata, solo perchè "il sistema è cosi, e io da solo non posso certo cambiarlo"?
Fatte le debite proporzioni, in fondo è lo stesso discorso che fecero alcune SS a Norimberga, quando difesero il loro operato dicendo "eseguivamo soltanto degli ordini". Loro addirittura, volendo, non rischiavano solo un clacson nel sedere, se non si fossero "adeguati al sistema", ma direttamente la corte marziale. Eppure furono condannati a morte, e la cosa parve giustissima a tutti.
Anche Craxi, nel momento di lasciare, si alzò in piedi, in Parlamento, e disse davanti a tutti "sapete benissimo che non sono io, ma è il sistema che è marcio". Nonostante questo, fu "condannato a morte" (dalla tenaglia impietosa dei democristiani da una parte, e dei catto-comunisti dall'altra), e non gli rimase che un esilio vergognoso come unica alternativa alla vergogna delle patrie galere. (Curioso come sulla via di Tunisi, da Roma, si passi proprio sopra Sigonella).
E così, passando per mille altri casi simili, arriviamo al signor Moggi, che fa il piagnisteo per essere stato obbligato a "giocare sporco" da un sistema che non offre alternative a chi vi entra a far parte.
Con una interessante differenza, però. A quanto pare, si ha tutto il sentore che la cosa voglia essere minimizzata, e che fra qualche settimana sarà stato tutto solo un brutto ricordo. Curiosamente, a Moggi non vengono infatti ricordati quei principi assoluti di responsabilità personale che portarono alla condanna dei leader nazisti, a Norimberga, o del nostro primo (e ultimo) ministro socialista degli anni '80, Bettino Craxi.
Evidentemente, è il "sistema" vero, quello che contiene, e controlla, tutti i vari "sistemi" più o meno corrotti, che guarda prima di tutto al suo tornaconto , e decide di volta in volta quale metro applicare. Evidentemente, i nazisti di Goering avevano fatto il loro tempo, non servivano più, e quindi andavano tolti di mezzo. Il Craxi della "Milano da bere" aveva fatto il suo tempo, non serviva più, e andava tolto di mezzo. Il calcio invece ci serve eccome, e quindi Moggi fa la sua smorfietta pentita, in un modo o nell'altro lo "capiremo", e decideremo tutti di accontentarci così.
A proposito sempre di manipolazione, fra l'altro.
Massimo Mazzucco