Paura & Solitudine, un argomento scomodo!

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8 Anni 3 Mesi fa #4720 da incredulo

Mrexani ha scritto: La paura viene quando i piedi cercano un fondale su cui appoggiarsi; e rimane li, rimossa, anche avendo trovato il fondale-
la solitudine invece è l'unico modo per galleggiare, anche se ci vuole una discreta fede nella legge di archimede per vincere la paura e star su senza un fondale.



“C’era una volta un villaggio di creature che vivevano nel fondo di un gran fiume di cristallo.

La corrente del fiume scorreva silenziosamente su tutte le creature, giovani e vecchie, ricche e povere, buone e malvagie, in quanto la corrente seguiva il suo corso, conscia soltanto della propria essenza di cristallo.

Ogni creatura si avvinghiava strettamente, come poteva, alle radici e ai sassi del letto del fiume, poiché avvinghiarsi era il loro modo di vivere, e opporre resistenza alla corrente era ciò che ognuna di essere aveva imparato sin dalla nascita.

Ma finalmente una delle creature disse: ‘Sono stanca di avvinghiarmi. Poiché, anche se non posso vederlo con i miei occhi, sono certa che la corrente sappia dove sta andando, lascerò la presa e consentirò che mi conduca dove vorrà. Continuando ad avvinghiarmi morirò di noia.’

Le altre creature risero e dissero: ‘Sciocca! Lasciati andare e la corrente che tu adori ti scaraventerà rotolandoti fracassata contro le rocce, e tu morirai più rapidamente che per la noia.’

Quella però non dette loro ascolto e, tratto un respiro, si lasciò andare e subito venne fatta rotolare dalla corrente e frantumata contro le rocce.

Ciononostante, dopo qualche tempo, poiché la creatura si rifiutava di tornare ad avvinghiarsi, la corrente la sollevò dal fondo, liberandola, ed essa non fu più né contusa né indolenzita.

E le creature più a valle nel fiume, per le quali era una estranea, gridarono: ‘Guardate, un miracolo! Una creatura come noi, eppure vola! Guardate il Messia, venuto a salvarci tutte!’

E la creatura, trascinata dalla corrente, disse: ‘Io non sono un Messia più di voi. Il fiume si compiace di sollevarci e di liberarci, se soltanto osiamo lasciarci andare. La nostra missione vera è questo viaggio, questa avventura.’

Ma le altre gridarono più che mai ‘Salvatore’, sempre avvinghiandosi nel frattempo alle rocce, e, quando tornarono a guardare, il Messia era scomparso, ed esse rimasero sole a intessere leggende su un Salvatore.”

Richard Bach, "Illusioni" 1979

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita

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8 Anni 2 Mesi fa - 8 Anni 2 Mesi fa #4943 da Anteater
Diamine...è difficile accedere al mio forum...

Quante paure noto...già il postare diventa emblematico! Se qualcuno lo fa, può essere coraggio, se lo si fa, dopo un altro..può essere il contrario...Partirei da qui! Dalla personalità, capendo l'emotività...e ciò che allarma...l'istinto!

Slobbysta

Questa tipa crede di parlar di un argomento...chissà se lo fa...

PAURA DI ESSERE SE STESSI 16.12.2015

...sarà solitudine?

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Ultima Modifica 8 Anni 2 Mesi fa da Anteater.

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8 Anni 1 Mese fa #5070 da Anteater
“La solitudine di Internet” e il” post-umano.”

Uno dei maggiori

esperti mondiali di comunicazione digitale, descrive il futuro prossimo dei nostri mezzi di

comunicazione, mi è tornata in mente una storiella per bambini, in cui si racconta che un re non

vedeva di buon occhio che suo figlio, abbandonando le strade controllate, si aggirasse per le

campagne per formarsi un giudizio personale sul mondo: perciò gli regalò carrozza e cavalli. “Ora

non hai più bisogno di andare a piedi”, furono le sue parole. “Ora non ti è più consentito di farlo”,

era il loro significato. “Ora non puoi più farlo” fu il loro effetto. Che c’entra tutto questo? C’entra.

Se mi porto il mondo a domicilio come faccio a fare esperienza del mondo?

Qui non si tratta di enfatizzare o demonizzare le enormi potenzialità future dei mezzi di

comunicazione, ma di capire come l’uomo profondamente si trasforma per effetto di questo

potenziamento. L’uomo infatti non è qualcosa che prescinde dal modo in cui manipola il mondo, e

trascurare questa relazione significa non rendersi conto che a trasformarsi non saranno solo i mezzi

di comunicazione, ma l’uomo stesso.

Radio, televisione, personal computer, Cd-rom, ci plasmano qualunque sia lo scopo per cui li

impieghiamo. Una trasmissione televisiva edificante e una degradante, per diversi che siano gli

scopi a cui tendono, hanno in comune il fatto che non vi prendiamo parte, ma ne consumiamo

soltanto le immagini. Il “mezzo” indipendentemente dallo scopo ci istituisce come spettatori e non

come partecipi di un’esperienza o attori di un evento. Questa condizione che vale per la televisione,

vale, anche se non sembra per l’Internet, dove il “consumo in comune” del mezzo non equivale ad

una “reale esperienza in comune”. Ciò che nell’Internet si scambia quando non è una somma

spropositata di banalità, è pur sempre una realtà personale che non diventa mai una realtà condivisa

Lo scambio ha un andamento solipsistico dove un numero infinito di eremiti di massa comunicano

le vedute del mondo quale appare dal loro eremo. E par di vederli questi operatori, separati ‘uno

dall’altro chiusi nel loro guscio come monaci di un tempo sui picchi dell'alture, non per rinunciare

al mondo ma per non perdere neanche un frammento del mondo “in immagine”.

Ciò comporta un capovolgimento tra interiorità ed esteriorità, e più in generale tra interno ed

esterno. Se un tempo la famiglia era l’ “interno” in cui si scambiavano questi tratti affettivi d’ira e

d’amore e più in generale quella libertà espressiva che occorreva contenere fuori all’ “esterno”, oggi

grazie alla diffusione della Tv sempre accesa la famiglia è il luogo in cui è di casa il mondo esterno,

reale o fittizio che sia. La casa reale, con le sue quattro mura e i suoi quattro mobili, è ridotta a un

container per la ricezione del mondo esterno via cavo, via telefono, via etere, e quanto più il lontano

si avvicina tanto più il vicino, la realtà di casa, quella familiare, si allontana ed impallidisce. Tutto

ciò non dipende dall’uso che facciamo dei “mezzi”, ma dal fatto che ne facciamo semplicemente

uso, per cui non gli “scopi” a cui sono preposti i “mezzi”, ma i “mezzi” come tali trasformano

l’immagine in realtà e la realtà in fantasma.

Né la situazione migliora quando la famiglia è “raccolta” intorno alla Tv, perché, a differenza della

tavola intorno a cui ci si sedeva facendo scorrere in un viavai continuo, sentimenti e risentimenti,

interessi e gelosie, sguardi e conversazioni di cui si nutriva la trama della famiglia, davanti alla Tv

la famiglia è “raccolta” non più in direzione centripeta, ma centrifuga, solo perché ciascuno, che

non è più con l’altro, ma solo accanto all’altro, prenda il volo verso una fuga solitaria che non

condivide con nessuno o al massimo con un milione di solitari del consumo di massa, che

contemporaneamente a lui, ma non insieme a lui, guardano lo schermo.

Come il gas, l’acqua, la luce, cosi i mezzi di comunicazione digitali, indipendentemente dall’uso

che se ne fa ci portano gli avvenimenti in casa dispensandoci dall’andare verso di loro. Ciò

trasforma il nostro modo di fare esperienza, se non altro perché chi vuol sapere cosa avviene fuori

casa deve andare a casa, e solo allora, quando ciascuno di noi è ridotto a una monade leibniziana

senza porte e senza finestre che si aprono sul pianerottolo del vicino, solo allora l’universo si riflette

per noi e si offre a portata di mano. Non più il viandante che esplora il mondo, ma il mondo che si

offre al sedentario che è al mondo proprio perché non lo percorre, e al limite neppure lo abita.

La rivoluzione ha del copernicano, perché il mondo non è più ciò che sta, ma a stare (seduto) è

l’uomo, e il mondo gli gira attorno capovolgendo i termini con cui, dal giorno in cui è comparso

sulla Terra, l’uomo ha fatto esperienza. Le conseguenze non sono da poco. Se il mondo viene a noi,

noi non “siamo-nel-mondo”, ma semplici consumatori del mondo. Se poi viene a noi solo in forma

di immagine, ciò che consumiamo è solo il fantasma. Se questo fantasma lo possiamo evocare in

qualsiasi momento, siamo onnipotenti, come Dio. Ma poi questa onnipotenza si riduce perché, se

possiamo vedere il mondo senza potergli parlare, siamo dei voyeurs condannati all’afasia.

Il mondo può diventare illeggibile per overdose di informazioni e l’uomo perdere il bene più

prezioso che è la capacità di fare l’esperienza. Non siamo infatti onnipotenti come i mezzi di cui

disponiamo, e non saranno certo mezzi onnipotenti capaci di mettere in comunicazione milioni di

solitudini a fare di tutti i solitari, privati proprio dai mezzi di comunicazione della possibilità di fare

un’esperienza condivisa, gli abitanti di un mondo comune...U. Galimberti

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8 Anni 1 Mese fa #5075 da Maksi
Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:

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8 Anni 1 Mese fa #5090 da Anteater

Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:


Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?

♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤
Come dice Calvero la paura della morte è fondamentale ...però c'è l'inghippo suicidio..che "annulla" questa tesi su una parte di "cittadini"...che esasperati..in fondo puntano..ad esser considerati....

Lo dico perché l'ho provato...si può rimaner a galleggiare con le proprie giustificazioni..o ammettere di esser infelice di non capir completamente ..ma consapevole...poi setacciando..nell'armonia...una specie di alchimia... (ma è una predisposizione...?)
Spesso gli "errori" son necessari per valutare "un'ingiusta" parziale e "grande" verità..dove gli "ignoranti"..si aggrappano a saperne ▪▪dell'istante▪▪non lungimirante...ma in realtà qualcuno "domina"...il tempo...

Questa è la più grande paura...poter fluttuar col tempo...ma esso segna comunque una matrice [Matrix] ...di integro c'è l'esperienza...e se la nostalgia non è presente...tu sei l'istante..poi boy surclassato? O rinnovato? Oggi è così..ma è "facile" cambiare...

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8 Anni 1 Mese fa - 8 Anni 1 Mese fa #5091 da Anteater
...io l'orgoglio lo vedo come paura&solitidine....

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Ultima Modifica 8 Anni 1 Mese fa da Anteater.

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8 Anni 1 Mese fa #5092 da Maksi

Anteater ha scritto:

Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:


Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?

Stati per tasso di suicidio.
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:

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8 Anni 1 Mese fa #5093 da Mrexani
"Le donne per lo meno hanno le "toilettes". Ma gli uomini, con che cosa possono coprire il loro vuoto?"

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8 Anni 1 Mese fa #5094 da Anteater

Maksi ha scritto:

Anteater ha scritto:

Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:


Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?

Stati per tasso di suicidio.
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:


Stupefacente...la Cina sarebbe quella più equilibrata tra donne e uomini...in Egitto/Giordania praticamente non si suicidano...mah....sarebbe interessante capire il criterio tra suicidio e "disgrazia"...giuro non ci avrei creduto...forse per luoghi comuni avrei detto il Giappone...

Beh sul fatto che noi maschietti siamo morti di fame...poi esistono anche i Justin Bieber...

Il suicidio a mio avviso può esser atto di coraggio come assolutamente no! Dipende dalla consapevolezza delle conseguenze...

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8 Anni 1 Mese fa - 8 Anni 1 Mese fa #5096 da Maksi

Anteater ha scritto:

Maksi ha scritto:

Anteater ha scritto:

Maksi ha scritto: Ragionate sul perche' gli uomini si suicidano 3-4-5 volte piu' delle donne... :question:


Davvero? Sai che avrei detto il contrario...abbi pietà...fonti attendibili?

Stati per tasso di suicidio.
Penso che sia la solitudine sociale a fare questi danni all'uomo dei tempi moderni. Alle donne la componente sociale non manca, basta aprirsi un profilo in ciat ed avra uno stormo di morti di figa dietro di se'. :sos:


Stupefacente...la Cina sarebbe quella più equilibrata tra donne e uomini...in Egitto/Giordania praticamente non si suicidano...mah....sarebbe interessante capire il criterio tra suicidio e "disgrazia"...giuro non ci avrei creduto...forse per luoghi comuni avrei detto il Giappone...

Beh sul fatto che noi maschietti siamo morti di fame...poi esistono anche i Justin Bieber...

Il suicidio a mio avviso può esser atto di coraggio come assolutamente no! Dipende dalla consapevolezza delle conseguenze...

Slobbysta

Penso che i dati di alcuni stati non siano verificabili.
Il Giappone viene subito dopo la Slovenia :down:

Il suicidio come atto di coraggio puo' essere riferito solo come immolazione, un appello agli altri. Nell'Antica Roma nelle fila militari era un atto stoico, contro l'onta della sconfitta, oppure come sacrificio per garantirsi i favori degli Dei. Niente a che vedere con la disperazione. Ma era un mondo eroico. Nell'era moderna mi viene in mente Mishima e per ultimo Venner, che con l'atto in se' ha voluto richiamare un risveglio collettivo: www.lintellettualedissidente.it/societa/...ta-dominique-venner/

Tecnicamente sono stati classificati come suicidi, ma hanno una valenza e simbologia diverse.

Nell'era moderna la frustrazione sessuale porta a significative manifestazione psicotiche (alcune volte anche omicide). Questo ovviamente eccede sopratutto fra gli uomini, dato che la mancanza di fi*a porta inesorabilmente a scerditare la propria esistenza come priva di senso.
Ultima Modifica 8 Anni 1 Mese fa da Maksi.

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8 Anni 1 Mese fa #5097 da Anteater
Beh...comprendo cosa può significare eroico...fossimo mici..e avessimo + vite...la morte..poi il vuoto...parlando di vite regalate...ma si deve giocar con quello che passa il convento...
Politician commits suicide during press conference, the Budd Dwyer's suicide


Questo suicidio mi ha dato a pensare...sciatto...meglio l'eroico Göering ...

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8 Anni 4 Settimane fa #5500 da maurixio
ho 50 anni, non lo dico per vantarmi, ma per sottolineare che vedo questo aspetto della vita dal punto dove ora mi trovo. E non trovo la paura e la solitudine un argomento scomodo, ma sicuramente difficile da introdurre in una eventuale conversazione. In questo spazio virtuale è perfetto. Esistono molte forme della paura. Per la solitudine le citazioni e gli aforismi del link ne sono un esempio.
Le ragioni per cui uno si dovrebbe interessare di cose dalle quali naturalmente fugge, sono naturali, anche se spesso fatte inconsciamente. In altre parole per fuggire dalla solitudine o dalla paura ( o ansia) prima devi conoscerle, o almeno sentirle, riconoscerne i sintomi.
A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia, quello che naturalmente frena lo slancio sociale di presa di possesso.
Altre volte sono stumento per scatenare l'empatia nell'altro che potresti essere tu , utile come sfogo. Che fai...lo sai e assecondi ..o dici :"Chi chiagne fotte chi ride"?. Non restare per non diventare uno dei due piccioni è una fuga dalla paura di sentire il rantolo di un vigliacco che muore molte volte prima di morire in estrema cautelante solitudine?
Spesso le due cose restano separate. non interagiscono tra loro e l'una non genera l'altra.
L'aspetto piu grave è quando le due cose causano cambiamenti di stati di umore, rimurginio e alterano le funzione cognitive piu naturali e piu semplici per la ricerca dell'altro. Nella spasmodica, vana, ricerca di se stessi impossibile da condurre senza il confronto con l'altro. L'essenza del se? Vedo il buio laggiu. Ma a guardarsi intorno sembra che la compagnia non manchi.

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8 Anni 4 Settimane fa - 8 Anni 4 Settimane fa #5517 da Anteater

maurixio ha scritto: ho 50 anni, non lo dico per vantarmi, ma per sottolineare che vedo questo aspetto della vita dal punto dove ora mi trovo. E non trovo la paura e la solitudine un argomento scomodo, ma sicuramente difficile da introdurre in una eventuale conversazione. In questo spazio virtuale è perfetto. Esistono molte forme della paura. Per la solitudine le citazioni e gli aforismi del link ne sono un esempio.
Le ragioni per cui uno si dovrebbe interessare di cose dalle quali naturalmente fugge, sono naturali, anche se spesso fatte inconsciamente. In altre parole per fuggire dalla solitudine o dalla paura ( o ansia) prima devi conoscerle, o almeno sentirle, riconoscerne i sintomi.
A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia, quello che naturalmente frena lo slancio sociale di presa di possesso.
Altre volte sono stumento per scatenare l'empatia nell'altro che potresti essere tu , utile come sfogo. Che fai...lo sai e assecondi ..o dici :"Chi chiagne fotte chi ride"?. Non restare per non diventare uno dei due piccioni è una fuga dalla paura di sentire il rantolo di un vigliacco che muore molte volte prima di morire in estrema cautelante solitudine?
Spesso le due cose restano separate. non interagiscono tra loro e l'una non genera l'altra.
L'aspetto piu grave è quando le due cose causano cambiamenti di stati di umore, rimurginio e alterano le funzione cognitive piu naturali e piu semplici per la ricerca dell'altro. Nella spasmodica, vana, ricerca di se stessi impossibile da condurre senza il confronto con l'altro. L'essenza del se? Vedo il buio laggiu. Ma a guardarsi intorno sembra che la compagnia non manchi.


....e chi sono io per giudicare? ma il tuo commento è un capolavoro!...salvalo...e rileggilo fra dieci anni..in uno di quei momenti...ringrazierai di poter sgranchire le radici...

Anch'io ne ho circa uguali di anni...e me ne vanto: un abbraccio tra il medioevo e futuro prossimo...età sfigata per le aspettative, ma la meno MONOindottrinata...e forse la più curiosa...con un "belvedere"...

Sai perché è un argomento che scotta? Perché è il motore delle nostre microazioni...L'orgoglio è la prima stampella per evitare la competizione della vita...e sapendo che tanti spermatozoi hanno fatto a gara...non si può evitare l'evidenza...anzi in vece, lo si fa! Creando l'espediente del bisogno di isolarsi in un gruppo evitando altri pollini...

A volte sembra che la fuga piu semplice sia evitare di evocarle, che richiederebbe un riviverle. E questo riguarda la parte inconscia


...bella frase...ma la paura non si nasconde troppo nell'inconscio...lo vedi dalle reazioni degli altri...poi sarà poco ponderato il perché di codesti atteggiamenti quasi automatici...ma bene o male, si sa cosa si teme...si chiama anche fifa dell'ignoto...(per "veder" l'inconscio...fìlmati per un po'.. e riguardati più volte...a volte funziona)

il tuo finale è splendido...si vede che conosci la vita...beh...basta un lutto che la vita può cambiare radicalmente...è per quello che L'ABITUDINE...è quel palliativo che cerca di tener lontano sia solitudine che paura!

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8 Anni 2 Settimane fa #5769 da maurixio
Ho detto: "vedo il buio laggiu". Avrei potuto dire vedo il buio lassù. Nell'insieme non sarebbe cambiato nulla, ma questo da una idea di come la nostra struttura percettiva sia preformata.
Tu dici della gara spermatozoica, in altre condizioni percettive questa assunta gara si puo trasformare tipo: se gara c'è stata per essere arrivato primo gli altri devono aver sbattuto da qualche altra parte, oppure, forse gli altri non mi volevano e mi hanno buttato fuori . e oplà sono arrivato solo, o magari ero sempre e solo io che facevo a gara con me stesso, o forse ero un ovocita e stavo li da solo ad aspettare.
L'altro giorno parlavo della dislessia con adolescenti che hanno compagni di classe classificati come tali. Mi ha sorpreso ascoltare che nonostante la dislessia erano bravissimi in problemi logici. Mi sono messo nella condizione di essere io l'anormale, quello che pecoronamente lascia che gli insegnino la struttura delle parole e il loro significato, purche tentassimo di capire come mai uno che non riesce a leggere e decifrare il significato delle convenzioni possa risolvere problemi che richiedono una compresione delle convenzioni. La risposta è stata che nonostante la problematica sono persone molto intelligenti.
Allora ho pensato a Touring, Mozart, qualcuno ha detto Da Vinci. E poi ho completato il pensiero con la medicina moderna, le menzogne dei complotti la manipolazione della storia, le scie chimiche, la scuola moderna. Il buon senso e il senso comune. Non conosco molto bene i bambini. Ma a me sembra che l'istinto sia la componente piu rilevante dei primi anni di vita.
Se nell'educazione si sopprime questa componente per quanto ingiudicabile da un adulto, se non bollabile come palesemente infantile, possiamo esser certi che non avremo creato un mostro sociale che sta bene con gli altri ma male con se stesso?
La morte di una persona cara crea un vuoto che si colma proprio col bene che avrebbe voluto per te la persona scomparsa. Altri vuoti creati a forza non hanno altro appiglio se non l'orgoglio? Che troviamo spesso sotto la forma di protervia?

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8 Anni 2 Settimane fa - 8 Anni 2 Settimane fa #5786 da Anteater

maurixio ha scritto: Ho detto: "vedo il buio laggiu". Avrei potuto dire vedo il buio lassù. Nell'insieme non sarebbe cambiato nulla, ma questo da una idea di come la nostra struttura percettiva sia preformata.
Tu dici della gara spermatozoica, in altre condizioni percettive questa assunta gara si puo trasformare tipo: se gara c'è stata per essere arrivato primo gli altri devono aver sbattuto da qualche altra parte, oppure, forse gli altri non mi volevano e mi hanno buttato fuori . e oplà sono arrivato solo, o magari ero sempre e solo io che facevo a gara con me stesso, o forse ero un ovocita e stavo li da solo ad aspettare.
L'altro giorno parlavo della dislessia con adolescenti che hanno compagni di classe classificati come tali. Mi ha sorpreso ascoltare che nonostante la dislessia erano bravissimi in problemi logici. Mi sono messo nella condizione di essere io l'anormale, quello che pecoronamente lascia che gli insegnino la struttura delle parole e il loro significato, purche tentassimo di capire come mai uno che non riesce a leggere e decifrare il significato delle convenzioni possa risolvere problemi che richiedono una compresione delle convenzioni. La risposta è stata che nonostante la problematica sono persone molto intelligenti.
Allora ho pensato a Touring, Mozart, qualcuno ha detto Da Vinci. E poi ho completato il pensiero con la medicina moderna, le menzogne dei complotti la manipolazione della storia, le scie chimiche, la scuola moderna. Il buon senso e il senso comune. Non conosco molto bene i bambini. Ma a me sembra che l'istinto sia la componente piu rilevante dei primi anni di vita.
Se nell'educazione si sopprime questa componente per quanto ingiudicabile da un adulto, se non bollabile come palesemente infantile, possiamo esser certi che non avremo creato un mostro sociale che sta bene con gli altri m
La morte di una persona cara crea un vuoto che si colma proprio col bene che avrebbe voluto per te la persona scomparsa. Altri vuoti creati a forza non hanno altro appiglio se non l'orgoglio? Che troviamo spesso sotto la forma di protervia?


Dislessia?...simile a quello che provo adesso a risponderti! Qui necessiterebbe un camino..due posti comodi e una bella discussione..."fisica"
...già, battere tasti è fuorviante...creare uno stato d'animo senza vedere la predisposizione dell'altro che ti legge, per lo meno, è approssimativo..che dire...mi hai fatto pure sorridere...con l'onere di riuscirci anch'io (eredità di spermatozoo)....va beh...proverò ad esser degno...

Bollare...il ciccione il quattrocchi...complottisti...leccaculisti...è d'altronde una misura "reale" cui la massa si affida...islamico...eccetera..poi il sufi...non si sa chi è...

L'istinto è una voce separata dentro di noi...parla un altra lingua per il più spiccio sentimento, ed è meno palpabile della razionalità...L'istinto è un lampo di saggezza...e il traduttore dell'etereo...ecco perché il bimbo è più prossimo è meno distratto...

...non avremo creato un mostro sociale....


È qui l'errore...io...te...non abbiamo creato nulla...ci siam trovati dentro una gelatina che avanza e così, la maggioranza...

La scuola è uno schifo...a partire da esser seduti ore giorni...piuttosto che muoversi dentro l'educazione...nei boschi sui prati in una fabbrica...in una piazza..eccetera
Ecco come vedo la maggioranza del tempo di un alunno...

Aritmetica? Economia(spreco) e aritmetica...l'obsolescenza controllata e l'ecologia...eccetera...

...rimane che la competizione è un miserabile dato di fatto, c'è intorno a te, e si vede...questo non significa ficcarsi in ogni competizione...ma capire qual'è e quand'è, il tuo "gioco"...e ben si conosce lo stato d'animo di aver paralizzato un'occasione...quell'occasione! Poi la PAURA di recuperare e le palle che ci si racconta...in realtà è una sequenza di mini "decessi" che rivelano armonie intrappolate nel ricordo di persone...quelle morte elaborazioni sono solo ritrovar un "contrappeso" e amarlo come equilibrio...

...io sarei più tenebroso, citerei...Hieronymus Bosch...Mussorgsky...me stesso ah ah...

Quante volte mi son detto che ogni creatura ha un potenziale unico e preziosissimo...ma gli umani portano l'orologio e ciò costringe a misurarsi con questo orrendo dato di fatto...da qui...è meglio non essere impreparati alla competizione....

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7 Anni 7 Mesi fa #8414 da Anteater
Il porno ti spia, la lista dei siti “hot” che visiti potrebbe essere pubblicata online
www.lastampa.it/2015/04/09/tecnologia/il...2phcFfgO/pagina.html

♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤♤

Quello che internet ci nasconde
archivio.internazionale.it/news/internet...ternet-ci-nasconde-2

Slob Slob

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7 Anni 1 Mese fa #10160 da SEBIN
Ci sono certe situazioni in cui io sto sempre da solo ma non provo vergogna, tuttavia ho sempre bisogno di qualcuno al mio fianco, un amico affidabile forse. Il problema è che ogni volta che voglio provare a fare amicizia con qualcuno, noto che questa persona non fa mai a caso mio. Nel senso che vedo molti ragazzi della mia età ma difficilmente riesco a rapportarsi con gli altri. Io quando voglio so parlare con qualcuno, ma Il problema maggiore è avere una persona seria e comprensibile che mi possa proprio aiutare e che non sfrutti la mia presenza per fare cose altrui. In ogni caso sto trattando questo argomento a scuola, in tecniche di comunicazione.

SABINO LAMONACA

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7 Anni 1 Mese fa #10163 da Anteater
Beh interessante se poni il "problema" in un discorso scolastico...anche perché paradossalmente oggi che abbiamo tecnologie splendide, ci troviam più soli che mai...un ansia virtuale che evidentemente non può competere con un sorriso una carezza piuttosto che un abbraccio...

Ma d'altronde la volontà di queste tecnologie è il controllo e ciò nel nostro animo più profondo è abbastanza chiaro che è merce fittizia...l'amicizia è un dare e mai un pretendere...ci sono diversi spicchi qualitativi nel mondo del "mischiarsi" confidenze e attenzioni...

Slobbysta

L'equilibrio tra la santa pace e l'irrorarsi di sguardi ed emozioni è dannatamente contraddittoria ma tremendamente salutare...

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7 Anni 1 Mese fa #10164 da SEBIN
L'amicizia possiede va ti significati profondi e devo dire con molta chiarezza che oggi con le tecnologie che abbiamo, oltre a rimanere sempre solo per molto tempo, manca la socializzazione come ai vecchi tempi. Il mio è in pensiero che ho voluto ribadire perché i social non ti daranno mai nulla di importante. Puoi contattare chi vuoi ma da dietro uno schermo i rapporti non sono belli, entusiasmanti e vivibili come lo sono nella realtà.

SABINO LAMONACA

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7 Anni 1 Mese fa #10166 da Scintilla369
Una parte della mia esperienza. Quando ero giovincello non amavo stare da solo, nel senso di uscire solo, non in compagnia. Nella mia uno solo è sempre stato visto come uno sfigato, uno che non è neanche in grado di farsi delle amicizie. Dunque mi vergognavo e mi facevo influenzare dal giudizio degli altri. Ho sempre apprezzato un amico che se non trovava nessuno per uscire, usciva da solo, per esempio per andare al cinema.
Eppure mi son sempre considerato molto individuale, non sono mai riuscito ( e tutt'ora non riesco, non mi va ) ad aggregarmi ai gruppi, amicizie, sport o quant'altro, non ho mai digerito le masse aggregate.
Quando la dicotomia mi è stata più chiara o forse si è messa a fare scintille nel mezzo dei due emisferi cerebrali ( stare da solo in mezzo agli altri mi infastidiva ma allo stesso tempo non sopportavo le masse aggregate ) ho capito e non ho più provato paura / vergogna.
Ho capito che prima di stare bene in mezzo agli altri devo stare bene io, e poi che comunque non sopporto le masse aggregate, quasi sempre pecore, ma anche singole pecore, quelle persone che non ragionano con la propria testa e che magari ti tradiscono verso il presunto padrone, additandoti.
Mi è capitato di perdere molte persone dicendo come la penso sulle cose, sulla gente, e spesso mi sono pure trattenuto. Non sono del tutto anormale :goof: solo che qua mi sento normale, gli argomenti importanti sappiamo quali sono, fuori ci sono veramente pochissimi informati.
Mi fermo qua, tra l'altro è tardi.

Il sonno della Ragione genera mostri.

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7 Anni 1 Mese fa #10172 da SEBIN
Wow. Grazie per il tuo ragionamento. Il bello è che in fin dei conti manco io preferisco aggregarsi nelle masse. La mia solitudine è sicura a fatti e scelte personali...il bello è che quando non vuoi stare da solo senti la necessità di trovare qualcuno che ti apprezzi.

SABINO LAMONACA

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7 Anni 1 Mese fa #10173 da Pavillion
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Paura & Solitudine, un argomento scomodo!

Per non andare al mio matrimonio non mi sposai e per non festeggiare il mio funerale non morii, quale follia il folleggiare insieme al saggio spirito che spasima per la sagacia dei folli e se un pò prima vissi quel che vivi un pò prima vissi quel che sogni.
(Si chiude un capitolo. Quale sarà la prossima)

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7 Anni 1 Mese fa #10174 da SEBIN
L'hai scritto tu questo oppure è una frase presa da Internet? Comunque è molto bella.

SABINO LAMONACA

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7 Anni 1 Mese fa #10175 da SEBIN
La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.
(Bernardo Bertolucci)

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7 Anni 1 Mese fa - 7 Anni 1 Mese fa #10177 da Anteater

Pavillion ha scritto: Totale utenti online :: 0 Utenti e 71 Ospiti Online
Paura & Solitudine, un argomento scomodo!

Per non andare al mio matrimonio non mi sposai e per non festeggiare il mio funerale non morii, quale follia il folleggiare insieme al saggio spirito che spasima per la sagacia dei folli e se un pò prima vissi quel che vivi un pò prima vissi quel che sogni.
(Si chiude un capitolo. Quale sarà la prossima)


Prezioso ermetico ambiguo...lotterò sempre per ciò....
Ahimè l'argomento è basilare..voto shopping identità equilibrio...quasi tutto è permeato in queste due "debolezze"...ma se nel procrastinare/rimandare si comprende che la paura è un eccitante/scossa, si capirà che amicare con le proprie paure è come la "cocaina" ma senza la necrosi al cervello...

La Solitudine di oggi decisamente meno filosofica.. direi piuttosto piatta..non è più trovare l'informazione, ma scartare tonnellate di "dritte", storte...

...l'essere umano può esser unico come dozzinale..vista la sua impostazione...ripropongo al "vostro" istinto...
Conformismo di gruppo



...io insisto per l'individualismo altruistico...una specie di pace interiore, ben sapendo l'utilità di esser nutriti dagli altri, pure i peggiori, che determinano semplicemente la gradualità di una cosa visibile...poi l'invisibile rimane tracciato da un istinto indimostrabile...

Slobbysta

La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
Ultima Modifica 7 Anni 1 Mese fa da Anteater.

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