CARA LIBERAZIONE Luogocomune ha piu volte pubblicato lettere degli iscritti la cui non-pubblicazione da parte di un giornale assumeva per noi un significato particolare. Quella che pubblichiamo oggi ha un doppio significato, perchè anche la persona che l'ha scritta è particolare. Franco Soldani si occupa dei rapporti tra la società capitalistica e la scienza ed insegna in una scuola internazionale di Monaco di Baviera. Negli ultimi tempi ha studiato a fondo la questione dell'11 Settembre e lavora insieme ad un gruppo di professionisti della comunicazione (una volta si chiamavano intellettuali, poi venne Alberoni e fu tutto da rifare) per promuovere in Italia i maggiori ricercatori americani sull'11 settembre. Parliamo di persone come Eric Hufschmidt, autore di "Painful Questions. An analysis ot the September 11th attack"; oppure di Nafeez Mosaddeq Ahmed, "Guerra alla verità. Tutte le menzogne dei governi occidentali e della Commissione "Indipendente" USA sull'11 settembre e su Al Qaeda"; oppure ancora David Ray Griffin, l'autore di "The New Pearl Harbour" che vorrebbero riuscire a portare in Italia in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro. Un doppio benvenuto quindi a Franco Soldani, la cui lettera inviata a Liberazione, e dal quotidiano progressista giustamente ignorata, pubblichiamo qui di seguito. Cara Liberazione, ho letto oggi l'articolo di Lea Melandri su Condoleezza Rice e sono rimasto allibito … …per la superficialità con cui è stato presentato il personaggio e l'effettivo ruolo a dir poco mefistofelico da lei svolto all'interno dell'amministrazione Bush. Da questo punto di vista, l'intero articolo è fuorviante, nella misura almeno in cui non spiega niente della vera funzione politica e criminale svolta dalla signora. Negli Stati Uniti le responsabilità dirette della Consigliera in questione negli eventi dell'11 settembre 2001, drammatica data d'inzio di quello che certi studiosi statunitensi con acume hanno definito "la guerra infinita" dell'attuale secolo nonché fonte prima della situazione mondiale odierna, sono state denunciate da tutti i ricercatori più attenti alla realtà - attivamente nascosta da tutti i media - dell'attuale Ordine Mondiale. Basti citare il caso di Ellen Mariani, una signora che ha perso il marito nel volo 175 schiantatosi contro la torre sud del WTC, che ha citato in tribunale l'intero governo Bush ritenendolo in pratica il primo colpevole dell'intero crimine (il testo completo di questa coraggiosa citazione - senza precedenti - in una corte di giustizia per simili reati di un Presidente della Confederazione lo si può leggere – e vale davvero la pena leggerlo – in www.911timeline.net) Cosa dire poi del fatto che un intero stuolo di ricercatori ha ormai provato, principalmente negli USA ma non solo, una serie di circostanze: A) la natura programmata del crollo delle due torri, sostanzialmente dovuta ad una demolizione controllata tramite esplosivi e probabilmente tramite quella che viene chiamata "black technology"; B) la demolizione altrettanto controllata e prevista del WTC7, il grattacielo di 47 piani sito accanto alle Torri sede della CIA, della SEC, di numerose altre agenzie federali e Banche, nonché dello Emergency Command Center dell’allora sindaco Giuliani. La prova inconfutabile di tale fatto è stata del resto fornita dallo stesso finanziere Larry Silverstein, titolare di un contratto d’affitto dell’intero complesso del WTC, che ha ammesso la natura intenzionale della distruzione nel corso di un’intervista per un documentario commemorativo dell’evento – intitolato “America Rebuilds” – poi andato in onda nel settembre 2002; C) il fatto che il Pentagono non è stato colpito dal Boeing del volo 77 bensì più probabilmente da un missile o, come alcuni sostengono, da più missili, i cui tre fori d’uscita sono chiaramente visibili nelle foto disponibili: cfr. ad es. L. Spencer, The attack on the Pentagon, in www.serendipity.li Ora il fatto è che queste prove si reggono e sono state ampiamente corroborate da filmati provenienti dalla CNN, dalla Fox e da altre reti televisive presenti sulla scena al momento dell'attacco, nonché da foto scattate subito dopo l'impatto davanti al Pentagono. Si tratta in questo caso di documenti straordinari sia perché provengono da fonti "ufficiali" e da privati cittadini che per caso hanno ripreso la scena (celebre il filmato dei fratelli Naudet al momento dell'impatto del primo aereo sulla torre sud) sia perché ci permettono di poter stabilire con umana certezza dati fatti. Un bel volume di Eric Hufschmid, Painful Questions. An analysis of the September 11th attack, pubblicato a sue spese (nel 2002!) e ora corredato anche di DVD o cassetta, mostra con dovizia di particolari e con splendide foto di grandi dimensioni la vera natura degli eventi di quella fatale giornata, portando alla luce - anche lui utilizzando materiale fotografico ufficiale - la più profonda ed inconfessabile natura di quel massacro in diretta. Del resto, gli studi sono ormai numerosi: si va dal documentatissimo volume di N. M. Ahmed (anch'esso del 2002), Guerra alla libertà. Il ruolo dell'amministrazione Bush nell'attacco dell'11 settembre, Roma, Fazi, ai recentissimi P. Lance, Cover-up. What the government is still hiding about the war on terror, a J. Marrs, Inside job. Unmasking the 9/11 conspiracies, fino a D. Ray Griffin, The new Pearl Harbour. Disturbing questions about the Bush administration and 9/11, tutti del 2004 (per non citare che alcuni titoli di una vastissima bibliografia che copre l’intero pianeta). Del resto, per poter capire ancora più a fondo la posta in gioco dell’intero affaire è indispensabile vedere il corrosivo e certosino ultimo lavoro ancora di Griffin, The 9/11 Commission report. Omissions and distortions, Olive Branch Press, 2005: una confutazione accademicamente impeccabile e rigorosa – logicamente stringente e puntigliosa – della storia ufficiale. Non ci vuole molta fantasia per dedurre dalla natura indotta e preventivata - coscientemente pianificata - della distruzione del WTC, nonché dell'assalto al Pentagono, la vera origine di quei tragici eventi da una vera e propria macchinazione concepita e portata tragicamente a termine dalle classi dominanti statunitensi, ed in particolare dal governo Bush, per poter perseguire i propri fini, con mano libera, su scala planetaria: cfr. ad es. M. Ruppert, Crossing the Rubicon. The decline of the American empire at the end of the age of oil, New Society Publishers, Canada, 2004; N. M. Ahmed, Guerra alla verità. Tutte le menzogne dei governi occidentali e della Commissione “Indipendente” USA sull’11 settembre e su Al Qaeda, Fazi, Roma, 2004. Da questa constatazione, comprovata anche da decine ormai di testi e articoli reperibili su Internet (si veda ad es. il sito www.communitycurrency.org, che dà accesso ad altri importanti siti e materiale di ricerca), deriva inevitabilmente e altrettanto inequivocabilmente il profilo intimamente criminale dell'attuale élite al potere, accusata apertamente di alto tradimento, genocidio, e di una sequela di altri reati altrettanto gravi. Le persone che ne fanno parte, compresa la Rice ovviamente, si sono rese responsabili del più grande sterminio di massa mai avvenuto sul suolo statunitense, infrangendo oltre ad ogni norma etica della cosiddetta civiltà occidentale anche il solenne giuramento che li vincolava costituzionalmente alla difesa e alla protezione dei cittadini statunitensi, che in numero di 3.000 hanno invece sacrificato sull'altare della loro agenda politica, dando prova di un nichilismo assoluto. Forse sarebbe il caso di documentare anche per il popolo italiano e i lettori di Liberazione la terribile verità che emerge dietro la versione di comodo – in un gigantesco e attivo insabbiamento massmediatico planetario – da tutti fornita all'opinione pubblica mondiale, la natura intrinsecamente criminale ed ormai senza più alcun freno dell'odierna amministrazione statunitense. Purtroppo l'articolo della Melandri depista ancora una volta, volens nolens, i lettori del giornale e più in generale i soggetti di buona volontà interessati a capire veramente cosa è successo quel giorno e perché, contribuendo in tal modo ad alimentare una visione della realtà completamente falsa. I suoi argomenti, come quelli di tutta la carta stampata nazionale e internazionale, mettono capo solo ad un ulteriore occultamento del vero stato delle cose, facendo sparire dalla scena la natura più autentica - apertamente criminale - del soggetto in questione e della junta (la definizione è di Gore Vidal, un noto antistatunitense) di cui fa parte. Si tenga conto poi del fatto che gli eventi dell'11 settembre mettono definitivamente sottosopra e rivoluzionano l'intera tradizione di pensiero occidentale, tutta la dottrina liberal-politica dell'epoca moderna e i fondamenti stessi dello Stato di diritto, calpestati dagli stessi ipotetici custodi della Costituzione e da quello stesso personale politico che le aveva solennemente giurato fedeltà. Anche questo campo di studi e di verità, di radicale ripensamento concettuale dell'impianto teorico delle società democratiche e della modernità novecentesca, viene completamente cancellato dalle considerazioni in discussione, che per la loro superficialità e per lo spesso velo di nebbia che stendono sul vero oggetto del contendere - nemmeno lontanamente sfiorato dall'autrice - equivalgono ad un nuovo cover-up dell'intero caso, sostituendo alla documentazione disponibile e ai fatti accertati l'insignificante biografia della Rice, letteralmente spazzata via dalla sua odierna funzione e dai suoi atti. La Sig.ra Catherine Austin Fitts ad esempio, che ha ricoperto in passato ruoli istituzionali - è stata Former Assistant Secretary of Housing - l'accusa apertamente di essere una mentitrice: cfr il suo articolo An open letter to Condoleezza Rice: You are a liar ;lo si può leggere in www.serendipity.li. La signora del resto non è l’unica ad accusare apertamente la Rice di aver rilasciato alla stampa e all’opinione pubblica internazionale dichiarazioni "manifestamente false" (cfr. a questo proposito D. R. Griffin, The new Pearl Harbor, cit., p.74). Sull’irrefrenabile propensione della signora a mentire ripetutamente in pubblico si possono del resto vedere le osservazioni di M. Ruppert, Condoleezza Rice testifies. Lies a sixth grader would not accept, 2004, in www.copvcia.com. Il grande poeta Edgar L Masters aveva capito tutto ben prima della Melandri: "Guardatevi dall’uomo che sale al potere e una volta portava una sola bretella". Il genere, in queste questioni, conta purtroppo poco. Se forse in altre epoche storiche del modo di produzione capitalistico e della società contemporanea si poteva supporre che le classi dominanti, attraverso il loro personale di governo (casta militare, ecc.), perseguissero comunque una data politica (un progetto, un piano strategico finalizzato ad un intento egemonico) attraverso dati atti criminali (e.g. il massacro dei Comunardi nella Parigi del 1871 autorizzato da Bismarck oppure la decimazione dei contadini poveri del Sud da parte della regnante casa Savoia nel 1860 e negli anni successivi), oggi siamo invece di fronte ad una "gang of criminals" - come li ha definiti John Kaminski (in www.serendipity.li) - che semplicemente perpetra atti criminali tramite una data politica interna ed internazionale (assenso attivo dell'impero dei corporate media, stati cliente come la Gran Bretagna e stati servili e da tempo asserviti come l'Italia ad esempio, controllo ed assoggettamento di fatto dell'ONU ai suoi diktat). Non vi è chi non veda la drammatica novità di uno stato di cose del genere. Nella misura in cui, con articoli quali quello della Melandri e di altri consimili interventi su tutta la stampa nazionale ed internazionale (per noi sul Corriere, sulla Repubblica, eccetera eccetera, per non parlare poi della TV di Stato e privata, se mai vi è stata tra le due una differenza), si continuerà ad occultare scientemente o incoscientemente la realtà delle cose - dei fatti signori, dei fatti documentati e documentabili, delle "evidences", come li definiscono gli studiosi statunitensi - non sarà mai possibile né scoprire la verità né tanto meno dar vita ad un diverso pensiero, ad un diverso modo di ragionare e di concepire la conoscenza del mondo, senza la quale non vi potrà essere alcuna effettiva trasformazione della società, dei soggetti umani e delle relazioni di potere che cementano la loro convivenza. Franco Soldani Monaco di Baviera, 26 novembre 2004 VEDI ANCHE IL "LIBERO E CIVILE CONFRONTO" DEL CORRIERE DELLA SERA - Pubblico invito per Magdi Allam Come il Corriere ignora deliberatamente certe scomode verità STRUMENTO DELLA PROPAGANDA UFFICIALE Lettera di un iscritto al Giornale di Vicenza sull'etica del giornalista LETTERA APERTA A GAD LERNER Sulla montatura della stampa riguardo al caso di Fabrizio Quattrocchi IL MESTIERE DI GIORNALISTA È QUELLO DI UCCIDERE LA VERITÀ. Articolo. Uno storico discorso di John Swinton, del New York Times, sulla libertà di stampa.