E' passato ieri sull'ANSA un articolo dal titolo che sembrava quasi un ossimoro : QUATTRO MILIONI DI ITALIANI DEPRESSI MA NON LO SANNO.
Provate a pensarci un attimo: se sei talmente depresso da non accorgertene neanche, che depressione sarà mai?
Naturalmente, leggendo l'articolo, capivi in fretta che si tratta solo del valore che si da alle parole: se per depresso si intende uno che ciondola dal mattino alla sera con la pistola alla tempia, ripetendo all'infinito "che schifo", "la vita è una merda", "è tutto inutile", allora è chiaro che quei 4 milioni di italiani non sono tutti "depressi". Se invece ci si vuole attenere alla definizione scientifica che riporta l'articolo stesso - "tristezza, labilità emotiva, ridotta autostima, disturbi somatici in assenza di una base organica, polarizzazioni ipocondriache, continua tensione e preoccupazione ed a volte attacchi di panico, fobie, depersonalizzazione, sintomi ossessivi e agitazione" - allora depressi lo siamo tutti e 60 i milioni di italiani, meno forse qualche bambino al di sotto dei 5 anni particolarmente incosciente.
E' infatti evidente che una definizione così ampia non è più una definizione (
de finis vuol dire "dei confini", "dei limiti"), ma una semplice quanto generica descrizione. Chi di noi infatti non si riconosce ... ... in almeno uno di quei sintomi, almeno una volta al giorno? Se per "labilità emotiva" si intendono giramenti di palle improvvisi, io sono un depresso. Se per "continua tensione" si intende uno che sacramenta dal mattino alla sera per riuscire a stare dietro a tutto quello che succede, io sono un depresso. Se per "ridotta autostima" si intende ogni volta in cui mi do del deficiente per aver pronunciato la frase sbagliata, io sono un depresso. E pure cronico, a questo punto, perchè se non è una è l'altra, e se non è quella è l'altra ancora. Gli unici momenti in cui non sono depresso, a quel punto, diventano quelli in cui sto dormendo.
Articolo stupido, allora? Inutile, forse? Niente affatto, anzi: proviamo a vederla dal punto di vista di una casa farmaceutica - diciamo ad esempio quella che produce il Prozac, la "pillola dell'allegria" che fattura in America la bellezza di 2,6 miliardi di dollari all'anno (due miliardi di euro abbondanti) - e vedi che di stupido ti resta ben poco.
Anzi, capisci quasi che nei loro panni ti viene voglia di far deprimere persino la iena ridens.
Subito dopo il suo avvento alla Casa Bianca, l'amministrazione Bush cominciò a parlare ripetutamente di "crisi economica", per quanto non vi fossero assolutamente gli estremi per farlo. E' ben noto però che uno dei modi migliori per indurre una crisi economica è proprio quello di inizare a parlarne, ed infatti - sarà un caso - tre mesi dopo ci si trovava davvero in una bella crisi economica del tutto reale.
Se discuti con una persona che parla pacatamente, e continui a dirgli "non c'è nessun bisogno che ti arrabbi", a furia di risponderti che lui non è arrabbiato prima o poi finisce per dar fuori di matto.
E così avviene con la "depressione" dell'articolo ANSA, dove sembra proprio che si stia usando lo stesso stratagemma: iniziare a parlare di "milioni di italiani depressi anche se non lo sanno", finchè alla fine ci rendiamo conto di essere, in effetti, tutti molto depressi.
"Toh, guarda - diremo - ero triste da morire, e manco me ne accorgevo".
E proprio in quel momento ci accorgeremo anche, magari, che è proprio a portata di mano una magica pillola che ci permetterà di guarire da un male che nemmeno sapevamo di avere.
Per chiudere l'articolo da veri depressi, quindi, non ci resta che citare una barzellettina che sembra proprio essere stata scritta per l'occasione.
C'è un tizio che odia la moglie, e vuole disfarsene a tutti i costi. Va allora dal suo amico medico, e gli chiede di dargli un qualunque intruglio - una medicina, un'erba misteriosa, una ricetta particolare, qualunque cosa - che la faccia morire.
- E' troppo pericoloso - gli dice il medico - qualunque cosa le dessimo, se le fanno un'autopsia se ne accorgono, e finiamo tutti e due in galera. C'è solo un modo, per fare quello che vuoi fare tu, e uscirne puliti.
- E sarebbe?
- Io la medicina speciale ce l'ho, ma la do a te. E' una formula che ho messo a punto io, e serve ad aumentare in maniera particolare la potenza sessuale. Tu praticamente non fai che fare l'amore con lei, giorno e notte, finchè a un certo punto lei sfinita ti muore tra le braccia, e nessuno potrà mai dirti niente.
- Ah, d'accordo allora, ottima idea! Procediamo.
Il medico prepara l'intruglio per l'amico, e questo se ne va casa tutto contento.
Passano le canoniche due settimane, e non avendo più sentito niente, il medico decide di passare a fare una visitina a casa dell'amico.
Gli apre la porta la moglie, canticchiando. La donna accompagna il medico in camera da letto, dove c'è l'amico, e poi se ne va, cantando giuliva a voce alta.
Il medico rivolge allora uno sguardo interrogativo all'amico, che sta disteso sul letto con gli occhi fissi al soffitto: pallido, dimagrito, emaciato, con delle occhiaie profonde mezzo metro, l'amico lo vede entrare, piega appena la testa verso di lui, fa una specie di sorrisino sornione, e con l'angolo della bocca gli dice:
- Sentila, la stronza! Eh eh. Canta, e non sa che deve morire!
Massimo Mazzucco