Attacco alla Libia: anche alcuni Stati arabi vi hanno partecipato, assieme alla "neutrale" Svezia
di Federico Dal Cortivo
La Nato, che ha dispiegato ingenti forze aeree per attaccare la Libia, operazione “Odyssey Dawn”, senza che nel solito stile Atlantico fosse stata consegnata alcuna nota ufficiale al governo di Tripoli, ha richiesto e ottenuto anche la partecipazione di alcuni contingenti aerei arabi, che si sono prestati a fungere da “truppe coloniali” in funzione anti Gheddafi. La cosa non è inusuale: già nella prima Guerra del Golfo, fino ad arrivare alla ventilata possibilità data dall’Arabia Saudita di autorizzare l’aeronautica Israeliana di sorvolare il proprio spazio aereo in un possibile blitz contro l’Iran, stati nel Vicino Oriente, quelli più legati all’Occidente, hanno spesso fornito il loro appoggio, sia logistico sia militare.
Al fianco della coalizione occidentale anche la Svezia, nazione che non fa parte della Nato, pur essendo considerata un alleato di primo piano. Stoccolma ha inviato otto caccia bombardieri Jas-39 Gripen, un rifornitore di carburante C 130 e un controllore dello spazio aereo Saab 340: in tutto sono stati distaccati sulla base statunitense in Italia di Sigonella circa 130 uomini.
All’Operazione Unified Protector si è visto il rischiaramento di aerei del Qatar che già da marzo aveva messo a disposizione sei Mirage 2000 – 5 EDA e 2000 5 DDA, monoposto e biposto, basati a Creta sulla Souda Bay Air Base e Us Navy Support Activity, appoggiati da C 17 per il supporto logistico. Lo stesso Qatar è stato accusato di aver fornito missili controcarro Milan, di fabbricazione franco tedesca, agli insorti.
Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno voluto dare un loro contributo, ... … inviando sulla base di Decimomannu in Italia 12 velivoli tra Mirage 2000-9 EAD /DAD e F16 E/F, supportati anch’essi da personale e velivoli logistici.
Una partecipazione che si è limitata a un utilizzo per compiti di superiorità aerea, e di intercettazione di eventuali caccia libici, che vista l’inconsistenza dell’aviazione di Gheddafi e l’obsolescenza dei suoi aviogetti è parsa fin da subito ininfluente sotto il profilo militare, ma riveste una certa importanza per gli Stati Uniti e i suoi alleati come dimostrazione che anche gli arabi hanno contribuito alla caduta del capo libico.
Ritornando alla Svezia, proprio di recente il suo ministro della Difesa Fredrik Reinfeldt si è detto disposto a inviare anche un contingente terrestre per assicurare “la sicurezza” nel dopo Gheddafi, dichiarando candidamente che “la questione importante per la Libia è di avere un governo democratico e che la Svezia prenderà in considerazione le richieste che le sono state fatte per l’invio di truppe in cooperazione con altri Paesi”. Da segnalare che altri due paesi nordici aderenti alla Nato hanno partecipato alle operazioni, la Danimarca e la Norvegia.
Al momento solo la Finlandia non era schierata e per il momento il governo di Helsinki ha respinto voci di una probabile e vicina adesione alla Nato.
Alcuni dati: dal 1 aprile al 23 agosto 2011 sono state 5350 le sortite dell’aviazione Usa (fonte Pentagono), di cui 1200 attacchi al suolo; in totale gli aerei Nato hanno compiuto 20 mila missioni, di cui 7600 di strike. La maggior parte dell’aviazione impegnata è stata europea, mentre l’US Air Force ha fornito carburante e appoggio elettronico. Con i “droni Predator” sono stati colpiti 101 bersagli al 23 agosto 2011. E’ indiscutibile che senza il massiccio supporto dell’aviazione Alleata, i “ribelli” ben difficilmente avrebbero potuto avere ragione delle forze governative, del resto a questo quadro ci siamo oramai abituati e resta solo da chiedersi quale sarà il prossimo obiettivo.
Federico Dal Cortivo
Fonte
Europeanphoenix
Riferimenti:
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