Fanno sorridere le misure prese di recente dal governo Renzi per combattere in futuro casi di corruzione come quello di Mafia Capitale: estensione della pena minima da quattro a sei anni, estensione della massima da otto a dieci, e impossibilità di patteggiare se prima non si restituisce il maltolto.
A parte la ridicolaggine delle singole soluzioni: ve lo vedete uno che decide di non farsi corrompere solo perché rischia sei anni invece di quattro, oppure perché ne rischia 10 invece di otto? Oppure uno che sceglie di non patteggiare perché "mò me tocca pure restituì li sordi che ho rubbato" (ma perché, scusate, prima uno poteva addirittura tenerseli? Allora, piuttosto che mettere un deterrente, possiamo dire che al massimo hanno tolto un incentivo per farsi corrompere).
Ma è l'insieme delle misure, naturalmente, che fa sorridere, perché dimostra la palese mancanza di intenzione di risolvere il problema alla radice. Tutte queste misure messe insieme, infatti, fanno venire mente una persona che sia indietro con tre rate del mutuo della casa e si metta a cercare delle monetine sotto i cuscini del divano per pagare i suoi debiti.
Se invece si volesse davvero risolvere il problema, basterebbe creare un meccanismo che permetta a chiunque di verificare ... ... se i soldi erogati dall'ente pubblico vengono veramente utilizzati per lo scopo a cui sono stati destinati, oppure no. Bisognerebbe cercare una figura di "verificatore", il quale ha il compito di seguire da vicino i soldi assegnati dallo Stato per una qualunque spesa pubblica (al di sopra di una certa cifra, ovviamente), e che sia sua volta responsabile per la tracciabilità completa di questo flusso di denaro.
Se il comune di una certa città decide di stanziare 5 milioni di euro per far ripulire un campo rom, per portargli elettricità ed acqua potabile, il verificatore ha semplicemente il compito di accertarsi che questi soldi vengano effettivamente spesi per lo scopo a cui sono stati destinati. Se i soldi invece scompaiono nel nulla, il verificatore va in galera.
A sua volta, per evitare di venire corrotto - e per la sua stessa protezione - il verificatore ha l'obbligo di pubblicare on-line tutte le transazioni che avvengono in relazione allo stanziamento di soldi pubblici. In questo modo qualunque cittadino può controllare che i suoi soldi siano stati effettivamente utilizzati per lo scopo a cui erano stati destinati.
Sembra fin troppo semplice, ovviamente, ma il fatto che nessuno al governo faccia questo tipo di proposte suggerisce che il problema, in Italia, stia altrove: evidentemente il voto di scambio è ancora troppo forte, a tutti i livelli della società, perchè qualcuno abbia veramente l'interesse a risolvere il problema della corruzione.
Massimo Mazzucco