La decisione di Israele di riconoscere formalmente il Somaliland ha innescato una dura reazione diplomatica, in particolare da parte della Cina, e ha riacceso le tensioni geopolitiche nel Corno d’Africa. Pechino ha condannato apertamente la mossa, definendola un atto pericoloso che rischia di destabilizzare ulteriormente una regione già fragile.

Il Ministero degli Esteri cinese ha ribadito che il Somaliland è una “parte inseparabile” della Somalia e ha messo in guardia qualsiasi Paese dal sostenere o incoraggiare forze separatiste per interessi egoistici. Il portavoce Lin Jian ha affermato che la Cina sostiene con fermezza la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Somalia, opponendosi a qualsiasi tentativo di smembramento del suo territorio. Pechino ha inoltre esortato le autorità del Somaliland a cessare immediatamente le attività separatiste e le collaborazioni con attori esterni, sottolineando che la questione è un affare interno somalo che deve essere risolto dal popolo somalo nel rispetto della propria Costituzione.

Alle critiche cinesi si è unita l’Eritrea, che ha definito il riconoscimento israeliano un “stratagemma” preparato da tempo per destabilizzare la regione e alimentare crisi su scala globale. Asmara ha invitato esplicitamente la Cina a utilizzare il proprio peso in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per impedire una legittimazione internazionale del Somaliland, richiamando una presunta analogia con la questione di Taiwan e il principio di integrità territoriale.

Il Somaliland si è autoproclamato indipendente nel 1991, ma fino ad oggi nessuno Stato lo aveva riconosciuto ufficialmente. Israele è il primo a farlo, collocando la scelta nel solco degli Accordi di Abramo del 2020, che hanno normalizzato le relazioni tra lo Stato ebraico e diversi Paesi arabi e musulmani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele intende ampliare rapidamente i rapporti con il Somaliland in settori chiave come agricoltura, sanità, tecnologia ed economia.

La mossa israeliana, tuttavia, ha suscitato una condanna diffusa. La Somalia e numerosi Paesi vicini hanno denunciato una violazione del diritto internazionale, mentre organizzazioni regionali e internazionali - dall’Unione Africana alla Lega Araba, dal Consiglio di Cooperazione del Golfo all’Organizzazione della Cooperazione Islamica - hanno espresso preoccupazione per una minaccia diretta all’integrità territoriale somala.

Sul piano strategico, il Somaliland occupa una posizione cruciale nei pressi dello stretto di Bab al-Mandab, passaggio vitale tra Africa e Yemen e snodo fondamentale per il commercio globale. Proprio qui si concentrano importanti interessi cinesi: Pechino considera lo stretto una vera e propria “vena giugulare” della Via della Seta Marittima e mira a garantirne la sicurezza. Non a caso, la Cina ha aperto la sua prima base militare all’estero nel vicino Gibuti, anche per prevenire l’emergere di un polo di sicurezza rivale nel Somaliland.

L’opposizione cinese al riconoscimento del Somaliland si è ulteriormente irrigidita negli ultimi anni, soprattutto dopo il rafforzamento dei legami diplomatici ed economici tra la regione secessionista e Taiwan, sanciti dall’apertura reciproca di uffici di rappresentanza a Hargeisa e Taipei nel 2020. Per Pechino, che considera Taiwan parte integrante del proprio territorio e non ha mai escluso l’uso della forza per la riunificazione, qualsiasi parallelo è politicamente inaccettabile.

Secondo David Shinn, professore alla George Washington University, la Cina vede il Somaliland come strettamente collegato alla questione taiwanese e farà tutto il possibile per scoraggiare ulteriori riconoscimenti internazionali, sostenendo con decisione l’integrità territoriale della Somalia.

Sul fronte statunitense, il presidente Donald Trump ha escluso per ora che Washington segua l’esempio israeliano, pur dichiarando di voler studiare la questione. Il Dipartimento di Stato ha ribadito che gli Stati Uniti continuano a riconoscere l’integrità territoriale della Somalia. Shinn ritiene che gli Usa manterranno questa posizione almeno nel breve periodo, anche per evitare complicazioni nel sostegno alla campagna militare del governo somalo contro gruppi jihadisti come al-Shabaab e lo Stato Islamico.

Resta però un’incognita di peso: un eventuale riconoscimento statunitense del Somaliland potrebbe aprire la strada ad altri Paesi, modificando radicalmente gli equilibri diplomatici nella regione. Per ora, la scelta israeliana appare isolata, ma ha già dimostrato quanto il dossier Somaliland sia intrecciato a dinamiche globali che vanno ben oltre il Corno d’Africa.

Fonte L'Antidiplomatico

Comments  
Il somaliland è giusto in fronte allo Yemen.
Come base di lancio di attacchi aerei è più comodo.
Anche per il controllo del canale di ingresso nel mar rosso.
Immagino c sia nei piani la costruzione di una base militare sionista.
Articolo interessante, ma ci sono anche un paio di altri elementi da considerare seriamente:

1) Perchè Donald Trump improvvisamente s'è messo a bombardare e a uccidere persone in Somalia??

In Israele non fanno mistero del motivo per il quale Netanyahu è stato il primo a riconoscere lo stato di Somaliland: è il luogo attualmente selezionato verso cui Israele e Stati Uniti intendono compiere la pulizia etnica con deportazione dei gazawi

Ecco il tweet del capo analista politico del canale televisivo israeliano N12:



x.com/AmitSegal/status/2004549103955423538

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2) Perchè la Cina si interessa dell'integrità territoriale della Somalia??

Ovviamente per la questione di Taiwan:

Taiwan è di fatto uno stato sovrano in quanto ne ha tutte le caratteristiche fondamentali:
- Taiwan ha una propria moneta indipendente da quella cinese ed una propria banca centrale indipendente.
- Taiwan riscuote le tasse sui propri cittadini, e decide autonomamente come spenderle
- Taiwan infatti ha un proprio governo, e leggi totalmente distinte ed indipendenti da quelle cinesi
- Taiwan ha una propria forza di polizia sul proprio territorio
- Taiwan ha un proprio esercito, e confini ben definiti, e non è ammessa presenza di truppe o strutture cinesi

L'unica cosa che gli manca è il riconoscimento ufficiale sulla carta, da parte dei big del pianeta.

Ecco perchè la dittatura cinese non può che schierarsi contro Israele quando riconosce una parte di Somalia quale stato indipendente: perchè deve mantenere viva la fantasiosa teoria della Cina unica, con Taiwan che ne farebbe parte integrante.
Massimo, sono un tuo fan ma qualche volta devo dissentire. Per esempio Trump non lo deve ammettere ma sta cercando di SVALUTARE il dollaro ed evitare che sia più una moneta di riserva perché una moneta forte deindustrializza gli Usa! Con la nostra liretta siamo diventatati una potenza, un pil quasi doppio di Cina e India assieme, con l'eurone forte 3° mondo! Un abbraccio, sempre a disposizione.
www.fabriziogiuffra.it/.../LaMonetona.html

Quote:

FABRIO: Massimo, sono un tuo fan ma qualche volta devo dissentire.

Va benissimo, ci mancherebbe.

Ma in questo caso l'articolo è della redazione dell'Antidiplomatico. :perculante:
Posizione incredibilmente strategica per i commerci internazionali, per creare altre guerre, rifugiati e disordine.
Per quanto riguarda la situazione vogliono portare tanti piccoli focolai in zone d'interesse Cinese per minare la loro crescita come nuovo stato guida.

Per la questione Taiwan penso sia molto semplice da spiegare il perchè è Cina

l'isola di Formosa è la ridotta su cui si era attestato il gen Chiang Kai-shek quando perse la guerra civile.
L'allora esercito popolare di liberazione non era in grado di prendere l'isola per via delle grandi perdite subite nel periodo che va dalla guerra contro il Giappone fino alla guerra civile e per la mancanza dei mezzi; inoltre l' Unione Sovietica non aveva abbastanza mezzi per aiutare Mao in quanto doveva pensare alla propria ricostruzione ed alla ricostruzione dei paesi europei sotto la loro influenza.

Tradotto semplicemente per noi italiani sarebbe come se i fascisti in fuga si fossero attestati su una delle nostre isole, il comitato di liberazione in mancanza di abbastanza uomini e mezzi e lasciato solo dagli Stati Uniti avesse dovuto vedersi il gerarca di turno che dichiara che l'isola del' Elba diventi una nuova nazione e si chiamasse non so Paracarriland e si fa la sua moneta con la faccia dello zio Benito le targhe delle sue auto ecc.
Ovviamente per l' Italia sarebbe una questione interna....

Spero di aver reso l'idea
A quanto pare i soliti noti continuano a destabilizzare il mondo,accendere nuove tensioni,nuove guerre e guerricciole,secondo loro in qualche modo funziona sempre,sentire poi i Cinesi dire che così non va..fa quasi ridere se il tutto non fosse drammatico.
Il futuro prossimo sarà bellissimo,ma eravamo stati avvisati,dunque perché esserne stupiti?
Matteo 24:7
"Infatti nazione combatterà contro nazione e regno contro regno,e ci saranno carestie e terremoti in un luogo dopo l’altro.tutte queste cose sono solo l’inizio di grandi sofferenze."
Daniele 11:27
"Il cuore di questi due re sarà incline a fare il male; siederanno alla stessa tavola mentendosi l’un l’altro. Ma niente avrà successo, perché la fine è ancora per il tempo stabilito."
#6 Nessuno_vince 30-12-2025 11:53

Hai reso l'idea ma Paracarriland sarebbe stato linguisticamente errato: l'autarchia linguistica fascista avrebbe comandato Paracarronia o qualcosa di simile :-D
Si ritorna agli anni venti del secolo scorso, come quando esistevano la Somalia britannica e quella italiana... cambiano i suonatori, ma la musica è la stessa. E anche gli strumenti...
Sicuramente la Cina ha una visione di lunghissimo periodo, ma su Taiwan deve camminare sulle uova.
Essendo il Paese più democratico del mondo (così si racconta), non può certo macchiare questa virtù invadendo il piccolo Stato limitrofo. Né potrebbe permettersi di costringere Xi Jinping a improvvise e scomode “tratte aeree forzate”.
Un intervento su Taiwan scatenerebbe l’ennesimo teatrino della CPI, pronta a sfornare un nuovo mandato di cattura contro il leader cinese: un provvedimento con un peso politico paragonabile a una multa per divieto di sosta.
Quanto ai Somali , è evidente che l’interesse cinese sia puramente politico. D’altronde, se della Palestina non frega già nulla a nessuno, figuriamoci della Somalia.
È comunque curioso vedere come i cinesi si dicano preoccupati se Israele riconosce uno Stato, mentre fanno spallucce se nel frattempo ne viene sterminato un altro.
Ma, in fondo, possiamo solo imparare da loro.

Quote:

#1 mik300 30-12-2025 08:50 Il somaliland è giusto in fronte allo Yemen. Come base di lancio di attacchi aerei è più comodo. Anche per il controllo del canale di ingresso nel mar rosso. Immagino c sia nei piani la costruzione di una base militare sionista.

C'è già da un pezzo, nella zona di Berbera è dal 2017 che si avvicendano eserciti nella costruzione di una base logistica, gli americani l'hanno avviata ed espansa in diverse occasioni, poi è passata agli UAE e sta diventando una interessante base drone per attività di sorveglianza e attacco in Yemen. UAE e Israele sono legati piuttosto stretti per quel che riguarda le rispettive sfere di influenza nell'area, per esempio hanno tentato più volte e congiuntamente di occupare le isole di Socotra, sia militarmente che a colpi di mazzette, cosa che Erdogan ha mal digerito dato che va a colpire i suoi affari multimiliardari in Somalia. Una situazione da polveriera che sembra intenzionale in un ottica di destabilizzazione generale della zona. Per questo i cinesi sono bellamente incazzati.
La sensazione è che gli etiopi vogliano riprendere a muovere in maniera espansionistica sia in Eritrea che in Somalia, e questo va a vantaggio cinese, visto che gestiscono l'unico grande hub logistico della zona e hanno ottimi accordi commerciali con Addis Abeba. Un Etiopia forte estrometterebbe gli arabi e gli ebrei dal corno d'africa e pacificherebbe la zona per anni.
E' dal 1991 che il Somaliland è di fatto indipendente(35 anni!)
Ma ora, la "repubblica socialista di dittatura democratica popolare cinese" suona il gong e si fa paladina del diritto("fino ad un certo punto") all'indipendenza dei popoli.
Bello, no?!
Nelle more, gli Emirati Arabi Uniti sono "pronti" al riconoscimento così come l'Etiopia che riavrebbe finalmente il suo sbocco al mare!
Poteva in tutto questo casino mancare Trump...?
Udite udite: Il Nostro scopre che nel Minnesota, la democratica equa e solidale(di origini somale) Ilham Omar e consorte(tipo Soumahoro&consorte ma più ambiziosi), hanno copiato il nostro "benefattore" Hannoun raccogliendo fondi per miliardi di dollari, intascandone una bella fetta con la scusa di sostenere la causa dei fratelli terroristi di Al Shabaab...

Pensate che Trumpone ci metta tanto ad incazzarsi di brutto e riconoscere il Somaliland?!