TORRI GEMELLE: crollo, o demolizione controllata?
La "conspiracy theory" vuole che le Torri gemelle non siano affatto
crollate miseramente, per il semplice effetto degli incendi e degli
impatti, ma che siano state demolite a comando, nell'ambito di una
strategia tanto cinica nella sua brutalità quanto immacolata da
un punto di vista logico.
Per accettare infatti la tesi del cedimento strutturale, bisogna
superare almeno due problemi decisamente ingombranti: quello dei documenti visivi, e
quello tecnico che riguarda l'acciaio dei piloni portanti.
DOCUMENTI VISIVI: Da dove
viene la forza - registrata da mille immagini - che lancia i detriti
lateralmente, così lontano dalla Torre Sud (ed in seguito da quella Nord),
creando addirittura un "fungo" di quintali di calcinacci che partono
dritti verso il cielo? Di solito, quando un edificio crolla, cede
prima su un lato e poi si piega su sè stesso, ma non manda in orbita pareti, finestre
e scrivanie.
PROBLEMA TECNICO: L'ACCIAIO dei PILONI PORTANTI.
Le Torri erano state progettate - è noto - per resistere
comodamente all'impatto di un aereo passeggeri (il più pesante
di quell'epoca era il Boeing 707,
che pesava quasi come i 767 di oggi). Non solo è
strano quindi che siano cadute tutte e due, ma è ancora
più
strano che la seconda, colpita venti minuti dopo la prima (e "solo" di
traverso, rispetto
all'altra), sia crollata mezz'ora prima di questa.
Del tutto incredibile, poi, che nel pomeriggio sia anche crollata
all'improvviso la terza
torre del complesso, il WTC7, di "soli" 40 piani. Nessun aereo l'aveva
toccata, l'incendio stesso che si era sviluppato non ha avuto cause
palesi (si possono al massimo ipotizzare dei "tizzoni ardenti", che
però faticherebbero molto a dare fuoco all'edificio partendo dai
piani bassi). Ma questo, pur essendo in solido cemento armato, è
andato anche lui giù come se fosse fatto di burro (sequenza fot.
sotto). Davvero tante, le anomalie strutturali di quel giorno.
Ecco uno schema della struttura portante delle torri, fatta di lunghissimi e resistentissimi piloni d'acciaio.
Chiunque abbia fatto solo mezzo esame di ingegneria vi potrà
confermare come l'acciaio dei piloni non possa in
nessun modo essersi fuso alla temperatura di un incendio come
quello delle torri, che fra l'altro si è esaurito in
pochissimi minuti. Guardate sotto la furia delle fiamme: si vedono
addirittura le persone che si aggirano alla ricerca di soccorso:
Lì dentro non c'è certo una temperatura infernale, mentre l'acciao fonde a 1535
C° e non uno di meno.
Non si spiegherebbe altrimenti come per
saldarlo sia necessaria la fiamma ossidrica, quando poi basterebbe un banale bidone di
kerosene per renderlo
molle
come cioccolata.
Nonostante i numeri parlino chiaro, le immagini spesso valgono più di mille parole: la
sequenza che segue mostra 3 momenti di una classica demolizione
controllata. Confrontatene le dinamiche dei calcinacci con quelli della
Torre Sud.
SOPRA: DEMOLIZIONE CONTROLLATA
SOTTO: un'altra immagine della TORRE SUD. Decidete voi:
IL PIU IMPROBABILE DI TUTTI:
IL "CROLLO" di WTC7
Questa invece è la sequenza TV dell'ancora più
inspiegabile crollo della terza torre, il World Trade 7, di 40
piani, che non era stata colpita da nessun
aereo. Stava semplicemente bruciando, come tutti gli edifici del mondo,
ma essendo in cemento armato nessuno si immaginava che da un momento
all'altro scomparisse come un fondale di cartone (in perfetta
verticale, fra l'altro, e senza minimamente danneggiare gli edifici
accanto).
A questo punto è legittimo
porsi una domanda: ma perchè buttare giù le torri? Non
bastava averle bucate da parte a parte con gli aerei?
Se si parte dal presupposto che
gli attentati siano stati solo un "dispetto" di uno sceicco un
pò annoiato, di certo il danno prodotto dagli aerei basta e
avanza.
Ma se lo scopo era quello di creare una profonda insicurezza nella
nazione, in modo da poterci imbastire sopra una sana guerra "punitiva",
allora è sicuramente preferibile il crollo totale. A livello
subliminale, il "crollo della fortezza" è ben altra cosa dalla
semplice "ferita in battaglia". Anzi, la seconda rischia di
ringalluzzirti ancora di più, rendendoti la mente acuta e
pronta, mentre il primo ti annichilisce, ti toglie ogni capacità
di reazione, e ti lascia in balìa totale di colui che ora ti
prende paternamente la mano. E che mentre tu hai ancora gli occhi
chiusi per l'orrore, approfitta per far passare leggi che fanno tanto
comodo a lui, quanto sono volte proprio contro te stesso.
Ma non c'è bisogno di sconfinare nella psicologia, per
supportare l'accusa di cospirazione. Basta ricordare, ad esempio, che
l'intero complesso WTC (le tre torri appunto) era diventato da anni un
enorme problema per la circolazione in tutta la punta Sud di Manhattan,
poichè costituiva un blocco compatto di 4x4 isolati, chiuso in
ogni senso al traffico, piantato proprio nel cuore della City.
Sarà un caso, ma la ricostruzione prevede un rifacimento
completo della viabilità, con multipli attraversamenti dell'area
che è ora coperta dalla macerie delle torri.
Le stesse torri, inoltre, erano gioielli di ingegneria da un punto di
vista strutturale, ma dei veri e propri pachidermi da quello della
gestione dei servizi e manutenzione in genere, ed erano già da
anni state considerate obsolete, ingombranti e costosissime.
Scopriamo poi che nel WTC7 c'era uno dei più importanti uffici
della CIA, e che in questi pare venisse conservata tutta una serie di
documenti decisamente "scomodi" per l'amministrazione Bush.
A tutte queste "tentazioni" latenti, aggiungi adesso:
L'UOMO DELLE TORRI -
Mille pagine reperibili in rete documentano i retroscena che riguardano
la proprietà delle torri. Questo è il sunto: dopo essere
state per trent'anni consecutivi sotto la Port Authorithy di New York
(la municipalità), la gestione era stata rilevata, proprio due
mesi prima degli attentati, da un gruppo privato guidato
dall'imprenditore ebraico Silverstein. Tra le prime cose che
Silverstein fece, vi fu il raddoppio della polizza di assicurazione,
che andava ad includere anche eventuali attacchi terroristici, esclusi
invece dalla polizza precedente. Lo stesso Silverstein ha poi
raccontato, in televisione, il fatto seguente: verso metà agosto
egli rimase vittima di un incidente, che lo costrinse in ospedale con
varie fratture al corpo. Ma lui "ci teneva così tanto ad entrare
in possesso dei suoi adorati gioielli" che, pur essendo il dolore
notevole, chiese a viva forza che gli venissero sospese le dosi di
morfina, per essere abbastanza lucido da poter firmare immediatamente i
documenti che mancavano per completare il trasferimento delle
torri. Come se quelle scappassero, se solo avesse aspettato una
settimana in più. (La gestione delle torri serve a sostituire
una parte del personale della security con agenti propri, i quali
possano poi collocare con tutta calma le cariche all'interno della
struttura.)
Infine: mentre Silverstein sta facendo ricostruire oggi le torri come le vuole lui, con i soldi dell'assicurazione, tutti i resti dell'acciaio dei piloni, dal pezzo più lungo al frammento più microscopico,
sono stati inspiegabilmente venduti o fatti scomparire nell'arco di
pochi giorni dai crolli (non esiste ad oggi un solo referto scientifico
che ne abbia potuto analizzare la presunta "fusione").
La società che si è occupata di portare via questi resti
è la stessa che è stata usata per portare via quelli -
altrettanto sospetti - del Murray Building di Oklahoma City (1984,
Timothy McVeigh, Waco Texas, FBI...). Per la cronaca, il nome della
società è Controlled Demolitions Inc.
Come dicevamo, se solo si supera l'aspetto morale, la logica non fa davvero una grinza.
Massimo Mazzucco
|