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Poesie degli utenti
Corriamo tra i ginepri e i mirti,
Ebbri di passione cogliamo
Fiori di parole che voglio dirti;
Osserva, i ciliegi esprimono
Afrodisiaci pensieri che dissolvono
La noia di ieri e si incamminano
Su novelli sentieri ove incidono
Su le cortecce cuori che ridono
In un canto di gioia, mentre pongo
Allori sul tuo capo, regina del fato,
Che ai miei occhi dimori tra i fiori di loto.
Milano, 10 maggio 2019
______________________
Scritta per una donna conosciuta di recente.
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... non ho la presunzione di chiamarla poesia, è solo un'emozione che decisi di descrivere con mie parole qualche tempo fa.
Il discutere di Luna in queste ultime settimane, mi ha spinto ad andare a cercare lo scritto e adesso che ho ritrovato il testo, mi permetto timidamente di condividerlo.
Il contesto rurale dove ho avuto la fortuna di poter scegliere e decidere di venire a vivere, uniti ai ritmi della campagna, l'alternanza di periodi di vita in solitudine ed altri ingredienti che non sto a dilungarmi a descrivere, mi sono stati e, tutt'ora lo sono ancora, certamente complici :beers:
Già mi incanti mezza nuda e senza vergogna, avvolta con fascino in quel velo ricamato di mistero.
Come un’amante che si corteggia, ti fai attendere per notti, prima di esser pronta.
Ogni volta riesci a farti immaginare, tutta nuda e splendente nella tua bellezza piena.
Sono ormai calate le tenebre.
Lontano, un pubblico crescente e immobile di stelle, con i loro occhi tremolanti, ti circondano e ci guardano.
Parevi timida e pallida e invece il tuo riflesso adesso accende il buio.
La tua luce si manifesta in un bagliore freddo che tutto avvolge.
Ti ammiro immobile e nel silenzio, avverto muta una presenza.
Mi abbraccia il brivido di chi è stato scoperto. Mi volto e non è paura, anzi, sono stupore e meraviglia.
Vedo chiaramente nell’oscurità la mia inseparabile compagna, distesa che ci guarda.
Nitida, fredda e sincera nelle sue forme che nelle tue notti o Luna, nonostante me, lei è ancor più bella… è la mia Ombra!
Hic
... l'unica abitudine che voglio avere è respirare. Hic :wink:
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Breve e necessaria premessa: qualche settimana fa mi sono imbattuto in questo post , dove si prendeva per il culo a mezzo di poesia trilussiana apocrifa la nuova trovata di Repubblica di pubblicare delle (pessime) poesie di Scalfari. Non ho potuto astenermi dallo scrivere la mia Trilussa apocrifa, che condivido volentieri:
Quanno che se farà 'na certa
Quanno che io sarò ben vecchierello
Co’ a sciatica a prostata e artri affanni
Che più me roderebbe fra i malanni
Sarebbe de restà senza ‘n cervello
Per cui lo dico a tutte le persone
Dovesse capità questo supplizio
De perdere ogni tipo de ragione
Portateme de corsa in un ospizio
Quarsiasi trattamento spedalizio
Sarà da me accettato e anche gradito
Ma annare in giro nun me se lasciasse
Lascianno che la gente me guardasse
Dicenno anvedi quer rincojonito
FranZη
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Splendida illusione,
Che ghermisci il mio cuore.
Fantastica follia,
fatta di rose aulenti e melodie suadenti,
dolci sospiri in fresche notti d'estate.
Io, che fui posto nel più dolce dei supplizi, a te,
nera compagna
di solitudine,
che in tutto ti manifesti, ma che eternamente ti neghi:
Come puoi non trovar liberazione
nel sedurre e nel finalmente condividere il piacer promesso,
nel liberare le rose dalle spine,
nell'abbandonarsi a un sincero sguardo
di perduta passione?
Come non puoi per amor fuggire
al divin decreto che di fuggir
ti ingiunse alle delizie della libertà?
Milano, Autunno 2019
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Se credono d'esse li più dritti e d'avecce er sale ner pensiero
ma quanno se tratti de vedecce mejo
nun sanno distingue er bianco dar nero
Pe' tenesse er posto fisso se n'enventano tanti de belli mestieri
na' vorta sò architetti e a vorta appresso diventano ingegneri
Quann'è er momento che so' chiamati pe' svolge la missione
le bucie se sprecano pur de fa contento er padrone
E quanno verso a' fine co l'ossa rotte e la carne pista
da tutte le botte che c'hanno preso dar complottista
li senti dì "nun je date retta è 'n poro pazzo"
quanno che 'nvece so' loro a nun avecce capito 'n cazzo
"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
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- CharlieMike
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non so se i Limerick sono Off Topic in questo thread.
Prendendo ispirazione da questo stile ne ho scritti alcuni in genovese, tanto per essere originale.
Ne posto un paio (La grafia non è quella ufficiale, ma ricalca la pronuncia):
Cu u lea lì pe fa da senna
U gaiva pruntu trenette au pestu
E in ta cantia u vin au frescu
Quellu vegio de Sampedenna
In te na vegia stradda in sce i Cen de Pragia
U stava all'ombra pe nu sta sutta u Sù
Mentre u l’amiava i ouxelli lasciù
Quellu vegiu gattu arembou a na miagia
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Jediel74 ha scritto: Sonetto Romanesco
Se credono d'esse li più dritti e d'avecce er sale ner pensiero
ma quanno se tratti de vedecce mejo
nun sanno distingue er bianco dar nero
Pe' tenesse er posto fisso se n'enventano tanti de belli mestieri
na' vorta sò architetti e a vorta appresso diventano ingegneri
Quann'è er momento che so' chiamati pe' svolge la missione
le bucie se sprecano pur de fa contento er padrone
E quanno verso a' fine co l'ossa rotte e la carne pista
da tutte le botte che c'hanno preso dar complottista
li senti dì "nun je date retta è 'n poro pazzo"
quanno che 'nvece so' loro a nun avecce capito 'n cazzo
Non è un sonetto. Il sonetto è composto da principalmente endecasillabi. Qua, contando la sinalefe, vi sono 19 sillabe nel primo verso. Nel terzo ve ne sono undici, ok, ma gli accenti sono posti sulla 2 , 5 e 7 principalmente, quando in un endecasillabo non sono quelli gli accenti principali
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Si immaginavo di aver commesso molti errori, l'ho scritta per il mero piacere di farlo pur ignorandone le regole linguistiche.
Ti ringrazio per le delucidazioni, ne terrò conto la prossima volta .
"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
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"A mezzanotte in punto i poliziotti fanno il loro solito lavoro,
metton le manette intorno ai polsi a quelli che ne sanno più di loro"
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Cit.
"Giustamente, in tempi di didattica a distanza, anche Luogocomune ha trovato la sua professoressa"
Se mi sbaglio ti domando scusa, ma mi pare di ravvisare un volontà polemica nel tuo intervento.
Ha fatto bene ha precisare la qualificazione tecnico-letteraria del testo in questione. Se si definisce qualcosa occorre definirlo correttamente. Non è stata una colpa dell'autore mal qualificare la sua poesia, non tutti sono preparati su ogni cosa e abbiamo giovato tutti quanti della spiegazione che ci è stata gentilmente data.
Ribadisco che, come scritto nel post introduttivo, qui si scrive per pubblicare e commentare/analizzare (anche a livello tecnico-formale) le poesie di noi utenti.
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"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
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"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
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Questo mondo immondo nei suoi dominatori
Che non son degni di viver nemmeno come i minatori
Che giungesse alla sua fine
Per lasciar spazio a tempi migliori
Ove l'umana stirpe venga cancellata da' ricordi nel fiorir di novità superiori
Poiché l'umanità fa così schifo da non meritar ricordo della sua esistenza
Talmente è abietta la sua essenza
Che non merita nemmeno ricordo della sua terrena presenza
Poiché ivstitia in ogni dove lascerà suo bagliore
E cancellerà dal mondo ciò che non apprezza amore
Infausta stirpe di diavoli generò il divin creatore
Nella vana speranza di da lor trarre divine aurore
Il dissolvimento sia per lor la miglior punizione
Che riconduca l'universo all'original pudore
E che loro traccia perda qualunque vigore
Poiché indegna è la lor creanza di dominante quanto ignorante pulsione
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
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scritta e pubblicata tempo fa qua su Lc!
Il luogocomune
Che cos'è un Luogocomune?
E come mai poni le domande fuori da ogni discussione?
Me la spieghi la ragione?
Ma con quale sentimento?
L'angoscia? Lo sgomento?
Il fermento? La tensione?
Forse una sessuale eccitazione?
Ma guarda che non è mica questo il luogocomune in cui la puoi sfogare!
Hai capito la lezione?
O hai smarrito la tua voglia di imparare?
Mio caro Maestro,
hai perfettamente ragione.
Io sono in debito.
A te devo con rispetto e con un umile obbedienza
la mia devozione.
A te devo una risposta singolare che non lasci più alcuna indecisione su quel che sa da fare.
Un luogocomune è uno spazio infinito e circoscritto,
impensabile che tu non l'abbia mai visto!
In questo spazio metafisico e imponente ci sta già un sacco di gente che parla costantemente convinta di esser sapiente,
ma tu ci credi veramente?
Io si! E senza dubbio alcuno,
mi muovo tra l'uno e l'altro
saltando come un canguro
incerto del suo futuro!
A volte sai
tra un salto e una capriola
si scivola e si inciampa
e fuori da ogni logica e contegno
mi scappa di pisciare un bel disegno!
Ma tu, Maestro caro e generoso,
non darci troppo importanza
se non perderai la clemenza
imparerò da questa brutta esperienza
e cercherò di rimediare,
Maestro mio non ti crucciare.
In verità ti voglio molto bene
e causarti un dispiacere
mi ha già fatto molto male
ora voglio rimediare
con ragione e sentimento
vorrei farti più contento
affinché tu possa essere pago delle mie opere,
vorrei farti respirare
affinché tu possa vivere tranquillo,
vorrei farti sognare
affinché nel tuo sogno
tu possa trovare un segno
che ti possa insegnare a fondo
il mistero dell'amore
che provo per te dal profondo del mio cuore.
Non si tratta di eccitazione sessuale,
non è un impulso bestiale,
ma un profondo sentimento
una fervida tensione.
Maestro ho capito la lezione:
Che l'angoscia mia svanisca nel momento
in cui con puro sentimento riconosco il tuo valore.
Che il cuore mio non resti più sgomento
di fronte a un sentimento
ispirato dal dolore
ma soltanto in quel momento,
dal momento che ho imparato la lezione.
Ti saluto
la tua pazienza ti fa' onore
ti ringrazio, ti rispetto e ribadisco che ti amo dal profondo del mio cuore
di un'amore innaturale,
platonico, metafisico.
Da oggi col criterio del contegno
e con gran moderazione,
'no spruzzetto d'allegria,
e sincera commozione,
dimostrerò un po' di buona educazione.
E cercherò di farti onore.
Fidati, poiché di me ti puoi fidare.
Io penso di aver imparato la lezione.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Wally88 ha scritto: Dedicata alla santa pazienza di Massimo Mazzucco
scritta e pubblicata tempo fa qua su Lc!
Il luogocomune
Che cos'è un Luogocomune?
E come mai poni le domande fuori da ogni discussione?
Me la spieghi la ragione?
Ma con quale sentimento?
L'angoscia? Lo sgomento?
Il fermento? La tensione?
Forse una sessuale eccitazione?
Ma guarda che non è mica questo il luogocomune in cui la puoi sfogare!
Hai capito la lezione?
O hai smarrito la tua voglia di imparare?
Mio caro Maestro,
hai perfettamente ragione.
Io sono in debito.
A te devo con rispetto e con un umile obbedienza
la mia devozione.
A te devo una risposta singolare che non lasci più alcuna indecisione su quel che sa da fare.
Un luogocomune è uno spazio infinito e circoscritto,
impensabile che tu non l'abbia mai visto!
In questo spazio metafisico e imponente ci sta già un sacco di gente che parla costantemente convinta di esser sapiente,
ma tu ci credi veramente?
Io si! E senza dubbio alcuno,
mi muovo tra l'uno e l'altro
saltando come un canguro
incerto del suo futuro!
A volte sai
tra un salto e una capriola
si scivola e si inciampa
e fuori da ogni logica e contegno
mi scappa di pisciare un bel disegno!
Ma tu, Maestro caro e generoso,
non darci troppo importanza
se non perderai la clemenza
imparerò da questa brutta esperienza
e cercherò di rimediare,
Maestro mio non ti crucciare.
In verità ti voglio molto bene
e causarti un dispiacere
mi ha già fatto molto male
ora voglio rimediare
con ragione e sentimento
vorrei farti più contento
affinché tu possa essere pago delle mie opere,
vorrei farti respirare
affinché tu possa vivere tranquillo,
vorrei farti sognare
affinché nel tuo sogno
tu possa trovare un segno
che ti possa insegnare a fondo
il mistero dell'amore
che provo per te dal profondo del mio cuore.
Non si tratta di eccitazione sessuale,
non è un impulso bestiale,
ma un profondo sentimento
una fervida tensione.
Maestro ho capito la lezione:
Che l'angoscia mia svanisca nel momento
in cui con puro sentimento riconosco il tuo valore.
Che il cuore mio non resti più sgomento
di fronte a un sentimento
ispirato dal dolore
ma soltanto in quel momento,
dal momento che ho imparato la lezione.
Ti saluto
la tua pazienza ti fa' onore
ti ringrazio, ti rispetto e ribadisco che ti amo dal profondo del mio cuore
di un'amore innaturale,
platonico, metafisico.
Da oggi col criterio del contegno
e con gran moderazione,
'no spruzzetto d'allegria,
e sincera commozione,
dimostrerò un po' di buona educazione.
E cercherò di farti onore.
Fidati, poiché di me ti puoi fidare.
Io penso di aver imparato la lezione.
Ciao. Presenti una poesia in rima , però senza seguire il concetto grammaticale, la regola della italica metrica
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
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Già successo 1
... tutta piena la città
di fiumi d'incensi e insieme di peani e gemiti ...
Già successo. Già se non c'era l'hanno inventata.
Già era davanti non dentro la reggia. Già
l'hanno chiamata peste. Già c'è stato
chi ha preso i trenta denari o tre per offrire
i servigi della scienza o dell'oracolo di Delfi
illustrando quando come perchè a un essere umano
vanno bucate le caviglie
e legate come un coniglio da arrosto.
Già i mercenari di Erode con spade e siringhe
o le nude mani. Per tre o trenta o trecento denari
si sono adoperati a far credere normale il miasma
di nervi ustionati dalla paura.
Trenta o trentatrè per informare che la peste
è colpa di chi voleva camminare per strada,
tre o trecentotrè per legittimare
il diritto di chi si pretendeva padrone della strada.
Trenta o tremila? Cosa importa. Che li hanno presi si sa.
Già il gallo cantò
se sapesse lascerebbe il sole al suo sonno
gli risparmierebbe il vedere cosa succede qui.
Cosa è questa, confusione? No è poesia.
Come lo so? Ho fatto il test!
le ho detto ripeti con me: iorestoacasa
iorestoacasaiorestoacasaiorestoacasa.
Mi ha riso in faccia.
E' proprio poesia!
un abbraccio
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
La porta accanto
Una manciata di salvia secca
Dal terrazzino: come state come stai
cosa fate cosa fai. La tapparella adesso chiusa.
Una latta di pelati. Ti dicevo cosa facevo
rispondevi sempre: così ti passa il tempo.
Che avessi qualche altro scopo nella vita
che far passare il tempo
preferivi non prenderlo in considerazione.
Un dolore? Te lo dicevo lo stesso. Mezza busta
di cannella. Non c'è lavoro. La gente chiude casa
torna da dov'era venuta.
Non voglio oggetti odio gli oggetti.
Rispondevi sempre: così ti passa il tempo.
Per te credere che lo facevo perchè lo desideravo
forse era sconveniente.
Apro una lattina di tonno diversa dalle mie.
Non c'è lavoro la gente va via. Chiude casa.
Non volevo niente di cose ne ho troppe.
Un barattolo di pomodori mezza bustina di cannella.
Mi hai guardato ho detto sì. Alimenti.
Passati dalle tue mani alle mie tra la mia porta e la tua.
Ti piaceva che li prendessi a me piaceva come
me li passavi.
Viene sempre il momento in cui ho bisogno
di qualcosa di caldo. Frugando tra le scatole
mi verrà in mano la bustina di un tè che io non avrei
comprato. Sorriderò.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
ma oltre al terrazzino accanto
adesso è vuoto anche quello di sotto.
L'atmosfera di un racconto di Cortazar.
Purtroppo anche Julio se n'è andato.
… il suo gatto anche.
Aggiornamento Ortografico
Il medico
ha detto che li ha curati
conscienzaecoscienza.
Sono guariti.
Quelli là
invece
avevano i carri pronti in strada.
Conscienzaecoscienza
va tutto attaccato.
Bisogna studiarla l'ortografia!
Se la scienza
la metti in salotto e la coscienza
nella stanza degli ospiti
poi servono i carri a portarci via.
Come sempre.
Che siano a cavalli o a motore
cosa cambia.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Già successo 2
per convincere che tre coccodrilli
più 25 zebre uguale sessantaquattro cammelli.
Cosa ci fanno coi sessantaquattro cammelli?
Quel che ci hanno sempre fatto: mentre
una moltitudine conta i sessantaquattro cammelli
a quella moltitudine saldano la palla al piede.
E dopo?
Dopo … contare 65 cammelli che non esistono
costa un grande sforzo.
Dopo, certe moltitudini non ricordano più che
prima, la palla al piede non l'avevano.
E' già successo. Già il gallo cantò tre volte
già qualcuno guadagnò i trenta denari
facendo lezione su come,
mettendole davanti alle fauci di tre coccodrilli
le strisce bianche e nere di 25 zebre
si trasformino in pois divoratori di pesti
che i sessantacinque cammelli si caricheranno in gobba.
E' già successo. Già i mercenari di Erode
trapassarono di spada e siringa chi non aveva con cosa
difendere il diritto di esistere
già si trovò chi per trenta denari più trenta
chiamò popolo una moltitudine cui l'orrore
aveva ucciso l'anima
già per trenta denari più trenta lo scribacchino accreditato
informò nei secoli dei secoli che fu “il popolo” a volere Barabba.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Avete la terza media o cosa?
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"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)
χιλικάδο
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Non lo ricordo per nostalgia
ma per sapere perchè adesso dico NO
La Festa
Abbiamo portato pagliuzze
nel becco, grovigli d'erba
inzuppati di fango nelle zampe.
Con le ali abbiamo sollevato
una tendina del tempo.
Così abbiamo apparecchiato
il posto per un noi. Coi piedi
abbiamo battuto in terra
perchè potesse danzare
ci siamo regalati sguardi
per fargli festa.
La Festa è passata. Cosa c'è
in fondo alla mia tasca? ...fili
di muschio sabbiolina umida...
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- ErnestoValli
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