di B17tv
L'intervista CBS a Lavrov è un perfetto esempio di come due mondi paralleli possano coesistere senza mai incontrarsi.
Da un lato, Sergej Lavrov un diplomatico russo vecchia scuola che cita trattati e fatti, dall'altro, una giornalista statunitense, Margaret Brennan, che sembra seguire il solito copione scritto prima ancora che l'intervista iniziasse.
Ne è emerso un dialogo impossibile: battute che non si incastravano, riferimenti ignorati, domande che riaffioravano identiche nonostante le repliche, in un'intervista con la politica internazionale sullo sfondo ma con in primo piano, il fallimento della comunicazione stessa.
Tra russi e statunitensi c'e' un abisso,soprattutto culturalmente.
Ho ascoltato tutta l'intervista.
I due mondi viaggiano a velocità molto differente:
Trump prometteva di chiudere la questione 24 ore dopo il suo insediamento e ha fallito.
I russi invece procedono in modo prudente e paziente.
Ma soprattutto i russi sono molto diffidenti verso gli occidentali. E chi si fiderebbe ormai?
E poi Trump dice, disdice… e poi tra pochi anni ci potrebbe essere un altro al suo posto che cambia linea…
La distanza è ancora ampia da più punti di vista. Bisogna ricostruire la fiducia reciproca.
Anzi, prima ancora gli occidentali devono ricostruire la propria credibilità.
Solo che Lavrov in questo mestiere è un gigante.
Se "vecchia scuola" significa fare bene il proprio mestiere, beh, magari ce ne fossero tanti "vecchia scuola" qui in Italia...
E' il classico copione che seguono tutti i giornalai nostrani, che dirigono l'intervista dove vogliono loro solo per ottenere e validare la propaganda mainstream.
Se di fronte avessero, anziché il politico di turno, un cartonato dello stesso, sarebbe la stessa cosa.
Sempre lo stesso atteggiamento provocatorio verso "i soliti non allineati con il volere dello zio sam".
E' sempre il solito metodo del continuare ripetutamente all'infinito
i soliti discorsi, le solite domande, insomma il solito disco rotto.
Soliti discorsi, solite domande, che hanno già avuto risposta da tantissimo tempo.
e continuano imperterriti sempre con il solito metodo, metodi, vigliaccate (come anche qui dentro dove si ritorna spesso a ridiscutere di argomenti già discussi e conclusi).
Ad esempio, ricordo benissimo, quando i giornalisti fecero le "solite" domande al governo Cubano durante la visita di Obama all'isola incontrandosi con Raul Castro.
Entrambi avevano discusso pacificamente dei problemi tra le due nazioni e della possibilità di alleggerire l'embargo su Cuba.
Alla fine della conferenza, spazio alle domande dei giornalisti......
Ed ecco a quel punto che lo squadrone dello zio Sam, fregandosene altamente di tutto il discorso riappacificante tra Obama e Castro fino a quel momento, cominciano ad attaccare Castro (il governo cubano e tutta Cuba) con le "solite domande del cazzo".
Domande del cazzo come la solita e famosa:
"perchè arrestate e tenete in prigione tantissimi dissidenti politici?"
e Castro rispose (come ha sempre risposto negli anni CUBA):
"se ci sono dei dissidenti politici detenuti nelle nostre carceri, dateci i nomi che entro domani mattina saranno tutti liberati."
Ovviamente i fottuti yankee di merda dello zio sam non hanno mai dato l'elenco di questi fantomatici dissidenti politici cubani detenuti nelle carceri cubane (addirittura in condizioni di rischio di sopravvivenza!...ma si, aggiungiamoci anche questa dai)
Non hanno mai dato l'elenco dei dissidenti,
ma ugualmente da sempre continuano imperterriti a contestare a Cuba di detenere i dissidenti nelle carceri.
E' lo stesso metodo.
Bastardi yankee di merda.
Secondo me se lo intervistavo io faceva brutta figura
Questo signore è ministro degli esteri da 21 anni
Una volta la chiamavano dittatura però vecchia scuola suona meglio
Solo in Turkmenistan c'è il ministro degli esteri in carica da più tempo. Vecchia scuola pure lui
Le donne spesso irritano solo a guardarle.
Slogan,slogan, slogan, con questi giocano le masse, di questo si nutrono dentro i pollai. A peso, vincono le masse,
volontariamente cieche. Come uscirne?
Slogan che irridono gli slogan?...Sono allo stremo.
Questo vecchio saccente farebbe meglio a mettersi da parte e lasciare posto al giovane promettente astro nascente relazioni internazionali russe, un tale Gigginov Dimajovic. Lui sì che saprebbe fare gli interessi di... boh, di qualcuno. Suoi di sicuro.
P.S.: ogni riferimento a ENAC (giusto per fare un esempio calzante qui su Luogocomune) e alla PEC che gli abbiamo inviato è voluto
Ricordo un'altra vecchia intervista a Putin da parte di una giornalista americana, a un certo punto Putin ha risposto con una bella risata... (quelle risate non trattenute dove il "bon ton" c'entra poco), evidentemente la giornalista l'aveva sparata grossa.
Giornalista asfaltata = Lavrov vince a tavolino
...(?) hai per caso contato quante volte ha ripetuto :
Trump ha detto, Putin stop
... hei, ma è del mestiere questa?...
Peccato che con il doppiaggio non tutte le sfumature sono passate ma ho cercato di lasciare apposta certi scambi in lingua originale proprio per far passare l'atmosfera surreale che si era creata...
Ad ogni modo è stato un divertimento amaro considerando cosa sta causando questo "dialogo impossibile" che ormai impera sovrano da troppi anni tra certe realtà... e il dramma è proprio quello a mio avviso.
hai commesso solo un piccolo, insigificante errore di prestidigitazione, ovvero:
chi fa la storia e chi fa le storie
magari evitiamo una guerra mondiale
Quel ... gli europei ... mi ha raggelata, esprime un forte distacco e lontananza.
Noi e loro, in sostanza, nonostante Lavrov sappia che i popoli europei non sono i loro politici e che non ci rappresentano.
La pazienza e la competenza del ministro degli Esteri Sergej Lavrov confermano il profondo gap di cultura ma anche di temperanza e di empatia con la parte americana, di cui si avverte la pesantissima crisi di leadership, che non è da attribuire all'amministrazione Trump, ma è il frutto di un processo di decadenza di civiltà che dura da decenni.
In fondo sono sempre stati solo un popolo di cowboys...