Alla fine sono riusciti a farlo impazzire. Ora manca soltanto che Grillo chieda di diventare cardinale, e il giro di chiglia che gli hanno fatto fare, con abilità ed astuzia millenarie, sarà stato completo.
Dopo aver dedicato anni ad un progetto alternativo, basato sulla “rivoluzione di Internet”, sulla “politica dal basso”, e sulla “forza della gente”, Beppe Grillo si ritrova a fare la fila davanti alla segreteria del più istituzionale, retrivo ed immobilista dei partiti italiani - il PD - perchè vuole assumerne la guida.
La sua parabola ricorda in qualche modo quella di Buffalo Bill, l’eroe del West che aveva costruito la sua fama come eroe indomito e indipendente, difensore dei neri nel periodo dello schiavismo più estremo, difensore dei pellerossa … … che venivano sterminati a ritmo industriale dai bianchi conquistatori, e finì per fare la parodia di se stesso nel più grande carrozzone mediatico dell’epoca - carrozzone dei bianchi, naturalmente - il
Buffalo Bill Wild West Show.
A pagamento la gente veniva da ogni parte d’America per vederlo rimettere in scena una caccia al bufalo, piuttosto che uno scontro fra bianchi ed indiani, con tanto di finto scalpo sanguinante per i più facilmente impressionabili.
Con i soldi guadagnati grazie a quella poderosa macchina da spettacolo, il selvaggio conquistatore del West finì la sua esistenza in una enorme villa da 20 stanze, dove le teste di bufalo impagliate stavano appese al muro accanto alle foto ricordo con Leone XIII o con il presidente Wilson.
Per quel che riguarda Grillo, che la villa dovrebbe già averla, ha sicuramente trovato il suo perfetto carrozzone mediatico: se c’è un partito che vive ormai da decenni della sola rappresentazione di se stesso, quello è sicuramente il PD (già il fatto che abbia cambiato nome sei volte la dice lunga sulla serietà dei loro intenti).
E se Grillo davvero arriverà a prenderne la guida, riuscirà sicuramente a trasformare la triste realtà di una banda di sconfitti e di falliti - ideologicamente parlando - in un colorito carnevale ambulante, dove la falsa realtà del palcoscenico prenderà lentamente il sopravvento sul mondo reale che la circonda.
Fino a farci dimenticare del tutto il motivo iniziale per cui eravamo accorsi a vedere lo spettacolo.
Massimo Mazzucco