CLEMENTINA CANTONI: PASTICCIO ALL’ITALIANA
di Tommaso Bruschi
Proprio nelle ore in cui tutti sono impegnati a festeggiare la liberazione di Clementina Cantoni, come oche giulive a cui è arrivato il padrone a dar da mangiare, io mi ritrovo invece molto arrabbiato, e provo un profondo senso di vergogna.
Intendiamoci, dal punto di vista umano, sono felice che la nostra connazionale sia stata liberata, e non è certo contro di lei che si dirige il mio risentimento. Il problema sta nell’Italia e nel suo modo assurdo di gestire questo genere di situazioni. In questo caso, come probabilmente anche nella vicenda Sgrena in Iraq, ... ... i rapitori erano stati chiaramente individuati, e qui ne conoscevamo addirittura nome e cognome: Timor Shah.
Cosa avrebbe fatto un qualsiasi Stato degno di chiamarsi in quel modo? La risposta dovrebbe essere scontata: una volta individuato e localizzato il colpevole, che fai? Lo vai a prendere, o gli dai fior di quattrini e Dio sa cos’altro per riavere, bontà sua, quello che lui nemmeno doveva permettersi di toccare? Ebbene Signori, per l’ennesima volta, quando il blitz della polizia afghana era già pronto, l’Italia ha scelto la seconda opzione. Curioso modo di agire, fra l'altro, per un paese che ha saputo sconfiggere l’anonima sequestri grazie al congelamento dei beni dei parenti dei rapiti.
I soldi dello Stato italiano sono i nostri soldi, che versiamo con le nostre tasse, ed ora una parte di questi è in mano ad un beduino armato, che li utilizzerà per compiere altri crimini e sequestri. Bella la vita,eh?! Quasi quasi anch’io mi procuro una bella arma, rapisco un giornalista straniero, e minaccio di ucciderlo se la sua Nazione non mi ricopre d’oro!
L’Italia ha scelto di riportare a casa Clementina Cantoni mettendosi a 90 gradi davanti ad un delinquente qualunque. E ora tutti a festeggiare come oche giulive!
Tommaso Bruschi (Tommy 79)