CI SAREBBERO STATE LE ELEZIONI
(segue
PRIMARIE 2006 - SU IL SIPARIO - di Nico Trivella)
Se Berlusconi ha "maledetto" il tempismo con cui la morte del papa gli avrebbe tolto spazio mediatico, nei giorni immediatamente precedenti l'apertura dei seggi, di certo ora dovrebbe "benedirlo", perchè quasi nessuno si è accorto della sonora sconfitta che ha subito in quasi tutte le regioni d'Italia.
I suoi commenti sono tanto scontati quanto indicativi. Riguardo ai risultati, Berlusconi ha detto che ''era tutto prevedibile e previsto'', poichè ''gli italiani hanno votato con lo stesso sentimento politico che abbiamo gia' visto in altri paesi europei''.
Ma al di lì là del suo solito, infantile "non mi hai fatto niente, faccia di serpente!", ci sono frasi rivelatrici che meritano ... ... di essere considerate con più attenzione. ''Sono sereno. So di aver governato al meglio delle possibilita - dice in un'intervista che si è autoconcesso su Panorama - Nei prossimi mesi continuero' a lavorare come ho sempre fatto finora". Berlusconi spiega infatti che siamo in un momento ''di difficile congiuntura economica. Cosi', negli ultimi due anni, gli elettori europei hanno penalizzato i partiti di governo e premiato quelli d'opposizione a prescindere dal colore della coalizione''.
Qui Berlusconi sembra toccare con mano una scoperta che fece lui stesso, al tempo della campagna elettorale che lo vide "scendere in campo" per la prima volta, nel '94. Disse un giorno, tutto stizzito, riferendosi all'avversario D'Alema: "Mi ha rubato il programma!". La realtà, molto più triste, è che ormai ne era rimasto uno solo per tutti. Ed infatti oggi, sempre commentando la sua debacle, Berlusconi dice ''nessuno ha la bacchetta magica in campo economico, ne' il governo ne' la sinistra''.
Con la globalizzazione imperante, le regole sono unificate, e le scelte possibili ormai sono ridotte al lumicino. Quando va bene va bene per chiunque sia al governo, e quando va male è l'esatto contrario.
Viene quasi da pensare che non serva più a nulla andare a votare, perchè chiunque si ritrovi nella stanza dei bottoni ormai ha solo più due pulsanti fra cui scegliere: "accetto" (le direttive del mercato mondiale), oppure "rifiuto". E se schiacci il secondo ti si apre automaticamente una botola sotto la poltrona, e ti ritrovi in mezzo a una strada, mentre sulla porta di quella stanza si accende una luce con scritto "avanti un altro".
Siamo arrivati a un punto in cui sono le condizioni che dettano le azioni umane, e non più viceversa.
Forse allora dovremmo cominciamo a pensare, per il nostro futuro, non più a chi, ma a che cosa vogliamo intorno a noi. Che tipo di vita davvero vogliamo per noi e per i nostri figli, e soprattutto che cosa non vogliamo avere intorno.
Massimo Mazzucco
PRIMARIE 2006 - SU IL SIPARIO
Di Nico Trivella
Ieri sera, 5 aprile 2005, a Ballarò Silvio Berlusconi si presenta al fianco di Alemanno. Attenzione però, perché nessuno lo sapeva; si è presentato a sorpresa, sostenendo che il ministro che doveva partecipare ha rinunciato all’ultimo momento per motivi personali.
Come se non avesse avuto nessun altro per sostituirlo.
Come se in questi ultimi 10 anni si fosse presentato regolarmente in tutti i dibattiti possibili.
A parte lo spettacolo da bar offerto da Lui e D’Alema si può dire che, escludendo un paio di interventi di Rutelli ed Alemanno, nessuno che abbia voluto capire qualcosa di quello che succede nella politica italiana ha avuto modo di sentire qualche risposta ai suoi interrogativi. Per il 70% del tempo i maggiori rappresentanti dei partiti presenti in sala si sono accusati vicendevolmente del debito, della disoccupazione, dell’insicurezza nazionale, dell’immigrazione, dei problemi della scuola e chi più ne ha più ne metta.
Come al solito si fa cagnara, si mette tanta carne al fuoco e poi la si fa bruciare, così che il fumo magari riesca a coprire i movimenti dei muscoli della mandibola di Ilvio, che mentre ascolta un politologo comunicare al pubblico l’evento straordinario della presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri in una trasmissione che non fosse Porta a Porta, sorride plasticamente, probabilmente ignaro delle fibre che guizzavano sotto le guancie in un continuo digrignio di denti.
E quante ne ha sparate! Ad esempio ha fatto l’elenco dei mezzi che la sinistra, “lo stato parallelo”, controlla ed utilizza per i continui e vergognosi attacchi a Lui e al suo onestissimo partito, fra i quali le scuole superiori, le università, la stampa, le radio, la televisione, la magistratura, la corte costituzionale etc etc. Poi, da grande statista qual’è, durante un applauso per una risposta dell’opposizione all’ennesima balla del Premier, ha additato una persona del pubblico e l’ha apostrofato con un bel “E TU COS’HAI DA APPLAUDIRE, EH?!?” E’ stato un momento molto toccante (nel senso che ho toccato terra cadendo dalla sedia, a forza di ridere).
Nel dare la lista degli impegni portati a termine dal suo governo e facendoci partecipe dei nuovi obiettivi, come portare il debito sotto il 100% dall’attuale 105%, persino Alemanno aveva un’espressione “scettica”, tanto che quando il moderatore ha chiesto una sua opinione in merito il suo commento è stato un pietoso “sono obiettivi un po’ difficili”, che tradotto dal politichese suona più o meno come “voglio sprofondare”.
E siccome le vecchie abitudini sono dure a morire, ormai in chiusura del dibattito, che si è protratto per mezz’ora più del solito, non ha mancato di dire al moderatore che è stato bravissimo a zittire il governo per dare voce all’opposizione (quando Lui stesso in un’occasione gli ha detto di tacere) e sottolineare la faziosità del programma stesso (non ricordando la frase esatta la riprendo dall’ansa, che ha una visione molto diversa dalla mia sul dibattito): “sulle reti Mediaset, una trasmissione cosi' faziosa non c'e' mai stata, e non perche' sono un editore liberale, come sono, ma perche' una televisione commerciale non puo' perdere una fetta di pubblico”.
Signori e signore si va in scena, Berlusconi scende di nuovo in campo, la campagna elettorale è aperta.
Nico Trivella (solenero)