Debunking Puente

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43704 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Sempre nell'articolo delle vitamine:

Nel nostro articolo mostriamo … la sperimentazione Weber no ha nulla di rilevante. 
Weber ha nulla di rilevante perché (autocitazioni): 1) le dosi somministrate di “vitamina c” erano 16 volte normali quantità giornaliere … 2) dal sito web non risultano benefici … 3) non ci sono “case report” firmati dal medico … 4) NYP riprende un trial altrove distorto.


La sperimentazione di Andrew Weber non avrebbe nulla di rilevante perché sono state somministrate dosi più alte del normale?
E che dosi dovevano dargli per guarirli da una sindrome respiratoria acuta (e rendere inequivocabili i risultati), quelle di una pastiglia all'arancia?
Dal sito web dell'azienda non risultano benefici? Poco male, abbiamo uno trial clinico condotto con successo da cui risultano benefici.
Non ci sono “case report” firmati dal medico? Ci sono le dichiarazioni dirette del medico e del portavoce dell'azienda sanitaria che confermano il trattamento generalizzato con vitamina c.
Il New York Post riprende un trial clinico distorto ... altrove? 

Quindi nessuna evidenza che la sperimentazione di Weber non mostri nulla di rilevante, anzi, rimangono le dichiarazioni del medico per cui ""I pazienti (Covid) che hanno ricevuto la vitamina C stanno significativamente meglio di quelli che non hanno ricevuto la vitamina C".

Articolo autocitato di Puente su vitamina C: 
www.open.online/2020/04/02/coronavirus-l...unziona-non-proprio/
Articolo del NYP su Weber: 
nypost.com/2020/03/24/new-york-hospitals...ents-with-vitamin-c/
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa #43705 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Dal capitolo sulle vitamine:

Mazzucco mostra una circolare dei carabinieri … dove si consigliano questi rimedi.
Questa non è un’evidenza … Mazzucco non è avvezzo al metodo scientifico.
Mazzucco usa i termini «consigliabile» e «mitiga» per dire «tale sostanza è certamente un farmaco antivirale».
La circolare consiglia solo di soddisfare e integrare il proprio fabbisogno vitaminico.
Il vaccino, a differenza delle vitamine, aiuta le cellule immunitarie a riconoscere preventivamente l’antigene virus.


Quindi, facciamo il punto:
Secondo l'autore, un documento militare ufficiale riguardo le "misure di prevenzione/contenimento da infezione Covid 19" non sarebbe una evidenza. Di qualsiasi cosa e a prescindere dalla tesi, a quanto pare. L'autore non rivela infatti la tesi specifica per cui la data circolare è stata presentata a supporto. Anzi, mente manipolando le parole del video e facendogli dire cose che non ha mai sostenuto:
"Mazzucco usa i termini «consigliabile» e «mitiga» per dire «tale sostanza è certamente un farmaco antivirale»."

In realtà Mazzucco evidenzia come la circolare contenga riferimenti inequivocabili di preconoscenza, da parte delle autorità competenti, sugli effetti benefici delle vitamine per combattere la malattia da Covid-19:
«Mentre a noi il Ministero della Salute racconta che quella della vitamina D è una Fake News, ai nostri militari viene caldamente consigliato di assumere proprio vitamina C e vitamina D contro il Covid. Guardate questa circolare, indirizzata al Primo Reggimento Carabinieri Paracadutisti. L'oggetto è "misure di prevenzione/contenimento da infezione Covid 19": "É consigliabile l'assunzione giornaliera di Vitamina C.", "É consigliabile l'assunzione giornaliera di Vitamina D.", "Tale vitamina mitiga il processo infiammatorio alla base della malattia da Covid-19.". Questa circolare è del 18/03/2020. Quindi fin dall'inizio sapevano che la Vitamina D è utile contro il Covid. Ma a noi raccontano che si tratta di Fake News.»

Non una sola volta il video afferma che uno qualunque di questi farmaci sia un antivirale. Ciò non è altro che un banale argomento fantoccio fabbricato dall'autore, per dare l'impressione di aver confutato un'argomentazione avversaria, seppur da lui stesso inventata.

Il punto fondamentale, per cui il documento è stato presentato, non viene scalfito. E rimane a testimoniare come, a parere delle autorità incaricate di redigere le misure farmaco sanitarie contro il Covid-19 per i militari, le vitamine C è D siano un elemento cardine ed efficace sin da marzo 2020.

L'articolo però va oltre, affermando che la circolare consiglierebbe solo di soddisfare e integrare il proprio fabbisogno vitaminico.

Con ciò distorcendo in modo sostanziale i contenuti e il senso della circolare. La quale rappresenta, non un inserto ricreativo di Salute&Benessere, ma una direttiva di contenimento sanitario finalizzata a "diminuire il contagio" e "mitigare la gravità dei sintomi", indirizzata non ad anziani e donne incinte, ma ad un reggimento di militari in servizio, in salute ed abbituati alla quotidiana attività fisica.

Dalla circolare leggiamo: «E' consigliabile l'assunzione giornaliera di Vitamina C (non di complessi multivitaminici, i quali possono contenerla ma in dosi minimali).»
«E' consigliabile l'assunzione giornaliera di VITAMINA D, al dosaggio di 2000 UI o 50 mcg. […] Tale vitamina mitiga il processo infiammatono alla base della malattia da COVID-19.»
 

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3 Anni 3 Mesi fa #43708 da kamiokande
Risposta da kamiokande al topic Debunking Puente
Avvertite Puente che deve smontare anche questa denuncia di un medico sulla soppressione intenzionale dele cure:


"La stampa è morta" (Egon Spengler - Ghostbuster)

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3 Anni 3 Mesi fa #43712 da pencri93
Risposta da pencri93 al topic Debunking Puente
Di tutte le guerre che a partire da marzo 2020 sono state combattute contro questo o quel composto, la jihad contro Vitamina C e Vitamina D è quella che più di tutte mi lascia perplesso.

L'opinione comune è che queste due vitamine stimolino il sistema immunitario, e nonostante gli effetti collaterali siano contemplati praticamente solo a livello teorico (solitamente si evita di dare alte dosi a chi ha già una predisposizione per i calcoli renali), tutti i pagliacci da TV si sono scagliati contro questi due composti, ed il ritornello era sempre lo stesso "Piantatela di dire che la Vitamina C e la D curino il Covid".

Al ché, io chiedo: ma qualcuno ha mai sentito dire che queste due vitamine curassero il Covid? Io no. Però ricordo Panzironi in TV attaccato da Pregliasco, Giletti e un altro personaggio di uguale caratura di cui adesso mi sfugge il nome, che lo accusavano di affermare che il virus si potesse debellare con questi due composti.

Ovviamente, vi lascio immaginare che fine abbiano fatto i tentativi di correzione di Panzironi, che riportando gli studi presenti in letteratura scientifica su Vitamina C e D ipotizzata un minor numero di morti con ingenti somministrazioni delle due sostanze.

Se queste due Vitamine sono virtualmente scevre da effetti collaterali, e la letteratura medica conferma la loro azione sul sistema immunitario ... perché combatterle?

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43714 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Dal capitolo:

De Donno e il plasma iperimmune: 

Mazzucco sostiene … che abbiano cercato di zittire De Donno con una visita dei Nas.
Ciò è falso.
lo smentisce De Donno (Il Mattino - De Donno: «Non mi scoraggeranno»): I Nas hanno solo telefonato … poi non ho più sentito nulla.
Il motivo fu l’uso del plasma su una donna incinta … dichiara Stradoni: Non so perché i Nas si sono interessati … il protocollo è rigido.
Il protocollo non prevedeva l’uso su donne incinte … risponde Stradoni: Quel caso poteva finire male … abbiamo salvato due vite.


Nel capitolo sulla cura del plasma Mazzucco apre citando l’articolo di Affari italiani uscito il 25 aprile 2020 “Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla. Da Pavia e Mantova la svolta”:«Ospedali di Pavia e Mantova che non hanno morti da un mese. Curano con la sieroterapia, le trasfusioni di plasma dei guariti. Sintomi eliminati in 2 - 48 ore»

Mazzucco cita inoltre il video a corredo pubblicato da Affari Italiani, in cui il Dott. De Donno, direttore di Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria del Carlo Poma di Mantova, spiega gli effetti della trattamento con il plasma sulle terapie intensive: «All’ospedale di Mantova già 22 pazienti gravi hanno ricevuto infusioni di plasma. Tutti sono migliorati e alcuni già guariti. Dott. Giuseppe De Donno: “I miglioramenti sono immediati, quando dico immediati dico nel giro di poche ore. I pazienti che normalmente facevamo fatica a svezzare dalla ventilazione meccanica, dopo aver infuso il plasma riusciamo a svezzarli. I pazienti che erano intubati riusciamo a estubarli. La durata media del ricovero di una nostra terapia intensiva, che normalmente era di 16 giorni, adesso si è ridotta a 5 – 6 giorni. È una terapia che è un peccato non utilizzare, ma quando dico un peccato intendo un peccato mortale e non un peccato veniale.”»

Le dichiarazioni di De Donno proseguono poi nell’articolo: «“Non abbiamo un decesso da un mese. I dati sono splendidi. La terapia funziona ma nessuno lo sa […] Sono entusiasta di vedere le persone guarite così velocemente. […] Non esisterà farmaco più efficace del plasma. […] Hanno inventato questa terapia fantastica ma purtroppo lo spazio avuto fino ad ora sui media è esiguo”.» 

Quali sono le argomentazioni con cui il laureato in Scienze e Tecnologie Multimediali David Puente, smentisce il Direttore di Pneumologia e Terapia Intensiva Respiratoria Dott. Giuseppe De Donno? 
Nessuna. 
Puente glissa di netto l’articolo senza degnarlo di un commento (come se non contenesse prove clamorose a favore della terapia con il plasma e micidiali contro gli attuali protocolli) e si mette invece a spulciare le esatte parole usate da Mazzucco per descrivere l’intervento dei Nas, che non avrebbero fatto una visita di persona ma bensì avrebbero telefonato. 

Peccato perché invece l’articolo va avanti, aggiungendo altri dettagli e altro personale medico nel racconto sull’efficacia e sicurezza della terapia con il plasma.  

«Sono circa 80 i pazienti del Carlo Poma di Mantova curati con successo, tra loro anche una donna incinta di nome Pamela, uscita dal Covid in poche ore. Tra i medici del Carlo Poma guariti c’è chi dona il sangue, come il dottor Mauro Pagani, direttore della Plasmaferesi: “Ora sto bene e voglio aiutare chi ha bisogno”.»
«I limiti della terapia? Ce li spiega De Donno ridendo: “Costa poco, è fattibile e pure democratica. Abbiamo 7 o 8 donatori tutti i giorni”.»
«Chi di sicuro non ha tempo per le passerelle tv è il Direttore del Servizio Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del policlinico San Matteo di Pavia, Cesare Perotti, che ha sviluppato il protocollo e lo studio sul sangue e si chiama “plasma iperimmune”.»
«Perotti: “… C’è una validazione della terapia con il plasma iperimmune che non ha eguali […] è il plasma più sicuro al mondo, perché la legislazione italiana ha delle regole stringenti che non ci sono in Europa e in nessun altro Paese al mondo, neanche negli Stati Uniti. […] Noi sappiamo la potenza, la capacità che ciascun plasma accumulato ha di uccidere il virus.»
«Perotti: “Stiamo accumulando plasma per un’eventuale seconda ondata di contagi. E’ una terapia per chi sta male oggi. Ben venga il vaccino ma in attesa il protocollo funziona eccome! Lo studio è stato depositato. Tutto quello che le hanno detto, che si esce in 48 ore, è vero”.»
Dichiara poi il direttore di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Massimo Franchini:«“Chi dona deve essere sano, guarito dal Covid e ad avere degli anticorpi neutralizzanti”.»
«“Se il vaccino […] ti farebbe produrre gli anticorpi, questa che è un immunoterapia passiva trasferisce gli anticorpi dal guarito al malato. Il paziente non produce nulla e non crea nulla. Ma funziona per salvarlo”.» 

Un’altra prova citata da Mazzucco e scansata completamente da Puente è lo studio pubblicato sulla rivista Nature: “Il siero dei convalescenti si presenta come prima scelta nella cura del coronavirus”.  www.nature.com/articles/d41587-020-00011-1  

Ma si dimentica anche completamente dello studio preparatorio con il Plasma a Locarno in Svizzera: www.cdt.ch/ticino/presto-a-locarno-uno-s...637398?_sid=Ctgn4lFL  

Si scorda di affrontare il caso del bambino di 6 anni in attesa di trapianto midollare, che si è negativizzato dal virus dopo essersi sottoposto al trattamento con il plasma: www.ansa.it/canale_saluteebenessere/noti...74-326ab570fe72.html  

E del Servizio del Telegiornale con il medico cinese:
[questo non lo trovo, non è citata la fonte]
Edit: Ho trovato la fonte.
news.cgtn.com/news/2020-02-15/Expert-Pla...65zXlAvUA/index.html
«Esperto: il trattamento al plasma ha "molti più benefici che rischi".»
Così ha dichiarato Zhang Dingyu, presidente del Wuhan Jinyintan Hospital, in un'intervista della CCTV.
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43717 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Al minuto 18:25 del video “Covid le cure proibite”, Mazzucco presenta la terapia del Plasma Iperimmune, citando a supporto dei suoi promettenti risultati quale cura anti-Covid diversi esempi:
1) L'articolo di Affari italiani uscito il 25 aprile 2020 “Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla. Da Pavia e Mantova la svolta”.
2) Il video a corredo dell’articolo pubblicato da Affari Italiani, in cui il Dott. De Donno spiega gli immediati effetti benefici osservati del trattamento con il plasma sulle terapie intensive.
3) Lo studio pubblicato sulla rivista Nature: “Il siero dei convalescenti si presenta come prima scelta nella cura del coronavirus”.
4) La notizia pubblicata sul Corriere del Ticino di uno studio sul plasma in preparazione a Locarno in Svizzera.
5) La notizia dell’ANSA sul caso di un bambino di 6 anni in attesa di trapianto midollare, che si è negativizzato dal virus subito dopo aver ricevuto l’infusione di plasma.
6) Le dichiarazioni del presidente del Wuhan Jinyintan Hospital, Zhang Dingyu, sui notevoli risultati ottenuti con l’uso del plasma sui malati Covid e sul suo positivo rapporto rischi/benefici. 

L’autore dell’articolo decide di ignorare tutte queste informazioni, senza ne esaminarle ne commentarle, preferendo invece concentrarsi lungamente sulla contestazione minuziosa di alcune precise parole utilizzate da Mazzucco per descrivere l’intervento dei Nas nel merito della sperimentazione condotta all’Ospedale Carlo Poma di Mantova: «A questo punto uno si aspetta che a De Donno e ai suoi colleghi vengano fatti i ponti d’oro, e che gli venga data in mano una seria sperimentazione per standardizzare la cura e renderla universale. Invece come forma di ringraziamento De Donno riceve subito una bella visitina dai Nas, che vengono a sfruguliare nel suo ospedale per vedere se è tutto a posto. “Mantova, la cura del plasma finisce sotto la lente dei Nas”. [Gazzetta di Mantova] De Donno capisce l’antifona e dichiara: “se qualcuno crede di scoraggiarmi non ci riuscirà”.» 

L’autore risponde citando un articolo su Il Mattino dove De Donno dichiara: «I Nas hanno fatto una semplice telefonata in ospedale per raccogliere sommarie informazioni su quello che stavamo facendo. Dopo quella telefonata non ho più sentito nulla e sono trascorsi alcuni giorni». 

Tale dettaglio, però, se aggiunto, non intacca minimamente l’impianto centrale dell’argomentazione di Mazzucco, che verte in questo momento sull’ingenerosità di trattamento riservata a De Donno e agli altri medici impegnati nella sperimentazione, che invece di essere agevolati politicamente vengono attenzionati dal Nucleo Antisofisticazione. 
L’articolo della Gazzetta di Mantova titola infatti “la cura del plasma finisce sotto la lente dei Nas” e la reazione di De Donno non lascia dubbi sull’effetto che ha prodotto tale interesse: “Se qualcuno crede di scoraggiarmi, non ci riuscirà”.
Nello stesso articolo de Il Mattino citato per smentire Mazzucco, De Donno conferma questo esito intimidatorio che su di lui hanno avuto le richieste dei Nas: «Non sempre riusciamo a salvare tutti. Ma il più delle volte sì. E se qualcuno volesse solo provare ad intimidirmi, dovrà risponderne alla sua coscienza. La mia è limpidissima».
Sempre dall’articolo de Il Mattino, anche il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni, rimane stupito del coinvolgimento dei Nas durante la sperimentazione: «Non so perché i Nas si siano interessati della vicenda della donna incinta. Il protocollo sperimentale è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti con determinate caratteristiche».
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa #43725 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
L’autore definisce poi il motivo del coinvolgimento dei Nas: “Il protocollo non prevedeva l’uso del plasma nelle donne in gravidanza”, citando però a supporto una frase estrapolata dal contesto che si presta facilmente a fraintendimenti: 

su questo Stradoni aveva risposto così: «Ma quel caso rischiava di finire male e, quindi, abbiamo proceduto, salvando due vite».


Il caso in questione lo riportava per la prima volta Affaritaliani nell’articolo del 25 aprile, si tratta di una donna incinta di nome Pamela:
«Sono circa 80 i pazienti del Carlo Poma di Mantova curati con successo, tra loro anche una donna incinta di nome Pamela, uscita dal Covid in poche ore.»

Dopo questo articolo, i Nas chiamano l’ospedale “per avere informazioni sulla donna incinta guarita” [Gazzetta di Mantova], al che replica il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni:
«Non so perché i Nas abbiano chiamato ma sono totalmente tranquillo. Il protocollo sulla sperimentazione è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti che devono avere certi criteri. So che la gestante in questione non rispondeva a queste caratteristiche, ma era molto grave e rischiavamo di perderla, per cui abbiamo somministrato la cura off-label, in ambito compassionevole e l’abbiamo salvata.»

Lo stesso De Donno conferma la circostanza in un post pubblicato sul già citato articolo de Il Mattino: 
«nei criteri di esclusione non è prevista la gravidanza, quindi amici, tutto ok. Lo dico perché un protocollo va rispettato, ma certo, quando fosse possibile salvare vite, concorderei con la deroga per uso compassionevole».

Quanto davvero sia rigido il protocollo sulla sperimentazione col plasma ce lo spiega anche il Dott. Cesare Perotti del policlinico di Pavia: 
«C’è una validazione della terapia con il plasma iperimmune che non ha eguali […] è il plasma più sicuro al mondo, perché la legislazione italiana ha delle regole stringenti che non ci sono in Europa e in nessun altro Paese al mondo, neanche negli Stati Uniti. […] Noi sappiamo la potenza, la capacità che ciascun plasma accumulato ha di uccidere il virus.» Fonte: Affaritaliani.

A ribadire il concetto nello stesso articolo si aggiunge anche il Dott. Massimo Franchini, primario del centro trasfusionale dell’ospedale di Mantova, che ci spiega come il plasma «ha un notevole livello di sicurezza virale ed è un prodotto assolutamente sicuro e rigoroso». Facendo anche un confronto con il vaccino. Se il vaccino infatti «ti farebbe produrre gli anticorpi, questa che è un immunoterapia passiva trasferisce gli anticorpi dal guarito al malato. Il paziente non produce nulla e non crea nulla. Ma funziona per salvarlo».

Oltre alla donna incinta, racconta l’articolo de Il Mattino, lo pneumologo De Donno sta utilizzando il plasma su un altro giovane paziente, sottoposto alla seconda infusione: «Il nostro giovane amico, come vi avevo anticipato, sta sorprendentemente bene. Così anche Pamela», la donna incinta. «Se qualcuno crede di scoraggiarmi non ci riuscirà. Oggi [riferendosi al giovane paziente], dopo l'infusione di plasma iperimmune, ormai amico mio, stai molto meglio. La febbre quasi scomparsa. Migliorata l'ossigenazione. Meno ore di ventilazione meccanica. Tutto come da protocollo.»

Gli specifici criteri per i pazienti candidati al trattamento con il plasma erano stati pubblicati da De Donno con un immagine su Facebook poi ripresa dallo stesso Open: www.open.online/wp-content/uploads/2020/...a-plasma-mantova.jpg
Da ciò si ricava che alla fin fine, quella del plasma iperimmune è terapia altamente inclusiva e adatta a tutti.
I “Criteri di esclusione” riguardano infatti in sostanza solo i pazienti con specifiche reazioni allergiche, i pazienti affetti da ARDS da più di 10 giorni, e i pazienti che rifiutino esplicitamente il protocollo.

Su Affaritaliani De Donno chiarisce i pregi della terapia: «Non abbiamo un decesso da un mese. I dati sono splendidi. La terapia funziona ma nessuno lo sa […] Sono entusiasta di vedere le persone guarite così velocemente. […] Non esisterà farmaco più efficace del plasma.»

A fargli eco nello stesso articolo è il Dott. Cesare Perotti: «Stiamo accumulando plasma per un’eventuale seconda ondata di contagi. E’ una terapia per chi sta male oggi. Ben venga il vaccino ma in attesa il protocollo funziona eccome! Lo studio è stato depositato. Tutto quello che le hanno detto, che si esce in 48 ore, è vero.»

«I limiti della terapia?» si domanda Affaritaliani «Ce li spiega De Donno ridendo: “Costa poco, è fattibile e pure democratica. Abbiamo 7 o 8 donatori tutti i giorni”.»

Tutto ciò però l’autore si dimentica di specificarlo, limitandosi ad aggrapparsi alla parola “visitare” usata per descrivere il coinvolgimento dei Nas, e a citare il caso scatenante che “rischiava di finire male”, salvo poi approfondire e scoprire che rischiava di finire male proprio nel caso i protocolli burocratici fossero stati rispettati, e che le due vite sono state salvate proprio grazie alla loro deroga ed alla somministrazione della terapia con il plasma.

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43727 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Questa è la trascrizione del video "Covid le cure proibite" dal minuto 21:45 al minuto 26:45:

Il Fatto Quotidiano prende in giro De Donno chiamandolo Mr. Plasma, e manda a intervistarlo la solita Selvaggia Lucarelli che insinua ripetutamente che lui abbia mentito sui pazienti guariti.
www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/arti...o-integrale/5808590/

La Stampa, del neo direttore Giannini, le definisce «le fake-news sul plasma miracoloso: “Chi le diffonde è un lestofante”».
www.lastampa.it/torino/2020/05/06/news/c...estofante-1.38811348

Poi arriva Burioni che la definisce “una delle cure magiche proposte dalla rete”:
«L'ultima delle “cure magiche” che vengono proposte nella rete per curare questa infezione da coronavirus è l'utilizzo del plasma dei soggetti guariti [...] è sicuramente una prospettiva interessante, ma è una prospettiva d'emergenza, è una prospettiva che non può essere utilizzata ad ampio spettro, perché chiaramente i guariti non è che possiamo svenarli e salassarli all'infinito». Certo perché, secondo Burioni, sono sempre gli stessi cinque pazienti che devono dare il sangue a tutti i malati futuri; non è che, man mano che guariscono, poi quelli nuovi possono diventare a loro volta donatori…

Poi arriva Ilaria Capua, che ci mette in guardia contro i rischi della cura al plasma: "Si tratta di un metodo antichissimo" dice la virologa "una pratica medica in larghissima parte abbandonata".

E resuscitatela se è stata abbandonata, che problema c'è? Se una cosa funziona usiamola, no?
"No" dice la Capua, "il plasma consiste in porzioni di plasma di una persona che è guarita, quindi è un po' come una trasfusione, si tratta di una pratica che ha dei rischi".  notizie.virgilio.it/coronavirus-ilaria-c...asma-vaccino-1386177

Avete visto? Quando si tratta di vaccinare la gente i rischi si possono correre tranquillamente, quando invece si tratta di usare una cura che è già disponibile ecco che allora tutti si preoccupano dei rischi dei pazienti.

Nel frattempo il Lazio di Zingaretti (che è uno che vaccinerebbe anche i paracarri se potesse) boccia la proposta per la terapia del plasma iperimmune. Il Consigliere Davide Barillari che aveva presentato la proposta dichiara: "Quando la politica boccia una soluzione che salva le vite, non solo è irresponsabile, diventa criminale. Ancora una volta gli interessi economici sovrastano il bene comune."  www.latinapress.it/attualita/coronavirus...a-plasma-iperimmune/

Nella regione Marche interviene addirittura il comitato etico, che dice no alla terapia del plasma: "Questo brusco stop di fatto impedisce alle Marche di procedere con la somministrazione del plasma iperimmune nei casi gravi di malati di Covid. Un "no" che ha sorpreso gli ospedali di Torrette, Marche Nord e Fermo, selezionati per iniziare la sperimentazione e dove erano già stati individuati circa 100 pazienti."  www.viveresenigallia.it/2020/05/11/coron...co-in-italia/789452/

Chissà quanti di questi pazienti sono morti, che invece si sarebbero potuti salvare... Purtroppo non lo sapremo mai.

Ma aver stoppato la terapia del plasma sul territorio non basta, perché nel frattempo la gente ne ha sentito parlare e la richiede un po' dappertutto. Bisogna quindi sconfiggerla anche dal punto di vista scientifico. E così il nostro Ministro Speranza decide di fare una sperimentazione a largo raggio, che si chiamerà progetto Tsunami.

Ma a chi lo mette in mano? Non certo a De Donno, che per primo l'aveva utilizzata con successo. No, la mette in mano a 56 centri distribuiti in 12 Regioni. E da chi è gestito il progetto? Dall'Istituto Superiore di Sanità, col solito Comitato Scientifico, il direttore dell'Aifa, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, il direttore dello Spallanzani, ecc. Hanno preso tutto in mano loro.

E come è finito il progetto Tsunami?
Nel nulla. Per lunghi mesi non se ne sente più parlare, poi a settembre del 2020 esce questo articolo:

“Non decolla il progetto Tsunami. L'appello del responsabile ad istituzioni e associazioni.”  donatorih24.it/2020/09/23/plasma-anti-covid-19-tsunami-appello/

Il professor Menichetti, investigatore principale del progetto Tsunami, lamenta che soltanto “una decina di centri ospedalieri” sono stati attivati, e che siano stati fatti solo “una ventina di arruolamenti in tutto”.

E quali sono stati gli ostacoli riscontrati?
“È emersa una complessità nelle procedure richieste dall'Istituto Superiore di Sanità. Ma anche una complessità nelle procedure delle aziende sanitarie e ospedaliere."

Attenzione: “Dopo che il protocollo è diventato nazionale, cioè gestito da Iss e Aifa, l'impressione è che invece di un'accelerazione ci sia stata una complicazione.”

Avete visto le meraviglie della burocrazia? Con la burocrazia si riesce ad affossare tutto senza che nessuno risulti responsabile.

E così passa l'inverno, la gente continua a morire, e della plasma terapia non si sente più parlare; fino allo scorso 15 aprile, quando l'Aifa boccia definitivamente la cura con il plasma iperimmune, dicendo che “non ha evidenziato un beneficio”. www.ilgiornale.it/news/cronache/bocciata...la-fine-1938474.html
Bassetti esulta dicendo: “l'avevo già detto, credo e spero che sia la parola fine su questo tipo di cura”.

Certo che è la parola fine, l'avete deciso voi fin dall'inizio.
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa #43728 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Questo è il riassunto della seconda parte del capitolo sul plasma di Open, quello relativo al minutaiggio sopracitato:

Mazzucco fa intendere che lo studio Tsunami sul plasma sia stato affossato … citando articoli di giornale.
Mazzucco cita l’articolo 23/09/20 (“Plasma anti-Covid non decolla”) e quello 15/04/21 (in cui l’Aifa boccia la terapia).
Mazzucco non cita che lo studio è proseguito e si è concluso … lo riporta il nostro articolo Open 10/04/21.
I risultati sono stati deludenti e senza benefici rispetto a terapie standard.
Qualche beneficio solo per i pazienti meno gravi nelle prime fasi … non una pratica miracolosa come dipinta.
Autocitazioni: coinvolti 487 volontari … in 27 centri clinici.
Mazzucco sembra scandalizzato perché lo studio non fu affidato a De Donno … ma quanti medici oinvolti nel complotto?
Dati rilevanti: potenziale ruolo terapeutico in pazienti con Covid lieve … riscontrati frequenti eventi avversi.
Secondo la logica rischi/benefici … il plasma aveva una logica all’inizio (quando non sapevamo nulla) … ma non oggi.

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43729 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Rimosso
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43730 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente

Mazzucco evita di riportare che lo studio Tsunami era proseguito con una conclusione che avevamo riportato a Open il 10 aprile 2021: i risultati sono stati deludenti e non sono stati riscontrati benefici concreti rispetto ai pazienti trattati con terapie standard.

  Lèggiamo questo articolo Open del 10 aprile 2021: 

Il risultato è stato disarmante: «non riduce rischio peggioramento respiratorio o morte per Covid», riporta Quotidiano Sanità. Al momento non è possibile leggere direttamente i dati in un paper. 

(questo è il link dello studio:  clinicaltrials.gov/ct2/show/study/NCT04393727 Si legge: No Study Results Posted on ClinicalTrials.gov for this Study; Recruitment Status: Terminated (Study was stopped because the Promoter was changed and a new study on convalescent plasma promoted by AIFA was started in Italy.)) 

Non sono emersi dunque risultati significativi rispetto a chi riceveva i soli trattamenti standard, nei pazienti gravi che necessitavano ventilazione meccanica invasiva. Qualche risultato positivo c’è stato nei pazienti meno gravi.

  www.open.online/2021/04/10/coronavirus-s...mune-studio-tsunami/   

«Questo potrebbe suggerire l’opportunità di studiare ulteriormente il potenziale ruolo terapeutico del plasma nei soggetti con COVID lieve-moderato e nelle primissime fasi della malattia – continua Quotidiano Sanità – Il trattamento è risultato complessivamente ben tollerato, anche se gli eventi avversi sono risultati più frequenti nel gruppo che ha ricevuto il plasma».


Il problema è che lo sapevano già tutti che il plasma evidenziava una efficacia solo nei pazienti non gravi o terminali.
Il plasma è una cura che trasferisce anticorpi. A che serve potenziare il sistema immunitario in un organismo talmente lesionato da non avere tempo per riprendersi autonomamente, e che finirà in ogni caso per morire o avere bisogno della ventilazione meccanica?

Dall’estratto dello studio «Effect of Convalescent Plasma Therapy on Viral Shedding and Survival in COVID-19 Patients» dove si ritiene che il trattamento con il plasma può essere usata in pazienti in fase non critica e/o terminale: "[…] convalescent plasma treatment can discontinue SARS-CoV-2 shedding but cannot reduce mortality in critically end-stage COVID-19 patients, and treatment should be initiated earlier." pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32348485/  

Già i medici di Shanghai, i primi ad utilizzare nel febbraio del 2020 il plasma per i pazienti Covid-19, avevano colto l’importanza della tempistica del suo impiego: L’uso del plasma convalescente potrebbe essere, secondo una prima valutazione di un esperto di emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) citato ancora da Reuters, un approccio «molto valido» per i test: importante, si ricorda, ottenere i tempi giusti per massimizzare il potenziamento dell’immunità del paziente. www.reuters.com/article/idUSL8N2AH2UT  

Lo stesso pneumologo De Donno nell’articolo di Affaritaliani ribadiva la stessa cosa: “Sono entusiasta di vedere le persone guarite così velocemente. E’ l’unico trattamento razionale, sia biochimico che immunologico del Coronavirus che c’è in questo momento. Non esisterà farmaco più efficace del plasma. E’ come il proiettile magico, si usano immunoglobuline specifiche contro il Coronvirus. Va utilizzato in fase precoce. Se invece si aspetta che il paziente sia moribondo... allora si fa un errore e ci vuole solo il prete, ecco! Ma è lo stesso discorso dell’aspirina nella prevenzione dell’infarto. Se la usi in una persona che è già cardiopatica, non conta nulla”.  

Da tutte queste considerazioni appare quindi del tutto scontato questo "Comunicato stampa Aifa" del 08 aprile 2021 (redatto ad usum debunkers):

«Non è stata osservata una differenza statisticamente significativa nell’end-point primario (“necessità di ventilazione meccanica invasiva, definita da un rapporto tra PaO2/FiO2 < 150, o decesso entro trenta giorni dalla data di randomizzazione”)»

www.aifa.gov.it/-/covid-19-studio-tsunam...respiratorio-o-morte

Eh grazie al cazzo! Se scegli i criteri di analisi già in partenza più penalizzanti per la terapia scelta, è ovvio che alla fine otterrai il risultato negativo preventivato.

Ora faccio io uno studio confrontando una Ferrari con una mountain bike, e le faccio gareggiare in cima a un rilievo roccioso. Così poi posso pubblicare uno studio scientifico che confuta il beneficio del motore a scoppio rispetto alla trazione muscolare.
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3 Anni 3 Mesi fa #43733 da redazione
Risposta da redazione al topic Debunking Puente
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3 Anni 3 Mesi fa #43734 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43747 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
LATTOFERRINA:

La lattoferrina non è un antivirale … compare tra i supplementi e integratori anti-Covid del “Metodo Di Bella”, "MDB".
Il servizio del TG3 che evidenzia le proprietà anticorpali della lattoferrina … è basato su uno studio che avanza solo ipotesi (“Lactoferrin as Protective ... Infection and Inflammation”) … e auspica un futuro studio clinico in cui somministrare lattoferrina a pazienti lievemente sintomatici per prevenire il peggioramento della Sars … ma questi pazienti non finirebbero comunque in terapia intensiva (secondo me).


"Supplementi vitaminici o integratori alimentari, quali la lattoferrina, non sono antivirali" ci spiega Puente, con tono didascalico da esperto di fact-checking, immunologia e virologia.

Purtroppo ci tocca l'ingrato compito di dover correggere il mastro tuttologo di Open. La lattoferrina nella letteratura scientifica appare infatti essere un noto antivirale.

Dalla pagina dell'associazione di ricerca oncologica ARTOI, dedicata alla definizione e descrizione medica della Lattoferrina, traiamo che:
"Oltre alla sua capacità di legare il ferro, la lattoferrina esercita un’azione antibatterica e antivirale legandosi alla superficie dei microrganismi inibendo la loro adesione e il loro ingresso nelle cellule dell’ospite."

Dallo studio "Antiviral activities of lactoferrin" pubblicato il 3 settembre del 2001 sulla rivista Antiviral Research leggiamo:
"La lattoferrina mostra un'attività antivirale contro i virus a DNA e a RNA, tra cui il rotavirus, il virus respiratorio sinciziale, gli herpes virus e l'HIV. L'effetto antivirale della LF si riscontra nella fase iniziale dell'infezione. La lattoferrina impedisce l'ingresso del virus nella cellula ospite, sia bloccando i recettori cellulari, sia legandosi direttamente alle particelle del virus."

É stato inoltre dimostrato come la lattoferrina risulti efficace anche contro le infezioni virali da sindrome respiratoria acuta grave (SARS), andando a colpire le cellule NK, i granulociti e i macrofagi, e sopprimendo la replicazione del virus dopo che esso è penetrato nella cellula (Expression profile of immune response genes in patients with Severe Acute Respiratory Syndrome).

Nel servizio del TgR mostrato a inizio del capitolo sulla lattoferrina (forse Puente era un po' distratto), è la stessa dottoressa Elena Campione, ricercatrice di dermatologia dell'Università di Tor Vergata a spiegare chiaramente che: "questa lattoferrina viene studiata per le sue proprietà antivirali potentissime."

Persino da un articolo di un altro sito di fact-checking, "Facta", otteniamo la conferma della natura antivirale della lattoferrina.
Facta, a proposito proprio dello stesso servizio, sente il parere del dottor Luca Cassetta, immunologo e ricercatore dell’Università di Edimburgo, il quale conferma:
«La lattoferrina è una glicoproteina dalle note proprietà antibatteriche e antivirali, come riportato da numerosi studi scientifici.»

Puente cerca di associare la lattoferrina ad una etichetta denigratoria squalificante, il Metodo Di Bella, e se l'intenzione di trasformare questa, prima in un preconcetto, e poi in una macchietta stereotipata, non fosse parsa abbastanza chiara, vi aggiunge un acronimo da Social Network:
"compare tra i supplementi e integratori anti-Covid del “Metodo Di Bella”, "MDB"."

Puente prosegue dicendo:

"Il servizio del TG3 che evidenziava le proprietà della lattoferrina per potenziare il sistema immunitario si basa su uno studio in cui si avanzano solo ipotesi e si auspica un futuro studio clinico"

In realtà è sull'esperienza empirica dei guariti dopo la terapia con lattoferrina che si basano le proprietà della lattoferrina evidenziate dal servizio.
Dalle dichiarazioni della dottoressa Elena Campione:

"Abbiamo deciso di trattare i pazienti Covid positivi all'esordio della malattia, con sintomi gastro intestinali, tosse, cefalea, debolezza muscolare, e pazienti anche Covid positivi ma anìsintomatici. Incredibilmente dopo 10 giorni dalla terapia osservavamo una scomparsa di questi sintomi, e dopo 10-12 giorni ottenevamo la negativizzazione del tampone."
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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43755 da JProctor
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Ivermectina

Lo studio sull’ivermectina citato da Mazzucco è solo in vitro. Dal nostro articolo (autocitazioni): è un pre-proof in attesa di pubblicazione … svolto in vitro simulando un organismo … poi si passerà all’animale e poi all’uomo … quindi i risultati potrebbero differire.


Per tentare di smontare il capitolo sull’Ivermectina, gli autori di Open spendono poche righe in cui essenzialmente citano se stessi e sminuiscono uno studio in vitro che dimostra la capacità dell’ivermectina di eliminare il Covid-19 in 48 ore: 

“è stato condotto meramente in vitro”, “è un pre-proof, ossia un articolo in attesa di pubblicazione”, “I risultati potrebbero essere quindi diversi”.


Lo studio in questione è stato realizzato da un gruppo di ricercatori australiani, ed è stato pubblicato (a differenza di quanto sostenuto dall’articolo di Open) sulla rivista Antiviral Research nel giugno del 2020, come si può facilmente vedere dalla pagina della ricerca:  www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0166354220302011  
The FDA-approved drug ivermectin inhibits the replication of SARS-CoV-2 in vitro ("Il farmaco ivermectina approvato dalla FDA, inibisce la replicazione della SARS-CoV-2 in vitro"); Firmato da Leon Caly, Julian D. Druce, Mike G. Catton, David A. Jans, Kylie M. Wagstaff; Antiviral Research - Volume 178, June 2020

Il testo di Open, autocitato come fonte in questo articolo, risale al 4 aprile del 2020. Cioè due mesi prima che lo studio in discussione venisse definitivamente pubblicato.
Oltre a dare prova di colpevole negligenza nel pubblicare informazioni non aggiornate e false senza prima un fact-checking essenziale dei dati, Open in questo caso palesa i gravi limiti metodici, ancorché di mera etica giornalistica, del riciclare propri articoli datati per riutilizzarli come fonte in quelli nuovi.
Mentre nell’articolo viene dileggiato il fatto di utilizzare degli “screen” per poter mostrare sperimentazioni e ricerche nel video ("Riporta gli screen, ma non spiega perché", "Mazzucco può collezionare screen", "lo facevamo non limitandoci a degli screen"), lo screen datato dello studio in fase di pre-proof campeggia ancora nell’articolo scritto di Open, citato come riferimento delle informazioni errate:
www.open.online/wp-content/uploads/2020/...ro-ScienceDirect.jpg
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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43756 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Gli autori di Open ignorano poi a piè pari tutte le altre notizie e studi citati nel video che, oltre allo studio in vitro il cui sminuimento retorico non elimina i risultati, dimostrano l'efficacia e necessità capitale dell' Ivermectina per curare i pazienti che stanno morendo, anche prioritariamente agli studi randomizzati e in doppio cieco che richiederebbero tempi incompatibili con uno stato di emergenza.

Notizie.it: Coronavirus: antiparassitario ivermectina in vitro lo uccide in 48 ore: "l’antiparassitario o antielmintico ivermectina sperimentato in vitro, in sole 48 ore è stato in grado di ridurre di 5 mila volta l’infezione. Il che vale a dire che è riuscito ad annientarlo mostrando già una significativa riduzione dopo un giorno solo." - www.notizie.it/salute-benessere/2020/04/...sitario-ivermectina/

Il messaggero: Ivermectina efficace contro il Covid. Studio britannico: «Tassi sopravvivenza superiori all'83%»
"la ricerca effettuata dall'università di Liverpool ha dimostrato come il vermifugo sia associato a una riduzione dei livelli di infiammazione fino all'eliminazione del coronavirus, oltre a una riduzione della mortalità e della durata della degenza ospedaliera."
"I risultati degli studi analizzati a Liverpool - ed effettuati in Spagna, Argentina, Egitto, Iran, India, Bangladesh, Nigeria, Pakistan, Turchia, Argentina e Iraq - mostrano una riduzione del tempo fino all'eliminazione del virus, una riduzione della degenza ospedaliera, un tasso di recupero clinico superiore al 43% e tassi di sopravvivenza superiori all'83%. Tuttavia i ricercatori britannici sconsigliano di approvare l'uso di ivermectina fino a quando non saranno effettuati ulteriori studi. «L'efficacia deve essere convalidata in studi randomizzati più ampi prima che i risultati siano sufficienti per la revisione da parte delle autorità di regolamentazione»"
"In Brasile è sceso in campo addirittura il presidente Bolsonaro […] affinché «il trattamento precoce possa essere diffuso e adottato come un modo per ridurre il numero di ricoveri e di decessi» […] L'alternativa, di non utilizzarli, è considerata «inammissibile»"
www.ilmessaggero.it/salute/ricerca/iverm...io_2021-5717553.html

L'Espresso titola: Abbiamo un farmaco che può salvare delle vite ma in Italia lo usiamo per la cura della pelle
A denunciarlo è il dottor Zeno Bisoffi, direttore del Centro di Malattie Tropicali dell'Ospedale di Negrar, nel Veronese
espresso.repubblica.it/attualita/2017/01...r-la-pelle-1.292016/

TrialSiteNews: Czech Ministry of Health Officially Authorizes Temporary Use of Ivermectin Due to COVID-19 Crisis ("Il Ministero della Salute ceco autorizza ufficialmente l'uso temporaneo di Ivermectin a causa della crisi del COVID-19")
"Il Ministero della Salute ha emesso una legge basata sulla sua autorità legale per proteggere la salute pubblica nel contesto della attuale pandemia globale."

Dati del ministero della salute ceco, di fine aprile:
pbs.twimg.com/media/E0A1MwMWEAIE5as?format=png&name=900x900

EMA raccomanda di non utilizzare ivermectina per la prevenzione o il trattamento di COVID-19 al di fuori degli studi clinici
"Sono necessari ulteriori studi randomizzati e ben disegnati per trarre conclusioni in merito all'efficacia e alla sicurezza del medicinale nella prevenzione e nel trattamento di COVID-19."
www.aifa.gov.it/-/ema-raccomanda-di-non-...-degli-studi-clinici
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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43758 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
QUERCITINA

Per la quercetina Mazzucco cita lo studio “Structural stability … experimental screening”. 
È un paper in cui si avanzano solo ipotesi … si progetta una sperimentazione in vitro … dallo studio: "procedura sperimentale in vitro".


Sul capitolo della quercetina gli autori di Open hanno soltanto da dire che lo studio che "Mazzucco cita" avanza solo ipotesi.

In realtà non è Mazzucco chi per primo aveva citato lo studio, ma il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Il quale sembra avere idee molto diverse dagli autori di Open, per quanto riguarda l'importanza da attribuire a questo studio e l' attendibilità da conferire alle sue ipotesi. Dal comunicato stampa del CNR del 03/09/2021, "La molecola di origine naturale che inibisce SARS-CoV-2", lèggiamo infatti:

"Uno studio internazionale cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull'International journal of biological macromolecules."

www.cnr.it/it/comunicato-stampa/9620/la-...-inibisce-sars-cov-2

Studio: Structural stability of SARS-CoV-2 3CLpro and identification of quercetin as an inhibitor by experimental screening
www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0141813020339970

Approfondendo poi si ricava che, oltre a progettare uno studio in vitro, il risultato fondamentale dello studio è stato quello di identificare la quercitina come un inibitore della proteasi 3CLpro della SARS-CoV-2, tramite uno screening activity-based sperimentale.
"We report a biophysical characterization of the structural stability and the catalytic activity of 3CLpro from SARS-CoV-2, from which a suitable experimental in vitro molecular screening procedure has been designed. By screening of a small chemical library consisting of about 150 compounds, the natural product quercetin was identified as reasonably potent inhibitor of SARS-CoV-2 3CLpro (Ki ~ 7 μM)."
("Riportiamo una caratterizzazione biofisica della stabilità strutturale e dell'attività catalitica del 3CLpro di SARS-CoV-2, da cui è stata progettata una adatta procedura sperimentale di screening molecolare in vitro. Tramite lo screening di una piccola libreria chimica composta da circa 150 composti, il prodotto naturale quercetina è stato identificato come inibitore ragionevolmente potente del 3CLpro (Ki ~ 7 μM) di SARS-CoV-2.")

Adnkronos: Covid, "un composto naturale lo uccide": scoperta del Cnr
www.adnkronos.com/covid-un-composto-natu...ZQ5F7A6BPTe5bcgUdVIb

Il messaggero: Quercetina, la molecola naturale che uccide il virus. Cnr: «Così inibita la proteina chiave»
www.ilmessaggero.it/salute/ricerca/covid...re_2020-5440472.html

Ministro Speranza silenzio.

30/09, 3 settimane dopo, il ministero della sanità pubblica la nota:
"Non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato."
www.trovanorme.salute.gov.it/norme/rende...arte=1%20&serie=null

Non ci sono prove incontrovertibili, non si cercano prove incontrovertibili.
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3 Anni 3 Mesi fa #43761 da finzi78
Risposta da finzi78 al topic Debunking Puente
@ JProctor
Grazie per questo lavoro, credo sia molto utile. 
Sai se é previsto un video di risposta di MM al debunking di Puente? 

"A mezzanotte in punto i poliziotti fanno il loro solito lavoro,
metton le manette intorno ai polsi a quelli che ne sanno più di loro"

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3 Anni 3 Mesi fa #43767 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
@ finzi78
no

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3 Anni 3 Mesi fa #43768 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Adenosina 

Per spiegare il blocco della sperimentazione sull’adenosiana … sono sufficienti le spiegazioni dell’Aifa.
Sufficienti una volta assodato il concetto di rischi/benefici … e la presenza di terapie approvate ed efficaci.
Da spiegazione Aifa: rischio/beneficio non definibile … disponibilità di terapie efficaci … quindi studio non autorizzato.


Nel capitolo del video sull'Adenosina viene spiegato che questa è una sostanza prodotta dal nostro organismo, che blocca le infiammazioni acute, e stimola la riparazione dei danni ai tessuti. E vengono presentate le prove empiriche da cui è emersa la sua efficacia per guarire i pazienti affetti da Covid-19

Nel giugno del 2020, due dottori del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, Sebastiano Macheda e Pierpaolo Correale, hanno una intuizione geniale: far arrivare l'adenosina direttamente ai polmoni, nei malati di Covid, tramite una tecnica di aerosol.

-Grande Ospedale Metropolitano "Bianchi-Melacrino-Morelli": "Adenosina anti-Covid, Il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio deposita il brevetto"-

"I risultati si sono visti sin dalle prime ore dalla somministrazione del trattamento: miglioramento delle condizioni generali dei pazienti, del livello di ossigenazione (indice di Horowitz) risalito a valori normali in 120 ore, tutto riscontrato e repertato radiologicamente. Ma ciò che più ha colpito, inaspettatamente, è stata la totale riduzione della carica virale, potremmo dire la scomparsa»."
www.ospedalerc.it/news/news/2020/06/05/a...ta-il-brevetto-3431/

Viene mostrata inoltre l'intervista del TGR a Pierpaolo Correale: 
Dott. Correale: "L'Adenosina è una sostanza prodotta dal nostro organismo, e normalmente ha il compito preciso di spegnere l'infiammazione e di indurre i processi di riparazione."
Giornalista: "Una molecola capace di spegnere l'infiammazione come un interruttore. Alla base di un'intuizione che potrebbe rivoluzionare l'approccio e la cura dei malati affetti da Covid-19, gli studi del Dott. Correale sull'immunoterapia oncologica. Intanto il trattamento sta dando ottimi risultati e nelle ultime settimane a Reggio la mortalità da Coronavirus è crollata.
Dott. Correale: "La terapia ovviamente è rivoluzionaria perché riduce i tempi di trattamento a 7 giorni (quindi la guarigione del paziente) e riduce la mortalità drammaticamente."
Giornalista: "13 dei 14 pazienti gravi sottoposti alla cura si sono totalmente ripresi."
Dott. Correale: "Dopo il trattamento con l'adenosina, in 13 su 14 il valore tornava nella norma e in tanti pazienti sottoposti alla tac all'inizio e dopo terapia abbiamo visto una riduzione dei segni infiammatori."
Giornalista: "Potenzialmente da Reggio Calabria viene una delle cure più risolutive per il Covid."
Dott. Correale: "Se si riproduce la Fase 3 penso che sarà così."


Ma la Fase 3, quella della sperimentazione, non è mai arrivata. Perché? 
Perché l'Aifa: «blocca la cura sperimentale con adenosina del Gom (Grande Ospedale Metropolitano)»
L'AIFA si dice «non favorevole in considerazione di un rapporto rischio/beneficio non definibile; si ritiene che a fronte dell’attuale disponibilità di alcune opzioni terapeutiche di provata efficacia lo studio proposto non possa essere autorizzato.»
www.nursetimes.org/aifa-blocca-la-cura-s...osina-del-gom/111625

Nel video viene evidenziata la natura doppiamente ridicola di tale risposta. 
Poiché non si comprende quali dovrebbero essere queste "opzioni terapeutiche di provata efficacia". 
«È dal primo giorno che ci dicono che "non ci sono cure valide". Ed ora di colpo ce ne sono addirittura tante che questa qui non serve più?»

La premessa di questa considerazione è confermata dal sito del Ministero della Salute, che nella sezione Fake News afferma: "Allo stato attuale non esistono terapie di comprovata efficacia contro Covid-19."
www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavir...a=italiano&tagId=914

Anche l'Aifa conferma "l’assenza di terapie di provata efficacia per COVID-19" all'interno delle schede informative sui "Farmaci utilizzabili per il trattamento della malattia COVID-19". Da cui si ricava inoltre che nessuno tra quelli elencati è raccomandato, a parte "eparina e corticosteroidi".
www.aifa.gov.it/aggiornamento-sui-farmac...lla-malattia-covid19

Alla luce di queste considerazioni, il Dott. Correale si lamenta dell'incomprensibile spiegazione di Aifa:

-Affaritaliani, 8/01/2021, "Covid, adenosina per curarlo. Ma l'Aifa blocca sperimentazione in Calabria"-

Dott. Pierpaolo Correale: "E’ stata bloccata senza delle motivazioni comprensibili e senza la possibilità di un confronto per il quale eravamo a disposizione. In un momento storico critico per la salute nulla dovrebbe essere lasciato al caso. L’AIFA dovrebbe avere come mission quella di incentivare gli studi spontanei e la ricerca in genere, non inibirla."
www.affaritaliani.it/blog/rocca-sbrocca/...-no-aifa-715237.html

Qual'è quindi l'argomentazione messa sul tavolo dagli autori di Open per spiegare il blocco deciso dall'Aifa?:

Per quanto riguarda il blocco della sperimentazione sulla adenosina da parte di Aifa, dovrebbero essere sufficienti le spiegazioni date dall’Agenzia

Dopo di che viene citato semplicemente il comunicato Aifa già mostrato nel video.

Il capitolo viene concluso poi con la seguente frase:
«Se l’interesse è la salute dei pazienti e non lucrare su nuovi brevetti, ottimizzando le risorse per cure più valide – non basate su studi osservazionali che riguardano un numero limitato di pazienti – dove sarebbe il problema?»

E questo dopo che le prime quattro aziende produttrici di vaccini hanno prospettato un profitto dai 40 ai 60 miliardi di dollari dalla vendita dei vaccini anti-Covid per l'anno fiscale 2021.
www.theguardian.com/business/2021/mar/06...-from-covid-vaccines

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3 Anni 3 Mesi fa - 3 Anni 3 Mesi fa #43772 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
OZONOTERAPIA
L'Ozonoterapia, ci spiega Mazzucco nel video, è un trattamento con azione antinfiammatoria e antidolorifica che si usa sopratutto per le patologie specifiche della colonna vertebrale.
Ha anche delle forti proprietà anti-batteriche e anti-virali.
www.humanitas.it/cure/ossigeno-ozonoterapia/

Per questo motivo è stata sperimentata anche con il Covid 19.

Nel febbraio del 2020 i cinesi riferiscono di un primo caso di un paziente con il Covid-19 in condizioni critiche che è stato trattato con ozonoterapia (Case Report: Recovery of One ICU-Acquired COVID-19 Patient Via Ozonated Autohemotherapy). Il paziente "si è ripreso dalla sindrome respiratoria senza problemi ed è stato dimesso dall'ospedale dopo l'eliminazione del virus."
papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3561379

In Spagna un gruppo di pazienti trattati con ozonoterapia rivela di guarire molto più rapidamente di un gruppo di pazienti che non l'hanno ricevuta (Ozone therapy for patients with COVID-19 pneumonia: Preliminary report of a prospective case-control study):
"L'autoemoterapia ozonizzata è stata associata ad un tempo significativamente più breve del miglioramento clinico in questo studio caso-controllo prospettico."
pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33310665/

Grafico:
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/instan...3586/bin/gr1_lrg.jpg
La linea marrone sono i pazienti trattati con l'ozono, la linea verde sono quelli trattati senza ozono. I tempi di recupero sono molto più rapidi nel primo caso.

In Italia:
Triestecafe: "Coronavirus, ospedale di Udine primo in Italia a curare pazienti con l’ozonoterapia" - 05 Aprile 2020

"Questo trattamento viene somministrato in fase precoce, cioè prima che il paziente entri in terapia intensiva: su 36 pazienti trattati, 35 sono stati poi dimessi."
"Il trattamento - come ricorda il direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione del santa Maria della Misericordia Amato De Monte - non ha effetti collaterali".

www.triestecafe.it/it/news/cronaca/coron...-l-ozonoterapia.html

Ma il nostro ministero della salute non sembra interessato ai pazienti guariti.

Nel luglio del 2020, l'ISS pubblica un rapporto (Focus on: utilizzo professionale dell’ozono anche in riferimento a COVID-19) nel quale scrive:

"Oltre all’ipotizzata attività antivirale, i meccanismi che sarebbero alla base della possibile efficacia dell’ozono in COVID-19 comprendono gli effetti antiossidante, antinfiammatorio, immunostimolante, ossigenante e citoprotettivo"
"Sebbene la maggior parte di tali meccanismi possa teoricamente esitare in un effetto benefico in pazienti affetti da COVID-19, al momento […] mancano ancora delle dimostrazioni dirette ottenute in studi controllati."

www.iss.it/documents/20126/0/Rapporto+IS...feb0-7ea0957e5781?t= 1595858146906

Mancano gli studi controllati, e nessuno ovviamente pensa di farli.

Pensate, a novembre il deputato del gruppo misto Pedrazzini arriva a fare una interrogazione parlamentare al ministro della salute, chiedendo se il ministro interrogato: "non ritenga urgente adottare iniziative per inserire, viste le evidenze scientifiche, in attesa della disponibilità del vaccino, le terapie di ossigeno-ozono […] utilizzandolo sia per la cura dei pazienti, sia per sanificare gli ambienti, per contenere i focolai ed evitare il contagio."
documenti.camera.it/leg18/resoconti/asse...d0429.allegato_b.pdf

Ma la risposta è sempre la stessa: le nuove informazioni, dice il ministero, "non consentono di modificare le conclusioni riportate nel Rapporto ISS COVID-19 n. 56/2020: Pubblicato il 23 luglio 2020", inoltre, "alcuni degli effetti esercitati dall'ozono […] impongono un'ovvia cautela per l'uso nella condizione clinica in oggetto."

documenti.camera.it/leg18/resoconti/comm.../19/12/allegato.htm#

Nuovamente la cautela.
Quando c'è da approvare i vaccini si corre e non si guarda in faccia nessuno, quando invece esce una cura che costa poco e che è già disponibile allora salta fuori la cautela.

La risposta degli autori Open è che, stando alle fonti da loro analizzate in un loro articolo su una prova in corso in Italia "non risulta dimostrata l’efficacia dell’ozonoterapia nei pazienti Covid-19".
Gli autori quindi citano il loro articolo:
"Abbiamo trovato effettivamente uno studio interessante […] Il gruppo studiato è troppo piccolo per poter dedurre differenze significative".
E citano anche a supporto i loro "colleghi americani di Snopes", i quali assicurano:
"L’ozono, oltre a essere tossico, non ha mai dimostrato efficacia contro la Covid, né come cura a se stante, né come supporto ad altre terapie."

Risulta ovvio il fatto che mere opinioni da profano e deduzioni fondate su queste (congiuntamente a quelle di scrittori del web dello stesso indirizzo ideologico) non possono reggere il confronto con esperienze documentate e studi clinici su decine e decine di pazienti guariti; i quali, quand'anche soltanto osservazionali o non randomizzati, costituiscono nondimeno evidenze importanti nella ricerca medica, difficilmente sovvertibili nella sostanza, e che in tempo di emergenza sanitaria (quale è stata dichiara l'attuale e dove la gente muore senza doversi preoccupare degli eventi avversi) impongono l'autorizzazione straordinaria delle misure potenzialmente salvavita, in attesa di una loro definitiva conferma attraverso il gold standard della sperimentazione clinica (che richiede spesso tempi troppo lunghi e mezzi fuori dalla portata dei singoli centri ospedalieri).
Ultima Modifica 3 Anni 3 Mesi fa da JProctor.

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3 Anni 3 Mesi fa #43784 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
L'Aifa il 22 luglio 2020 aveva vietato l’utilizzo off label dell’idrossiclorochina nei pazienti Covid19 al di fuori degli studi clinici randomizzati e controllati. 
Questa decisione è poi stata impugnata da un gruppo di medici di base che si sono rivolti al Consiglio di Stato.

Ecco come riassume la vicenda Open nell'articolo esaminato:

Innanzitutto rimandiamo al nostro ultimo articolo, sull’idrossicolorochina, mettendo in chiaro alcuni punti fondamentali:
«Facciamo notare che Aifa non ostacola affatto l’utilizzo dell’idrossiclorochina, al fine di agevolare il progredire degli studi clinici riguardo a sicurezza ed efficacia. […] Ha concesso quindi (su responsabilità del medico) la prescrizione del farmaco ai pazienti che non necessitano l’ospedalizzazione. Non di meno, Nature ha pubblicato recentemente una meta-analisi che non sembra lasciare spazio a dubbi, confermando quanto già sapevamo: non solo non funziona, ma si associa anche a una mortalità più alta.»


Dal link ipertestuale "ha concesso":

«Conclusione: Il Consiglio di Stato non conferma, in alcun modo, la sua efficacia. Al contrario, evidenzia come manchi del tutto uno studio scientifico che dimostri un beneficio nel suo utilizzo.»


Ecco il riassunto dell'ordinanza del Consiglio di Stato che in data 11/12/2020 ha imposto ad Aifa (quindi non è una sua spontanea concessione) di permettere la prescrizione dell'idrossiclorochina ai pazienti bisognosi:

1. 8. «AIFA, con la nota del 26 maggio 2020 […], ha […] disposto dopo pochi mesi la sospensione dell’autorizzazione all’utilizzo off label dell’idrossiclorochina […] per il trattamento del SARS-CoV-2, se non nell’ambito di studi clinici controllati, e la sua esclusione dalla rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale.»
2. «Gli appellanti, nella loro qualità di medici che avevano sino a quel momento prescritto l’idrossiclorochina ai pazienti, hanno proposto ricorso contro la nota di AIFA»
2. 1. «Essi hanno in sintesi sostenuto che l’idrossiclorochina, sulla base di studi clinici pubblicati su riviste internazionali accreditate, sarebbe efficace nella lotta contro il virus»
2. 2. «Nel primo grado del giudizio avanti al Tribunale si sono costituiti il Ministero della Salute e AIFA stessa, che si sono opposti entrambi all’accoglimento del ricorso»
2. 4. «Con la successiva nota del 22 luglio 2020 AIFA ha ritenuto, a fronte di un profilo di efficacia assai incerto e di un rischio di tossicità rilevante, di confermare la sospensione dell’utilizzo off label dell’idrossiclorochina»
2. 5. «Anche questa nuova misura è stata impugnata dai ricorrenti avanti al Tribunale»
2. 6. «AIFA si è opposta all’accoglimento anche di questo ulteriore ricorso sulla base delle esperienze internazionali confermative, a suo avviso, delle evidenze scientifiche già poste a base del provvedimento»
3. «I medici ricorrenti in primo grado hanno perciò proposto appello cautelare contro questa nuova ordinanza di rigetto avanti a questo Consiglio di Stato […], e ne hanno chiesto […] la riforma, al fine di consentire loro la prescrizione dell’idrossiclorochina ai pazienti che ne abbiano bisogno.»
7. 1. «Occorre subito confutare il rilievo difensivo di AIFA […] secondo cui il ricorso sarebbe inammissibile […] perché essa, con le note del 26 maggio 2020 e del 22 luglio 2020, avrebbe solo proibito il rimborso del farmaco […] ma non avrebbe vietato ai medici di prescriverlo off label, sotto propria responsabilità, ai pazienti che vi acconsentano»
7. 2. «Il Collegio […] deve pur rilevare, al contrario di quanto AIFA sostiene, che con la nota del 22 luglio 2020 AIFA, senza fare alcun riferimento al regime della rimborsabilità […], ha voluto solo confermare […], la sospensione dell’autorizzazione all’utilizzo off label del farmaco al di fuori degli studi clinici randomizzati controllati.»
7. 3. «A torto AIFA sostiene dunque che con le due note impugnate essa non ha inteso limitare la libertà prescrittiva del medico»
7. 4. «AIFA […] nella stessa scheda sull’idrossiclorochina […] già citata e aggiornata al 25 novembre 2020, ha di recente ribadito […] che «l’utilizzo nei pazienti a domicilio […] può essere consentito solo nell’ambito di studi clinici randomizzati controllati», ciò che elimina ogni dubbio, laddove vi fosse, sul fatto che in forza di tali determinazioni, per come sono state percepite e interpretate da tutti gli operatori sanitari […], [non sarebbe più stato possibile] l’inizio di nuovi trattamenti con altri pazienti, a meno che non si trattasse di sperimentazioni in studi clinici randomizzati»
8. 1. «Pecca perciò di astrattezza e non è decisivo l’ulteriore argomento di AIFA […], peraltro del tutto contraddittorio con l’obiezione, appena esaminata, di non aver mai voluto vietare ai medici la prescrizione off label del farmaco […] secondo cui le decisioni da essa assunte […] troverebbero la loro ragione fondante nelle migliori evidenze scientifiche disponibili e, dunque, nell’ottica della maggior garanzia dei sicurezza per i pazienti […] sicché tali decisioni, frutto di discrezionalità tecnica nella sua massima espressione, non sarebbero sindacabili, tantomeno in una fase cautelare del giudizio […] sul quale essa non intende accettare il contraddittorio.»
8. 4 «AIFA […] non può vietare al singolo medico di prescrivere off label il farmaco […] e, come si dirà, […] ove non esistano effettive condizioni di inappropriatezza o insicurezza nell’utilizzo off label fondate su una solida base scientifica.»
11. 7. «La necessità di ancorare la scelta terapeutica e, cioè, della cura più appropriata anzitutto alle evidenze sperimentali dei trial clinici deve tuttavia misurarsi con l’emergenza epidemiologica in atto»
14. «La difficoltà di condurre studi randomizzati controllati su pazienti a domicilio nell’attuale fase di emergenza epidemiologica, la pressione crescente sulle strutture sanitarie […], lo stesso dibattito interno alla comunità scientifica sulle metodologie e sui risultati degli studi condotti sull’uso dell’idrossiclorochina, come nel caso, ben noto anche alle cronache, dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet e poi ritirato dai suoi autori […] rendono difficile l’acquisizione di evidenze […] in termini di migliori prove di efficacia clinica, sull’utilizzo del farmaco nei tempi rapidi imposti dalla gravità della situazione.»
14. 2. «Complessivamente […] le meta-analisi sin qui condotte e puntualmente indicate da AIFA […] forniscono evidenze non decisive»
14. 3. «Molti dei dati delle ultime ricerche sull’attività di contrasto alla malattia svolta dall’idrossiclorochina sembrerebbero, peraltro, deporre a favore di un meccanismo immunomodulatorio-antiinfiammatorio della sostanza e, cioè, della capacità di ridurre la produzione delle citochine infiammatorie (c.d. tempesta citochinica)»
14. 5. «gli appellanti citano nella loro relazione di consulenza […] diversi studi randomizzati controllati, condotti su coorti più ristrette di pazienti non ospedalizzati, e numerosi studi osservazionali, in particolare retrospettivi, che dimostrerebbero l’efficacia curativa del farmaco in una fase non avanzata dalla malattia, nonché un’esperienza clinica raccolta “sul campo” nei mesi precedenti (prima del divieto) da parte di molti medici, che avrebbero constatato l’efficacia della terapia con l’idrossiclorochina, a basso dosaggio e per pochi giorni, associata o meno all’azitromicina.»
15. «questo Consiglio ha il dovere di rilevare che la perdurante incertezza circa la sua efficacia terapeutica, ammessa dalla stessa AIFA a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati, non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti in base ad una conclusione (la totale definitiva inefficacia del farmaco sotto ogni aspetto, anche immunomodulatorio) che, allo stato delle conoscenze e della ricerche tuttora parziali e provvisorie, sembra radicale e prematura già a livello scientifico.»
16. «in presenza di dati e visioni mediche diverse o addirittura contrastanti, l’inibizione temporanea e generalizzata del suo utilizzo nella pratica clinica, al di fuori di studi sperimentali, è una misura che non consente di verificare (e di fatto vanifica) l’eventuale immediata e anche tenue efficacia dell’idrossiclorochina sui pazienti paucisintomatici se non in tempi, per quanto necessari alla ricerca, molto lunghi e comunque non proporzionati alla necessità impellente di cura nell’attuale fase, rinviandone l’utilizzo ad un momento in cui, cioè, la necessità di sperimentarne l’efficacia sarà venuta meno»
17. «L’applicazione dei principi propri dell’evidence based medicine di fronte ad un quadro emergenziale che non consente di acquisire evidenze sperimentali certe e rapide di studi randomizzati e controllati […] conduce al paradosso di negare una qualsiasi possibilità di sperimentare in concreto la cura proprio quando maggiore, e urgente, ne è la necessità per questa classe di pazienti, così da evitare la loro ospedalizzazione e, nei casi più gravi o in quadri di comorbilità, la morte.»
17. 1. «L’applicazione pur doverosa e rigorosa di questo metodo scientifico, in una forma, per così dire, estrema, non può essere cieca e deve misurarsi, oltre che con il dato immediato della preziosa esperienza clinica degli scorsi mesi, con l’emergenza della situazione epidemiologica, senza condurre nel caso di specie ad un esito manifestamente irragionevole e sproporzionato […], e cioè la negazione di ogni possibile cura, in assenza di altra valida alternativa terapeutica domiciliare, anche di una possibile terapia in grado di esercitare, se non una diretta […] azione antivirale, quantomeno un benefico o persino tenue meccanismo immunomodulatorio-antiinfiammatorio e di arrestare così dal principio […] il decorso a volte fatale della malattia.»
18. «Questo Consiglio di Stato ha già chiarito che la cura non è un valore metafisico e lontano dal paziente, che egli non può comprendere e far proprio, non è «un principio autoritativo, un’entità astratta, oggettivata, misteriosa o sacra, calata o imposta dall’alto o dall’esterno, che ciò avvenga ad opera del medico, dotato di un elevato e inaccessibile sapere specialistico, o della struttura sanitaria nel suo complesso» […] ma deve essere costruita per la persona e con la persona, nel rispetto della dignità umana che costituisce il valore fondante del nostro ordinamento […] in questa prospettiva si deve rilevare che la stessa adozione di un modello scientifico […] non è un fine a se stesso, ma deve garantire la cura della singola persona, in sé e per sé considerata, che è il centro e il fine ultimo del rapporto terapeutico.»
18. 1. «Non si tratta qui […] di alimentare credenze pseudoscientifiche o attese miracolistiche, ma di riconoscere doverosamente alla scienza medica […] e pertanto al singolo medico tutta la responsabilità di valutare il singolo caso e di umanizzare e personalizzare la cura sulla base delle acquisizioni scientifiche disponibili, per quanto limitate e controverse.»
19. «Quanto al […] la sicurezza della cura, la stessa AIFA riconosce che i dati degli studi clinici randomizzati più recenti non sembrano confermare il maggiore rischio di gravi tossicità, soprattutto cardiologiche, riscontrate nei primi studi osservazionali e in nessun caso si è evidenziato un eccesso di mortalità»
19. 1. «Diversi studi randomizzati controllati hanno evidenziato la sicurezza di impiego dell’HCQ sia in terapie prolungate che in cicli terapeutici brevi (5-7 giorni) con dosi non eccessivamente elevate, anche di 200 mg per 2 volte al giorno»
20. «Il breve quadro sin qui descritto circa l’efficacia e la sicurezza della terapia dimostra, pur nella sommaria delibazione consentita in fase cautelare, che il rapporto tra benefici/rischi, sulla base delle conoscenze scientifiche attuali […], non è ragionevolmente tale da precludere l’utilizzo off label dell’idrossiclorochina e la prescrizione del medico curante, sotto sua precisa responsabilità, nella cura domiciliare dell’infezione da SARS-CoV- 2»
21. «Ciò tanto più ove si consideri la circostanza […], non contestata dalla stessa AIFA […], che non esiste allo stato una adeguata e precoce terapia domiciliare ad hoc per curare la malattia e l’elevata ospedalizzazione dei pazienti affetti da SARS-CoV-2 in una fase di riespansione della pandemia, come quella attuale, rischia di pregiudicare l’erogazione delle cure nei reparti di terapia intensiva e subintensiva proprio verso i pazienti più gravi o bisognosi, con compromissione della stessa efficienza del Servizio Sanitario Nazionale e del principio universalistico che lo informa.»
22. 1. «Emerge infatti […] la irragionevolezza e l’illogicità del divieto imposto dall’AIFA all’utilizzo dell’idrossiclorochina nella misura in cui esso, da un lato, sacrifica a priori in modo non giustificato e non proporzionato, in assenza di plausibili ragioni scientifiche fondative della scelta amministrativa, l’autonomia decisionale del medico, sancita dal citato art. 3 (nonché desumibile, come si dirà, dagli artt. 9 e 33 Cost.), e dall’altro limita il diritto alla salute di cui all’art. 32 Cost. […] sospendendo l’utilizzo di una possibile alternativa terapeutica per il singolo paziente che ne reclami la somministrazione»
22. 2. «Proprio il dovere di solidarietà (art. 2 e 32 Cost.), fondamento vero di un Servizio sanitario nazionale di ispirazione universalistica come quello italiano […] impone in una situazione epidemiologica tanto grave non già di vietare, ma di consentire, dietro indispensabile prescrizione medica, l’utilizzo di una terapia che possa avere una pur minima efficacia terapeutica, in condizioni di sicurezza, fino alla eventuale attendibile prova contraria della sua inefficacia»
22. 3. «Nel dubbio circa l’efficacia della terapia, e acclarata la sicurezza di essa almeno per moltissimi pazienti, lo Stato sociale di diritto, prima ancora della stessa deontologia, non vieta, ma richiede alla scienza medica di curare anziché astenersi dal curare i cittadini»
23. 6. «Questo Consiglio ritiene dunque, […] che al singolo medico debbano essere restituite, in assenza di valide inoppugnabili ragioni scientifiche che lo impediscano, tutta l’autonomia e la responsabilità che l’ordinamento gli riconosce nella prescrizione e nel controllo dell’utilizzo off label dell’idrossiclorochina»
24. «Sul piano del pregiudizio grave e irreparabile, infine, questo Consiglio di Stato deve rilevare che la somministrazione della cura in assenza di altre precoci ed efficaci terapie domiciliari costituisce […] un imperativo […] che impone allo Stato e ad AIFA stessa di consentire anziché di vietare la cura a fronte di una non rinviabile necessità terapeutica, pur nel dubbio circa l’efficacia di questa e nell’attesa di più precisi studi clinici randomizzati controllati»

www.quotidianosanita.it/allegati/allegato7506782.pdf

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3 Anni 3 Mesi fa #43785 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Idrossiclorochina

Clorochina, da settant'anni si usa con successo contro la malaria, ma da quando si è scoperto che funzionava anche contro il Covid è diventata qualcosa di pericoloso, arrivando ad essere proibita.

Il primo in Europa a parlare di idrossiclorochina contro il Covid è il Prof. Didier Raoult, direttore dell'ospedale universitario malattie infettive di Marsiglia, che ha un indice H (valore di credibilità scientifica) superiore a quello di tutti i virologi italiani e superiore anche a quello di Anthony Fauci (considerato un dio della virologia), e ha una lista impressionante di premi.

18 marzo 2020 arriva la notizia dalla Francia
Repubblica: "Coronavirus, il farmaco contro la malaria funziona in 3 casi su 4"

«il professor Didier Raoult […] ha presentato i risultati del primi studio concluso su 24 pazienti sottoposti a trattamento e già inviato per la pubblicazione sulla rivista scientifica International Journal of Antimicrobial Agents […] il 75% dei pazienti trattati con il Plaquenil, uno dei farmaci a base di idrossiclorochina, “dopo sei giorni di trattamento aveva una carica virale negativa”, ovvero non aveva più il virus attivo all’interno del proprio corpo. Non solo. L’idrossiclorochina utilizzata in abbinamento all’antibiotico azitromicina, utilizzato normalmente contro la polmonite batterica, ha portato alla guarigione dei pazienti in una settimana. Il panel dei trattati presso l’istituto di Marsiglia è stato confrontato con un gruppo di controllo di altrettanti pazienti colpiti da Covid 19 ricoverati negli ospedali di Avignone e Nizza, che non sono stati sottoposti al trattamento e dopo lo stesso periodo, “il 90% di loro è ancora portatore del virus”.»

www.repubblica.it/salute/medicina-e-rice...casi_su_4-251594568/

In seguito il dottor Raoult, insieme una ventina di altri dottori, pubblica uno studio retrospettivo su 1061 casi di pazienti con COVID-19 curati con idrossiclorochina e azitromicina. Risultato: Su un totale di 1061 pazienti sono stati inclusi in questa analisi […] entro 10 giorni il buon esito clinico e la cura virologica sono stati ottenuti in 973 pazienti (91,7%).

pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32387409/

Anche dagli Stati Uniti buone notizie
Fox News: "L'idrossiclorochina ha aiutato a salvare i pazienti affetti da coronavirus, dimostra lo studio"

«I ricercatori dell'Henry Ford Health System nel sud-est del Michigan hanno scoperto che la somministrazione precoce del farmaco idrossiclorochina riduce in modo sostanziale il rischio dei pazienti ospedalizzati di morire. Lo studio, pubblicato sull'International Journal of Infectious Diseases, ha determinato che l'idrossiclorochina ha fornito una "riduzione del rischio 66%", e l'idrossiclorochina accoppiata all'azitromicina una riduzione del 71%, rispetto a nessuno dei due trattamenti. […] "Quello che pensiamo sia stato importante nel nostro [studio] è che i pazienti sono stati trattati precocemente. Perché l'idrossiclorochina abbia un beneficio, la somministrazione deve iniziare prima che i pazienti comincino a soffrire di alcune delle gravi reazioni immunitarie che i pazienti possono avere con il COVID".»

www.foxnews.com/politics/hydroxychloroqu...ve-coronavirus-study
www.ijidonline.com/article/S1201-9712(20)30534-8/fulltext

A far scoppiare il caso del l'idrossiclorochina è il presidente Trump, che la promuove apertamente durante una conferenza stampa alla casa bianca:
"Ha mostrato risultati molto incoraggianti"


Anche in Italia si comincia ad usare l'idrossiclorochina, che viene introdotta in via sperimentale durante la prima ondata di marzo e aprile, lo racconto il dottor Luigi Cavanna, direttore dell'ospedale di Piacenza, in questa intervista a Radio Radio:
dott. Luigi Cavanna: "l'idrossiclorochina l'hanno utilizzata tutti in quel periodo, anch'io, noi l'avevamo nel protocollo, ma non era un protocollo che mi sono inventato io, era un protocollo regionale dell'Asl, ma so che in tante altre realtà vicine a noi, pubblicate sulle linee guida ..."
dott. Luigi Cavanna: "La mia impressione è che assolutamente funzioni, funziona eccome!"

Un'altra conferma della validità dell'idrossiclorochina arriva dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Qui i medici, dopo essere stati inondati di pazienti nelle prime settimane, hanno deciso di andarli a curare a casa, prendendoli nelle fasi iniziali della malattia, e dandogli un kit di medicine che comprendeva anche l'idrossiclorochina.

"Da quando abbiamo incominciato a uscire dall'ospedale […] abbiamo visto sparire i pazienti che arrivavano respirando con le punte dei polmoni" 
"In più, come terapia sperimentale approvata dall'Aifa, si è dato ai malati Covid l'idrossiclorochina"
"Con 5 giorni di trattamento, in una fase precoce di malattia, è efficace"
"- Molti guariti? - Si, quasi tutti"

Non solo quindi i pazienti guarivano se presi nella fase precoce, ma in questo modo si evitava anche di intasare gli ospedali

Un'esperienza simile è stata fatta dal dott. Mangiagalli e da alcuni suoi colleghi nel nord Italia, che già dal mese di marzo hanno incominciato a trattare i pazienti con idrossiclorochina sommata all'azitromicina.

"Ben prima che Aifa autorizzasse la sperimentazione con l'idrossiclorochina, abbiamo pensato ad un trattamento con idrossiclorochina, azitromicina ed eparina. É stato sorprendente per molti colleghi della Bergamasca, del Basso Alessandrino e del Friuli-Venezia Giulia che hanno visto come i pazienti nel giro di pochi giorni stavano bene. Non più del 5% dei pazienti trattati sono stati ricoverati in ospedale e nessuno dei pazienti trattati a domicilio è morto."

Sempre in primavera, uno studio condotto su 3.451 pazienti ricoverati in 33 ospedali di tutto il territorio nazionale italiano, pubblicato sulla rivista scientifica European Journal of Internal Medicine e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con Mediterranea Cardiocentro di Napoli e Università di Pisa, dimostra che l'idrossiclorochina riduce del 30% il rischio di morte nei pazienti colpiti da Covid-19:

www.neuromed.it/lidrossiclorochina-riduc...daliera-da-covid-19/
www.ejinme.com/article/S0953-6205(20)30335-6/fulltext

A questo punto parte la campagna mediatica contro l'idrossiclorochina.

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3 Anni 3 Mesi fa #43819 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
[BOZZA FINALE]
Analisi dell’articolo di debunking:

«Covid: le cure proibite», il documentario complottista di Massimo Mazzucco che disinforma
20 MAGGIO 2021

di Juanne Pili e David Puente



Incipit:


[non terminato]



Analisi:


[non terminato]



Cosa significa davvero vigile attesa:



Open qui sostiene che Mazzucco abbia travisato il senso sostanziale della circolare del ministero della salute, che definisce le caratteristiche fondamentali del protocollo ufficiale per la gestione domiciliare dei pazienti Covid.
www.aslroma1.it/uploads/files/35_44_MinS...onSARS-CoV-2_agg.pdf

Mazzucco nel video presenta il protocollo riassumendolo in “tachipirina e vigile attesa” e lo attacca dicendo che tale protocollo palliativo è paragonabile a “una suora accanto al letto”.

Open obbietta: “la gestione domiciliare sui pazienti con infezione da Sars-Cov-2”, dice, “è ben spiegata in una circolare del ministero”, e comprende (oltre alla tachipirina e alla vigile attesa già menzionati da Mazzucco) anche: 
-“misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria” 
e
-“appropriata idratazione e nutrizione”

Misure queste sicuramente altrettanto importanti, ma il cui tralascio in una sintesi orale non costituisce un difetto tale da stravolgerne e il senso.

Open aggiunge infine che “in nessun caso”, nel protocollo “si prevede un assurdo abbandono del paziente”.
Una precisazione questa che se, come sembra, è rivolta all’interpretazione di Mazzucco, costituisce un mero argomento fantoccio che capovolge tra l’altro le stesse dichiarazioni appena riportate: la figura della suora accanto al letto è infatti esattamente l’opposto dell’abbandono, è una misura effimera ma di costante sorveglianza. Anche questo però Open, non riesce a evitare di distorcere.




Il vaccino è l’unica soluzione possibile?:




Open in questo capoverso tenta di smentire la premessa del ragionamento introduttivo di Mazzucco per cui, data l’assenza o negazione di cure efficaci contro il Coronavirus, il vaccino viene assunto da governo e media come “unica soluzione”.
Tuttavia nel tentativo di smentire Mazzucco, l’autore di Open finisce per contraddire le stesse autorità sanitarie, le quali espressamente sostengono lo stato di emergenza sanitaria attuale e l’approvazione emergenziale condizionata dei vaccini, sulla base della dichiarata “assenza di terapie di comprovata efficacia contro la Covid-19”.

www.aifa.gov.it/documents/20142/1123276/...icina_05.05.2020.pdf

E tacciano quindi ogni affermazione contraria come Fake News.

www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavir...a=italiano&tagId=914

«Alle terapie più sicure ed efficaci – che oggi abbiamo» sostiene Open «contrariamente a quanto l’autore vorrebbe lasciar credere – si uniscono gli interventi non farmaceutici.»

Open non cita direttamente nell’articolo nessuna di queste terapie cui allude, ma rimanda il lettore, con un link, alla lettura di un proprio vecchio articolo: “Via libera al Remdesivir, ma non è l’unico promettente contro il Coronavirus: ecco tutti i farmaci allo studio”.

Al suo interno vengono citati: il remdesivir, il lopinavir/ritonavir, il desametasone, il tocilizumab, e persino la clorochina e il plasma, che come vedremo in seguito sono farmaci che lo stesso autore si spenderà assiduamente per smontare da ogni ipotesi di efficacia.

Riguardo al Remdesivir, “dalle Linee guida OMS e aggiornamento scheda AIFA”:
«Il 20 novembre l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato le linee guida Therapeutics and COVID-19 riguardante il trattamento con Remdesivir. [...] Il gruppo di esperti che ha sviluppato le linee guida (GDG) [...] è giunto alla formulazione della seguente raccomandazione:  “si consiglia di non somministrare remdesivir in aggiunta alle cure standard»
“A seguito di questi risultati, il 26 novembre l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha pubblicato un aggiornamento della scheda informativa relativa all'uso di Remdesivir, stabilendo che [...] l'uso del Remdesivir può essere considerato solo in casi selezionati e dopo un'accurata valutazione del rapporto rischio/ beneficio:

«COVID-19: AIFA limita l’uso di remdesivir in casi selezionati e consente idrossiclorochina solo in studi clinici randomizzati a domicilio»

www.aifa.gov.it/it/web/guest/-/covid-19-...omizzati-a-domicilio

www.ars.toscana.it/2-articoli/4306-nuovo...cure.html#remdesivir

Riguardo al lopinavir/ritonavir, dalla scheda informativa relativa dell’Aifa sui farmaci utilizzati per l’emergenza COVID-19:
«Alla luce delle attuali evidenze di letteratura, l’AIFA decide la sospensione dell’autorizzazione all’utilizzo off-label del farmaco al di fuori degli studi clinici.»

www.aifa.gov.it/documents/20142/1123276/...navir_17.07.2020.pdf

Riguardo all’uso del corticosteroide desametasone, dalle raccomandazioni Aifa sui farmaci per la gestione domiciliare del Covid-19:
«L’uso dei corticosteroidi è raccomandato nei soggetti ospedalizzati con malattia COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. Tale raccomandazione si basa sul fatto che attualmente esistono evidenze di un benefico clinico di tali farmaci solo in questo setting di pazienti/fase di malattia. Si sottolinea, inoltre, che nella fase iniziale della malattia (nella quale prevalgono i fenomeni connessi alla replicazione virale) l’utilizzo del cortisone potrebbe avere un impatto negativo sulla risposta immunitaria sviluppata.
L’uso dei corticosteroidi a domicilio può essere considerato nei pazienti che presentano fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia e qualora non sia possibile nell’immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere.»

www.aifa.gov.it/documents/20142/1269602/...-Agg._26.04.2021.pdf

Riguardo all’uso del tocilizumab, dal comunicato ufficiale dell’Aifa:
«COVID-19: Studio randomizzato italiano, nessun beneficio dal tocilizumab»

www.aifa.gov.it/-/covid-19-studio-random...icio-dal-tocilizumab

Riguardo l’uso della clorochina/idrossiclorochina, dalla scheda informativa dell’Aifa:
«AIFA non raccomanda l'utilizzo dell'idrossiclorochina nei pazienti con COVID-19 in ospedale.»

Dalle alle raccomandazioni Aifa sui farmaci per la gestione domiciliare del Covid-19:
«L’utilizzo di clorochina o idrossiclorochina non è raccomandato né allo scopo di prevenire né allo scopo di curare l’infezione. Gli studi clinici randomizzati ad oggi pubblicati concludono per una sostanziale inefficacia del farmaco»

www.aifa.gov.it/documents/20142/1123276/...ate05_22.12.2020.pdf

www.aifa.gov.it/documents/20142/1269602/...-Agg._26.04.2021.pdf

Riguardo all’uso del plasma, dal comunicato ufficiale dell’Aifa:
«COVID-19: Studio Tsunami, il plasma non riduce il rischio di peggioramento respiratorio o morte»

www.aifa.gov.it/-/covid-19-studio-tsunam...respiratorio-o-morte

A riconferma di ciò, anche dalle linee guida del Ministero attualmente in vigore apprendiamo:
«nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, sulla base delle informazioni e dei dati attualmente disponibili, si forniscono le seguenti indicazioni di gestione clinica:»
«- vigile attesa (intesa come costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente)»
«- trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo o FANS in caso di febbre»
«- non utilizzare routinariamente corticosteroidi.»
«- non utilizzare eparina.»
«- evitare l’uso empirico di antibiotici.»
«- non utilizzare idrossiclorochina»
Circolare Ministero della Salute 0008676-26/04/2021-DGPROGS-MDS-P recante “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-COV-2".
www.aslroma1.it/uploads/files/35_44_MinS...onSARS-CoV-2_agg.pdf

Nessuna, quindi, delle suddette cure citate dall’autore di Open viene definita una cura “sicura ed efficace” contro la malattia da Covid-19.
Sia per Aifa che per il Ministero cioè, a differenza di quanto sostenuto da Open (sia in questo articolo che in quello di supporto), non esistono attualmente “terapie di comprovata efficacia” per il Coronavirus.
Vengono solo limitatamente raccomandate eparina e corticosteroidi nei soggetti gravi necessitanti di ventilazione meccanica ad uso palliativo. 
Ma nessuna terapia che già nelle fasi precoci apporti un beneficio viene attualmente ammessa.

Infine Open cita “anche gli interventi non farmaceutici”, che abbiamo e che a suo dire sfaterebbero il concetto attaccato da Mazzucco del vaccino come “unica soluzione”, ripetutoci però al contempo insistentemente da tutti i presentatori e giornalisti televisivi, compreso Enrico Mentana editore di Open, e cioè:
“coprifuoco e chiusure”.

Misure entrambe che ben presto hanno dimostrato però la loro totale inefficacia:

“Covid 19, gli studi adesso dicono che il lockdown non diminuisce i contagi”.

www.romait.it/covid-19-gli-studi-adesso-...uisce-i-contagi.html




Spieghiamo il controllo negli studi scientifici:



Open attacca qui il concetto espresso da Mazzucco sulla necessità di curare i malati già ai primi sintomi della malattia, per evitare che si aggravino, e quindi che muoiano o intasino le terapie intensive, causando a cascata (come già sperimentato ad inizio pandemia), ancora più decessi e pressioni sugli ospedali. 

Open però critica questo approccio. Se una cura viene somministrata “fin dai primi sintomi”, dice, considerato che “buona parte dei pazienti naturalmente non svilupperà forme gravi […] come facciamo ad accertare che il potenziale farmaco funzioni davvero?”.
Ci vuole dunque un “controllo”, prosegue Open, e studi in “doppio cieco”. 

Quello che viene omesso in questo ragionamento è che la guarigione dei pazienti dovrebbe essere la prerogativa insormontabile di un sistema sanitario, come imposto dal giuramento di Ippocrate e dall’articolo 32 Cost.  
E questo impone in uno stato sociale, ancor prima che in uno stato di emergenza, di concedere ai cittadini, piuttosto che negargli, una qualsiasi possibilità di cura che possa avere anche la più remota e deduttiva efficacia contro la malattia, e attestane la sicurezza perché conosciuta da tempo, in attesa di una definitiva conferma da studi randomizzati e controllati, che per la loro innata lentezza e dispendiosità ne rendono estremamente ardua la realizzazione durante un’emergenza sanitaria, e i cui risultati potrebbero giungere solo quando la necessità urgente di tali prove sarà ormai venuta meno, e i morti saranno già avvenuti.

Per far valer di più la sua argomentazione, l’autore di Open cerca altresì di sminuire l’attendibilità dei risultati empirici e degli studi clinici raccolti a favore dell’efficacia delle terapie presentate, fortemente documentata, e men che mai soltanto deduttiva, paragonando queste a “caramelle zuccherate”.

Open poi evidenzia l’importanza del rapporto “rischi/benefici” nell’autorizzazione di una cura. 

“Nei primi mesi di pandemia”, scrive l’autore, “non esistevano trattamenti accertati e abbiamo sperimentato tantissimo, per esempio col plasma iperimmune e l’idrossiclorochina. Poi, pian piano, sono emersi trattamenti più sicuri ed efficaci.”

Eccettuato il fatto che trattamenti “sicuri ed efficaci” contro la Covid-19, Agenzia del Farmaco e Ministero della Sanità non li hanno mai ammessi:

“Allo stato attuale non esistono terapie di comprovata efficacia contro Covid-19.”

www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavir...a=italiano&tagId=914

“In considerazione dell’assenza di terapie di provata efficacia per COVID-19”

www.aifa.gov.it/aggiornamento-sui-farmac...lla-malattia-covid19




I VIP dimessi dopo pochi giorni:



Secondo Open, l’idea che le case farmaceutiche non vogliano le cure per i comuni mortali, perché preferiscono puntare sui vaccini, sarebbe “un ragionamento fuori da ogni logica”.

In realtà a guardar bene un tantinello di logica questa idea ce l’avrebbe.

Considerati i profitti miliardari registrati dalle case farmaceutiche grazie alle commesse di praticamente ogni stato del mondo, che è diventato di colpo obbligatoriamente suo cliente.
Considerati i trimestri stellari delle case farmaceutiche che registrano record assoluti dall’inizio della pandemia.
Considerato il controllo senza precedenti che ora viene accordato alle case farmaceutiche, su stati e agenzie regolatorie, per esperimenti e inoculazioni a tappeto su centinaia di milioni di persone in contemporanea.
E considerato che potrebbero perdere tutto questo nel momento stesso che una qualunque cura efficace venisse autorizzata ufficialmente, a causa delle approvazioni condizionate.
www.fda.gov/media/142749/download

Open successivamente sostiene che Trump non si sarebbe curato con terapie a basso costo, ma bensì con sperimentali anticorpi monoclonali i quali hanno un costo di gran lunga superiore a quello dei vaccini.

In realtà Trump, per guarire dal Covid, è stato curato anche con terapie a basso costo, a base di vitamina D:

Business Insider: Trump is taking vitamin D, zinc, antacids, and melatonin since getting COVID-19. Here's the evidence for them.
www.businessinsider.in/science/health/ne...cleshow/78520720.cms

Open poi aggiunge su Trump: “Non è stato trattato con l’idrossiclorochina, tanto sostenuta dai critici di «Big Pharma» in quanto «costano poco»”.

Trump ha invece dichiarato di prendere regolarmente compresse proprio di idrossiclorochina “On daily basis, one compress per day”:

The Guardian: Trump is taking hydroxychloroquine, White House confirms
www.theguardian.com/us-news/2020/may/19/...covid-19-white-house

L’autore di Open afferma poi che i vaccini aiuterebbero a “risparmiare” perché “costano poco” in confronto agli anticorpi monoclonali e ad altri farmaci somministrabili in vigile attesa come “eparina” e “corticosteroidi”.

Qui si dimostra solo l’ignoranza delle più basilari logiche di macroeconomia.

Sarebbe come dire che visto che i microscopi elettronici costano enormemente di più rispetto agli smartphone, i microscopi elettronici profitteranno di più nel mercato, e la gente complessivamente spenderà più in microscopi elettronici che in smartphone.

Il vaccino è un flexible product per cui coniuga i “pregi” dei farmaci cronici o assuefacenti, dovendo essere somministrato, grazie ai richiami, ripetutamente all’infinito, e i “pregi” dei farmaci ricreativi, abbracciando come platea bersaglio il vasto mercato dei sani.

Le case farmaceutiche lucrano sulle commesse Miliardarie che gli stati nazionali sono obbligati a concedere in esclusiva ad un oligopolio di aziende.

Secondo indescrizioni su stringenti clausole di riservatezza, solo l'Italia potrebbe spendere, per qualcosa fino a ieri di totalmente voluttuario ed esule da qualsiasi politica di bilancio, 1,5 miliardi di euro.
www.rai.it/programmi/report/news/2020/12...16-24b9390c85c3.html

In quale altro anno l’eparina ci è costata 1 miliardo di euro?





Il complotto dei virologi in televisione:



Open contesta le dichiarazioni di Mazzucco secondo cui i media, attraverso le entrate pubblicitarie, sarebbero controllati dalle case farmaceutiche.

Ciò non è possibile, ci dice Open, perché: “ogni programma televisivo contatta l’esperto che preferisce”.

Questa però non pare un’argomentazione solida.

E se proprio in virtù dei soldi ricevuti, e per la paura soprattutto di perderli, il programma televisivo fosse portato a preferire un’esperto rispetto a dieci altri di parere opposto? A quel punto il quadro della realtà non verrebbe forse alterato grazie al potere economico di pochi? Si continuerebbe a chiamarlo scherzosamente “complotto” o magari lo si definirebbe per quello che è: un semplice sistema corrotto?

Sono stati 6,58 i miliardi spesi nel 2020 dalle case farmaceutiche per pubblicità dirette al consumatore, rivela un'analisi di Fierce Pharma, di cui 4,58 impiegati solamente nella pubblicità televisiva.
www.fiercepharma.com/special-report/top-...-big-pharma-for-2020

La maggior parte dell'utile delle case farmaceutiche viene tuttavia destinato alla promozione non consumatoriale.

Dall'articolo del noto giornale di scienza e tecnologia Ars Technica, "Big Pharma sborsa ogni anno 20 miliardi di dollari per ungere i medici, 6 miliardi in pubblicità":

«Parla col tuo medico... È un ritornello comune alla fine di qualsiasi pubblicità di farmaci o campagna di sensibilizzazione sulle malattie. Apparentemente, sembra un consiglio responsabile. […] Ma il suggerimento di consultare il proprio medico curante potrebbe non essere così innocente come sembra. La compagnia farmaceutica probabilmente è andata dal tuo medico prima di te.»

«Dei quasi 30 miliardi che le compagnie farmaceutiche spendono ogni anno in marketing medico, intorno al 68% (ossia circa 20 miliardi di dollari) viene impiegato per persuadere i medici e altri professionisti sanitari, non consumatori, dei benefici dei farmaci su prescrizione. Questo secondo un'analisi approfondita pubblicata sulla rivista scientifica JAMA.»

arstechnica.com/science/2019/01/healthca...-it-goes-to-doctors/

Open contesta poi la ricostruzione fatta da Mazzucco sulla vicenda di Crisanti:
“In autunno aveva detto che non si fidava dei nuovi vaccini ed è stato subito massacrato mediaticamente e poi obbligato a vaccinarsi sotto l’occhio delle telecamere. Sembrava un agnellino condotto al macello.”

“Mazzucco”, sostiene Open, “omette molto per condurre lo spettatore attraverso una narrativa tossica”.

Cos’è che Mazzucco omette ce lo spiega dopo:

Crisanti aveva solo detto che voleva leggere “i dati”.
“I dati sono poi arrivati”, ci dice, quindi tutto a posto.

“l’Ema”, ci assicura Open, “non si è lasciata condizionare da media, politici e opinione pubblica”.

Questo però, conclude Open, “Mazzucco non lo racconta, non gli conviene.”


 

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3 Anni 3 Mesi fa #43820 da JProctor
Risposta da JProctor al topic Debunking Puente
Le vitamine sono farmaci antivirali?

“Le vitamine sono farmaci antivirali?”: apre così il capitolo sulle vitamine C e D l’autore di Open, e noi, prendendola per una domanda seria e non per sofisticato sarcasmo, vi rispondiamo. 

Si. Le vitamine hanno importanti effetti anti-virali.

É un fatto storicamente attestato nella letteratura scientifica mondiale, e dovrebbe in verità esserlo ormai anche nel sapere popolare, che la vitamina C, grazie alle sue forti proprietà antiossidanti e immunomodulatorie, svolga un ruolo importantissimo nella soppressione dei virus da parte dell'organismo, stimolando rapidamente il sistema immunitario.

www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14787210.2020.1706483

www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3659258/

Discorso analogo anche per la vitamina D, che diversi studi hanno da tempo confermato riduca significativamente l'incidenza delle infezioni respiratorie virali acute.

journals.plos.org/plosone/article?id=10....journal.pone.0011088

onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111...32-2277.2010.01141.x


Open innanzitutto attacca l’articolo mostrato da Mazzucco, che riporta il caso degli ospedali di Long Island, dove lo pneumologo e specialista di cure critiche Andrew G. Weber dichiara di curare con successo i suoi pazienti tramite alte dosi di vitamina C:

“I pazienti che hanno ricevuto la vitamina C stanno significativamente meglio di quelli che non l'hanno ricevuta […] Aiuta moltissimo, ma non viene messa in evidenza perché non è un farmaco sexy".

“Un portavoce di Northwell - che gestisce 23 ospedali, tra cui il Lenox Hill Hospital nell'Upper East Side di Manhattan - ha detto che la vitamina C è stata "ampiamente utilizzata”, ma nota che i protocolli medici variano da persona a persona”.

nypost.com/2020/03/24/new-york-hospitals...ents-with-vitamin-c/

Per smentire queste testimonianze gli autori di Open auto-citano un loro vecchio articolo, che viene anche mostrato nel vide da Mazzucco per presentare l’inizio della campagna mediatica di unisono discredito contro la vitamina C.

“se Mazzucco lo avesse letto, si sarebbe accorto che trattavamo proprio le sue fonti” - sostengono gli autori. “Dalla narrazione di Mazzocco sembra invece che screditiamo a priori la vitamina C” - ma non è così, dicono. “In quell’articolo” – proseguono - mostravamo come “nulla di rilevante emergeva dal lavoro di Weber”.

Sono quattro le argomentazioni proposte da Open per mostrare che dal lavoro di Weber non sarebbe emerso nulla di rilevante:

1)    Le dosi somministrate di vitamina C erano “16 volte i limiti delle normali quantità giornaliere (90 milligrammi)”.

Ciò non stupisce affatto, sono proprio i protocolli sperimentali volti a incentivare al massimo il principio attivo della vitamina C ai fini della guarigione a prescrivere dosi certamente superiori a quelle normalmente assunte con la dieta.

2)    “Nel sito dell’Azienda sanitaria non troviamo particolari riferimenti ad un effetto benefico della vitamina C”

L’autore di Open pretende in sostanza di trovare informazioni sugli effetti benefici della vitamina C cercandole sul sito ufficiale dell’azienda sanitaria amministratrice dell’ospedale, la Northwell Health, il più grande fornitore di servizi sanitari dello Stato di New York, che comprende 23 ospedali e più di 700 strutture ambulatoriali. Non trovandole, decide sia una bufala.

3)    “Non ci risultano al momento case report firmati dal medico sul tema.”

Trattandosi di protocolli medici preliminari applicati in fase di emergenza, il medico probabilmente non ha valutato opportuno o magari non ha nemmeno avuto modo di seguire passo passo il decorso clinico di un solo paziente al fine di stilare un rapporto dettagliato. Ma l’assenza di case report in se e per se non rappresenta una prova contro le testimonianze sull’uso della vitamina C.

4)    Nell’articolo del New York Post viene ripreso un trial clinico “distorto altrove”.

L’autore non lascia indizi su dove “altrove” precisamente questo trial sarebbe stato “distorto”, ma pare di capire comunque, dopo un paio di riletture della frase, che il New York Post non c’entri nulla.

L’autore di Open sostiene inoltre che Mazzucco “alluda poi al fatto che Enrico Mentana (nostro editore) faccia parte di un complotto volto a ignorare le prove”.
In realtà Mazzucco si è limitato a notare la portentosa simultaneità di uscita di tutti questi articoli “indipendenti” di discredito, di cui il tabloid di Mentana è sempre la prima linea.
Ma volendo anche provare a ipotizzare cosa sottintendesse, diremmo che ha alluso al palese schieramento della sua linea editoriale e metodica disonestà intellettuale della sua informazione.
Un sistema aperto che intreccia banali interessi economici ed effetto bandwagon, ma che convenientemente viene occultato con grossolane iperboli da parte di chi, da questo sistema, spesso trae diretti benefici.

Open attacca poi il trial cinese che Mazzucco cita semplicemente per documentare l’inizio delle sperimentazioni con vitamina C a febbraio: “non dimostra niente”, “si ipotizza un utilità”, “è un progetto ancora in cantiere”.

Nulla contrariamente a tutto ciò è mai stato affermato. Questa lunga polemica di Open perciò spara solamente a vuoto.

D’altronde però, aggiunge Open, esisterebbe “una ampia letteratura e diverse revisioni sistematiche” che escluderebbero una efficacia della vitamina C in malattie paragonabili a Covid-19.

L'ampia letteratura, apprendiamo poi seguendo il link del testo autocitato, consiste in una sintesi narrativa (valutazione riassuntiva di un gruppo di studi) la quale, in merito all vitamina C, dichiara: “la mortalità, uno dei quarantasei endpoint secondari pre-specificati, è risultata significativamente più bassa con la vitamina C”.
link.springer.com/article/10.1007/s00134-020-05943-5

L’autore di Open redarguisce poi Mazzucco per aver voluto documentare la potenziale proprietà coadiuvante della vitamina C citando le esperienze del dottor Andrew G. Weber e il trial dei ricercatori cinesi.

“Una revisione degli studi”, ammonisce Open, non si fa presentando “una somma di zeri”.

Constatiamo quindi che per Open, risultati empirici di sperimentazioni cliniche e casi di recupero sostanziale dopo somministrazioni di vitamina C valgono quanto degli zeri.
Ci chiediamo sinceramente quale sia l’idea di scienza che abbia questo autore, e da dove pensa che provengano le evidenze grezze preliminari che indirizzano la ricerca scientifica e impalcano gli studi statistici estesi, in maggioranza meramente confermativi di idee già consolidate e raccolte sul campo.

Open inizia la discussione sulla vitamina D affermando che non sia mai emersa evidenza “di una funzione antivirale” delle vitamine, e anche “quando emerge”, afferma, “è sempre correlativa e priva di controlli”. 

Affermazioni queste, che abbiamo già provveduto a sfatare anticipatamente a inizio capitolo.

Ma per mero riepilogo possiamo limitarci a citare lo stesso paragrafo di Wikipedia:
«In general, vitamin D functions to activate the innate and dampen the adaptive immune systems with antibacterial, antiviral and anti-inflammatory effects.[84][85] Deficiency has been linked to increased risk or severity of viral infections, including HIV[86][87] and COVID-19.[88].»
Ovvero:
“In generale, la vitamina D funziona per attivare il sistema immunitario innato e smorzare quello adattativo con effetti antibatterici, antivirali e antinfiammatori.[84][85] La carenza è stata collegata a un aumento del rischio o della gravità delle infezioni virali, tra cui l'HIV[86][87] e la COVID-19.[88]”

Dopo di che, gli autori di Open citano un loro “ultimo articolo sul tema”, nel quale dicono di aver trattato di uno studio dell’Istituto di Sanità condotto su 52 pazienti.

Notiamo, prima di tutto, come l’auto-referenzialità sembra essere una prerogativa irrinunciabile e costante nel metodo di lavoro di Open. È una soluzione che può risultare sicuramente allettante al fine di salvaguardare tempo ed energie nella raccolta di informazioni originali e fonti terze, ma è uno schema circolare che rivela ben presto le sue serie mancanze, e finisce per sacrificare scrupolosità davanti al riciclo delle opinioni, in un circolo vizioso di conservatorismo inveterato che è la principale nemesi del fact-checking autentico. Non si fa altro, a un certo punto, che riempire i propri articoli di colonnati e colonnati di citazioni copiate da se stessi, fin quando di aggiornato e studiato per l’occasione rimane ben poco. E nel caso gran parte di queste anche contengano errori, omissioni o tendenziosità di specie, il cortocircuito diviene esteso e inevitabile.

Fatta questa premessa, torniamo a occuparci dello studio dell’ISS trattato nell’articolo citato da Open.

Questi, nel paragrafo citato, viene così commentato: “Il problema, ancora una volta, è la mancanza di prove che dimostrino – a distanza di ormai un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria a livello mondiale – un’efficacia della vitamina D nei malati Covid19”.

Ma quindi quali sono esattamente i risultati di questo studio in merito alla Vitamina D?

Dalle conclusioni dello studio, intitolato “Circulating Vitamin D levels status and clinical prognostic indices in COVID-19 patients”: 
«La carenza di vitamina D è associata a risposte infiammatorie compromesse e a un maggiore coinvolgimento polmonare nei pazienti affetti da COVID-19. La valutazione della vitamina D, durante l'infezione da COVID-19, potrebbe essere un'analisi utile per possibili interventi terapeutici.»
respiratory-research.biomedcentral.com/a...6/s12931-021-01666-3

Si registra, quindi, come minimo una notevole discrepanza tra l’interpretazione fornita al lettore e quelli che sono davvero i contenuti della fonte.

Più avanti l’autore di Open sostiene come questo studio italiano, da lui stesso citato, che “dimostra un’efficacia della vitamina D nei malati Covid19”, in realtà la dimostrerebbe soltanto “nel caso più che ovvio delle persone che ne soffrono la carenza”.

L’autore di Open pare quindi ignaro del fatto che è la totalità della specie umana a soffrire della carenza cronica di vitamina D.
La vitamina D è una sostanza che autonomamente viene prodotta in quantità irrisorie dall’organismo, e deve essere quindi quotidianamente assunta dall’esterno.
Le fonti principali di vitamina D sono, in minima parte gli alimenti, come pesci, uova, fegato, carni rosse e verdure verdi, e in massima parte la radiazione solare.
La mancata assunzione sufficiente di vitamina D comporta complicanze come rachitismo e maggior soggezione a infezioni virali.

Alcuni studi hanno altresì dimostrato come in Italia quasi l’80% della popolazione sia carente di vitamina D, a causa di varie condizioni socio-ambientali.
Come per esempio l’insalubre abitudine di stare chiusi in casa per lunghi periodi di tempo.

Infine Open attacca la mostrata circolare del Reggimento Carabinieri Paracadutisti, indicante “misure di prevenzione/contenimento da infezione Covid 19”, la quale consiglia contro la Covid-19 “l'assunzione giornaliera di Vitamina C” e “l'assunzione giornaliera di Vitamina D”.

Secondo l’autore di Open, Mazzucco, che “non sembra avvezzo al metodo scientifico”, prenderebbe questa circolare “per una evidenza”.

In realtà Mazzucco nel video ha dimostrato di aver preso ben altro tipo di informazione come evidenza dell’efficacia della vitamina D contro la Covid:

-“Covid19, la vitamina D riduce il rischio del 54%”
Ricerca condotta all’Università di Boston dimostra che sufficienti dosi di vitamina D riducono il rischio di contrarre il coronavirus del 54%.
www.blogsicilia.it/oltrelostretto/covid1...chio-ridotto/553943/

-“Coronavirus, "morti ridotti del 60%": ecco che cosa "ammazza" il Covid, una scoperta che può fare la storia”
«la ricerca pubblicata dal Social Science Research Network. Lo studio ha valutato l'efficacia del calcifediol - una vitamina D3 - su più di 550 persone che sono state ricoverate nei reparti Covid dell'Hospital del Mar a Barcellona, in Spagna. […] stando alle evidenza, questo tipo di terapia potrebbe "salvare molte migliaia di vite. […] Lo studio ha infatti rilevato che i malati di coronavirus trattati con dosi di vitamina D avevano l'80% in meno di probabilità di richiedere un trattamento in terapia intensiva. Dall'Università di Barcellona hanno anche concluso che "i risultati hanno mostrato una mortalità ridotta di oltre il 60%" per coloro che hanno ricevuto il trattamento con calcifediolo.»
www.liberoquotidiano.it/news/scienze-tec...puo-fare-storia.html

-“Una vitamina 'spegne' il Covid. "Ma il ministero non ci ascolta"”
«Centinaia di studi mondiali dimostrano come l'uso della vitamina D migliori i pazienti affetti da Covid-19. Una ricerca italiana mette in relazione i raggi Uv ed i benefici correlati alla malattia. Ma il Ministero della Salute nicchia...»
www.ilgiornale.it/news/cronache/nuovi-st...o-covid-1909781.html  
In realtà Mazzucco evidenzia solo come la circolare, datata 18/03/2020, contenga riferimenti inequivocabili di preconoscenza, da parte delle autorità competenti, sugli effetti benefici delle vitamine per combattere la malattia da Covid-19, “mentre a noi”, afferma Mazzucco nel video, “raccontano che si tratta di Fake News”.

Mostrando poi a riprova la pagina divulgativa del Ministero sulla vitamina D, in cui si afferma che: “Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che la vitamina D giochi un ruolo nella protezione dall’infezione da nuovo coronavirus.” www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavir...=italiano&tagId=1314

Dopo di che l’autore di Open fa un gran pasticcio, affermando che Mazzucco prenderebbe i termini “consigliabile” e “mitiga” da “articoli di quotidiani, guide ufficiali e circolari” e li userebbe “come se significassero «tale sostanza è certamente un farmaco antivirale»”.

Prima di tutto bisogna precisare che è soltanto la circolare dei carabinieri ad usare i termini “consigliabile” e “mitiga”, non certo le notizie dei quotidiani riportati, che invece usano termini come “dimostrato” e “studi mondiali”.

In secondo luogo, Mazzucco non ha mai usato quei termini per sostenere la natura antivirale di una qualunque sostanza, mai una sola volta. Affermazione questa totalmente campata in aria.

L’articolo di Open però va oltre, affermando che la circolare consiglierebbe solamente di “soddisfare” e “integrare” il proprio “fabbisogno vitaminico”.

Con ciò distorcendo in modo sostanziale i contenuti e il senso della circolare. La quale rappresenta, non un inserto ricreativo di Salute&Benessere, ma una direttiva di contenimento sanitario finalizzata a “diminuire il contagio” e “mitigare la gravità dei sintomi”, indirizzata, non ad anziani e donne incinte, ma ad un reggimento di militari in servizio, in salute ed abituati alla quotidiana attività fisica.

Dalla circolare leggiamo infatti: 
«E' consigliabile l'assunzione giornaliera di Vitamina C (non di complessi multivitaminici, i quali possono contenerla ma in dosi minimali).»
«E' consigliabile l'assunzione giornaliera di VITAMINA D, al dosaggio di 2000 UI o 50 mcg. […] Tale vitamina mitiga il processo infiammatono alla base della malattia da COVID-19.»

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