Propaganda e Imperialismo USA in Asia - Filippine, Giappone, Corea, Vietnam

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1 Ora 42 Minuti fa #64938 da Mark28
Filippine, Giappone, Corea, Vietnam, furono parte di una strategia lenta degli USA, fatta di bugie propagandistiche e gunboat diplomacy per conquistare l'Asia.

La storia ufficiale ci insegna che, se esiste un Impero Americano, questo nascerebbe nel 1945 con la fortuita vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Ci dicono che "quei matti di Hitler e Hirohito" avrebbero dichiarato guerra agli USA per odio e invidia, USA che erano isolazionisti e non volevano nemmeno la guerra, ma che hanno fatto male i conti: gli USA avrebbero messo in moto la loro macchina da guerra e alla fine sono emersi vincitori.

In realtà, come molti di voi sanno, l'Impero Americano era già adulto, soprattutto nel Pacifico, prima della S.G.M.
Non tutti però conoscono alcuni dettagli di come gli USA costruirono questo impero, pezzo dopo pezzo, con una strategia lunga, fatta anche di propaganda, imbrogli, minacce, e conquiste.

ESPANSIONE VERSO OVEST

Gli USA, appena indipendenti (dopo il 1776), iniziano a cercare mercati esteri. I mercanti americani già navigano in Cina e Sudest asiatico tra 1780 e 1820, spesso sotto bandiere mercantili private.
Durante l'800 gli USA si espandono con l'acquisto della Louisiana e poi la conquista del West.
Missionari protestanti americani si stabiliscono nelle Hawaii e in Cina in questo periodo, non si tratta solo di religione: i missionari preparano il terreno culturale e politico per futuri interventi commerciali e militari. Le missioni diventano ponti di influenza americana, sia sui sovrani locali (Hawaii, Cina) sia sulle popolazioni.
L'espansione verso il pacifico degli anni '20 e '30 dell'800 è la naturale prosecuzione dell'espansione Statunitense verso Ovest seguendo la dottrina del "Manifest Destiny". I politici americani guardano al Pacifico come area strategica per il commercio e la potenza navale futura. La Marina diventa un elemento essenziale, con piccole spedizioni armate e presenza simbolica in porti stranieri.

LE NAVI NERE (1853)

All'epoca il Giappone seguiva una dura politica di isolazionismo nota come Sakoku. Il contatto con il Giappone da parte degli occidentali era limitato ai commercianti olandesi sull'isola Dejima di Nagasaki. Nel 1844, Guglielmo II dei Paesi Bassi esortò il Giappone ad aprire al commercio anche la terraferma, ma la sua richiesta fu respinta. L'8 luglio 1853, la Marina degli Stati Uniti inviò quattro navi da guerra sotto il comando del Commodoro Matthew C. Perry. nella baia di Edo e minacciò di attaccare se il Giappone non si fosse "aperto al libero mercato". Queste navi presero il nome di "navi nere", un termine che prima indicava le navi portoghesi ma ora simboleggiava la fine a oltre 200 anni di isolamento. La gunboat diplomacy americana ebbe successo e cinque anni fu siglato il Trattato di amicizia e commercio.

LE HAWAII


Già a metà Ottocento, gli USA controllano piantagioni di zucchero e ananas nelle Hawaii, tramite compagnie americane che influenzano la politica locale. La monarchia hawaiana in più occasioni tenta di limitare il potere straniero, creando tensioni con gli investitori americani.

Nel 1893, un gruppo di piantatori americani e ufficiali della marina USA organizza un colpo di stato contro la regina Liliuokalani. La Repubblica delle Hawaii nasce come entità fantoccio, pronta per essere annessa dagli Stati Uniti. Nonostante qualche esitazione politica a Washington, nel 1898 le Hawaii diventano territorio USA, offrendo una base strategica nel Pacifico e un trampolino navale e commerciale per la penetrazione in Asia orientale.

GUERRA AMERICANO-SPAGNOLA (1898-1902)

Cuba e le Filippine erano all'epoca governate dalla Spagna, avevano una posizione strategica nei Caraibi e nel Pacifico, e soprattutto c'erano importanti interessi Americani.Nazionalizzazioni e tensioni: Alla fine del XIX secolo, gli USA possedevano grandi piantagioni di zucchero e tabacco a Cuba, spesso controllando anche infrastrutture portuali e ferrovie. Durante la rivolta cubana contro la Spagna, alcune comunità locali e governi provvisori tentavano di riprendere il controllo delle terre e delle coltivazioni, espropriando terreni e proprietà straniere. Gli USA percepirono la minaccia, questo alimentò la narrativa secondo cui Cuba "non era stabile" e necessitava di protezione americana.La propaganda americana non nascondeva ma anzi enfatizzava la "difesa dei cittadini e degli investimenti statunitensi" come motivo morale per intervenire, mentre il vero scopo era mettere Cuba sotto influenza economica e politica.
Grandi gruppi industriali USA erano dietro la spinta alla guerra, come appunto le lobby dello zucchero e la nascente industria degli armamenti.La Dottrina Monroe (1823) inoltre proclamava che gli USA avrebbero "difeso" il continente americano dalle potenze europee.

Tutto questo si lega al concetto di premeditazione: gli Stati Uniti volevano il controllo, e la USS Maine (1898) fornì il pretesto perfetto. Gli USA seguivano da anni la strategia di intervento controllato: creare un casus belli per legittimare l’invasione.Il 15 febbraio 1898, la nave da guerra americana USS Maine esplode nel porto dell’Avana, causando la morte di 266 marinai.
Subito la propaganda dei giornali (yellow press) di New York (Hearst & Pulitzer) accusano la Spagna di aver silurato la nave, nasce lo slogan: “Remember the Maine! To hell with Spain!”
Anche se le numerose investigazioni seguenti dimostrarono che non vi fu penetrazione esterna della nave ma un'esplosione interna, il dado ormai era tratto. Due mesi dopo l'incidente, gli USA entrano in guerra con la Spagna.
Oggi sono molti a parlare di false flag deliberata, ossia un incidente “preparato” per creare consenso interno alla guerra. Anche la versione ufficiale ormai non parla più di un siluramento ma di un incidente causato dall'esplosione di una mina o qualcosa all'interno della nave.

Filippine

Il Congresso dichiara guerra alla Spagna nell'aprile 1898, ufficialmente gli USA devono difendere civili innocenti e portare democrazia, ma l'altro grande obiettivo è l’arcipelago filippino (all'epoca anch'esso controllato dalla Spagna), ricco di risorse e posizionato strategicamente vicino alla Cina.La propaganda americana presenta la guerra come missione civilizzatrice: "portiamo la democrazia e la civiltà". In realtà, gli Stati Uniti uccidono tra 200.000 e 500.000 civili filippini durante la repressione della rivolta contro l’occupazione.
Filipinos guidati da Emilio Aguinaldo dichiarano l’indipendenza il 12 giugno 1898, ma gli USA rifiutano di riconoscerla. La cosiddetta “Filipino-American War” (1899–1902) è spesso "dimenticata" dai libri di storia. Gli Stati Uniti usano tattiche che oggi verrebbero definite crimini di guerra: campi di concentramento, esecuzioni sommarie, villaggi incendiati, uso di torture.
Il conflitto filippino-americano diventa un laboratorio per testare tattiche militari, propaganda e controllo delle masse, che saranno poi usate in guerre successive.Satira e vignette dell’epoca definiscono chiaramente le Filippine “scalino verso la Cina”. Gli USA vedono l’arcipelago non come fine, ma come base strategica per penetrare il mercato e la sfera geopolitica cinese, controllando rotte commerciali e porti chiave.

Entro il 1902, gli Stati Uniti consolidano il controllo sulle Filippine. L’arcipelago diventa base militare, economica e culturale, con una popolazione soggetta a "americanizzazione".

Guam

Sempre nel 1898 durante la guerra americano-spagnola gli USA conquistano Guam, che diventa una strategica base navale e porto di rifornimento posta tra le Filippine e le Hawaii.

Isole Marianne Settentrionali e Isole Caroline

Dopo la guerra ispano-americana, la Spagna cede varie isole del Pacifico agli USA o alla Germania (alcune poi passano agli USA dopo la Prima guerra mondiale, altre al Giappone).

Samoa

Annessione americana alla fine del XIX secolo (1899) dopo accordi con Germania e Regno Unito. Funzionano come base navale e porto di rifornimento, soprattutto nel Pacifico meridionale. Offrono proiezione di potenza verso Australia e Asia meridionale.

Wake Island, Midway, e altre atolli strategiciOccupati o annessi tra fine XIX e inizio XX secolo, spesso come punti di rifornimento per la Marina.Nel corso dei decenni diventano nodi essenziali per la catena di controllo americana nel Pacifico, culminando nella Seconda guerra mondiale e nella Guerra fredda.

Dottrina della "open door", Washington non vuole colonie classiche come Francia o UK, vuole accesso economico, controllo navale e supremazia commerciale, soprattutto in Cina.
Chiunque ostacoli questo schema diventa un nemico. 

IL GIAPPONE, DA ALLEATO A NEMICO SISTEMICO

Fino alla Prima Guerra Mondiale il Giappone è visto positivamente, poi diventa un problema. In pochi decenni il Giappone era diventato una potenza industriale e militare che sembrava inarrestabile, autonomo e non controllabile.

War Plan Orange (anni ’20–’30)Il Piano Militare Arancio, così chiamato, fu creato dagli USA in questo periodo specificamente contro il Giappone. Prevedeva:
  • perdita iniziale delle Filippine
  • contenimento giapponese
  • avanzata graduale della flotta USA nel Pacifico
  • scontro decisivo finale
Ovviamente gli USA avevano piani in caso di guerra anche contro altri paesi ma, quello che è importante è che in questo periodo l'Italia Fascista per esempio non era ancora nemica degli USA, il Nazional-Socialismo non era nemmeno salito al potere in Germania, mentre il Giappone era già diventato nemico principale degli USA.

Qui entra in gioco la propaganda anti-giapponese che parlava di "pericolo giallo", a un certo punto fu anche forgiato un falso documento (Tanaka Memorial) presentato come "piano segreto del Giappone per conquistare il mondo":

Il Tanaka Memorial Il Tanaka Memorial è un documento falso del 1927 in cui il primo ministro Giapponese Tanaka Giichi avrebbe definito una strategia per conquistare il mondo. A lungo è stato presentato come documento autentico da Stati Uniti, Cina, Unione Sovietica, persino Trotsky e vari giornali e giornalisti di diversi schieramenti, e tuttora appare in alcuni libri di storia Cinesi. Peccato che gli storici negli ultimi anni abbiano dimostrato che si trattò di un magistrale falso anti-giapponese.

Fu pubblicato per la prima volta del dicembre 1929 in un mensile nazionalista cinese, poi fu nel 1931 in una pubblicazione inglese a Shanghai. Nel 1931 fu anche diffuso dalla rivista Internazionale Comunista e poi nel 1934 dall'Evangelico americano Herbert W. Armstrong.

Il presunto memoriale contiene frasi come:
  • Per conquistare il mondo, è necessario conquistare l'Asia;
  • Per conquistare l'Asia, è necessario conquistare la Cina;
  • Per conquistare la Cina, devi conquistare Manciuria e Mongolia.
  • Se riusciremo a conquistare la Cina, il resto dei paesi asiatici e dei paesi del Mare del Sud ci temeranno e si arrenderanno a noi.
  • Allora il mondo si renderà conto che l'Asia orientale è nostra.
Il Tanaka Memorial è stato ampiamente rappresentato dalla propaganda statunitense come controparte giapponese del Mein Kampf di Hitler. I film propagandistici The battle of China e Prelude to war della serie Why we fight (vincitori anche del premio Oscar) descrivono il Tanaka Memorial come documento che costituiva il piano giapponese per la guerra contro gli Stati Uniti. Lo stesso avviene nel filmato propagandistico Know your enemy, Japan. In questi film, i cinque passaggi sequenziali per raggiungere l'obiettivo di conquista del mondo da parte del Giappone sarebbero:
  1. Conquista della Manciuria
  2. Conquista della Cina
  3. Conquista dell'Unione Sovietica o della Siberia
  4. Istituzione di basi nel Pacifico
  5. Conquista degli Stati Uniti
Gli Statunitensi si difendono esattamente come i Nazisti con i Protocolli dei Savi di Sion dicendo che "le azioni del Giappone negli anni '30 e '40 sembravano corrispondere a questi piani e davano veridicità al Memoriale".Nel 1940, Lev Trotsky in persona diffuse la falsa storia che il Memoriale sarebbe stato ottenuto dai servizi segreti sovietici che lo avrebbero ricevuto da una spia di alto rango a Tokyo, ma non volevano compromettere la propria sicurezza pubblicandolo apertamente, così lo avrebbero fatto trapelare tramite contatti avuti negli Stati Uniti...Vari storici lo hanno difeso mentre altri lo hanno smascherato come un falso. Quando il Alleati hanno cercato documenti incriminanti sul Giappone a seguito della sua resa, nessuna bozza o copia di nulla che corrispondesse al Tanaka Memorial fu trovato. L'origine del Memorial è ancora in discussione. Poiché l'edizione iniziale fu scritta in cinese, alcuni storici giapponesi l'hanno attribuita a fonti cinesi. Secondo altri sarebbe stato creato proprio dall'Unione Sovietica e le due teorie non si escludono a vicenda poiché il Partito Comunista Cinese era membro del Comintern sotto il controllo dell'Unione Sovietica, e la politica sovietica degli anni '30 fu quella di condurre una guerra di propaganda contro l'espansionismo giapponese.
Inoltre, la prima traduzione del Memorial in inglese è stata effettuata dal Partito Comunista Americano, e pubblicato nel numero di dicembre 1931 di Internazionale Comunista. Successivamente venne ristampato in formato libro.

Nel 1939 Peter Fleming affermò di aver creato una versione "aggiornata" del memoriale con un falso rapporto di una immaginaria conferenza dei paesi occidentali a cui avrebbe preso parte anche il leader del Kuomintang Chiang Kai-sheke, facendolo trapelare ai giapponesi. L'intento era chiaro, portare alla guerra con il Giappone. 

Aspetto psicologicoIl Memorial alimenta il concetto di "pericolo giallo" nella cultura americana, radicando l’idea che il Giappone fosse intrinsecamente aggressivo, che fosse il Giappone il paese espansionista e non gli Stati Uniti.
Fu fatto anche lo sforzo di collegare il Giappone all'Italia Fascista e alla Germania Nazional-Socialista, essenzialmente isolando questi paesi e costringendoli ad allearsi tra di loro. Dopo Pearl Harbor molti americani erano convinti che dietro all'attacco ci fosse in qualche modo anche Hitler, il che consolidò ulteriormente l'idea di un intervento americano giustificato e "necessario".

L'America "arsenale della democrazia" come diceva Roosevelt, contro i paesi del male. La stessa narrativa verrà poi applicata anche a Vietnam, Iraq, Libia, oggi all'Iran e al Venezuela, ossia a tutti i paesi che minacciano gli interessi degli USA e dell'élite che li governa. Accusare il nemico di fare quello che in realtà fai tu, come di voler conquistare il mondo, è il trucco più antico del mondo.

EMBARGO E PRIME MISURE ANTI-GIAPPONESI

Anche grazie al Tanaka Memorial il "pericolo giallo" era ormai divenuto realtà nella mente degli Americani, il procurato allarme divenne la giustificazione per misure anti-giapponesi:
  • La Dottrina Stimson (1932) - Dopo l’invasione giapponese della Manciuria (1931), gli USA proclamano (ipocritamente) che non riconosceranno acquisizioni territoriali ottenute con la forza
  • Washington inizialmente usa strumenti informali, pressioni sulle aziende, restrizioni amministrative, rallentamenti nelle licenze, clima politico ostile agli scambi con Tokyo
  • ​​​​​Il "Moral Embargo" (1937–1938) - Dopo l’invasione giapponese della Cina, Roosevelt lancia il Moral Embargo che non è una legge ma una "raccomandazione morale" alle aziende USA di non vendere aerei, armi e materiali sensibili al Giappone. Di fatto colpisce settori chiave e cementa nell'opinione pubblica Americana l'idea che il Giappone sia un nemico da combattere. È propaganda + pressione economica insieme.
  • Abrogazione del trattato commerciale (1939) - Nel luglio 1939 gli USA notificano la fine del trattato commerciale del 1911. Entra in vigore nel gennaio 1940.
    Questo è importante perché in seguito la propaganda dirà che è stato il Giappone ad abrogare il trattato nel gennaio 1940, mentre in realtà gli Stati Uniti lo avevano già annullato.
  • Tra il 1940 e il 1941 gli Stati Uniti progressivamente restringono le esportazioni di materiali utili alla guerra verso il Giappone: acciaio, ferro, rottami metallici, carburante per aviazione e altri beni fondamentali per l’industria militare nipponica
  • L’Export Control Act (1940) - Nel luglio 1940 il Congresso USA approva una legge che permette al Presidente di licenziare o vietare l'esportazione di materie essenziali alla difesa verso nazioni giudicate pericolose per gli interessi americani.
    Questo si aggiunge ai tanti decreti dittatoriali di FDR.
  • L’embargo petrolifero totale (estate 1941) - Il 26 luglio 1941 gli USA, insieme a Regno Unito e Paesi Bassi, impongono un embargo totale sulle esportazioni di petrolio verso il Giappone in risposta all’occupazione giapponese dell’Indocina francese. Gli USA che ufficialmente dovevano essere neutrali sono invece i principali promotori di una guerra mondiale a questo punto.
    Questo taglio alle forniture petrolifere è gravissimo per Tokyo perché il Giappone dipendeva fortemente dalle importazioni estere per quasi tutto il suo fabbisogno energetico (circa l’80–90% del petrolio era importato).
  • Il congelamento degli asset e l’embargo finanziario - Sempre il 26 luglio 1941 il Presidente Roosevelt firma un ordine esecutivo per congelare circa 130 milioni di dollari di asset giapponesi negli Stati Uniti. Questo blocca la capacità del Giappone di usare risorse finanziarie per commercio e pagamenti internazionali.
  • Poco dopo, l’embargo viene esteso anche ad altri prodotti petroliferi e beni essenziali, praticamente ponendo fine al commercio tra i due paesi e paralizzando ulteriormente l’economia e l’apparato militare giapponese.
Questo si inserisce perfettamente nella strategia premeditata americana di espansione e controllo del Pacifico e dell'Asia:
  • Hawaii → base logistica nel Pacifico
  • Filippine → stepping stone per l'Asia
  • Tanaka Memorial → giustificazione morale e propaganda anti-giapponese
  • Embargo sul Giappone → pressione economica
  • Presenza militare nel Pacifico rafforzata → pressione militare
  • Pearl Harbor → operazione che servirà da casus belli per l'entrata nella Seconda Guerra Mondiale
Con il blocco delle risorse ed il congelamento dei capitali, il Giappone (un impero navale e industriale), era come se avesse un cappio al collo. Gli USA sapevano benissimo che questo avrebbe portato ad una risposta militare.
Pearl Harbor non fu un fulmine a ciel sereno ma l'esito inevitabile di una pressione totale da tutti i fronti.
Il Giappone attacca perché non può più sopravvivere senza rompere l’assedio.PREPARAZIONI MILITARI NEL PACIFICO Come se non bastasse nello stesso periodo (anni '30 e primi anni '40) gli Stati Uniti rafforzano enormemente la presenza militare nel Pacifico, le Hawaii vengono trasformate in un arsenale con basi aeree, depositi di carburante e munizioni, Pearl Harbor viene ampliato come base navale. Ufficialmente è solo per deterrenza, in realtà fu una provocazione e una trappola.Anche le isole Midway, Wake e l'atollo di Johnston vennero fortificate progressivamente come punti di rifornimento e basi aeree.Le Filippine: sacrificabili ma centraliNegli anni '30 gli USA sanno che non possono difendere le Filippine a lungo ma le mantengono comunque. Perché? Per tenere il Giappone "agganciato" a un obiettivo e giustificano la presenza militare.MacArthur si presta all'addestramento dell’esercito filippino, i piani di difesa sono più simbolici che realistici ma ancora una volta questo rafforza l'idea di un teatro preparato, non casuale.

SPOSTAMENTO DELLA FLOTTA NEL PACIFICO (1940)Fu una decisione chiave di Roosevelt, la flotta del Pacifico viene mantenuta a Pearl Harbor invece di tornare stabilmente sulla costa occidentale, il giorno dell'attacco a Pearl Harbor però gran parte della flotta e soprattutto le portaerei si tennero ben alla larga dalla base, una delle tante "coincidenze" di quel giorno.A questo punto mettetevi nei panni del Giappone: 
  • siete strangolati economicamente dall'embargo, risorse tagliate, fondi congelati
  • gli USA vi circondano di basi militari e le vie marittime sono controllate dalla US Navy
  • è in atto una feroce e menzognera campagna di demonizzazione contro di voi in tutto il mondo
Dal punto di vista giapponese, o si accetta la subordinazione, o si combatte.
Come detto prima, il Giappone attacca perché non può più sopravvivere senza rompere l’assedio.Gli USA crearono deliberatamente una struttura di pressione e confronto in cui una guerra nel Pacifico era inevitabile. Il più grande responsabile di Pearl Harbor può solo essere Roosevelt.

PEARL HARBOR Come ormai gli utenti del forum sapranno, diverse fonti dicono che Roosevelt fosse a conoscenza dei piani Giapponesi di attaccare Pearl Harbor. Si sarebbe trattata quindi di una LIHOP o operazione lasciata succedere apposta, per avere il pretesto per entrare in guerra.
Non è l'obiettivo di questo post stabilire se sia andata veramente così, comunque anche se FDR non fosse stato avvisato dell'attacco io credo che non ne avesse bisogno, dalla mia ricostruzione dei fatti è evidente che la guerra fu orchestrata dagli Stati Uniti da decenni, anche da prima che FDR salisse al potere, ed il rafforzamento militare nelle Hawaii sembra effettivamente una trappola che gli USA hanno voluto tendere al Giappone. 

Incarcerazione dei giapponesi e giapponesi-americani negli USA Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor (7 dicembre 1941), il governo degli Stati Uniti ordinò la forzata rimozione e incarcerazione di civili di origine giapponese e giapponese-americana, anche se cittadini USA. Finirono imprigionati per errore anche altri asiatici come Cinesi scambiati per Giapponesi.
  • Roosevelt firmò l'Executive Order 9066 il 19 febbraio 1942, autorizzando il trasferimento di persone ritenute una "minaccia alla sicurezza nazionale" nelle aree interne del paese lontano dalla costa occidentale.
  • Circa 120.000 persone furono rimosse dalle loro case, portate in campi di internamento in zone remote di stati come California, Arizona, Wyoming, Utah, Arkansas e Colorado.
  • Di questi, circa due terzi erano cittadini statunitensi nati negli USA (i cosiddetti Nisei), molti dei quali non avevano alcun legame reale con il Giappone imperiale o con attività di spionaggio.
Le persone internate furono costrette ad abbandonare case, imprese e proprietà, spesso vendute in fretta e a prezzi stracciati o confiscate. I "campi di relocazione", spesso in territori desertici o climaticamente estremi, erano circondati da recinzioni, torri di guardia e soldati armati.
Nemmeno i campi di concentramento Nazisti avevano torri di guardia inizialmente.
Questa è una delle pagine più vergognose della storia americana e per fortuna oggi molti lo riconoscono. 120000 persone quasi tutte innocenti internate in campi di detenzione nel deserto per motivi razziali, e pensare che si è fatto un gran parlare degli appena 12000 italiani messi al confino durante tutto il Ventennio in Italia (Mai più di 3.000-4.000 contemporaneamente), tenuti in condizioni nettamente migliori.
Questo è un'altro dei tanti crimini di FDR che lo mettono tranquillamente nella lista dei dittatori, per quanto mi riguarda.

Le ricerche storiche concludono che la misura fu guidata da razzismo, isteria bellica e fallimenti della leadership politica, non da prove di attività ostili concrete. Anche prima della guerra politiche discriminatorie avevano escluso gli immigrati giapponesi dalla naturalizzazione; questo contribuì a renderli un facile bersaglio.Parallelamente, anche alcuni cittadini e residenti di origine tedesca e italiana furono detenuti, anche in Gran Bretagna.
In Canada e in America Latina furono adottate misure simili di internamento e deportazione di persone di origine giapponese.Decenni dopo la guerra, il governo USA riconobbe ufficialmente che l’internamento fu un abuso e nel 1988 venne approvata il Civil Liberties Act, con scuse formali e compensazioni economiche ai sopravvissuti.L’internamento dei giapponesi e dei giapponesi-americani serva da lezione proprio a quelli che pensano di fare la morale agli altri, come si dice prima si parte dall'odio e dalla propaganda e poi si finisce alla profilazione razziale e all'uso della paura come giustificazione politica, alla violazione dei diritti costituzionali in nome della sicurezza...

Risultato finale, tutti sappiamo come andò la guerra, alla fine agli USA non bastò tutto questo, dovettero sganciare DUE bombe atomiche sul Giappone (uccidendo il 70% della popolazione cristiana del Giappone, tra l'altro...), gli USA divennero i padroni del Pacifico con basi militari ovunque, il Giappone venne occupato e trasformato in un docile fantoccio degli Americani.

Corea

Anche la guerra di Corea può essere inclusa in questo grande processo di conquista dell'Asia.
Ho già parlato di questo in un altro thread per cui sarò breve:

1945, finita la S.G.M. la penisola coreana è occupata e divisa a metà tra USA e URSS.
Il nord divenne un regime Comunista e il sud uno stato fantoccio degli USA.
Nel nord Kim Il Sung inizia a pensare di poter conquistare il sud, sconfiggere gli Stati Uniti, e unire la Corea sotto il Comunismo.
Il nord attacca e riesce anche a conquistare gran parte della corea del sud. Le Nazioni Unite (gli ex Alleati della S.G.M. che cambiarono nome nel 1942 e oggi tengono il resto del mondo in ostaggio col loro diritto di veto) decisero di intervenire, Stati Uniti in testa.

Riescono a respingere i nord-coreani fino quasi al confine con la Cina, i Cinesi intervengono e respingono gli Americani fino al confine attuale più o meno. A questo punto ci sono milioni di soldati coinvolti e inizia la guerra di logoramento in cui nessuno ha veramente la voglia o la capacità di proseguire. Nessuno sta traendo vantaggio da questa guerra, tutti quindi cercano la tregua tranne gli Stati Uniti che pensano ancora di poter vincere.

Gli Stati Uniti quindi decidono di iniziare una massiccia campagna di bombardamenti a tappeto senza pietà sul territorio del nord. Radono al suolo ogni grande città inclusa Pyongyang, un livello di distruzione che non si vedeva dai bombardamenti sulla Germania e sul Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, tutto questo mentre vanno avanti le trattative per la pace, e la Corea del Nord decise di non dimenticarlo. Anche dopo l'armistizio (non ci fu un vero e proprio trattato di pace, i due paesi sono tecnicamente ancora in guerra e il confine tra le due coree è ancora il confine più difeso al mondo), anche oggi la Corea del Nord non ha dimenticato i milioni di morti fatti dagli Stati Uniti, questa è rimasta come una cicatrice nella loro psiche (mentre in occidente ovviamente non se ne parla) e la loro più grande paura è che gli Stati Uniti possano tornare a rifarlo. E il motivo per cui oggi la Corea del Nord è una società così militaresca non è perché siano dei guerrafondai e pianifichino di fare la guerra a qualcuno, ma per essere pronti all'evenienza di una nuova guerra con gli Stati Uniti.

Qui la bugia propagandistica quindi c'è soprattutto oggi, ci viene fatto credere che i Coreani siano gli aggressivi e guerrafondai mentre la realtà è diversa, pensateci, la Corea del Nord non ha più attaccato nessuno, mentre gli Americani fanno guerre in tutto il mondo, soprattutto negli ultimi decenni.

Vietnam

E infine non poteva mancare il Vietnam, ex colonia Francese dove è scoppiata una guerra e gli Americani sono già presenti dagli anni '50 supportando la Francia coloniale.
Dopo il 1954 vi è un:
  • finanziamento massiccio del Vietnam del Sud
  • addestramento dell’esercito sudvietnamita
  • operazioni segrete contro il Nord (OPLAN 34A)
L’incidente del Golfo del Tonchino (agosto 1964) Come al solito le guerre americane non iniziano con una dichiarazione ma con un incidente.
Un presunto doppio attacco nordvietnamita a cacciatorpediniere USA dipinto come "aggressione non provocata", in realtà cosa sappiamo oggi:
  • Il primo incidente (2 agosto) avvenne durante una missione di intelligence elettronica in coordinamento con attacchi sudvietnamiti, quindi non neutrale
  • Il secondo incidente (4 agosto) non avvenne mai, errori radar, interpretazioni forzate, comunicazioni contraddittorie, la testimonianza di Robert McNamara e documenti declassificati confermano che l’attacco decisivo fu inventato o gravemente travisato
Ma non importò, ​​la Risoluzione del Tonchino fu approvata quasi all’unanimità dal Congresso che concedette al presidente pieni poteri militari senza dichiarazione formale di guerra.Da qui partì la massiccia escalation, bombardamenti sistematici, milioni di morti, e alla fine la guerra fu persa.

Da tutto questo emerge un chiaro schema, l'espansionismo Americano nel Pacifico e in Asia non fu un "incidente", come viene fatto letteralmente credere, ma un lungo processo fatto di false flag e propaganda, intimidazione e soprusi.
Tutto ciò continuerà in Medio Oriente (che è sempra Asia) con la "war on terror" dopo l'11 settembre, stesso copione.
Oggi qualcuno vorrebbe aprire un terzo capitolo con Iran, Russia e magari la Cina, che guarda caso sono proprio al centro degli eventi degli ultimi anni.
Sembra quasi come prima della S.G.M, una guerra già in atto (Ucraina-Russia) e poi un'altra (Israele-Palestina) che coinvolge un nemico di lunga data (Iran), che gli USA avevano già provato a sottomettere in passato ma senza successo. E si stanno sanzionando e isolando sempre di più questi paesi in modo che siano costretti ad allearsi e magari attaccare l'occidente di risposta.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

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