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legge elettorale, tutta da rifare!
7 Anni 3 Settimane fa #11550
da padegre
legge elettorale, tutta da rifare! è stato creato da padegre
- legge elettorale, è tutta da rifare! -
di Paolo De Gregorio, 27 novembre 2017
Oggi 27 novembre il “Fatto Quotidiano” dedica una intera pagina al professor Sartori (scomparso a 92 anni pochi mesi fa), ex insegnante alla Columbia University di New York, esperto di scienze politiche e di sistemi elettorali, totalmente ignorato da una Casta di politici di professione beceri e ignoranti, che hanno spudoratamente approvato in Parlamento, consecutivamente, due leggi elettorali bocciate dalla Suprema Corte per incostituzionalità, e che oggi si presentano con la terza porcata (il rosatellum) dove destra e pseudo sinistra si sono alleate per formulare una legge che impedisca al 5Stelle di governare, anche se risultasse il partito più votato.
Sartori sapeva bene che la politica non tiene conto degli studi e delle consulenze degli esperti, e, parole sue: “le mie battaglie le perdo perché non sono imbracato”. Bruttissimo termine questo “imbracato”, che denigra tutti coloro che cercano un consenso popolare, di massa, dove imbracarsi significa anche trovare consensi con associazioni, categorie, singoli cittadini, giornalisti, magistrati, attraverso manifestazioni di piazza su obiettivi chiari e precisi, come è accaduto il 4 dicembre scorso quando il NO allo stravolgimento della Costituzione è stato plebiscitario e i cittadini parteciparono perché sentivano che il loro voto pesava e segnò l’inizio della fine di Renzi e dei suoi disegni autoritari.
Sartori non ci ha lasciato un suo disegno di legge elettorale che assolvesse la funzione, che ogni intellettuale dovrebbe perseguire, di rendere semplici le cose complesse, per offrire ai cittadini, di qualunque livello culturale, la comprensione della legge più importante che riguarda la democrazia e che renda giustizia al dettato costituzionale che parla di sovranità del popolo.
Il disprezzo per il popolo trasuda dalla complessità incomprensibile dell’ultima legge elettorale approvata dal governo Gentiloni, probabilmente incostituzionale (e tre!) e poi ci si lamenta che la gente non va a votare! Ma questo è un effetto cinicamente voluto, teso a valorizzare chi controlla pacchetti di voti costruiti negli anni con metodi clientelari e mafiosi.
O gli italiani si decidono a dare il 51% al Movimento 5 stelle, che potrebbe anche fare una legge elettorale finalmente costituzionale e comprensibil, o bisogna rassegnarsi a tempi lunghi per dotare la nostra democrazia (oggi più simile ad una oligarchia) di quei contrappesi istituzionali che consentano ai cittadini di fare le leggi. Sto parlando del Referendum PROPOSITIVO, senza quorum, previa raccolta in tempi stabiliti di mezzo milione di firme, il cui esito, se favorevole ai proponenti, diventi legge con l’unico passaggio parlamentare della presa d’atto. Ricordiamo ai soliti scettici che Pannella, con il suo partito dell’uno per cento, con l’istituto del Referendum ABROGATIVO riuscì a far votare la maggioranza degli italiani su divorzio e aborto, malgrado l’ostilità della maggioranza governativa clericale, della Chiesa, della destra, e ottenne una vittoria strepitosa che pose le basi del riscatto del mondo femminile.
Spero proprio che nel programma elettorale del Movimento 5 stelle vi sia il Referendum propositivo e il suo legame con una nuova legge elettorale, che il Parlamento non intende fare per bassi interessi di prosecuzione di un potere oligarchico, legato a mafie, logge massoniche, poteri mediatici, lobby economiche e religiose.
Parlo spesso con gente di qualunque livello culturale e sociale di una nuova legge elettorale e non ho mai trovato ostilità sulle regole che proponevo e propongo:
-le coalizioni vanno soppresse (infatti se esistono partiti diversi è segno che le differenze esistono e poi esplodono quando di tratta di spartirsi il potere e generano ingovernabilità)
-il partito che prende più voti, a prescindere alla percentuale, deve ottenere il premio di maggioranza e governare
-è vietato durante la legislatura passare da un partito all’altro, dopo aver visto per anni lo squallido spettacolo della compravendita di deputati e senatori
-il sistema è proporzionale puro con le preferenze
-i candidati possono presentarsi in un solo collegio elettorale
-i candidati devono risiedere da almeno due anni nel proprio collegio, è il tempo minimo per conoscere i problemi del territorio e farsi conoscere per l’attività svolta
-la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento è del 5% e ciò favorisce la fusione tra partiti minori politicamente più vicini
-Camera e Senato devono applicare gli stessi regolamenti in modo da evitare ingovernabilità
-il finanziamento pubblico ai partiti è abolito per tutti, anche nella forma del 2per mille
-per tutti dopo due legislature scatta la ineleggibilità.
-per evitare il potere burocratico delle segreterie di partito, i candidati non sono nominati, ma eletti con primarie sul territorio del proprio collegio
La legge elettorale, la più fondamentale di una democrazia, deve essere comprensibile per tutti, non una materia che solo gli “esperti” possono trattare e stabilire. So bene che intellettuali e politici vogliono sottrarre ai cittadini la comprensione di ciò che più li riguarda, dietro cortine fumogene di paroloni e formule giuridiche astruse, ma sono generali senza eserciti che allontanano i cittadini dalla partecipazione politica e civile.
Solo chi sarà in grado di formulare una legge elettorale che fa decidere veramente alle elettrici e agli elettori salirà nel più alto gradino della politica e potrà parlare di democrazia senza prendere nessuno per i fondelli.
Paolo De Gregorio
di Paolo De Gregorio, 27 novembre 2017
Oggi 27 novembre il “Fatto Quotidiano” dedica una intera pagina al professor Sartori (scomparso a 92 anni pochi mesi fa), ex insegnante alla Columbia University di New York, esperto di scienze politiche e di sistemi elettorali, totalmente ignorato da una Casta di politici di professione beceri e ignoranti, che hanno spudoratamente approvato in Parlamento, consecutivamente, due leggi elettorali bocciate dalla Suprema Corte per incostituzionalità, e che oggi si presentano con la terza porcata (il rosatellum) dove destra e pseudo sinistra si sono alleate per formulare una legge che impedisca al 5Stelle di governare, anche se risultasse il partito più votato.
Sartori sapeva bene che la politica non tiene conto degli studi e delle consulenze degli esperti, e, parole sue: “le mie battaglie le perdo perché non sono imbracato”. Bruttissimo termine questo “imbracato”, che denigra tutti coloro che cercano un consenso popolare, di massa, dove imbracarsi significa anche trovare consensi con associazioni, categorie, singoli cittadini, giornalisti, magistrati, attraverso manifestazioni di piazza su obiettivi chiari e precisi, come è accaduto il 4 dicembre scorso quando il NO allo stravolgimento della Costituzione è stato plebiscitario e i cittadini parteciparono perché sentivano che il loro voto pesava e segnò l’inizio della fine di Renzi e dei suoi disegni autoritari.
Sartori non ci ha lasciato un suo disegno di legge elettorale che assolvesse la funzione, che ogni intellettuale dovrebbe perseguire, di rendere semplici le cose complesse, per offrire ai cittadini, di qualunque livello culturale, la comprensione della legge più importante che riguarda la democrazia e che renda giustizia al dettato costituzionale che parla di sovranità del popolo.
Il disprezzo per il popolo trasuda dalla complessità incomprensibile dell’ultima legge elettorale approvata dal governo Gentiloni, probabilmente incostituzionale (e tre!) e poi ci si lamenta che la gente non va a votare! Ma questo è un effetto cinicamente voluto, teso a valorizzare chi controlla pacchetti di voti costruiti negli anni con metodi clientelari e mafiosi.
O gli italiani si decidono a dare il 51% al Movimento 5 stelle, che potrebbe anche fare una legge elettorale finalmente costituzionale e comprensibil, o bisogna rassegnarsi a tempi lunghi per dotare la nostra democrazia (oggi più simile ad una oligarchia) di quei contrappesi istituzionali che consentano ai cittadini di fare le leggi. Sto parlando del Referendum PROPOSITIVO, senza quorum, previa raccolta in tempi stabiliti di mezzo milione di firme, il cui esito, se favorevole ai proponenti, diventi legge con l’unico passaggio parlamentare della presa d’atto. Ricordiamo ai soliti scettici che Pannella, con il suo partito dell’uno per cento, con l’istituto del Referendum ABROGATIVO riuscì a far votare la maggioranza degli italiani su divorzio e aborto, malgrado l’ostilità della maggioranza governativa clericale, della Chiesa, della destra, e ottenne una vittoria strepitosa che pose le basi del riscatto del mondo femminile.
Spero proprio che nel programma elettorale del Movimento 5 stelle vi sia il Referendum propositivo e il suo legame con una nuova legge elettorale, che il Parlamento non intende fare per bassi interessi di prosecuzione di un potere oligarchico, legato a mafie, logge massoniche, poteri mediatici, lobby economiche e religiose.
Parlo spesso con gente di qualunque livello culturale e sociale di una nuova legge elettorale e non ho mai trovato ostilità sulle regole che proponevo e propongo:
-le coalizioni vanno soppresse (infatti se esistono partiti diversi è segno che le differenze esistono e poi esplodono quando di tratta di spartirsi il potere e generano ingovernabilità)
-il partito che prende più voti, a prescindere alla percentuale, deve ottenere il premio di maggioranza e governare
-è vietato durante la legislatura passare da un partito all’altro, dopo aver visto per anni lo squallido spettacolo della compravendita di deputati e senatori
-il sistema è proporzionale puro con le preferenze
-i candidati possono presentarsi in un solo collegio elettorale
-i candidati devono risiedere da almeno due anni nel proprio collegio, è il tempo minimo per conoscere i problemi del territorio e farsi conoscere per l’attività svolta
-la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento è del 5% e ciò favorisce la fusione tra partiti minori politicamente più vicini
-Camera e Senato devono applicare gli stessi regolamenti in modo da evitare ingovernabilità
-il finanziamento pubblico ai partiti è abolito per tutti, anche nella forma del 2per mille
-per tutti dopo due legislature scatta la ineleggibilità.
-per evitare il potere burocratico delle segreterie di partito, i candidati non sono nominati, ma eletti con primarie sul territorio del proprio collegio
La legge elettorale, la più fondamentale di una democrazia, deve essere comprensibile per tutti, non una materia che solo gli “esperti” possono trattare e stabilire. So bene che intellettuali e politici vogliono sottrarre ai cittadini la comprensione di ciò che più li riguarda, dietro cortine fumogene di paroloni e formule giuridiche astruse, ma sono generali senza eserciti che allontanano i cittadini dalla partecipazione politica e civile.
Solo chi sarà in grado di formulare una legge elettorale che fa decidere veramente alle elettrici e agli elettori salirà nel più alto gradino della politica e potrà parlare di democrazia senza prendere nessuno per i fondelli.
Paolo De Gregorio
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