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La Grande Opera
"Non farti imporre la Legge (Dharma) dal nemico"
“Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”
"Ma là dove c'è il pericolo, cresce anche ciò che salva" F. Hölderlin, Patmos
“Bisogna essere inflessibili nei principi, ma flessibili nella tattica“
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Da un diavoletto/ta come te (mi guardo bene dal chiamarti Grande Puffo...) mi aspetto qualche critica più ampia, meno riduttiva, più costruttiva. NON una barzelletta. Il tuo ricercato fare da mysteryus senza costrutto alcuno, ti rende giustizia.... Ordunque, confrontiamoci senza astio (qualche battutina ci sta, anche solo per rendere meno pesanti certi argomenti), trattiamo questi argomenti senza enfasi, anche se, data la posizione, solo superficialmente. Non puoi continuamente sparare a salve, ti pare?
Noto che non conosci nemmeno il significato e il valore iniziatico. Io non ho mai detto di esserlo, sono uscito anzitempo dall'ordine per restare in un gruppo che trattava di paranormale in generale, dalle sedute medianiche alla miracolistica, da gennaio 1995 ad ottobre 2015. Due piedi in una scarpa non riuscivo a tenerli. Cara diavolina in blu, l'iniziazione è una cosa seria, NON lunatica con fluorescenza tendente all'indaco... è un complesso di riti, quasi un'apoteosi per un individuo, quasi una nuova nascita, passando da uno stato di vita ad uno stato spiritualmente superiore, come fosse una nuova nascita, in cui muore l'uomo antico e nasce l'uomo nuovo.
Ti lancio un Oroboro come fosse una ciambella di salvataggio... Aggiungi dunque qualcosa di più concreto del niente che hai detto fin'ora.
Un saluto
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Apppproposito, lascia stare i diavoletti, non è roba per te, è un buon consiglio da chi ne ha viste di tutti i colori, beccati invece sto popò di musichetta
www.bing.com/videos/search?q=lo+shoching...B8C8D488B7&FORM=VIRE
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Cosa deve fare un massone se giunge il ritardo ad una riunione di Loggia? Da che gradi si può accedere al sapere di Loggia ?
Rispondete pure, idioti !
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@ Zorg: se non chiedo troppo, sarebbe gradito un Vostro intervento.
Il Controllo si infrange sempre sull'eccezione, sulla variabile imponderabile.
La realtà è frattale, alla base di costrutti complessi ci sono sempre figure semplici.
Tanto vale ragionare in maniera semplice, sulle figure di base.
Se non puoi opporre una forza uguale e contraria, prova con tante piccole forze disordinate.
Quindi sciamiamo contro gli sciamani transumanisti!
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riguardo alla radice di 2 e i pitagorici: non era quello il loro segreto (altrove bisogna guardare), la maggiorparte dei filmati, diciamo che sbaglia. Parte dell'errore è un po' dato dalla terminologia stessa, che è moderna, pretendendo di spiegare con quella gli assiomi pitagorici che quella terminologia non usavano, ed inevitabilmente la travisano.
Per addentrarsi nella vicenda, che non è banale, bisognerebbe abbandonare gli schemi matematici con cui siamo soliti ragionare.
Innanzitutto il 2, che per i pitagorici non era un numero ma semmai un 'archetipo' dei numeri. E la radice quadrata ne è, si potrebbe dire, la spegazione, ma da applicare in maniera inversa.
In questo momento farei fatica a darne le spiegazioni, perche esse si baserebbero su evoluzioni di grafi semigeometrici i cui passaggi ragionativi il linguaggio non riuscirebbe ad esprimere (un limite praticamente intrinseco) se non a costo di deformarne la quella logica, o magari sarebbe anche possibile, ma non mi azzardo in quell impresa, oltretutto in un messaggio.
Ciò che invece lascio come indizio è che la radice di due non è un numero irrazionale, come lo si vorrebbe dipingere, come nemmeno i numeri primi dovremmo chiamarli soli.
Un altro aspetto importante da considerare è che ad essere geometrica era proprio la struttura algebrica dei numeri: La base di partenza di quella scuola era proprio il metodo di estrapolazione ragionativo, di cui la tetrakis è un esempio.
La radice quadrata di due si potrebbe dire che è alla base di uno sviluppo ragionativo di misura della dimensione spaziale in rapporto a quella temporale che invece considerebbe il pgreco come perno logico, o illogico diremmo oggi.
Quella conoscenza che i pitagorici ed eleatici svilupparono molto probabilmente la derivarono dai gruppi sarcerdotali egiziani ( anche se ho qualche dubbio di influenza celtica), che doveva essere designata oltretutto ad un utilizzo pratico, nella regolazione della giustizia tra i componenti di quelle proto comunità italiche, in cui ri doveva realizzare un diverso e utopico modello sociale, franato se vogliamo in dittature un po come oggi, ma che doveva plasmarsi sugli ideali di conoscenza sacra e sulla 'giustizia' da essa emanata. Una giustiza che riguardava in termini pratici la divisione terriera e delle risorse tra i membri della comunità, un po come doveva avvenire ogni anno in prossimità delle sponde del nilo, quando l'inondazione spazzava i riferimenti geografici.
Avrei un sacco di domande da farti, ma non voglio infognarti troppo questo spazio, che leggo con molta curiosità.
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Mah! Magari con la sua abituale e saccente cortesia poteva dirti che in contrapposizione sintetica, il 2 (DUE) è male, disordine, imperfezione, sfortuna. Se da un lato l'unità rappresenta il vero, nel DUE (2) si vede la falsità, l'inganno e, SECONDO i Pitagorici (da te menzionati), rappresenta il principio della diversità, della disuguaglianza, di tutto ciò che è divisibile e mutabile, di ciò che ora sta in un modo e ora in un'altro. Con ciò siamo assai distanti dalle concezioni Diadiche, dove l'incontro delle due correnti energetiche (vedi il mio avatar, lo Yin e lo Yang, il più e il meno, la notte e il giorno, ecc ecc) completa un TUTTO armonico simboleggiando pure il maschio e femmina, il cielo e la terra, ierogamia e fertilità. E chi più ne ha più ne metta.
Il nostro comune amico poteva perdere ancora qualche minuto per aggiungere che molte lingue recano traccia del simbolismo infausto del DUE (2) nel significato di doppiezza ( l'amicone Moon era certamente in grado di rimarcare questo...), duplicità, anima doppia, doppia lingua... ecc.
Sotto alcuni profili anche la natura demoniaca (anche sotto questo profilo il nostro comune amico dovrebbe sguazzare come un'anatra in uno stagno senz'acqua...) appartiene al DUE (2) , in contrapposizione alla divinità che si riassume sempre nell'UNO (1), assoluto e indivisibile. Ecco, sul (1) UNO, il discorso aprirebbe molti interessanti e spirituali orizzonti. Orizzonti che l'amicone Moonchild conosce sicuramente a memoria...
Un saluto
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Invece, col massimo rispetto, la tua lettura in chiave etico- simbolica del numero due non mi sembra molto attinente. che il Due, porti sfortuna, e che i pitagorici credessero alla sfortuna, mi risulta quantomeno assurdo, soprattutto in quell'ambito
teoretico metafisico, che esploravano e che sarebbe propriamente l'origine di quell'archetipo. Ma anche materializzando un po' l'argomento, credo sarebbe sbagliato applicargli una sovrastruttura etica, anche quando esso rappresenti una polarizzazione fisica inevitabile in cui non potremmo che ammettere di essere immersi. Certo concorderei che quando l'uomo si incaponisse ad essere di parte per una delle polarità acriticamente, si troverebbe probabilmente poi impantanato nell'opposta, per non aver considerato il reciproco rapporto che le sosterrebbe vicendevolmente. D'altronde d'una moneta, non si può portarsi dietro una faccia senza l'altra, come anche due torti non fanno una ragione.
Per l'appunto un'applicazione pedante della teoria degli opposti, in serie, esalta proprio una lettura superficale della vicenda, uno schema cieco della complessità che invece sottende, proprio perché a furia di enumerarli, gli opposti, li incasella dogmaticamente in uno schema improprio 'giusto-sbagliato' che finisce per diventarne l'unica misura, avvelenando per giunta il resto della produzione ragionativa, ed anche la comprensione quotidiana della realtà, vista la presunzione ordinatrice degli stessi. Vogliamo dunque colpevolizzare il due per averci fatto lo scherzo di esistere, senza dargli il merito invece di indicarci un sistema interpretativo in cui riconoscere la nostra stessa natura, tuttosommato ben più complessa ma vivificata essenzialmente da quelle polarità?
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Al massimo posso ammettere, che il modo in cui comunico molto spesso viene frainteso, perché suona ironico od ambiguo, ma voglio rassicurare che l'ironia al massimo è rivolta a me ( perciò Saccente) e che in quello che scrivo ci metto sincerità, al netto della mia ingenuità quanto della saccenza
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