21.06.04 - La notizia non è ancora confermata dalla questura di Pavia, ma pare che nei dintorni di Vigevano una squadra di agenti della antiterrorismo abbia arrestato questa notte Abu Al-Abdani, capo della cellula GFAQLL in Nord-Italia (collegata ad Al-Queda), e ricercato da anni per l’attentato del 2002 in cui un aereo da turismo si schiantò nelle vetrate del grattacielo Pirelli a Milano. Morirono 4 persone, e altre 21, che quella sera si erano attardate al lavoro, rimasero in preda al panico per svariati minuti. Pare che Al-Abdani si fosse travestito da contrabbandiere svizzero, riuscendo così ad ingannare...
... il pilota dell’elicottero di servizio che gli si era accostato per capire cosa diavolo ci facesse sopra la Stazione Centrale: il pilota dell’elicottero riportò in seguito che l’uomo alla guida dell’aereo non aveva risposto ai sui ripetuti cenni di allarme, restando immobile ai comandi con lo sguardo fisso sul grattacielo davanti a lui. Non sospettando minimamente che potesse essere già morto (ed eventualmente legato poi ai comandi da qualcun altro), il pilota dell’elicottero decise senza esitazione che si trattasse di uno svizzero.
Invece era proprio Al-Abdani, detto anche Becco-di-Ferro, che era stato addestrato personalmente da Osama bin Laden nei campi in Afghanistan (reparto “testuggini”), per riuscire a bucare col turbante inamidato una parete di cemento armato, e sopravvivere così allo schianto contro la facciata del Pirelli. (Vari testimoni ricordano uno che scendeva a velocità folle le scale, tenendosi una mano sulla fronte e urlando come un forsennato “Allah è grande”!)
Al-Abdani era anche ricercato per la bomba alla stazione di Bologna, per l’abbattimento del DC-9 su Ustica, per il delitto Matteotti e per l’omicidio del Granduca di Pomerania, alla vigilia della I guerra d’indipendenza. (E’ andata invece in prescrizione, per decorrenza di termini, la denuncia “per partecipazione in complotto armato con intenti sovversivi verso lo stato” da parte dei discendenti di Giulio Cesare).
Dopo la testata al Pirelli, Al-Abdani si sarebbe dato alla macchia sotto la protezione del califfo di Vigevano (la cui moschea è collegata ad Al-Queda da un nuovissimo tunnel sotterraneo, che passa direttamente sotto il Cremlino). Ed è a Vigevano che Al-Abdani avrebbe fondato la nota cellula GFAQLL, sigla che sta appunto per “Gruppo di Fuoco di Al-Queda per la Liberazione della Lomellina”. Al-Abdani stava reclutando da tempo giovani martiri da spedire in Cecenia (il tunnel ha un paio di uscite segrete, proprio all’incrocio con il gasdotto per l’Uzbekistan), ed è stato grazie alla soffiata di un idraulico argentino (collegato ad Al-Queda) che il pericoloso leader sarebbe stato finalmente arrestato.
Per quel che riguarda il Nord-Italia, resta ancora da sgominare la cellula Al-Queda di Lodi Sud (collegata alla bocciofila locale), che fa da centro di smistamento sull’asse trasversale fra le moschee di Alessandria (in Piemonte) e Alessandria d’Egitto (ambedue collegate ad Al-Queda). Si sospetta che siano proprio le bocce zincate del glorioso Club lombardo a fornire il materiale fissile per la creazione di una bomba atomica “sporca” da parte dei fondamentalisti islamici. (Notorio infatti come la sabbia del Ticino sia talmente inquinata da essere addirittura più letale dell’uranio 458, che è inoltre sempre più difficile da trovare in drogheria, e comincia pure a scarseggiare nei comuni mercatini delle pulci).
Si indaga anche sulla pista anarco-insurrezionalista.
Massimo Mazzucco