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... 'LA SOCIETÀ
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1 Mese 2 Settimane fa #54851
da robyale
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
... 'LA SOCIETÀ è stato creato da robyale
Salve.
Finalmente dopo diversi mesi di tentennamento ho avuto il coraggio di aprire questo argomento.
Si per me sarebbe un coraggio.
L'idea mi è nata in una di quelle giornate ma proprio grige, dopo che nel vedere tutto 'quel' che si riusciva a comprendere che così grande come non lo so, mi ha produce un forte sconcerto nel vedere una società così persa nel vuoto e nella desolazione. E' un vuoto di dispersione di una società che è distrutta de facto, ma che ancora pubblicamente cerca e vuole mantenere quel titolo immeritato, in modo presuntuoso e sfacciato di "società civile".
Il voler parlare di un paio mie riflessioni di svariati tipi che, nate anche prima di quell'episodio specifico, mi è saltata poi l'idea di crearne uno intero ed unico che li comprendesse tutti. Come un certo Anello noto.
Ho scelto di volerne parlarne sia per contesti passati e prossimi, che ritengo inevitabile parlarne perché il presente è proprio il tramite temporale tra i due.
Ho deciso e scelto di apporlo in Politica italiana perché è inevitabile che per quanto io ci possa girare intorno, la società riguarda la politica stessa, sia nell'implicito che nell'esplicito. Vita quotidiana ahimè non rende tutta la dignità che rieswce, perché riduce quel tono esclamabile che deve essere espresso.
In generale per me di quelle idee che ho già in mente è difficile parlarne già per quelle singole singole cose, che solitamente si possono confondere con altre, e figuriamoci quindi parlarne per parti unite tra loro, o persino per intero del concetto stesso di 'Società', Per me è una cosa ambita, e proprio perché la ambisco ci voglio provare proprio qui che è un posto ideale per conversare e discuterne.
I principali problemi sono quei limiti che con velocità variabile si soldificano in forma direi fangosa, che mi impediscono propio di poter essere libero di vedere appieno. Per esempio io, ammetto che detengo ancora ora una visione piuttosto delimitata delle cose, e che se io dal computer riesco a fare pensieri che mai mi sognerei normalmente, da vivo io perdo molta condensazione e viene automaticamente una dispersione che direi irritante che insopportabile. Potrebbe essere che io cerco di comprimerla in un aspetto più materiale del mondo, perché quando si è per strada quello a cui si deve pensare è alla strada. Ma perché non perseverare nell'osservare in tutto e per tutto, nell'ottica più coerente con noi per raggiungere una solida tranquillità interiore nello poter osservare quello che ci circonda? Quella dispersione è qualcosa di veramente duro da accettare che venga.
Non dico che devo essere come uno spettatore alieno estraneo ai fatti, primo perché non mi piace l'ottica, e secondo è un punto di vista del tutto estraneo alla realtà, che poco si comprende nella società reale.
Secondo me è tipo per una persone nella società, un'idea irreale.
Però, sta il fatto che il modo materiale è il modo più pratico ed istantaneo di parlare delle cose in modo quasi minimo, e tende facilmente ad obliterare tante di quelle cose spesso tralasciate - e tra l'altro si rimane nello spettro di pensiero interno del concetto più ampio di società.
Cadere nella visione materiale è una cosa che a me manda ogni volta proprio in bestia.
Tuttavia cercherò di voler stare nel modo più obbiettivo, oggettivo ed imparziale di comprendere la società. E naturalmente entro i miei limiti del mio modo di vedere, ci s'intende.
In conclusione il mio approccio è sul non escludere a priori qualsiasi modo di percepire la propria ottica, perché impedisce di poter condividere quelle sfumature che senza di esse, non si potrebbe avere una visione più grande di quanto si potrebbe senza,
Quindi di certo possono partecipare chiunque voglia, e non m'interessa se ha una visione diversa dalla mia, e se sta ragionando in una maniera che mi anche dare fastidio, la accetto volentieri. Non metto alcun paletto ideologico perché sarebbe presuntuoso e divisivo, oltre ad essere classista.
STRUTTURA
Non so quanto continuerà questo argomento e con quanto interesse, ma al momento, io pensavo ad impostare un modo teorico per discuterne secondo una struttura specifica che va a trattare i vari temi, che similmente ai Commenti Liberi (CL), preferisco che i vari discorsi abbiano con sé un titolo facoltativo e che quando si prende in riferimento un commento dello stesso blocco di commenti basti che o si citi, o si indichi il nome utente e copiando il link del numero del commento in riferimento, perché così almeno si crea un senso compiuto se si rispondesse a qualcun altro.
Se si rispondesse ad uno dello stesso blocco di commenti non serve scrivere niente.
Siccome diventa una grande scocciatura che quando si modifica un commento, si debba nuovamente re-inserire la formattazione del testo (grassetto, corsivo o barrato), concordo sulla cosa che il titolo vada bene nella propria espressione. Mi va bene ogni tipo di espressione di un titolo.
Mi va bene comunque che se uno volesse parlarne in modo generico come un discorso a sé proprio, un titolo banale di "Società", e volendo, pensavo che magari se un discorso poi si congiungesse con un altro di creare una concatenazione di più temi differenti già teoricamente parlati, creare un discorso a sé.
Se uno non avesse idea di nessun titolo specifico né per uno specifico né tantomeno per uno che ne collega più in una sola volta, mi va bene sempre che lo si chiami banalmente "Società".
IDEE
Penso comunque che per rendere il tutto più costruttivo, che se uno avesse un'ambiguità in una cosa dififcilmente inquadrabile, che allora prima se ne discutesse, in modo da riconoscere meglio quel suo concetto specifico.
Dunque avendo io le mie incertezze concernenti l'argomento in tutte le sue misure, sarà ben felice di parlarne prima proprio perché anche io non so da dove iniziare di preciso, in quanto non ho metabolizzato in modo vero e proprio quel che voglio dire, e proprio dall'inizio. Tuttavia non mi farò attendere.
Termino il mio post d'apertura
Finalmente dopo diversi mesi di tentennamento ho avuto il coraggio di aprire questo argomento.
Si per me sarebbe un coraggio.
L'idea mi è nata in una di quelle giornate ma proprio grige, dopo che nel vedere tutto 'quel' che si riusciva a comprendere che così grande come non lo so, mi ha produce un forte sconcerto nel vedere una società così persa nel vuoto e nella desolazione. E' un vuoto di dispersione di una società che è distrutta de facto, ma che ancora pubblicamente cerca e vuole mantenere quel titolo immeritato, in modo presuntuoso e sfacciato di "società civile".
Il voler parlare di un paio mie riflessioni di svariati tipi che, nate anche prima di quell'episodio specifico, mi è saltata poi l'idea di crearne uno intero ed unico che li comprendesse tutti. Come un certo Anello noto.
Ho scelto di volerne parlarne sia per contesti passati e prossimi, che ritengo inevitabile parlarne perché il presente è proprio il tramite temporale tra i due.
Ho deciso e scelto di apporlo in Politica italiana perché è inevitabile che per quanto io ci possa girare intorno, la società riguarda la politica stessa, sia nell'implicito che nell'esplicito. Vita quotidiana ahimè non rende tutta la dignità che rieswce, perché riduce quel tono esclamabile che deve essere espresso.
In generale per me di quelle idee che ho già in mente è difficile parlarne già per quelle singole singole cose, che solitamente si possono confondere con altre, e figuriamoci quindi parlarne per parti unite tra loro, o persino per intero del concetto stesso di 'Società', Per me è una cosa ambita, e proprio perché la ambisco ci voglio provare proprio qui che è un posto ideale per conversare e discuterne.
I principali problemi sono quei limiti che con velocità variabile si soldificano in forma direi fangosa, che mi impediscono propio di poter essere libero di vedere appieno. Per esempio io, ammetto che detengo ancora ora una visione piuttosto delimitata delle cose, e che se io dal computer riesco a fare pensieri che mai mi sognerei normalmente, da vivo io perdo molta condensazione e viene automaticamente una dispersione che direi irritante che insopportabile. Potrebbe essere che io cerco di comprimerla in un aspetto più materiale del mondo, perché quando si è per strada quello a cui si deve pensare è alla strada. Ma perché non perseverare nell'osservare in tutto e per tutto, nell'ottica più coerente con noi per raggiungere una solida tranquillità interiore nello poter osservare quello che ci circonda? Quella dispersione è qualcosa di veramente duro da accettare che venga.
Non dico che devo essere come uno spettatore alieno estraneo ai fatti, primo perché non mi piace l'ottica, e secondo è un punto di vista del tutto estraneo alla realtà, che poco si comprende nella società reale.
Secondo me è tipo per una persone nella società, un'idea irreale.
Però, sta il fatto che il modo materiale è il modo più pratico ed istantaneo di parlare delle cose in modo quasi minimo, e tende facilmente ad obliterare tante di quelle cose spesso tralasciate - e tra l'altro si rimane nello spettro di pensiero interno del concetto più ampio di società.
Cadere nella visione materiale è una cosa che a me manda ogni volta proprio in bestia.
Tuttavia cercherò di voler stare nel modo più obbiettivo, oggettivo ed imparziale di comprendere la società. E naturalmente entro i miei limiti del mio modo di vedere, ci s'intende.
In conclusione il mio approccio è sul non escludere a priori qualsiasi modo di percepire la propria ottica, perché impedisce di poter condividere quelle sfumature che senza di esse, non si potrebbe avere una visione più grande di quanto si potrebbe senza,
Quindi di certo possono partecipare chiunque voglia, e non m'interessa se ha una visione diversa dalla mia, e se sta ragionando in una maniera che mi anche dare fastidio, la accetto volentieri. Non metto alcun paletto ideologico perché sarebbe presuntuoso e divisivo, oltre ad essere classista.
STRUTTURA
Non so quanto continuerà questo argomento e con quanto interesse, ma al momento, io pensavo ad impostare un modo teorico per discuterne secondo una struttura specifica che va a trattare i vari temi, che similmente ai Commenti Liberi (CL), preferisco che i vari discorsi abbiano con sé un titolo facoltativo e che quando si prende in riferimento un commento dello stesso blocco di commenti basti che o si citi, o si indichi il nome utente e copiando il link del numero del commento in riferimento, perché così almeno si crea un senso compiuto se si rispondesse a qualcun altro.
Se si rispondesse ad uno dello stesso blocco di commenti non serve scrivere niente.
Siccome diventa una grande scocciatura che quando si modifica un commento, si debba nuovamente re-inserire la formattazione del testo (grassetto, corsivo o barrato), concordo sulla cosa che il titolo vada bene nella propria espressione. Mi va bene ogni tipo di espressione di un titolo.
Mi va bene comunque che se uno volesse parlarne in modo generico come un discorso a sé proprio, un titolo banale di "Società", e volendo, pensavo che magari se un discorso poi si congiungesse con un altro di creare una concatenazione di più temi differenti già teoricamente parlati, creare un discorso a sé.
Se uno non avesse idea di nessun titolo specifico né per uno specifico né tantomeno per uno che ne collega più in una sola volta, mi va bene sempre che lo si chiami banalmente "Società".
IDEE
Penso comunque che per rendere il tutto più costruttivo, che se uno avesse un'ambiguità in una cosa dififcilmente inquadrabile, che allora prima se ne discutesse, in modo da riconoscere meglio quel suo concetto specifico.
Dunque avendo io le mie incertezze concernenti l'argomento in tutte le sue misure, sarà ben felice di parlarne prima proprio perché anche io non so da dove iniziare di preciso, in quanto non ho metabolizzato in modo vero e proprio quel che voglio dire, e proprio dall'inizio. Tuttavia non mi farò attendere.
Termino il mio post d'apertura
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
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